1. Ci siamo. Habemus Penguin 2.0. Google ci ha tenuti sulle spine per mesi, preannunciando drastici giri di vite:
voci e rumors ci hanno fatto immaginare gli orizzonti più drammatici, e ormai sappiamo cosa ci aspetta in
quanto SEO professionisti. Appena due giorni fa vi abbiamo parlato delle novità imminenti, lo ricordate?Cliccate
qui per approfondire se non l’avete ancora fatto.
Matt Cutts ha detto proprio ieri che il nuovo sceriffo del web sarebbe diventato operativo nel giro di qualche
ora, gettando nel panico chi aspettava la novità non prima dell’estate. L’algoritmo punirà chi basa
l’ottimizzazione del proprio sito sui trucchetti e non sui meriti, in maniera più severa che in passato.
Una percentuale sempre più alta delle ricerche in inglese verrà impattata dall’aggiornamento. Nel marzo scorso
Cutts aveva sottolineato la cosa essenziale: nessun SEO onesto e capace perderà posizioni, ma verranno in
qualche modo puniti solo i furbetti. L’obiettivo essenziale resta offrire un buon servizio agli utenti di Google,
proponendo siti e contenuti validi, chiari e pertinenti.
Dopo il rilascio di Penguin nell’aprile 2012, c’è stato un aggiornamento a maggio e uno ad ottobre 2012. Cutts ha
recentemente affermato che l’aggiornamento ora in corso sarebbe stato il più chiacchierato degli ultimi tempi.
Penguin ha assoluta intolleranza per i link automatici, e si affida a dati firmati Portent mentre qualche
aggiornamento fa si affidava a Brafton. All’inizio Penguin aggrediva siti contenenti l’80% di spam link: al suo
terzo aggiornamento già si rivolgeva a siti contenenti il 50% di spam link.
Penguin (4) 2.0 si rivela già dalle premesse inflessibile e punitivo. I marketers che si affidano a contenuti
personalizzati e originali, che investono nelle interazioni sui social e attirano le attenzioni spontanee (link e
condivisioni) sono al sicuro da ogni rappresaglia, così come i link interni — se opportuni e non martellanti —
restano assolutamente legittimi.
Google invita a fare ottimizzazioni ortodosse (come quelle che noi offriamo,cliccate qui per conoscere il nostro
servizio). “L’uso e non l’abuso” sembra essere il motto del nuovo aggiornamento, e le deviazioni dalla regola
possono comportare un alto prezzo da pagare.
Google non ammette prese in giro nei confronti dell’utenza: i link restano di importanza fondamentale, ecco
perché l’attenzione degli algoritmi è sempre puntata su di loro; atteggiamenti inopportuni rendono inopportuni
interi domini; l’attenzione dei crawlers è costantemente rivolta al web aperto, poiché sulle piattaforme tipo
Facebook o Twitter si riscontrano degli ostacoli, ma Cutts ci ha tenuto a precisare che non c’è dipendenza di
Google nei confronti di simili difficoltà.
2. Il senso di quest’articolo è evidente: mai come oggi è necessario affidarsi a servizi di ottimizzazione seri e
qualificati.
Fumini.com può aiutarvi a rimediare in caso di penalizzazione da parte del nuovo algoritmo. Se avete subito
una battuta d’arresto a causa di Penguin, rivolgetevi a noi per una consulenza e un intervento di emergenza:
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