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I giovani e le loro sfide
professionali
Un progetto di AIESEC Alumni Italia
Indice
1.	 Introduzione
2.	 Principali Conclusioni
3.	 Approfondimenti Indagine
4.	 Ringraziamenti
Introduzione
AIESEC Alumni Italia è l’associazione che riunisce gli ex membri in Italia di AIESEC, la più grande organizzazione studentesca
indipendente al mondo che da più di 60 anni offre opportunità di crescita culturale e professionale a migliaia di giovani in più
di 120 paesi nel mondo.
AIESEC Alumni Italia è un’organizzazione di riferimento nell’avvicinare ed orientare i giovani al mondo del lavoro, offrendo loro
attraverso il suo vasto network non solo opportunità lavorative, ma soprattutto occasioni di confronto, dibattito, apprendimento.
Il Progetto
AIESEC Alumni Italia ha dato vita al progetto “I giovani e le loro sfide professionali”. L’iniziativa, iniziata a fine 2012, è nata con
lo scopo di dare voce ai giovani professionisti che, superata la fase critica della ricerca di un impiego, affrontano oggi una serie
di sfide che non sono state ancora ben analizzate e a cui non sempre si da una risposta.
AIESEC Alumni Italia ha deciso di organizzare delle attività con lo scopo sia di analizzare l’opinione dei giovani sul loro percorso
professionale, sia di dar loro un’opportunità di confronto con chi ha maturato una profonda esperienza e quindi ha vissuto molte
delle dinamiche tipiche della realtà lavorativa. Le due principali attività sviluppate attraverso questo progetto sono l’Indagine
sui giovani e le loro sfide professionali e i Colloquium Privatissime.
Indagine
Attraverso un questionario on-line, è stata raccolta l’opinione di un campione di giovani italiani da poco entrati nel mondo
del lavoro su una serie di argomenti legati alle loro aspettative iniziali, alla loro attuale esperienza lavorativa e ai loro obiettivi
futuri. Il questionario era rivolto esclusivamente a laureati con meno di 30 anni, impiegati in Italia e con alle spalle un’esperienza
lavorativanonsuperioreai5anni.Piùrecentemente,aquestaricercasuigiovaniprofessionistièstataaggiuntaancheun’indagine
sulle opinioni dei laureandi non ancora entrati nel mondo del lavoro. I risultati di questo sondaggio sono ancora in corso di
elaborazione e saranno pubblicati in un successivo documento.
Colloquium Privatissime
Occasioni di incontro tra un ristretto e selezionato gruppo di giovani professionisti e personaggi di alto profilo del mondo
aziendale e istituzionale per un dibattito aperto sul tema del mondo lavorativo.
Gli Speaker sono in genere CEO, azionisti o consiglieri di grandi società italiane o estere, così come esponenti di alto livello del
mondo istituzionale, accomunati da un percorso di carriera articolato e di successo. Durante l’incontro si sviluppa un dibattito
informale in cui i giovani partecipanti, prendendo spunto dal racconto dell’ospite, cercano risposta ai loro quesiti.
Obiettivi e Prossimi Passi
I risultati dell’Indagine e le conclusioni di ciascun Colloquium Privatissime sono stati raccolti nel presente Report con lo
scopo di proporre dei contenuti originali sul tema del rapporto tra i giovani e il mondo del lavoro e, pertanto, stimolare una
maggiore attenzione, soprattutto di chi è più sensibile a tale argomento (datori di lavoro, responsabili risorse umane, enti
di orientamento e formazione, ecc.). In tal senso questo lavoro vuole porsi come un punto di partenza per chiunque fosse
interessato all’approfondimento di questa tematica partendo dagli spunti di riflessione di seguito descritti.
1
Indagine
IL LUOGO DI LAVORO È SOLO UNO DEGLI AMBITI IN CUI
ESPRIMERE SE STESSI
Tutteletestimonianzeraccolteattraversolaricercaconducono
chiaramente a tale conclusione. L’aumento delle distanze che
dividono il luogo di lavoro dai propri affetti e la conseguente
elevata propensione alla mobilità, così come la sempre
maggiore incompatibilità tra gli stimoli offerti dal mondo
esterno e quelli soddisfatti nel proprio ambiente di lavoro,
inducono ad auspicare più tempo da dedicare alla propria vita
privata e alle proprie passioni con un generale allontanamento
dall’obiettivo della carriera professionale. Il numero degli
intervistati, infatti, che giudica gli affetti come una priorità tra
gli obiettivi personali di medio termine, equivale (e addirittura
supera) coloro che pongono al primo posto la carriera.
LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE È RICERCATA DALLA
MAGGIORANZA DEI GIOVANI
Chelapropensioneamuoversidallapropriacittàeinparticolare
fuori dall’Italia sia cresciuta notevolmente negli ultimi tempi,
è cosa ormai ben nota. D’altro canto, ciò che ha colpito di
quanto emerso dall’esperienza di questo Progetto è che oltre
l’80% dei giovani è pronto a trasferirsi all’estero per lavoro e
oltre il 50% anche in via definitiva. Tali risultati pongono una
chiara questione sull’attrattività del nostro Paese. Inoltre, la
propensione a trasferirsi all’estero è notevolmente più elevata
di quella a spostarsi semplicemente da una città all’altra in
Italia. Infine, sembrerebbe che il numero elevato di persone
disponibili a trasferirsi in un altro Paese sia giustificato da un
lato da una forte voglia di sviluppare la propria persona (non
solo il proprio curriculum) con un’esperienza culturalmente
rilevante, dall’altra da un sentimento di incompletezza che,
in assenza di tale esperienza, fa sentire in qualche modo in
difetto rispetto al mondo esterno.
L’INDIPENDENZA ECONOMICA È UN PRIVILEGIO PER
POCHI
Da questa indagine risulta che ben il 30% dei giovani in
possesso di un impiego a tempo indeterminato dichiara un
reddito insufficiente a coprire le spese. A dispetto di quanto
si possa immaginare, pertanto, sembrerebbe che il traguardo
della completa autonomia finanziaria sia lontano non solo
per quei giovani vittime della flessibilità contrattuale, ma
anche per i “fortunati” che posseggono un contratto di
lavoro permanente. Sicuramente ci sono una serie di aspetti
macroeconomici evidenti comuni a tutti gli Italiani che
motivanoquestofenomeno,madalpresentestudioemergono
anche nuovi fattori finora poco presi in considerazione, come
ad esempio le spese di “ricongiungimento” con i propri cari.
Fenomeno quest’ultimo fortemente connesso a quello della
mobilità descritto in precedenza.
LEPROSPETTIVEDISVILUPPOEILSISTEMADILEADERSHIP
NON SONO ALL’ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE
È sicuramente dibattuto da lungo tempo il tema della
difficoltà per le aziende di garantire ai propri dipendenti, in
particolare quelli maggiormente talentuosi, un percorso di
crescita definito e strutturato coerente con le loro aspettative.
Da questo studio emerge che per i giovani l’aspettativa di
un percorso chiaro ricopre un ruolo cruciale al momento
dell’ingresso nel mondo del lavoro e ancor di più rappresenta
un motivo fondamentale di stimolo nella propria attività
lavorativa. Nelle esperienze degli intervistati tale aspettativa
risulta quasi sempre tradita e ciò colpisce maggiormente
se si considera che il campione è composto per lo più da
persone che lavorano presso imprese di grandi dimensioni.
In tale contesto, l’assenza di una leadership nel management
adeguata e pronta a recepire tali necessità, rappresenta
uno dei principali motivi di delusione e di difficoltà di
riconoscimento nella cultura aziendale.
GAP TRA LA CULTURA DEI GIOVANI E QUELLA DELLE
IMPRESE
I giovani di oggi vivono in un mondo caratterizzato dalla
condivisione e dal rapporto alla pari, pertanto sono
particolarmente inclini alla cooperazione e al lavoro di
squadra. Questo aspetto emerge fortemente dall’analisi
in oggetto, in cui la maggior parte degli intervistati reputa
stimolanteunambienteincuivisiainprimoluogocondivisione
e collaborazione. Allo stesso tempo gran parte dei rispondenti
definisce il proprio ambiente di lavoro giovane e dinamico,
ponendo così un punto d’attenzione rispetto alla capacità dei
datori di lavoro di gestire, da un lato, la forte competizione
interna e, dall’altro, la crescente necessità di collaborazione.
LA MAGGIORANZA DEI GIOVANI CAMBIEREBBE LAVORO
Se non mancassero opportunità e se non si considerasse
che la propria esperienza è ancora limitata, la maggioranza
dei giovani cambierebbe l’attuale datore di lavoro, anche se
non è ancora chiaro per tutti il percorso da intraprendere. Si
tratterebbe, quindi, più di una spinta emotiva a uscire dalla
situazione attuale, visto che, come già evidenziato nei punti
precedenti, spesso il proprio capo non sa chiarire vision e
obiettivi, si soffre una scarsa autonomia decisionale e una
limitata possibilità di lavorare in team.
Principali Conclusioni
Il progetto “I giovani e le loro sfide professionali” ha dato l’opportunità a centinaia di giovani professionisti di esprimere la
propria opinione su una serie di aspetti che riguardano la loro attuale vita lavorativa e di confrontarla con le loro aspettative
iniziali e obiettivi futuri. Gli spunti emersi all’interno di questo Progetto hanno permesso di giungere ad alcune conclusioni
interessanti che potrebbero essere utili non solo per chi oggi è alle prese in prima persona con la fase iniziale del proprio
percorso di carriera, ma anche per tutti coloro che hanno il compito di rendere il contesto lavorativo allettante e compatibile
con le aspettative dei giovani di oggi.
Di seguito si elencano sinteticamente le principali evidenze emerse dall’Indagine e dai Colloquium Privatissime.
2
Colloquium Privatissime
Negli incontri con alcune figure di riferimento dell’attività
economica, i giovani professionisti intervenuti hanno posto
numerose domande e confrontato il loro atteggiamento verso
il lavoro con quello di persone che hanno ottenuto negli anni
notevoli successi. Tra i molti messaggi, ne abbiamo selezionati
alcuni tra i più ricorrenti che gli intervistati hanno voluto dare
ai giovani.
FARE, NON LAMENTARSI
Qualunque sia la propria ambizione, dal diventare un top
manager ad avviare una propria attività imprenditoriale,
l’unico elemento che risulta davvero comune a tutti gli
uomini e le donne che hanno portato la loro testimonianza di
successo, è una spiccata determinazione.
Questa può declinarsi in svariati modi: c’è chi non si arrende
di fronte all’ennesimo finanziamento negato per la propria
attività imprenditoriale, chi cerca di imparare sempre
qualcosa di nuovo anche se non svolge il lavoro che ha
sempre desiderato, chi si impegna quotidianamente senza
mai guardare allo stipendio del proprio collega, oppure chi
riesce ad abbattere gli stereotipi culturali grazie alla propria
professionalità.
LA PROPRIA FORTUNA VA COSTRUITA
Gli episodi fortunati di per sé non rappresentano sempre
una sicura opportunità di carriera. Solo se si è estremamente
preparati e si è costruita una reputazione positiva basata su
elementi concreti, la fortuna diventa un elemento propulsore
nel proprio percorso professionale.
Oltre che dalle conoscenze e dalle capacità, la fortuna va
supportata anche dal coraggio di chiedere. Non bisogna
avere timore nel proporsi e nel chiarire le proprie aspettative,
in quanto ciò aiuta a comprendere meglio il ruolo svolto
nel proprio contesto lavorativo e se il percorso intrapreso
è quello più giusto. Mentre chiedere favori per sé o esibire
le proprie esigenze (quali aumenti di stipendio) è spesso
sterile, la richiesta di sfide e occasioni per mettere a servizio
dell’azienda la propria professionalità è spesso apprezzata
e se non viene immediatamente esaudita, lascia comunque
negli interlocutori un seme positivo che si potrà sviluppare nel
tempo. Fondamentale, insieme alla performance è la capacità
di relazionarsi con i propri responsabili anche al di fuori
della più stretta cerchia di contatti in modo da identificare
opportunità.
RICERCARE UNA CONTINUA CRESCITA PERSONALE È
PREMIANTE
Nei momenti di cambiamento importanti del proprio percorso
di carriera è fondamentale ricercare le opzioni che in quel
momento offrono maggiori possibilità di apprendimento
e, di conseguenza, anche maggiori sfide, in un’ottica di
completamento e allargamento del proprio bagaglio di
conoscenze e competenze. Molto spesso si ricevono proposte
che apparentemente sembrano essere le migliori per la
propria carriera, in quanto permetterebbero di passare in
un’azienda più grande, più importante o sulla cresta dell’onda,
oppure perché conferirebbero ruoli altisonanti e con maggior
potere sulla carta. In realtà ciò che deve guidare nelle scelte è
la voglia di vivere esperienze sempre nuove e formative per se
stessi, quantomeno nella fase iniziale della carriera.
LA CARRIERA NON SI DECIDE A TAVOLINO
Il proprio percorso professionale, così come la vita, è fatto
di scelte e queste molto spesso vanno prese quando eventi
imprevedibili si presentano sul proprio cammino. Pertanto, è
impossibile, o comunque logorante a lungo andare, cercare a
tutti i costi di pianificare la propria carriera senza considerare
le innumerevoli variabili che inevitabilmente si presentano
lungo la strada. Tutti i personaggi intervenuti hanno descritto
dei percorsi di carriera non lineari, e molti hanno effettuato
scelte contro-intuitive che solo successivamente hanno
permesso loro di cogliere dei vantaggi. Numerosi anche i
racconti di situazioni personali complesse, affrontate con
resistenzaesenzavittimismo,chenellungoterminesonostate
premiate da chi ha saputo apprezzare tale atteggiamento.
FAI-DECIDI-AGGIUSTA
Lo spirito imprenditoriale è qualcosa di innato e che
comporta una naturale predisposizione al rischio, in quanto
bisogna saper agire anche con un po’ di incoscienza. È
inutile fare troppa analisi prima di intraprendere un’azione.
L’ideale è provare e mentre si fa, se ci sono degli errori,
correggere. Gli errori si fanno ma l’importante è andare
avanti e soprattutto non colpevolizzare i propri collaboratori.
La capacità di interpretare in termini positivi le difficoltà in
campo imprenditoriale si traduce nella capacità di formulare
approcci al mercato non scontati e poco condivisi ma pur
sempre coerenti con la strategia aziendale.
BISOGNA DISEGNARE LA PROPRIA CARRIERA SU SE
STESSI
È inutile fingersi qualcun altro solo perché un certo
atteggiamento sembra riscontrare maggior successo nel
proprio ambiente lavorativo. Ciò che conta davvero è essere
preparati più degli altri, ma anche allo stesso tempo avere
rispetto per se stessi e mantenere un’etica personale nelle
scelte di ogni giorno. Nelle varie storie ascoltate, questo
principio è stato espresso in forme molto diverse tra loro.
C’è chi invece di inseguire i titoli e i riconoscimenti, persegue
un obiettivo di continuo miglioramento personale e quindi
sceglie di vivere esperienze sempre nuove, oppure chi decide
di realizzare le proprie ambizioni di carriera scegliendo di
restare fedele alla stessa azienda.
LEADERSHIP È ATTORNIARSI DI PERSONE MIGLIORI E
TRASMETTERE LORO LA PROPRIA PASSIONE
La leadership è riconosciuta se si ama il proprio lavoro e
se tale passione viene trasmessa in maniera evidente a chi
ci circonda. Un comportamento esemplare, se supportato
anche da un approccio attento alle emozioni, è una delle
chiavi fondamentali per ottenere una risposta positiva dai
propri collaboratori.
3
Approfondimenti Indagine
Metodologia
Il questionario è stato realizzato utilizzando lo strumento di sondaggi on-line di “Google Docs”. È composto da 40 domande
suddivise tra una prima parte di quesiti generali e una seconda parte di quesiti specifici.
La quasi totalità delle domande è a risposta chiusa (opzione unica o multipla) e solo in pochi casi si è ricorso alle domande a
risposta aperta. L’indagine è stata promossa attraverso i social network e i contatti diretti sfruttando il passaparola della rete
Alumni di AIESEC Italia.
Criteri di partecipazione
• Età massima 30 anni
• Laurea
• Esperienza professionale massima 5 anni
• Impiego in Italia (qualsiasi tipologia contrattuale)
• Italiani o stranieri che hanno svolto il percorso di laurea in Italia.
Aree di Indagine
Aspettative
Formazione
Remunerazione
Ambiente
Mobilità
Leadership
Motivazione
Futuro
4
Informazioni sul campione intervistato
Hanno partecipato all’indagine circa 200persone.
area geografica
tipo di contratto
Nord
Origine 50%
Università 55%
Lavoro 75%
Sud
Origine 30%
Università 25%
Lavoro 7%
*5% del campione
è nato all’estero
Centro
Origine 15%
Università 20%
Lavoro 18%
genere ed età
5
Grande 55%
Media 11%
Piccola 12%
Micro 22%
area d’impiego
dimensione
datore di lavoro
settore di attività
6
Risultati
Aspettative
75% 	ritiene molto importante trovare un lavoro coerente con i propri studi o con le proprie passioni dopo la
laurea
74%	dichiara che l’attuale lavoro è coerente con i propri studi/passioni
26%	dichiara che l’attuale lavoro non è coerente con i propri studi/passioni. Ritiene che le cause principali siano:
	 • mancanza di sbocchi professionali relativi a propri studi/passioni
	 • richiesta da parte del mercato di maggiore esperienza e competenze rispetto a quelle possedute
64%	 ritiene che le aspettative sul proprio lavoro siano state confermate
Le principali aspettative tradite sono:
41%	 remunerazione adeguata
39%	 percorso di crescita strutturato e definito
32%	 formazione specifica e continuata nel tempo
31%	 possibilità di un equilibrio tra lavoro e vita privata
Solo il 5% ritiene che nessuna aspettativa sia stata tradita
7
Mobilità
87%	 di fronte a una proposta di trasferimento preferirebbe andare all’estero piuttosto che rimanere in Italia
44% 	 in Europa
43% 	 resto del mondo
	 Principali motivazioni:
	 • Voler vivere un’esperienza personale oltre che professionale
	 • Crescita professionale
	 • Mancanza di fiducia nel proprio paese/sistema economico-sociale
53%	 accetterebbe una proposta di trasferimento definitiva all’estero
	 Principali motivazioni:
	 • Distanza dai propri affetti
	 • Il proprio futuro è visto in Italia
	 • Paura di non riuscire a tornare in Italia
48%	 il maggior ostacolo al trasferimento è dovuto agli affetti (famiglia o partner)
46%	 non vuole stabilirsi nella sua attuale città
34%	 desidererebbe riavvicinarsi alla città di origine anche se quasi il 70% lo vede come un obiettivo da
raggiungere solo entro i prossimi 10 anni.
93%dei nati
al Nord è rimasto
al Nord
52%dei nati
al Sud si è
spostato al Nord
48%dei nati
al Centro si è
spostato al Nord
52%dei nati
al Centro è
rimasto al Centro
20%dei nati
al Sud è rimasto
al Sud
28%dei nati
al Sud si è
spostato al Centro
8
Risultati
Remunerazione
52%	 non è soddisfatto della propria remunerazione
42%	 ritiene che il proprio stipendio non gli consenta di essere autonomo finanziariamente
60%	 dichiara di poter raggiungere l’autonomia solo se il proprio stipendio aumentasse tra il 25%
	 e il 50% rispetto a quello attuale
32%	 necessiterebbe di un aumento tra il 75% e il 100%
Escludendo dalla valutazione i rispondenti con contratto di stage e a progetto
29%	 di persone con contratto a tempo indeterminato
42% 	di persone con contratto a tempo determinato
42%	degli apprendisti
desidererebbero uno stipendio più alto per considerarsi completamente autonomi
Le voci di costo che incidono maggiormente (alloggio e vitto esclusi)
32%	il trasporto
24% 	i viaggi di ricongiunzione
9
Motivazione
67%	 si considera soddisfatto dell’attuale lavoro
	 Insieme alla maggiore sicurezza contrattuale (18%) l’altro avvenimento ritenuto più opportuno per la propria
carriera risulta essere l’avanzamento anche a costo di cambiare funzione e/o tipo di lavoro.
	 Le caratteristiche che secondo gli intervistati possono rendere più stimolante l’attività lavorativa sono:
52%	 lavorare in team
50%	 avere obiettivi chiari e definiti
47%	 avere autonomia decisionale
40%	 poter osservare l’impatto del proprio lavoro
39%	 svolgere attività con ampiezza internazionale
Tra coloro che hanno scelto le precedenti caratteristiche, quelle che risultano meno presenti
nel proprio lavoro sono:
70%	 obiettivi chiari e definiti
54%	 autonomia decisionale
10
Risultati
Formazione
80%	ritiene che la formazione sia molto importante per svolgere al meglio il proprio lavoro
23%	 non ha ricevuto alcuna formazione negli ultimi 6 mesi
Argomenti su cui i datori di lavoro hanno maggiormente investito in termini di formazione
• formazione tecnica
• sicurezza sul lavoro
• soft skills
Argomenti più richiesti dagli intervistati per il proprio sviluppo professionale
• lingue straniere
• negoziazione e vendita
• formazione tecnica
• soft skills
11
Leadership
Ambiente
66%	 il capo ha influito sul proprio sviluppo professionale
Le caratteristiche di un buon capo
48%	 essere disponibile
47%	saper chiarire vision e obiettivi
41%	 saper supportare lo sviluppo dei collaboratori
38%	 saper gestire il team
Tra coloro che hanno scelto le precedenti caratteristiche, quelle che ritrovano in misura minore nel proprio capo sono:
70%	 saper chiarire vision e obiettivi
64%	saper supportare lo sviluppo dei collaboratori
54%	 saper gestire il team
14%	 ritiene che il proprio capo non possegga nessuna delle caratteristiche elencate
12
Risultati
Ambiente
Gli aggettivi che meglio descrivono l’ambiente di lavoro attualmente vissuto
50%	dinamico
47%	 giovane
30%	informale
30%	stimolante
L’ambiente è considerato stimolante soprattutto se:
52%	 c’è più condivisione delle attività
36% c’è più collaborazione tra i colleghi
36%	 sono presenti più stranieri
30%	 le infrastrutture sono più adeguate
48%	 ritiene che la meritocrazia non sia rispettata
Principali motivazioni:
• 	 metodi di valutazione non obiettivi (basati su rapporti interpersonali, clientelarismo, anzianità anziché competenza
	 e produttività, fattori non misurabili)
• 	 incapacità gestionale del capo (non delega, si prende i meriti, non sa fare le veci dei suoi collaboratori)
• 	 percorsi di sviluppo non chiari
• 	 sistema di riconoscimento non adeguato alle responsabilità
• 	 opportunità di crescita scarse
• 	 incoerenza tra titoli/competenze posseduti e ruoli ricoperti
13
Futuro
Obiettivo da raggiungere nei prossimi 5 anni
29%	 predilige la sfera affettiva/familiare (sposarsi/andare a convivere, fare un figlio)
27%	 desidera raggiungere una posizione manageriale
7%	 avviare una propria attività imprenditoriale
38%	 auspica un percorso in cui possa cambiare datore di lavoro a ogni occasione di miglioramento
32%	spera in un percorso inter-funzionale, ma con lo stesso datore di lavoro
Al momento dell’indagine il 60%degli intervistati avrebbe cambiato il proprio datore di lavoro
37% 	 non si esprime o non è in grado di identificare un datore di lavoro per cui desidererebbe lavorare
3% 	 rimarrebbe con l’attuale datore di lavoro
Il principale ostacolo al cambiamento
31% 	 mancanza di offerte di lavoro
18% 	 richiesta di un livello di esperienza troppo elevato
Raggruppando le risposte per settore di attività le principali preferenze sono:
14% 	 largo consumo
11% 	 informatica
11% 	 consulenza
10% 	 banca e finanza
Ringraziamenti
Massimo Michaud, Davide Moleti e Sibilla Rocco, in qualità di membri dell’associazione AIESEC Alumni Italia
e di responsabili del progetto “I giovani e le loro sfide professionali”, sentitamente ringraziano tutte le persone
che hanno contribuito alla sua realizzazione.
In particolare:
I relatori dei Colloquium Privatissime che hanno accettato di ospitare gli incontri nello spirito di condividere
la propria esperienza e confrontarsi con le sfide delle nuove generazioni.
I giovani professionisti che hanno partecipato ai Colloquium Privatissime e tutti coloro che hanno risposto al
sondaggio on-line.
AIESEC Italia, nelle figure dei membri del Comitato Nazionale e dei Comitati Locali, per aver supportato il Progetto
divulgandolo all’interno delle proprie sedi nelle principali università italiane.

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Report: i giovani e le loro sfide professionali

  • 1. I giovani e le loro sfide professionali Un progetto di AIESEC Alumni Italia
  • 2. Indice 1. Introduzione 2. Principali Conclusioni 3. Approfondimenti Indagine 4. Ringraziamenti Introduzione AIESEC Alumni Italia è l’associazione che riunisce gli ex membri in Italia di AIESEC, la più grande organizzazione studentesca indipendente al mondo che da più di 60 anni offre opportunità di crescita culturale e professionale a migliaia di giovani in più di 120 paesi nel mondo. AIESEC Alumni Italia è un’organizzazione di riferimento nell’avvicinare ed orientare i giovani al mondo del lavoro, offrendo loro attraverso il suo vasto network non solo opportunità lavorative, ma soprattutto occasioni di confronto, dibattito, apprendimento. Il Progetto AIESEC Alumni Italia ha dato vita al progetto “I giovani e le loro sfide professionali”. L’iniziativa, iniziata a fine 2012, è nata con lo scopo di dare voce ai giovani professionisti che, superata la fase critica della ricerca di un impiego, affrontano oggi una serie di sfide che non sono state ancora ben analizzate e a cui non sempre si da una risposta. AIESEC Alumni Italia ha deciso di organizzare delle attività con lo scopo sia di analizzare l’opinione dei giovani sul loro percorso professionale, sia di dar loro un’opportunità di confronto con chi ha maturato una profonda esperienza e quindi ha vissuto molte delle dinamiche tipiche della realtà lavorativa. Le due principali attività sviluppate attraverso questo progetto sono l’Indagine sui giovani e le loro sfide professionali e i Colloquium Privatissime. Indagine Attraverso un questionario on-line, è stata raccolta l’opinione di un campione di giovani italiani da poco entrati nel mondo del lavoro su una serie di argomenti legati alle loro aspettative iniziali, alla loro attuale esperienza lavorativa e ai loro obiettivi futuri. Il questionario era rivolto esclusivamente a laureati con meno di 30 anni, impiegati in Italia e con alle spalle un’esperienza lavorativanonsuperioreai5anni.Piùrecentemente,aquestaricercasuigiovaniprofessionistièstataaggiuntaancheun’indagine sulle opinioni dei laureandi non ancora entrati nel mondo del lavoro. I risultati di questo sondaggio sono ancora in corso di elaborazione e saranno pubblicati in un successivo documento. Colloquium Privatissime Occasioni di incontro tra un ristretto e selezionato gruppo di giovani professionisti e personaggi di alto profilo del mondo aziendale e istituzionale per un dibattito aperto sul tema del mondo lavorativo. Gli Speaker sono in genere CEO, azionisti o consiglieri di grandi società italiane o estere, così come esponenti di alto livello del mondo istituzionale, accomunati da un percorso di carriera articolato e di successo. Durante l’incontro si sviluppa un dibattito informale in cui i giovani partecipanti, prendendo spunto dal racconto dell’ospite, cercano risposta ai loro quesiti. Obiettivi e Prossimi Passi I risultati dell’Indagine e le conclusioni di ciascun Colloquium Privatissime sono stati raccolti nel presente Report con lo scopo di proporre dei contenuti originali sul tema del rapporto tra i giovani e il mondo del lavoro e, pertanto, stimolare una maggiore attenzione, soprattutto di chi è più sensibile a tale argomento (datori di lavoro, responsabili risorse umane, enti di orientamento e formazione, ecc.). In tal senso questo lavoro vuole porsi come un punto di partenza per chiunque fosse interessato all’approfondimento di questa tematica partendo dagli spunti di riflessione di seguito descritti.
  • 3. 1 Indagine IL LUOGO DI LAVORO È SOLO UNO DEGLI AMBITI IN CUI ESPRIMERE SE STESSI Tutteletestimonianzeraccolteattraversolaricercaconducono chiaramente a tale conclusione. L’aumento delle distanze che dividono il luogo di lavoro dai propri affetti e la conseguente elevata propensione alla mobilità, così come la sempre maggiore incompatibilità tra gli stimoli offerti dal mondo esterno e quelli soddisfatti nel proprio ambiente di lavoro, inducono ad auspicare più tempo da dedicare alla propria vita privata e alle proprie passioni con un generale allontanamento dall’obiettivo della carriera professionale. Il numero degli intervistati, infatti, che giudica gli affetti come una priorità tra gli obiettivi personali di medio termine, equivale (e addirittura supera) coloro che pongono al primo posto la carriera. LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE È RICERCATA DALLA MAGGIORANZA DEI GIOVANI Chelapropensioneamuoversidallapropriacittàeinparticolare fuori dall’Italia sia cresciuta notevolmente negli ultimi tempi, è cosa ormai ben nota. D’altro canto, ciò che ha colpito di quanto emerso dall’esperienza di questo Progetto è che oltre l’80% dei giovani è pronto a trasferirsi all’estero per lavoro e oltre il 50% anche in via definitiva. Tali risultati pongono una chiara questione sull’attrattività del nostro Paese. Inoltre, la propensione a trasferirsi all’estero è notevolmente più elevata di quella a spostarsi semplicemente da una città all’altra in Italia. Infine, sembrerebbe che il numero elevato di persone disponibili a trasferirsi in un altro Paese sia giustificato da un lato da una forte voglia di sviluppare la propria persona (non solo il proprio curriculum) con un’esperienza culturalmente rilevante, dall’altra da un sentimento di incompletezza che, in assenza di tale esperienza, fa sentire in qualche modo in difetto rispetto al mondo esterno. L’INDIPENDENZA ECONOMICA È UN PRIVILEGIO PER POCHI Da questa indagine risulta che ben il 30% dei giovani in possesso di un impiego a tempo indeterminato dichiara un reddito insufficiente a coprire le spese. A dispetto di quanto si possa immaginare, pertanto, sembrerebbe che il traguardo della completa autonomia finanziaria sia lontano non solo per quei giovani vittime della flessibilità contrattuale, ma anche per i “fortunati” che posseggono un contratto di lavoro permanente. Sicuramente ci sono una serie di aspetti macroeconomici evidenti comuni a tutti gli Italiani che motivanoquestofenomeno,madalpresentestudioemergono anche nuovi fattori finora poco presi in considerazione, come ad esempio le spese di “ricongiungimento” con i propri cari. Fenomeno quest’ultimo fortemente connesso a quello della mobilità descritto in precedenza. LEPROSPETTIVEDISVILUPPOEILSISTEMADILEADERSHIP NON SONO ALL’ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE È sicuramente dibattuto da lungo tempo il tema della difficoltà per le aziende di garantire ai propri dipendenti, in particolare quelli maggiormente talentuosi, un percorso di crescita definito e strutturato coerente con le loro aspettative. Da questo studio emerge che per i giovani l’aspettativa di un percorso chiaro ricopre un ruolo cruciale al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro e ancor di più rappresenta un motivo fondamentale di stimolo nella propria attività lavorativa. Nelle esperienze degli intervistati tale aspettativa risulta quasi sempre tradita e ciò colpisce maggiormente se si considera che il campione è composto per lo più da persone che lavorano presso imprese di grandi dimensioni. In tale contesto, l’assenza di una leadership nel management adeguata e pronta a recepire tali necessità, rappresenta uno dei principali motivi di delusione e di difficoltà di riconoscimento nella cultura aziendale. GAP TRA LA CULTURA DEI GIOVANI E QUELLA DELLE IMPRESE I giovani di oggi vivono in un mondo caratterizzato dalla condivisione e dal rapporto alla pari, pertanto sono particolarmente inclini alla cooperazione e al lavoro di squadra. Questo aspetto emerge fortemente dall’analisi in oggetto, in cui la maggior parte degli intervistati reputa stimolanteunambienteincuivisiainprimoluogocondivisione e collaborazione. Allo stesso tempo gran parte dei rispondenti definisce il proprio ambiente di lavoro giovane e dinamico, ponendo così un punto d’attenzione rispetto alla capacità dei datori di lavoro di gestire, da un lato, la forte competizione interna e, dall’altro, la crescente necessità di collaborazione. LA MAGGIORANZA DEI GIOVANI CAMBIEREBBE LAVORO Se non mancassero opportunità e se non si considerasse che la propria esperienza è ancora limitata, la maggioranza dei giovani cambierebbe l’attuale datore di lavoro, anche se non è ancora chiaro per tutti il percorso da intraprendere. Si tratterebbe, quindi, più di una spinta emotiva a uscire dalla situazione attuale, visto che, come già evidenziato nei punti precedenti, spesso il proprio capo non sa chiarire vision e obiettivi, si soffre una scarsa autonomia decisionale e una limitata possibilità di lavorare in team. Principali Conclusioni Il progetto “I giovani e le loro sfide professionali” ha dato l’opportunità a centinaia di giovani professionisti di esprimere la propria opinione su una serie di aspetti che riguardano la loro attuale vita lavorativa e di confrontarla con le loro aspettative iniziali e obiettivi futuri. Gli spunti emersi all’interno di questo Progetto hanno permesso di giungere ad alcune conclusioni interessanti che potrebbero essere utili non solo per chi oggi è alle prese in prima persona con la fase iniziale del proprio percorso di carriera, ma anche per tutti coloro che hanno il compito di rendere il contesto lavorativo allettante e compatibile con le aspettative dei giovani di oggi. Di seguito si elencano sinteticamente le principali evidenze emerse dall’Indagine e dai Colloquium Privatissime.
  • 4. 2 Colloquium Privatissime Negli incontri con alcune figure di riferimento dell’attività economica, i giovani professionisti intervenuti hanno posto numerose domande e confrontato il loro atteggiamento verso il lavoro con quello di persone che hanno ottenuto negli anni notevoli successi. Tra i molti messaggi, ne abbiamo selezionati alcuni tra i più ricorrenti che gli intervistati hanno voluto dare ai giovani. FARE, NON LAMENTARSI Qualunque sia la propria ambizione, dal diventare un top manager ad avviare una propria attività imprenditoriale, l’unico elemento che risulta davvero comune a tutti gli uomini e le donne che hanno portato la loro testimonianza di successo, è una spiccata determinazione. Questa può declinarsi in svariati modi: c’è chi non si arrende di fronte all’ennesimo finanziamento negato per la propria attività imprenditoriale, chi cerca di imparare sempre qualcosa di nuovo anche se non svolge il lavoro che ha sempre desiderato, chi si impegna quotidianamente senza mai guardare allo stipendio del proprio collega, oppure chi riesce ad abbattere gli stereotipi culturali grazie alla propria professionalità. LA PROPRIA FORTUNA VA COSTRUITA Gli episodi fortunati di per sé non rappresentano sempre una sicura opportunità di carriera. Solo se si è estremamente preparati e si è costruita una reputazione positiva basata su elementi concreti, la fortuna diventa un elemento propulsore nel proprio percorso professionale. Oltre che dalle conoscenze e dalle capacità, la fortuna va supportata anche dal coraggio di chiedere. Non bisogna avere timore nel proporsi e nel chiarire le proprie aspettative, in quanto ciò aiuta a comprendere meglio il ruolo svolto nel proprio contesto lavorativo e se il percorso intrapreso è quello più giusto. Mentre chiedere favori per sé o esibire le proprie esigenze (quali aumenti di stipendio) è spesso sterile, la richiesta di sfide e occasioni per mettere a servizio dell’azienda la propria professionalità è spesso apprezzata e se non viene immediatamente esaudita, lascia comunque negli interlocutori un seme positivo che si potrà sviluppare nel tempo. Fondamentale, insieme alla performance è la capacità di relazionarsi con i propri responsabili anche al di fuori della più stretta cerchia di contatti in modo da identificare opportunità. RICERCARE UNA CONTINUA CRESCITA PERSONALE È PREMIANTE Nei momenti di cambiamento importanti del proprio percorso di carriera è fondamentale ricercare le opzioni che in quel momento offrono maggiori possibilità di apprendimento e, di conseguenza, anche maggiori sfide, in un’ottica di completamento e allargamento del proprio bagaglio di conoscenze e competenze. Molto spesso si ricevono proposte che apparentemente sembrano essere le migliori per la propria carriera, in quanto permetterebbero di passare in un’azienda più grande, più importante o sulla cresta dell’onda, oppure perché conferirebbero ruoli altisonanti e con maggior potere sulla carta. In realtà ciò che deve guidare nelle scelte è la voglia di vivere esperienze sempre nuove e formative per se stessi, quantomeno nella fase iniziale della carriera. LA CARRIERA NON SI DECIDE A TAVOLINO Il proprio percorso professionale, così come la vita, è fatto di scelte e queste molto spesso vanno prese quando eventi imprevedibili si presentano sul proprio cammino. Pertanto, è impossibile, o comunque logorante a lungo andare, cercare a tutti i costi di pianificare la propria carriera senza considerare le innumerevoli variabili che inevitabilmente si presentano lungo la strada. Tutti i personaggi intervenuti hanno descritto dei percorsi di carriera non lineari, e molti hanno effettuato scelte contro-intuitive che solo successivamente hanno permesso loro di cogliere dei vantaggi. Numerosi anche i racconti di situazioni personali complesse, affrontate con resistenzaesenzavittimismo,chenellungoterminesonostate premiate da chi ha saputo apprezzare tale atteggiamento. FAI-DECIDI-AGGIUSTA Lo spirito imprenditoriale è qualcosa di innato e che comporta una naturale predisposizione al rischio, in quanto bisogna saper agire anche con un po’ di incoscienza. È inutile fare troppa analisi prima di intraprendere un’azione. L’ideale è provare e mentre si fa, se ci sono degli errori, correggere. Gli errori si fanno ma l’importante è andare avanti e soprattutto non colpevolizzare i propri collaboratori. La capacità di interpretare in termini positivi le difficoltà in campo imprenditoriale si traduce nella capacità di formulare approcci al mercato non scontati e poco condivisi ma pur sempre coerenti con la strategia aziendale. BISOGNA DISEGNARE LA PROPRIA CARRIERA SU SE STESSI È inutile fingersi qualcun altro solo perché un certo atteggiamento sembra riscontrare maggior successo nel proprio ambiente lavorativo. Ciò che conta davvero è essere preparati più degli altri, ma anche allo stesso tempo avere rispetto per se stessi e mantenere un’etica personale nelle scelte di ogni giorno. Nelle varie storie ascoltate, questo principio è stato espresso in forme molto diverse tra loro. C’è chi invece di inseguire i titoli e i riconoscimenti, persegue un obiettivo di continuo miglioramento personale e quindi sceglie di vivere esperienze sempre nuove, oppure chi decide di realizzare le proprie ambizioni di carriera scegliendo di restare fedele alla stessa azienda. LEADERSHIP È ATTORNIARSI DI PERSONE MIGLIORI E TRASMETTERE LORO LA PROPRIA PASSIONE La leadership è riconosciuta se si ama il proprio lavoro e se tale passione viene trasmessa in maniera evidente a chi ci circonda. Un comportamento esemplare, se supportato anche da un approccio attento alle emozioni, è una delle chiavi fondamentali per ottenere una risposta positiva dai propri collaboratori.
  • 5. 3 Approfondimenti Indagine Metodologia Il questionario è stato realizzato utilizzando lo strumento di sondaggi on-line di “Google Docs”. È composto da 40 domande suddivise tra una prima parte di quesiti generali e una seconda parte di quesiti specifici. La quasi totalità delle domande è a risposta chiusa (opzione unica o multipla) e solo in pochi casi si è ricorso alle domande a risposta aperta. L’indagine è stata promossa attraverso i social network e i contatti diretti sfruttando il passaparola della rete Alumni di AIESEC Italia. Criteri di partecipazione • Età massima 30 anni • Laurea • Esperienza professionale massima 5 anni • Impiego in Italia (qualsiasi tipologia contrattuale) • Italiani o stranieri che hanno svolto il percorso di laurea in Italia. Aree di Indagine Aspettative Formazione Remunerazione Ambiente Mobilità Leadership Motivazione Futuro
  • 6. 4 Informazioni sul campione intervistato Hanno partecipato all’indagine circa 200persone. area geografica tipo di contratto Nord Origine 50% Università 55% Lavoro 75% Sud Origine 30% Università 25% Lavoro 7% *5% del campione è nato all’estero Centro Origine 15% Università 20% Lavoro 18% genere ed età
  • 7. 5 Grande 55% Media 11% Piccola 12% Micro 22% area d’impiego dimensione datore di lavoro settore di attività
  • 8. 6 Risultati Aspettative 75% ritiene molto importante trovare un lavoro coerente con i propri studi o con le proprie passioni dopo la laurea 74% dichiara che l’attuale lavoro è coerente con i propri studi/passioni 26% dichiara che l’attuale lavoro non è coerente con i propri studi/passioni. Ritiene che le cause principali siano: • mancanza di sbocchi professionali relativi a propri studi/passioni • richiesta da parte del mercato di maggiore esperienza e competenze rispetto a quelle possedute 64% ritiene che le aspettative sul proprio lavoro siano state confermate Le principali aspettative tradite sono: 41% remunerazione adeguata 39% percorso di crescita strutturato e definito 32% formazione specifica e continuata nel tempo 31% possibilità di un equilibrio tra lavoro e vita privata Solo il 5% ritiene che nessuna aspettativa sia stata tradita
  • 9. 7 Mobilità 87% di fronte a una proposta di trasferimento preferirebbe andare all’estero piuttosto che rimanere in Italia 44% in Europa 43% resto del mondo Principali motivazioni: • Voler vivere un’esperienza personale oltre che professionale • Crescita professionale • Mancanza di fiducia nel proprio paese/sistema economico-sociale 53% accetterebbe una proposta di trasferimento definitiva all’estero Principali motivazioni: • Distanza dai propri affetti • Il proprio futuro è visto in Italia • Paura di non riuscire a tornare in Italia 48% il maggior ostacolo al trasferimento è dovuto agli affetti (famiglia o partner) 46% non vuole stabilirsi nella sua attuale città 34% desidererebbe riavvicinarsi alla città di origine anche se quasi il 70% lo vede come un obiettivo da raggiungere solo entro i prossimi 10 anni. 93%dei nati al Nord è rimasto al Nord 52%dei nati al Sud si è spostato al Nord 48%dei nati al Centro si è spostato al Nord 52%dei nati al Centro è rimasto al Centro 20%dei nati al Sud è rimasto al Sud 28%dei nati al Sud si è spostato al Centro
  • 10. 8 Risultati Remunerazione 52% non è soddisfatto della propria remunerazione 42% ritiene che il proprio stipendio non gli consenta di essere autonomo finanziariamente 60% dichiara di poter raggiungere l’autonomia solo se il proprio stipendio aumentasse tra il 25% e il 50% rispetto a quello attuale 32% necessiterebbe di un aumento tra il 75% e il 100% Escludendo dalla valutazione i rispondenti con contratto di stage e a progetto 29% di persone con contratto a tempo indeterminato 42% di persone con contratto a tempo determinato 42% degli apprendisti desidererebbero uno stipendio più alto per considerarsi completamente autonomi Le voci di costo che incidono maggiormente (alloggio e vitto esclusi) 32% il trasporto 24% i viaggi di ricongiunzione
  • 11. 9 Motivazione 67% si considera soddisfatto dell’attuale lavoro Insieme alla maggiore sicurezza contrattuale (18%) l’altro avvenimento ritenuto più opportuno per la propria carriera risulta essere l’avanzamento anche a costo di cambiare funzione e/o tipo di lavoro. Le caratteristiche che secondo gli intervistati possono rendere più stimolante l’attività lavorativa sono: 52% lavorare in team 50% avere obiettivi chiari e definiti 47% avere autonomia decisionale 40% poter osservare l’impatto del proprio lavoro 39% svolgere attività con ampiezza internazionale Tra coloro che hanno scelto le precedenti caratteristiche, quelle che risultano meno presenti nel proprio lavoro sono: 70% obiettivi chiari e definiti 54% autonomia decisionale
  • 12. 10 Risultati Formazione 80% ritiene che la formazione sia molto importante per svolgere al meglio il proprio lavoro 23% non ha ricevuto alcuna formazione negli ultimi 6 mesi Argomenti su cui i datori di lavoro hanno maggiormente investito in termini di formazione • formazione tecnica • sicurezza sul lavoro • soft skills Argomenti più richiesti dagli intervistati per il proprio sviluppo professionale • lingue straniere • negoziazione e vendita • formazione tecnica • soft skills
  • 13. 11 Leadership Ambiente 66% il capo ha influito sul proprio sviluppo professionale Le caratteristiche di un buon capo 48% essere disponibile 47% saper chiarire vision e obiettivi 41% saper supportare lo sviluppo dei collaboratori 38% saper gestire il team Tra coloro che hanno scelto le precedenti caratteristiche, quelle che ritrovano in misura minore nel proprio capo sono: 70% saper chiarire vision e obiettivi 64% saper supportare lo sviluppo dei collaboratori 54% saper gestire il team 14% ritiene che il proprio capo non possegga nessuna delle caratteristiche elencate
  • 14. 12 Risultati Ambiente Gli aggettivi che meglio descrivono l’ambiente di lavoro attualmente vissuto 50% dinamico 47% giovane 30% informale 30% stimolante L’ambiente è considerato stimolante soprattutto se: 52% c’è più condivisione delle attività 36% c’è più collaborazione tra i colleghi 36% sono presenti più stranieri 30% le infrastrutture sono più adeguate 48% ritiene che la meritocrazia non sia rispettata Principali motivazioni: • metodi di valutazione non obiettivi (basati su rapporti interpersonali, clientelarismo, anzianità anziché competenza e produttività, fattori non misurabili) • incapacità gestionale del capo (non delega, si prende i meriti, non sa fare le veci dei suoi collaboratori) • percorsi di sviluppo non chiari • sistema di riconoscimento non adeguato alle responsabilità • opportunità di crescita scarse • incoerenza tra titoli/competenze posseduti e ruoli ricoperti
  • 15. 13 Futuro Obiettivo da raggiungere nei prossimi 5 anni 29% predilige la sfera affettiva/familiare (sposarsi/andare a convivere, fare un figlio) 27% desidera raggiungere una posizione manageriale 7% avviare una propria attività imprenditoriale 38% auspica un percorso in cui possa cambiare datore di lavoro a ogni occasione di miglioramento 32% spera in un percorso inter-funzionale, ma con lo stesso datore di lavoro Al momento dell’indagine il 60%degli intervistati avrebbe cambiato il proprio datore di lavoro 37% non si esprime o non è in grado di identificare un datore di lavoro per cui desidererebbe lavorare 3% rimarrebbe con l’attuale datore di lavoro Il principale ostacolo al cambiamento 31% mancanza di offerte di lavoro 18% richiesta di un livello di esperienza troppo elevato Raggruppando le risposte per settore di attività le principali preferenze sono: 14% largo consumo 11% informatica 11% consulenza 10% banca e finanza
  • 16. Ringraziamenti Massimo Michaud, Davide Moleti e Sibilla Rocco, in qualità di membri dell’associazione AIESEC Alumni Italia e di responsabili del progetto “I giovani e le loro sfide professionali”, sentitamente ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla sua realizzazione. In particolare: I relatori dei Colloquium Privatissime che hanno accettato di ospitare gli incontri nello spirito di condividere la propria esperienza e confrontarsi con le sfide delle nuove generazioni. I giovani professionisti che hanno partecipato ai Colloquium Privatissime e tutti coloro che hanno risposto al sondaggio on-line. AIESEC Italia, nelle figure dei membri del Comitato Nazionale e dei Comitati Locali, per aver supportato il Progetto divulgandolo all’interno delle proprie sedi nelle principali università italiane.