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MODELLI DI WELFARE AZIENDALE A BOLOGNA
Tavolo Tematico “FARE WEL FARE”
Matteo Orlandini, Ricercatore Fondazione Alma Mater
Supervisione tecnico-scientifica e coordinamento: Francesco Bonvicini (Alfa
Wassermann), Simona Ferlini (Provincia di Bologna), Paola Lanzarini (COESIA-GD),
Giovanni Mazzanti (Unibo), Riccardo Prandini (Unibo), Roberto Rizza (Unibo).
Modelli di welfare aziendale a Bologna

Indice:
1.La ricerca: obiettivi e metodologia
1.I modelli di welfare aziendale: variabili e tipologie emergenti
2.Dalle imprese al territorio: potenzialità dei modelli di welfare
aziendale
3.Verso un laboratorio territoriale di welfare aziendale

2
Modelli di welfare aziendale a Bologna

1. La ricerca: obiettivi e metodologia

3
Modelli di welfare aziendale a Bologna

PRESENTAZIONE DELLA RICERCA
Obiettivo della ricerca annuale  cogliere le condizioni di possibilità per l’emergere e lo
strutturarsi di modelli di welfare territoriale, attraverso dispositivi di welfare aziendale, che
contribuiscano a creare qualità di vita e garanzie ai diritti di cittadinanza.
Domanda conoscitiva  Com’è possibile estendere a tutto il territorio, composto soprattutto
di piccole-medie imprese, il welfare aziendale che alcune realtà hanno già positivamente
attivato? Questo welfare del territorio, costruito con dispositivi di welfare aziendale, come può
coordinarsi con i servizi, pubblici e privati, già esistenti?
Come realizzare gli obiettivi  Seminari di mobilitazione cognitiva: la finalità è stimolare la
conoscenza di buone pratiche, la discussione critica delle stesse e la riflessione sul futuro della
conciliazione territoriale. Il fine è individuare modalità innovative che consentano di creare reti e
collaborazioni tra attori di un territorio.
La ricerca empirica: si compone di due parti. La prima analizza le buone pratiche di welfare
aziendale già presenti sul territorio di Bologna attraverso studi di caso; la seconda riguarda lo
studio delle modalità di erogazione di servizi di welfare e le nuove forme
di contrattazione che prevedono dispositivi di welfare.
 
4
Modelli di welfare aziendale a Bologna

METODOLOGIA DELLA RICERCA
 
Prima parte (maggio-ottobre 2013)  Analisi dei modelli di welfare aziendale sul territorio
bolognese. Studio e rilevazione delle esperienze paradigmatiche di welfare aziendale e
contrattuale attive a livello provinciale.
Criterio di selezione  la ricerca ha coinvolto 10 imprese dislocate sul territorio di Bologna e
provincia di diversi settori (manifatturiero, assicurativo, farmaceutico, bancario, assistenziale, dei
servizi e del commercio), con diverse caratteristiche strutturali (da 1 a 9000 dipendenti). Il
campione non è probabilistico, bensì formato tramite i suggerimenti di testimoni privilegiati.
Il campione non è rappresentativo della popolazione di aziende sul territorio perciò i risultati non
sono generalizzabili.
Metodologia di ricerca  qualitativa, studi di caso, intervista semi-strutturata.

5
Modelli di welfare aziendale a Bologna

2. I modelli di welfare aziendale: variabili e tipologie emergenti

6
Modelli di welfare aziendale a Bologna

VARIABILI PER ANALIZZARE IL WELFARE AZIENDALE

•

CULTURA ORGANIZZATIVA

“La cultura è il significato incorporato in simboli attraverso i quali gli esseri umani
comunicano e trasmettono sapere e abitudini” (Geertz, 1973).
“La cultura è lo schema di assunti fondamentali che un certo gruppo ha inventato, scoperto
o sviluppato mentre imparava ad affrontare i problemi legati al suo adattamento esterno
o alla sua integrazione interna, e che hanno funzionato in modo tale da essere
considerati validi e quindi degni di essere insegnati ai nuovi membri come il modo
corretto di percepire, pensare e sentire in relazione a tali problemi” (Schein, 1986).
Variabile 1  Teoria dichiarata: significato esplicito del welfare aziendale.
Variabile 2  Teoria in uso: assunti impliciti del welfare aziendale.

•

•

Che cos’è il welfare aziendale?
Secondo lei, l’azienda deve aiutare i suoi dipendenti ad affrontare
i problemi quotidiani che riguardano la sfera privata e familiare?
• Chi se ne dovrebbe occupare?
• Quali misure di welfare aziendale la sua azienda ha in atto?
7
Modelli di welfare aziendale a Bologna

•

DISEGNO DI POLICY

“Il disegno di policy è il processo di costruzione di un progetto organizzativo , fatto di
pratiche, tecniche, strumenti che consentono le soluzioni materiali ed immateriali
immaginate” (adattato da Maffei, 2010).
Variabile 3  Artefatti: dispositivi attivati dall’azienda per i dipendenti e loro ampiezza.
Variabile 4  Strumenti: combinazione di “utensili” appropriati per raggiungere gli scopi del
welfare aziendale.
Variabile 5  Processi: dimensione dinamica nella formazione delle decisioni.

•

•

Griglia con dispositivi di welfare aziendale divisi per aree.
• A quali pratiche, non ancora attive, sarebbe interessata la sua azienda?
Qual è la storia di ognuna di queste misure? Nascita, implementazione e sviluppo?
• Chi si occupa della gestione del welfare aziendale?

8
Modelli di welfare aziendale a Bologna

9
Modelli di welfare aziendale a Bologna

•

RELAZIONI CON GLI STAKEHOLDER INTERNI

“Ogni atto di progettazione è un processo costruttivo a carattere negoziale e
partecipato, situato all’interno di una comunità di pratiche ” (Maffei, 2010).
Variabile 6  Rapporti con gli stakeholder (azienda): relazioni dell’impresa nella gestione del
welfare aziendale con gli stakeholder interni.
Variabile 7  Rapporti con gli stakeholder (sindacato): posizione della rappresentanza dei
lavoratori sul welfare aziendale.
Quali rapporti intrattiene la sua azienda con i propri stakeholders?
Dipendenti? Sindacati?
• Quali sono stati i rapporti tra l’azienda e i suoi portatori
di interesse nella scelta, proposte, implementazione, valutazione
ed eventuale ri-formulazione delle misure di welfare aziendale in atto?

•

10
Modelli di welfare aziendale a Bologna
Modelli di welfare aziendale a Bologna

MODELLO INVESTIMENTO SOCIALE
Il welfare aziendale come spinta
ideale ed investimento sociale,
reputazionale ed economico.

Costruzione di strumenti “in house”,
con rapporti di networking, per
erogare servizi ai dipendenti e al
territorio.

Leadership aziendale forte.

Servizi (asili nido, centri educativi,
campus estivi, housing sociale);
Assicurazioni (cassa sanitaria,
previdenza complementare, copertura
per infortuni professionali);
Sanità (fisioterapia,
campagna di prevenzione medica
Wellness ed esercizio fisico).

12
Modelli di welfare aziendale a Bologna

MODELLO CONCERTATIVO
Costruzione di strumenti che
permettano uno scambio tra la
prestazione lavorativa e
l’organizzazione aziendale .

Il welfare aziendale come modalità
per organizzare in maniera
flessibile la forza lavoro.

Orari e strumenti flessibili
(telelavoro, flessibilità di orario, congedi
e permessi volontari retribuiti, orari
personalizzati, banca delle ore);
Sostegno al reddito (carrello della
spesa, tariffe agevolate, borse di
studio).

Partecipazione a tavoli concertativi
ad personam su welfare aziendale.

13
Modelli di welfare aziendale a Bologna

MODELLO PERFORMATIVO
Il welfare aziendale come riequilibrio delle condizioni di
partenza dei dipendenti per
garantire maggiore produttività.

Costruzione di strumenti in
convenzione, per garantire servizi
eccellenti a prezzi agevolati ai
lavoratori.

Accordo di gestione aziendale
(manageriale-condivisa) tra
sindacati e impresa.

Assicurazioni (cassa di assistenza
integrativa, polizze assicurative,
previdenza complementare);
Formazione (coach aziendale,
consulenza alla carriere, programmi di
riqualificazione professionale);
Servizi (convenzioni con centri
educativi, baby sitter, campus estivi,
colf, RSA).
14
Modelli di welfare aziendale a Bologna

MODELLO APPLICATIVO
Il welfare aziendale come modalità
per concedere ai dipendenti
opportunità di maggiore
protezione dai rischi sociali .

Strumenti di derivazione
contrattuale nazionale o
territoriale, erogati “a pacchetto”.

Azione sindacale su casi
puntuali. Direzione manageriale
delle risorse umane.

Assicurazioni (cassa di assistenza
integrativa, polizze assicurative,
previdenza complementare)
Formazione e consulenza (coach
aziendale, consulenza alla carriere,
supporto al rientro dalla maternità,
permessi studio)

15
Modelli di welfare aziendale a Bologna

MODELLO INDIVIDUALIZZATO
Il welfare aziendale come possibilità per
concorrere, in modo diffuso, al
benessere del dipendente e della
sua famiglia.

Costruzione di strumenti ad hoc su
e per la persona, grazie alla
conoscenza reciproca, o utilizzo
di strumenti flessibili.

Conoscenza della situazione dei
lavoratori: atteggiamento benevolo,
indagini di clima, partecipazione dei
sindacati.

Sostegno al reddito (contributi per
educazione figli, acquisto libri scolastici,
carrello della spesa, borse di studio,
convenzione con marketplace)
Child care (asili nido, campus estivi,
convenzioni per servizi alla prima
infanzia)
Anziani (supporto anziani, badanti,
colf, contributo per assistenza non
autosufficienti)

16
Modelli di welfare aziendale a Bologna

3. Dalle imprese al territorio: potenzialità dei modelli di welfare aziendale

17
Modelli di welfare aziendale a Bologna

VETTORI DI AZIONE TERRITORIALE

1. Pagamento di beni/servizi che producano elevate esternalità :
il welfare aziendale valorizza i beni che non esauriscono i loro effetti
esclusivamente sui soggetti beneficiari, ma producono esternalità positive
per il territorio.
Esempi:
 Contributo per assistenza familiari non autosufficienti;
 Contributo per centri estivi;
 Contributo per iniziative formative per la ricollocazione.

18
Modelli di welfare aziendale a Bologna

2. Organizzazione ed acquisto di beni/servizi da OTS in ottica di
CSR: il welfare aziendale contribuisce allo sviluppo dell’imprenditorialità
sociale di un territorio.
Esempi:
 Organizzazione di dopo-scuola e centri estivi con cooperative sociali;
 Gestione del servizio nido-aziendale da parte di imprese sociali;
3. Costruzione di beni/servizi aziendali o interaziendali aperti
alla cittadinanza : le aziende hanno materialmente costruito, con propri
fondi o in project financing, strutture per garantire ai propri dipendenti o
soci l’accesso a servizi sociali-edcativi, aperti alle necessità di altre
famiglie del territorio.
Esempi:
 Asili nidi aziendali o interaziendali;
 Housing sociale;

19
Modelli di welfare aziendale a Bologna

4. Contrattazione territoriale come forma di condivisione delle
pratiche innovative: il welfare aziendale si sta sviluppando anche
tramite contrattazione di secondo livello territoriale. È una possibilità per
condividere pratiche innovative e stabilizzarle.
Esempi:
 Assicurazione sanitaria con mutua territoriale;
 Check up aziendali co-organizzati;
5. Bilateralità come gestione del welfare aziendale: alcune piccole
e medie aziende hanno avviato esperienze pilota per accordi sindacali di
gestione congiunta del welfare aziendale.
Esempi:
 Welfare territoriale degli enti bilaterali;

20
Modelli di welfare aziendale a Bologna

6. Collaborazione con broker o intermediari per la gestione del
welfare aziendale: il welfare aziendale sta evolvendo verso forme di
gestione flessibile dei benefit. I broker possono diventare catalizzatori di
risorse e di bisogni sullo stesso territorio.
Esempi:
 Flexible benefit;
7. Costruzione della e sostegno alla mutualità territoriale: alcune
aziende hanno creato una mutua territoriale, inizialmente operante nel
campo assicurativo-sanitario, che incrocia bisogni e offerta di welfare
leggero.
Esempi:
 Mutua territoriale;

21
Modelli di welfare aziendale a Bologna

4. Verso un laboratorio territoriale di welfare aziendale

22
Modelli di welfare aziendale a Bologna

23
Modelli di welfare aziendale a Bologna

I PARTNERS DEL TAVOLO TEMATICO FAREWELFARE
ActionAid, AICCON, AILES, AIDP Emilia-Romagna, Alfa Wassermann,
CADIAI, CESVIP, CNA Imola,
COESIA/GD, Comune di Bologna,
Confcooperative Emilia-Romagna, Federsolidarietà Bologna, Consorzio
Indaco, Coop Adriatica,
Coopselios, CSAPSA, CSV Bologna, Day
Ristoservice, Distretto Pianura Est, Emilbanca, Ente Bilaterale Artigianato
Emilia-Romagna, Federcasse Emilia-Romagna, Federmanager Bologna,
Fondazione ASPHI, Fondazione Augusta Pini, Fondazione Easy Care,
Fondazione Gramsci, Fondazione Rusconi, IKEA, Impronta Etica, Istituzione
per l’inclusione sociale, Laboratorio Urbano, La Strada, Legacoop Bologna,
Legacoop Generazioni, Legacoop Sociali, ManagerItalia Bologna, Nordiconad,
Opera Padre Marella, Permicro, Piazza Grande, Prometeia, Provincia di
Bologna, Quadrifoglio coop. soc., Regione Emilia-Romagna, SACMI Imola,
Terra dei Colori, Università di Pavia.

24
Modelli di welfare aziendale a Bologna

Grazie
Per informazioni e adesioni al Tavolo Tematico fareWELfare:
Eugenia Ferrara – Project manager
e.ferrara@fondazionealmamater.it
Fondazione Alma Mater
Area per la Ricerca e l’Innovazione
www.fondazionealmamater.unibo.it

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  • 1. MODELLI DI WELFARE AZIENDALE A BOLOGNA Tavolo Tematico “FARE WEL FARE” Matteo Orlandini, Ricercatore Fondazione Alma Mater Supervisione tecnico-scientifica e coordinamento: Francesco Bonvicini (Alfa Wassermann), Simona Ferlini (Provincia di Bologna), Paola Lanzarini (COESIA-GD), Giovanni Mazzanti (Unibo), Riccardo Prandini (Unibo), Roberto Rizza (Unibo).
  • 2. Modelli di welfare aziendale a Bologna Indice: 1.La ricerca: obiettivi e metodologia 1.I modelli di welfare aziendale: variabili e tipologie emergenti 2.Dalle imprese al territorio: potenzialità dei modelli di welfare aziendale 3.Verso un laboratorio territoriale di welfare aziendale 2
  • 3. Modelli di welfare aziendale a Bologna 1. La ricerca: obiettivi e metodologia 3
  • 4. Modelli di welfare aziendale a Bologna PRESENTAZIONE DELLA RICERCA Obiettivo della ricerca annuale  cogliere le condizioni di possibilità per l’emergere e lo strutturarsi di modelli di welfare territoriale, attraverso dispositivi di welfare aziendale, che contribuiscano a creare qualità di vita e garanzie ai diritti di cittadinanza. Domanda conoscitiva  Com’è possibile estendere a tutto il territorio, composto soprattutto di piccole-medie imprese, il welfare aziendale che alcune realtà hanno già positivamente attivato? Questo welfare del territorio, costruito con dispositivi di welfare aziendale, come può coordinarsi con i servizi, pubblici e privati, già esistenti? Come realizzare gli obiettivi  Seminari di mobilitazione cognitiva: la finalità è stimolare la conoscenza di buone pratiche, la discussione critica delle stesse e la riflessione sul futuro della conciliazione territoriale. Il fine è individuare modalità innovative che consentano di creare reti e collaborazioni tra attori di un territorio. La ricerca empirica: si compone di due parti. La prima analizza le buone pratiche di welfare aziendale già presenti sul territorio di Bologna attraverso studi di caso; la seconda riguarda lo studio delle modalità di erogazione di servizi di welfare e le nuove forme di contrattazione che prevedono dispositivi di welfare.   4
  • 5. Modelli di welfare aziendale a Bologna METODOLOGIA DELLA RICERCA   Prima parte (maggio-ottobre 2013)  Analisi dei modelli di welfare aziendale sul territorio bolognese. Studio e rilevazione delle esperienze paradigmatiche di welfare aziendale e contrattuale attive a livello provinciale. Criterio di selezione  la ricerca ha coinvolto 10 imprese dislocate sul territorio di Bologna e provincia di diversi settori (manifatturiero, assicurativo, farmaceutico, bancario, assistenziale, dei servizi e del commercio), con diverse caratteristiche strutturali (da 1 a 9000 dipendenti). Il campione non è probabilistico, bensì formato tramite i suggerimenti di testimoni privilegiati. Il campione non è rappresentativo della popolazione di aziende sul territorio perciò i risultati non sono generalizzabili. Metodologia di ricerca  qualitativa, studi di caso, intervista semi-strutturata. 5
  • 6. Modelli di welfare aziendale a Bologna 2. I modelli di welfare aziendale: variabili e tipologie emergenti 6
  • 7. Modelli di welfare aziendale a Bologna VARIABILI PER ANALIZZARE IL WELFARE AZIENDALE • CULTURA ORGANIZZATIVA “La cultura è il significato incorporato in simboli attraverso i quali gli esseri umani comunicano e trasmettono sapere e abitudini” (Geertz, 1973). “La cultura è lo schema di assunti fondamentali che un certo gruppo ha inventato, scoperto o sviluppato mentre imparava ad affrontare i problemi legati al suo adattamento esterno o alla sua integrazione interna, e che hanno funzionato in modo tale da essere considerati validi e quindi degni di essere insegnati ai nuovi membri come il modo corretto di percepire, pensare e sentire in relazione a tali problemi” (Schein, 1986). Variabile 1  Teoria dichiarata: significato esplicito del welfare aziendale. Variabile 2  Teoria in uso: assunti impliciti del welfare aziendale. • • Che cos’è il welfare aziendale? Secondo lei, l’azienda deve aiutare i suoi dipendenti ad affrontare i problemi quotidiani che riguardano la sfera privata e familiare? • Chi se ne dovrebbe occupare? • Quali misure di welfare aziendale la sua azienda ha in atto? 7
  • 8. Modelli di welfare aziendale a Bologna • DISEGNO DI POLICY “Il disegno di policy è il processo di costruzione di un progetto organizzativo , fatto di pratiche, tecniche, strumenti che consentono le soluzioni materiali ed immateriali immaginate” (adattato da Maffei, 2010). Variabile 3  Artefatti: dispositivi attivati dall’azienda per i dipendenti e loro ampiezza. Variabile 4  Strumenti: combinazione di “utensili” appropriati per raggiungere gli scopi del welfare aziendale. Variabile 5  Processi: dimensione dinamica nella formazione delle decisioni. • • Griglia con dispositivi di welfare aziendale divisi per aree. • A quali pratiche, non ancora attive, sarebbe interessata la sua azienda? Qual è la storia di ognuna di queste misure? Nascita, implementazione e sviluppo? • Chi si occupa della gestione del welfare aziendale? 8
  • 9. Modelli di welfare aziendale a Bologna 9
  • 10. Modelli di welfare aziendale a Bologna • RELAZIONI CON GLI STAKEHOLDER INTERNI “Ogni atto di progettazione è un processo costruttivo a carattere negoziale e partecipato, situato all’interno di una comunità di pratiche ” (Maffei, 2010). Variabile 6  Rapporti con gli stakeholder (azienda): relazioni dell’impresa nella gestione del welfare aziendale con gli stakeholder interni. Variabile 7  Rapporti con gli stakeholder (sindacato): posizione della rappresentanza dei lavoratori sul welfare aziendale. Quali rapporti intrattiene la sua azienda con i propri stakeholders? Dipendenti? Sindacati? • Quali sono stati i rapporti tra l’azienda e i suoi portatori di interesse nella scelta, proposte, implementazione, valutazione ed eventuale ri-formulazione delle misure di welfare aziendale in atto? • 10
  • 11. Modelli di welfare aziendale a Bologna
  • 12. Modelli di welfare aziendale a Bologna MODELLO INVESTIMENTO SOCIALE Il welfare aziendale come spinta ideale ed investimento sociale, reputazionale ed economico. Costruzione di strumenti “in house”, con rapporti di networking, per erogare servizi ai dipendenti e al territorio. Leadership aziendale forte. Servizi (asili nido, centri educativi, campus estivi, housing sociale); Assicurazioni (cassa sanitaria, previdenza complementare, copertura per infortuni professionali); Sanità (fisioterapia, campagna di prevenzione medica Wellness ed esercizio fisico). 12
  • 13. Modelli di welfare aziendale a Bologna MODELLO CONCERTATIVO Costruzione di strumenti che permettano uno scambio tra la prestazione lavorativa e l’organizzazione aziendale . Il welfare aziendale come modalità per organizzare in maniera flessibile la forza lavoro. Orari e strumenti flessibili (telelavoro, flessibilità di orario, congedi e permessi volontari retribuiti, orari personalizzati, banca delle ore); Sostegno al reddito (carrello della spesa, tariffe agevolate, borse di studio). Partecipazione a tavoli concertativi ad personam su welfare aziendale. 13
  • 14. Modelli di welfare aziendale a Bologna MODELLO PERFORMATIVO Il welfare aziendale come riequilibrio delle condizioni di partenza dei dipendenti per garantire maggiore produttività. Costruzione di strumenti in convenzione, per garantire servizi eccellenti a prezzi agevolati ai lavoratori. Accordo di gestione aziendale (manageriale-condivisa) tra sindacati e impresa. Assicurazioni (cassa di assistenza integrativa, polizze assicurative, previdenza complementare); Formazione (coach aziendale, consulenza alla carriere, programmi di riqualificazione professionale); Servizi (convenzioni con centri educativi, baby sitter, campus estivi, colf, RSA). 14
  • 15. Modelli di welfare aziendale a Bologna MODELLO APPLICATIVO Il welfare aziendale come modalità per concedere ai dipendenti opportunità di maggiore protezione dai rischi sociali . Strumenti di derivazione contrattuale nazionale o territoriale, erogati “a pacchetto”. Azione sindacale su casi puntuali. Direzione manageriale delle risorse umane. Assicurazioni (cassa di assistenza integrativa, polizze assicurative, previdenza complementare) Formazione e consulenza (coach aziendale, consulenza alla carriere, supporto al rientro dalla maternità, permessi studio) 15
  • 16. Modelli di welfare aziendale a Bologna MODELLO INDIVIDUALIZZATO Il welfare aziendale come possibilità per concorrere, in modo diffuso, al benessere del dipendente e della sua famiglia. Costruzione di strumenti ad hoc su e per la persona, grazie alla conoscenza reciproca, o utilizzo di strumenti flessibili. Conoscenza della situazione dei lavoratori: atteggiamento benevolo, indagini di clima, partecipazione dei sindacati. Sostegno al reddito (contributi per educazione figli, acquisto libri scolastici, carrello della spesa, borse di studio, convenzione con marketplace) Child care (asili nido, campus estivi, convenzioni per servizi alla prima infanzia) Anziani (supporto anziani, badanti, colf, contributo per assistenza non autosufficienti) 16
  • 17. Modelli di welfare aziendale a Bologna 3. Dalle imprese al territorio: potenzialità dei modelli di welfare aziendale 17
  • 18. Modelli di welfare aziendale a Bologna VETTORI DI AZIONE TERRITORIALE 1. Pagamento di beni/servizi che producano elevate esternalità : il welfare aziendale valorizza i beni che non esauriscono i loro effetti esclusivamente sui soggetti beneficiari, ma producono esternalità positive per il territorio. Esempi:  Contributo per assistenza familiari non autosufficienti;  Contributo per centri estivi;  Contributo per iniziative formative per la ricollocazione. 18
  • 19. Modelli di welfare aziendale a Bologna 2. Organizzazione ed acquisto di beni/servizi da OTS in ottica di CSR: il welfare aziendale contribuisce allo sviluppo dell’imprenditorialità sociale di un territorio. Esempi:  Organizzazione di dopo-scuola e centri estivi con cooperative sociali;  Gestione del servizio nido-aziendale da parte di imprese sociali; 3. Costruzione di beni/servizi aziendali o interaziendali aperti alla cittadinanza : le aziende hanno materialmente costruito, con propri fondi o in project financing, strutture per garantire ai propri dipendenti o soci l’accesso a servizi sociali-edcativi, aperti alle necessità di altre famiglie del territorio. Esempi:  Asili nidi aziendali o interaziendali;  Housing sociale; 19
  • 20. Modelli di welfare aziendale a Bologna 4. Contrattazione territoriale come forma di condivisione delle pratiche innovative: il welfare aziendale si sta sviluppando anche tramite contrattazione di secondo livello territoriale. È una possibilità per condividere pratiche innovative e stabilizzarle. Esempi:  Assicurazione sanitaria con mutua territoriale;  Check up aziendali co-organizzati; 5. Bilateralità come gestione del welfare aziendale: alcune piccole e medie aziende hanno avviato esperienze pilota per accordi sindacali di gestione congiunta del welfare aziendale. Esempi:  Welfare territoriale degli enti bilaterali; 20
  • 21. Modelli di welfare aziendale a Bologna 6. Collaborazione con broker o intermediari per la gestione del welfare aziendale: il welfare aziendale sta evolvendo verso forme di gestione flessibile dei benefit. I broker possono diventare catalizzatori di risorse e di bisogni sullo stesso territorio. Esempi:  Flexible benefit; 7. Costruzione della e sostegno alla mutualità territoriale: alcune aziende hanno creato una mutua territoriale, inizialmente operante nel campo assicurativo-sanitario, che incrocia bisogni e offerta di welfare leggero. Esempi:  Mutua territoriale; 21
  • 22. Modelli di welfare aziendale a Bologna 4. Verso un laboratorio territoriale di welfare aziendale 22
  • 23. Modelli di welfare aziendale a Bologna 23
  • 24. Modelli di welfare aziendale a Bologna I PARTNERS DEL TAVOLO TEMATICO FAREWELFARE ActionAid, AICCON, AILES, AIDP Emilia-Romagna, Alfa Wassermann, CADIAI, CESVIP, CNA Imola, COESIA/GD, Comune di Bologna, Confcooperative Emilia-Romagna, Federsolidarietà Bologna, Consorzio Indaco, Coop Adriatica, Coopselios, CSAPSA, CSV Bologna, Day Ristoservice, Distretto Pianura Est, Emilbanca, Ente Bilaterale Artigianato Emilia-Romagna, Federcasse Emilia-Romagna, Federmanager Bologna, Fondazione ASPHI, Fondazione Augusta Pini, Fondazione Easy Care, Fondazione Gramsci, Fondazione Rusconi, IKEA, Impronta Etica, Istituzione per l’inclusione sociale, Laboratorio Urbano, La Strada, Legacoop Bologna, Legacoop Generazioni, Legacoop Sociali, ManagerItalia Bologna, Nordiconad, Opera Padre Marella, Permicro, Piazza Grande, Prometeia, Provincia di Bologna, Quadrifoglio coop. soc., Regione Emilia-Romagna, SACMI Imola, Terra dei Colori, Università di Pavia. 24
  • 25. Modelli di welfare aziendale a Bologna Grazie Per informazioni e adesioni al Tavolo Tematico fareWELfare: Eugenia Ferrara – Project manager e.ferrara@fondazionealmamater.it Fondazione Alma Mater Area per la Ricerca e l’Innovazione www.fondazionealmamater.unibo.it 25