In questo lavoro, viene descritta la comunicazione: che cos'è, le tipologie, i modelli di riferimento, il rapporto tra la comunicazione e le scienze umane.
2. Che cos’è la comunicazione?
Per comunicazione è l’insieme del processo e
delle modalità di trasmissione di
un'informazione da una persona a un'altra,
attraverso lo scambio di un messaggio elaborato
secondo le regole di un determinato codice.
3. Etimologia di “comunicazione”
La parola ‘comunicazione’ deriva dal latino
‘cum = con’, ‘munire = legare, costruire’ e dal
verbo ‘communico = mettere in comune, far
partecipe’.
4. La comunicazione implica la trasmissione di un
messaggio da una persona ad una o più persone.
La comunicazione interpersonale è suddivisa in:
• Comunicazione verbale, che avviene attraverso
l'uso del linguaggio, sia scritto che orale;
• Comunicazione non verbale, avviene attraverso
canali diversificati, quali mimiche facciali,
sguardi, gesti, posture corporee;
• Comunicazione para verbale, che riguarda: il
tono, il volume e il ritmo della voce di chi parla,
le pause ed altre espressioni sonore (lo schiarirsi
la voce).
5. I modelli di riferimento
Vari sono i modelli di comunicazione. I
principali sono stati teorizzati da:
• Shannon-Weaver;
• Paul Grice;
• Paul Watzlawick;
• Friedemann Schulz von Thun.
I primi due analizzano il processo della
comunicazione, mentre gli ultimi due la
comunicazione interpersonale.
6. Modello di Shannon-Weaver
Questo modello è composto da diverse variabili:
• il sistema (persona) che trasmette;
• un canale di comunicazione, necessario per trasferire
l'informazione;
• un contesto di riferimento in cui il processo si sviluppa;
• il contenuto della comunicazione è contenuto nel
messaggio;
• il destinatario del messaggio comunicato (ricevente);
• l'informazione;
• un codice formale, mediante il quale viene data una
forma linguistica all'informazione.
7. Questi elementi sono necessari per costruire un modello della
comunicazione che preveda due atti comunicativi da parte
dell'emittente e del ricevente:
• la codifica;
• la decodifica.
La caratteristica fondamentale della maggior parte dei processi
di comunicazione è che la presenza del ricevente non implica
necessariamente l'assunzione completa dell'informazione: ciò
dipende sia dall'efficacia del canale sia, soprattutto, dal risultato
dell'interpretazione (significazione inversa) del messaggio da
parte del ricevente. Tale risultato è influenzato dal livello di
condivisione del codice, quando questo non è univoco, come
spesso accade nei linguaggi estremamente complessi e, quindi,
in ultima analisi, dai fattori che influenzano l'emittente ed il
ricevente. In tal senso il "contesto“ influenza molto la
comunicazione.
9. Modello di Paul Grice
Il modello di P. Grice distingue i seguenti soggetti ed
elementi correlativi:
• Emittente: è la persona che avvia la comunicazione;
• Ricevente: accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta
e lo comprende;
• Codice: parola parlata o scritta, immagine, tono impiegato;
• Canale: il mezzo di propagazione fisica del codice;
• Contesto: è l’ambiente, all'interno del quale avviene l'atto
comunicativo;
• Referente: l'oggetto della comunicazione, a cui si riferisce il
messaggio;
• Messaggio: è ciò che si comunica e il modo in cui lo si fa.
12. Paul Watzlawick
In un monologo, chi parla ottiene dalla controparte un
feedback continuo, anche se il messaggio non è verbale Un
esempio è la frase: “Parla quanto vuoi, io non ti ascolto".
Questo fenomeno è stato riassunto con l'assioma di Paul
Watzlawick, secondo il quale, in una situazione in presenza di
persone, “Non si può non comunicare": perfino in una
situazione anonima, come in un vagone della metropolitana,
noi emettiamo per i nostri vicini continuamente segnali non
verbali (che significano pressappoco “Anche se sono a pochi
centimetri da te, non ti minaccio e non intendo immischiarmi
nella tua sfera intima"), e i nostri compagni di viaggio
accolgono il messaggio, lo confermano e lo rinforzano (“Bene;
lo stesso vale per me nei tuoi confronti").
13. Friedemann Schulz von Thun
Nel 1981, lo psicologo Friedemann Schulz von Thun ha proposto un
modello di comunicazione interpersonale che distingue quattro
dimensioni diverse, nel cosiddetto "quadrato della comunicazione":
• Contenuto: di che cosa si tratta? (lato blu del quadrato, in alto).
• Relazione: come definisce il rapporto con te, che cosa ti fa capire di
pensare di te, colui che parla? (lato giallo, in basso).
• Rivelazione di sé: ogni volta che qualcuno si esprime rivela,
consapevolmente o meno, qualcosa di sé (lato verde, a sinistra).
• Appello: che effetti vuole ottenere chi parla? Ciò che il parlante
chiede, esplicitamente o implicitamente, alla controparte di fare,
dire, pensare, sentire. (lato rosso, a destra).
16. «Parole O_Stili è un progetto di sensibilizzazione contro l’ostilità delle parole in Rete e nei
media che nasce con l’obiettivo di ridurre, arginare e combattere le pratiche e i linguaggi
negativi. Le parole sono importanti, hanno un potere enorme. Troppo spesso sono utilizzate
in modo improprio, offensivo, sleale, impreciso, maleducato, diseducativo… in una parola
duro, senza cuore. E spesso inconsapevole delle conseguenze che può generare.»1
1 Cfr. http://www.paroleostili.com/
17. La Comunicazione e
le scienze umane
I fenomeni comunicativi, e in particolare quelli
mediatici, sono da sempre oggetto della
sociologia. I principali lavori, in ambito
sociologico, sulla comunicazione sono di:
• M. DeFleur e S. Ball-Rokeach (1985);
• J. B. Thompson;
• E. Goffman;
18. Le Scuole di pensiero
Si possono distinguere cinque grandi scuole di
pensiero che applicano ai processi comunicativi la
stessa visione complessiva e generale che hanno
della realtà:
1. Lo Struttural-funzionalismo (oggettivista):
talvolta distinto in strutturalismo, con
riferimento alla linguistica di F. de Saussure, e in
funzionalismo, con riferimento alla sociologia di
H. Spencer, É. Durkheim e T. Parsons
2. Le Teorie critiche (oggettiviste): includono la
teoria del conflitto di K. Marx.
19. 3. Le Teorie cognitivo-comportamentali (soggettiviste):
vi è una distinzione in cognitivismo e
comportamentismo. Queste teorie hanno carattere
psicologico e il loro interesse centrale non risiede
nelle strutture sociali e culturali ma nell'individuo.
Questo carattere fa assumere loro importanza
centrale per la psicologia sociale.
4. Le Teorie interazionali, convenzionali e interpretative
(soggettiviste). Queste teorie sostengono che la vita
sociale è un processo di interazione dal quale
risultano le strutture e le funzioni. La comunicazione è
la principale forma di interazione e quindi la forza
preminente, che fa da collante per la società stessa.
Esse studiano la costruzione dei significati, come
convenzione elaborata attraverso la comunicazione.
20. Un contributo allo studio della comunicazione di massa proviene
dalla psicologia cognitiva e dalla psicologia sociale.
La psicologia si occupa principalmente di due elementi:
• nell'ambito delle comunicazioni di massa, l'impatto che i mezzi di
comunicazione hanno sulla psiche dei singoli individui o sulla
cosiddetta psiche collettiva;
• nell'ambito della comunicazione d'impresa, e più specificamente
per il marketing strategico e la pubblicità, il comportamento
d'acquisto e le tecniche di persuasione del cliente.
I due elementi sono studiati soprattutto mediante approcci
psicosociali, mentre dei comportamenti dei singoli individui in
relazione ai loro effetti si occupano soprattutto i cognitivisti.
21. Per confrontarsi su questo tema, potete vedere
questi video:
• “https://youtu.be/QATKI1I-79Y”: Manifesto della
comunicazione non ostile;
• “https://www.youtube.com/watch?v=t-
asXorVstM”: tratto da “Inside out”, è un esempio
di comunicazione empatica;
• “https://www.youtube.com/watch?v=2qHi4H5flH
4”: tratto da uno spettacolo con C. Bisio, il quale
parla di P. Watzlawick.