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CASO CLINICO
B.C. è una donna di 88 anni, affetta da
fibrillazione atriale permanente
decadimento cognitivo di grado moderato
a verosimile genesi vascolare
ipertensione arteriosa
anemia microcitica sideropenica di grado moderato
Esiti di gastrorrafia per ulcera gastrica (Aprile 2003)
Esiti di colecistectomia per colecistite acuta litiasica
(Aprile 2003)
Pregressa artroprotesi d’anca bilaterale e di
artroprotesi ginocchio destro (2001)
Artrosi polistazionale
La paziente è stata ricoverata per
dispnea ingravescente
Ortopnea
edemi declivi
Peso corporeo (ingresso): 70.3 kg
PA (ingresso): 160/60 mmHg
ASSESSMENT GERIATRICO
Cognitività (SPMSQ) 8/10
Autosufficienza (ADL) 5/6
stato funzionale: disabilità motoria in esiti di
artroprotesie di artrosi polistazionale+ disabilità
cognitiva
comorbilità: FA, anemia
Peso corporeo (ingresso): 70.3 kg PA (ingresso): 160/60 mmHg
EAB aria-ambiente pH 7.33 - pO2 43.5 - pCO2 66.1
AB (Venturi 28%) pH 7.35 pO2 66.8 pCO2 68.6
ECG
Aritmia totale da fibrillazione atriale. FC 80 bpm.
RX TORACE (18/05/04)
Diffusi infiltrati interstiziali peri ilari bilaterali
addensamento parenchimale in regione retrocardiaca sinistra
Esiti di pleurite sinistra. Ili ampliati su base vascolare.
Cuore con aumento del diametro trasverso.
Aorta con placche parietali calcifiche.
Il quadro radiologico è compatibile con sovraccarico del piccolo circolo.
RX TORACE (20/05/04) Netto rischiaramento, rispetto al’indagine del 18/05/2004
dell’addensamento parenchimale segnalato in regione retrocardiaca sinistra.
ECOCARDIOGRAMMA
Esame compatibile con CARDIOPATIA IPERTENSIVA con ipertrofia
concentrica del ventricolo sinistro che mostra normale cinetica segmentaria e
funzione sistolica globale (FE=60%) ma segni indiretti di disfunzione
diastolica (in particolare atrio megalia sinistra).
Ipertensione polmonare di grado moderato.
Prevalenza di SCC nella popolazione
generale, per età e sesso
0
2
4
6
8
10
Prevalenza(%)
Totale Età
(anni)
Sesso
65-74 75+
OR 1.93
1.02 - 4.18
OR 1.62
0.93 - 3.59
Dicomano, Italia
Marchionni N, et al. Arch. Gerontol. Geriatr. 1996
6.1
Uomini
Donne
Ho KK, et al. J. Am. Coll. Cardiol. 1993
70-79 80-8950-59 60-6940-4930-39
Prevalenza(n/1.000)
0
20
40
60
80
Età (anni)
Framingham, USA
Prevalenza di SCC, per età e sesso
“Italian Longitudinal Study on Aging (ILSA)”
The ILSA Working Group, J. Epidemiol. 1997
0
5
10
15
65-69 70-74 75-9 80-84
Uomini
Donne
(Anni)
(%)
Prevalenza di SCC, per età
(Australia, 1950 - 1993)
0
5
10
15
20
25
30
35
Prevalenza(n/1000)
1950
1993
55-64 65-74 75-84 85+
Età (anni)
500
400
300
200
100
Variazione%(vs.1950)
0
variazione %
Kelly DT, et al. Circulation 1997
Tasso di ospedalizzazione per SCC negli USA
National Hospital Discharge Survey - NHLBI
età 65+ anni
0
50
100
150
200
250
1970 1975 1980 1985 1990 1995
età 45-64 anni
No./10,000
AnniNational Center for Health Statistics, 1996
Mortalità durante ricovero per SCC negli USA, per età
National Hospital Discharge Survey - NHLBI
National Center for Health Statistics, 1996
Mortalità(%)Mortalità(%)
1980 1985 19951990
14
12
10
6
4
2
0
8
AnniAnni
età 45-64 anni
età >65 anni
Definizione Scompenso Cardiaco
E’ uno stato fisiopatologico in cui
un’alterazione della funzione cardiaca
è responsabile dell’incapacità del cuore di pompare
sangue in quantità sufficiente al fabbisogno metabolico
dei tessuti
o della capacità di farlo ma a prezzo di un eccessivo
incremento della pressione di riempimento ventricolare
Definizione
Dal punto di vista clinico può essere definito come
una sindrome
caratterizzata da
specifici sintomi (dispnea e affaticamento)
Segni (edemi)
che insorge come risultato di
qualsiasi anomalia strutturale o funzionale
in grado di
interferire con la capacità del cuore di pompare
sangue
o di riempirsi adeguatamente
SCC con funzione sistolica compromessa
o preservata, per gruppi di età
0
5
10
15
20
25
30
35
Prevalenza(%)
< 40 40-49 50-59 60-69 70-79 80-89 90-99 > 99
Gruppi di età
LVEF < 50%
LVEF ≥ 50%
Senni M, et al. Circulation 1998
1.0
0.8
0.4
0.6
0.2
0.0
2 3 4 5 61
Anni di follow-up
Prognosi dello SCC con funzione sistolica
compromessa o preservata
Senni M, et al. Circulation 1998
LVEF > 50%
LVEF <50%
attesa
4 6 8 102
Anni di follow-up
Vasan RS, et al. J. Am. Coll. Cardiol. 1999
1.0
0.8
0.4
0.6
0.2
0.0
Framigham Heart StudyRochester Epidemiology Project
Cause e classificazione
Cardiopatia ischemica
Cardiopatia ipertensiva
Cardiomiopatie
Dilatativa
Ipertrofica
Restrittiva
Valvulopatie
Cardiopatie congenite
Forme cliniche
Sinistro
Accumulo di
liquidi a
monte del
ventricolo
coinvolto
Destro
Meccanismo
Congestione
polmonare
Congestione
periferica
Forme cliniche
Acuto
IMA esteso
Rottura valvolare
acuta
Cronico
Evoluzione di patologia cronica
(valvulopatia, cardiopatia ischemica,
cardiopatia ipertensiva,
cardiomioipatia dilatativa ecc.)
Meccanismo
Forme cliniche
Bassa portata
Portata cardiaca
insufficiente o non in
grado di aumentare a
sufficienza durante
attività fisica
Alta portata
Richieste metaboliche
aumentate in corso di
ipertiroidismo, anemia,
gravidanza, fistole AV,
beri-beri, malattia di
Paget.
Meccanismo
Forme cliniche
Sistolico Alterazione
fase di
contrazione
Diastolico
Alterazione fase
di rilasciamento
e/o riempimento
ventricolare
Meccanismo
Fattori precipitanti
Infezioni
Maggiore suscettibilità ad infezioni polmonari
Aumento richieste metaboliche per febbre, tachicardia, ipossiemia
Le richieste metaboliche possono essere soddisfatte solo da un aumento della portata
cardiaca che non sempre il cuore è in grado di garantire
Anemia
Aritmie
Tachiaritmie: riducono la durata della fase di riempimento
ventricolare
Bradicardie: riducono la portata cardiaca (FC X GS)
Perdita del contributo atriale al riempimento ventricolare
Alterazioni conduzione intraventricolare: riduzione efficacia
contrazione ventricolare
Fattori precipitanti
Ipertensione arteriosa
Rapido innalzamento della pressione arteriosa
Infarto miocardico
Ipertiroidismo
Sospensione della terapia
•Fisiopatologia
Relazione di Frank-Starling
P intraventric.
(mmHg)
= sviluppo di forza
50
100
150
200
250
50 100 150 200 250
Volume ventricolare sinistro (ml)
= lunghezza iniziale della fibra miocardica
sistole
diastole
Definizione: entro limiti fisiologici, tanto più il cuore si riempie durante la diastole,
tanto maggiore sarà la quantità di sangue pompata in aorta in sistole
Fisiopatologia
Fattori ischemici
meccanici
neuro-ormonali
inducono il processo di RIMODELLAMENTO
VENTRICOLARE che determina
una progressiva alterazione delle dimensioni,
della forma e della funzionalità ventricolare
Sovraccarico
di volume
Sovraccarico
di pressione
Ischemia
Fisiopatologia
Rimodellamento
ventricolare
IMA
DILATAZIONE
MORFOLOGIA GLOBOSA
- ↓ funzione sistolica
- alterazione della funzione diastolica
perdita acuta di
miociti nella zona
infartuata
ore/giorni: espansione e
assottigliamento della zona
infartuata (fibrosi)
sovraccarico per i miociti
residui
settimane/mesi
CMPD idiopatica
rimodellamento simile
ad IMA ma senza
danno ischemico
iniziale
Assottigliamento e fibrosi
delle pareti
E
A E
A
Giovane Anziano
Flusso transmitralico Doppler
“Age-associated Changes in Left Ventricular
Filling Pattern in Normal Subjects”
Età (anni)
RiempimentoVS(%)
20 40 60 80
0
20
40
60
80
100
riempimento rapido
contributo atriale
Swinne, et al. J. Am. Coll. Cardiol. 1989
Meccanismi di compenso
Portata cardiaca insufficiente
Meccanismi di compenso
neurormonali
-Attivazione adrenergica
(SNA)
-Attivazione sistema renina
angiotensina aldosterone
(SRAA)
Scopo: mantenere adeguata perfusione sistemica
Effetto a lungo termine: innescano un circolo vizioso che peggiora la
funzionalità cardiaca
Meccanismi di compenso neuro-
ormonali
Portata cardiaca insuff.
barocettori Ipoperfusione renale
Attivazione SNA
VASI:
vasocostrizione
CUORE: RENE:
↑ FC
↑ contrattilità
↑ produzione
renina
venosa
↑ PRECARICO
Frank Starling
Ritenzione Na e H2O
angiotensina II
aldosterone
arteriosa
Mantenimento perfusione
cuore, SNC
Ipoperfusione muscolare,
splancnica e renale
↑ POSTCARICO
Meccanismi di compenso neuro-ormonali
effetti a lungo termine
Vasocostrizione venosaVasocostrizione
arteriosa
Ritenzione liquidi
↑ POSTCARICO
SOVRACCARICO EMODINAMICO
↑ richiesta miocardica di O2
Progressione del danno miocardico
rimodellamento e fibrosi
aldosteroneangiotensina II
↑ PRECARICO
↑ FC
↑ contrattilità
Effetti renali dell’insufficienza cardiaca
Vasocostrizione
arteriola
Afferente
SNA Angiotensina II
↓ perfusione glomerulare
Ischemia renale
e danno renale
Filtrazione glomerulare
Ritenzione liquidi e
sovraccarico
emodinamico
↑, ma inefficace
Vasocostrizione
arteriola
Efferente
↓
Meccanismi di compenso ulteriori
Distensione parete atrio
sinistro e ventricolo
sinistro
Sovraccarico emodinamico
Fattore natriuretico atriale
↓ attività SNA
↓ produzione renina
↓ produzione aldosterone
↓ resistenze vascolari periferiche
↑ Diuresi e
natriuresi
N.B. Meccanismo a lungo termine inefficace a contrastare l’attivazione del SNA e del SRAA
Classificazione funzionale
Meccanismo: ↑ pressione venosa e capillare
polmonare con stasi polmonare interstiziale →
attivazione recettori polmonari → respiro
rapido e superficiale → ↑richieste di O2 per
↑ attività muscoli respiratori → “fame d’aria”
Dipendente dal sintomo dispnea
Nelle fasi iniziali solo da sforzo, poi anche a
riposo
Classificata in 4 classi (NYHA)
I asintomatici
II dispnea per sforzi ordinari
III dispnea per sforzi inferiori all’ordinario
IV dispnea a riposo
Ortopnea
Meccanismo: in posizione supina si verifica una
ridistribuazione dei liquidi dalle estremità
inferiori verso il torace con conseguente
congestione venosa polmonare.
Dispnea presenta in posizione supina,
alleviata dalla posizione seduta.
Dispnea parossistica notturna
Meccanismo: -Aumento del ritorno venoso in
posizione supina-Depressione centri respiratori
durante il sonno
Gravi episodi di dispnea improvvisa e tosse
che insorgono durante la notte e risvegliano il
paziente
Anoressia
Gonfiore addominale
Dolenzia addominale
Stipsi
Nausea
Congestione
portale
Astenia
Affaticabilità
Ridotta tolleranza
all’esercizio
Ipoperfusione
muscolare
Confusione
Difficoltà di
concentrazione
Cefalea
Ipoperfusione
cerebrale
Insonnia
Ansia
Reperti obiettivi
Crepitii/rantoli polmonari bilaterali
Versamento pleurico (più frequentemente destro)
Epatomegalia dolente (fegato da stasi)
Edemi declivi simmetrici
Estremità fredde, sudate, possibile cianosi labiale e
ungueale
Cachessia
Anoressia
Alterazione assorbimento intestinale
↑richieste O2 per muscoli respiratori
Terzo tono
JVP (cms)
Pressione venosa
giugulare
normale
4 cm da angolo Louis
McGee SR.Physical examination of venous pressure: a critical review. Am Heart J 1998.
SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO
(Diagnosi: i criteri 1 e 2 sono obbligatori)
Guidelines for diagnosis and treatment
of CHF-European Society of Cardiology
Eur. Heart J., 2003
Devono essere escluse, come
causa principale dei sintomi
• Anemia
• BPCO
• Insufficienza renale
• Epatopatie
• Tireopatie
2 . Rilievo obiettivo di cardiopatia (a riposo)
e,
in caso di diagnosi dubbia:
3 . Risposta al trattamento specifico
1. Segni e sintomi di scompenso cardiaco (a
riposo o durante esercizio)
SCOMPENSO CARDIACO DIASTOLICO
In assenza del criterio 3 Diagnosi probabile
2. Rilievo oggettivo di normale funzione sistolica
del VS entro 72 ore dalle manifestazioni
cliniche
3. Rilievo oggettivo di disfunzione diastolica del
VS (rilasciamento, riempimento, distensibilità)
Criteri diagnostici di certezza
1. Rilievi clinici e strumentali di SCC
Vasan RS, et al. Circulation 2002
1. Marcato incremento della PA durante l’episodio di
scompenso
2 . Tachiaritmia (specialmente FA) con riduzione del periodo
di riempimento come causa scatenante
3 . Scatenamento dell’episodio per infusione e.v. di
liquidi
4 . Rilievo ecocardiografico di ipertrofia VS senza asinergie
segmentarie
5. Miglioramento clinico in risposta ad un trattamento
specifico per la disfunzione diastolica
SCOMPENSO CARDIACO DIASTOLICO
Criteri che rafforzano la diagnosi probabile
Vasan RS, et al. Circulation 2002
SCC:
i criteri diagnostici delle
linee guida ESC...
...quanto spesso sono
applicabili / utili nel
paziente geriatrico?
Lien CT, et al. Eur. J. Heart Fail. 2002
Perdita della autonomia o
aggravamento di disabilità
preesistente (48%)
Altro (14%)
Malattia polmonare
(10%)
Segni e sintomi di
scompenso cardiaco (28%)
Motivo principale di ricovero ospedaliero
in 116 anziani con diagnosi di SCC
(età > 65 anni, mediana 86 anni)
Perdita della autonomia o
aggravamento di disabilità
preesistente
48 %
 confusione mentale
 sonnolenza
 attacco vertiginoso
 ipotensione sintomatica
 cadute
 attacco gottoso
 stipsi
Lien, et al. Eur. J. Heart Fail. 2002
Motivo principale di ricovero ospedaliero
in 116 anziani con diagnosi di SCC
(età > 65 anni, mediana 86 anni)
Esami ematochimici
Valutazione di elettroliti e creatinina
per monitorare la terapia diuretica,
con ace-inibitori e sartanici
Valutazione di emocromo, funzione
tiroidea etc per ricercare fattori
precipitanti l’episodio di scompenso
cardiaco
ECG
-FC
-Ritmo
-Ischemia in atto o pregressa
-Alterazioni metaboliche (elettrolitiche) o
farmacologiche (digitale, antiaritmici )
RX TORACE
-Dimensioni e morfologia ombra
cardiaca
-Congestione e vascolarizzazione
polmonare
-Versamento pleurico
ECOCARDIOGRAMMA
-Dimensioni camere cardiache e spessori
parietali
-Motilità parietale
-Funzione sistolica
-Funzione diastolica
-Funzionamento valvole cardiache
-Ipertensione polmonare
-Versamento pericardico
Classificazione in stadi
Stadio A: pazienti ad alto rischio di sviluppare uno scompenso
cardiaco ma che non hanno disordini strutturali del cuore.
Stadio B: pazienti con disordini strutturali del cuore ma che non
hanno mai presentato sintomi di scompenso cardiaco.
Stadio C: pazienti che hanno avuto o hanno sintomi di scompenso
cardiaco associati ad un sottostante disordine strutturale cardiaco.
Stadio D: pazienti con alterazioni strutturali avanzate e grave
scompenso cardiaco, con sintomi a riposo, che richiedono trattamenti
specifici come supporti circolatori meccanici, infusione continua di farmaci
inotropi, trapianto cardiaco, ospedalizzazione.
Dipendente dal sintomo dispnea
Nelle fasi iniziali solo da sforzo, poi anche a
riposo
Classificata in 4 classi (NYHA)
I asintomatici
II dispnea per sforzi ordinari
III dispnea per sforzi inferiori
all’ordinario
IV dispnea a riposo
Classificazione
funzionale
Stadio A: pazienti ad alto rischio di sviluppare uno scompenso
cardiaco ma che non hanno disordini strutturali del cuore.
• controllo e terapia dell ipertensione arteriosa sistolica e diastolica (evidenza A);
• controllo e terapia delle dislipidemie (evidenza B);
• controllo dei comportamenti che possono aumentare il rischio di scompenso
cardiaco come il consumo di tabacco, alcol e droghe (evidenza C);
• terapia con ACE inibitori in pazienti con anamnesi di malattie vascolari e
aterosclerotiche, diabete mellito, ipertensione arteriosa, associati fattori di rischio
cardiovascolare (evidenza B);
• controllo della risposta ventricolare in pz con tachiaritmia sopraventricolare
(evidenza B);
• terapia delle disfunzioni tiroidee (evidenza C);
•valutazione periodica dei segni e sintomi d insufficienza cardiaca (evidenza C).
• valutazione non invasiva della funzione ventricolare sinistra in pz con anamnesi
familiare di cardiomiopatia o che sono stati sottoposti a trattamenti cardiotossici
( evidenza C).
Stadio B: pazienti con disordini strutturali del cuore ma che non hanno
mai presentato sintomi di scompenso cardiaco.
• terapia con ACE inibitori pz con anamnesi d infarto miocardio recente o remoto
indipendentemente dalla frazione di eiezione (livello di evidenza A);
• terapia con ACE inibitori in pz con ridotta frazione di eiezione
indipendentemente
dalla presenza in anamnesi di infarto miocardico (livello di evidenza B);
• terapia con betabloccanti in pz con recente infarto
miocardico indipendentemente dalla frazione di eiezione (livello di evidenza
A);
• terapia con betabloccanti in pz con ridotta frazione d eiezione
indipendentemente dalla presenza in anamnesi di infarto miocardico (livello di
evidenza B);
• intervento di protesi valvolare nei pz con stenosi o insufficienza valvolare
emodinamicamente significativa (livello di evidenza B);
• regolare valutazione dei sintomo e segni di scompenso cardiaco (evidenzaC);
• attuare le misure raccomandate per lo stadio A.
Stadio C: pazienti che hanno avuto o hanno sintomi di scompenso cardiaco
associati ad un sottostante disordine strutturale cardiaco
• terapia con diuretici nei pz in cui vi è evidenza di ritenzione idro-salina (evidenza A);
• ACE inibitori in tutti i pz se non vi sono controindicazioni (evidenza A);
• betabloccanti in tutti i pz stabili se non vi sono controindicazioni cioè i pz non dovrebbero
avere ritenzione idrica, o averne in minima quantità, e non dovrebbero essere stati trattati
recentemente con farmaci inotropi positivi ev (evidenza A);
• digitale per ridurre i sintomi e aumentare la tolleranza allo sforzo, se non vi sono
controindicazioni (evidenza A);
•sospensione di farmaci conosciuti per avere effetti indesiderati sullo stato del pz, come i
farmaci antinfiammatori non steroidei, la maggior parte degli antiaritmici e i calcioant. (B)
• attuare le misure raccomandate per lo stadio A e B.
• terapia con spironolattone in pz che sono stati o sono in classe funzionale NYHA IV, con
funzionalità renale conservata e normale potassiemia (evidenza B)
• allenamento all esercizio come approccio per migliorare lo stato clinico in pz ambulatoriali
(evidenza A);
• uso di farmaci bloccanti il recettore dell angiotensina in pz in trattamento con digitale,
diuretici e betabloccanti e che non possono usare gli ACE inibitori (evidenza A);
• associazione di idralazina e nitrati in pz trattati con digitale, diuretici e betabloccanti che
non possono assumere ACE inibitori per ipotensione o funzionalità renale compromessa B
• aggiunta di un sartanico ad un ACE inibitore (livello di evidenza B).
Stadio D: pazienti con alterazioni strutturali avanzate e grave scompenso
cardiaco, con sintomi a riposo, che richiedono trattamenti specifici come
supporti circolatori meccanici, infusione continua di farmaci inotropi, trapianto
cardiaco, ospedalizzazione.
• attuare le misure raccomandate per lo stadio A, B e C;
• diagnosi accurata e controllo della ritenzione idro-salina;
• i pz in questo stadio rispondono bene all uso contemporaneo di ACE inibitori
e betabloccanti, come quelli con insufficienza cardiaca lieve o moderata, ma
hanno un rischio elevato di sviluppare ipotensione ed insufficienza renale dopo
ACE inibitori e peggiorare il loro stato clinico dopo betabloccanti. Tali pz
possono tollerare bassi dosaggi di tali farmaci
• indirizzare al trapianto, se c è indicazione;
• indirizzare ad un esperto nella gestione dell insufficienza cardiaca refrattaria.
• sostituzione valvolare mitralico per valvulopatia severa.
Cortex
Medulla
Thiazides
Inhibit active exchange of Cl-Na
in the cortical diluting segment of the
ascending loop of Henle
K-sparing
Inhibit reabsorption of Na in the
distal convoluted and collecting tubule
Loop diuretics
Inhibit exchange of Cl-Na-K in
the thick segment of the ascending
loop of Henle
Loop of Henle
Collecting tubule
DIURETICS
Diuretici dell ansa e tiazidici
• I diuretici sono essenziali per il trattamento sintomatico dello scompenso cardiaco, quando siano
presenti segni di ritenzione idro-salina (edema polmonare, elevato turgore delle vene giugulari o edemi
declivi) o dispnea (livello di evidenza A).
• I diuretici dovrebbero essere sempre somministrati in associazione con gli ACE inibitori (livello di
evidenza C).
• Deve essere usato il più basso dosaggio di diuretico necessario per eliminare la ritenzione idro-salina e
la dispnea.
• Abitualmente 50 mg di furosemide per os, producono una risposta soddisfacente in pazienti
precedentemente non trattati, con funzione renale conservata; la dose può essere raddoppiata dopo 2-3
g.
• Pazienti con scompenso cardiaco lieve o moderato, con funzione renale conservata, in terapia con
ACE-inibitori, rispondono di solito, a dosi di furosemide di 80 mg .
• Se è presente insufficienza renale lieve o moderata, è necessario somministrare 80 mg di furosemide
per due volte al giorno; dosi elevate di furosemide sono richieste per paz con funzione renale
severamente compromessa.
• I diuretici tiazidici possono essere usati per il trattamento dello scompenso cardiaco ma sono riservati
alla monoterapia per i pazienti con patologia meno severa (senza edema polmonare o ritmo di galoppo,
con lieve edema delle gambe o modico aumento della pressione giugulare) e con funzione renale
normale.
• I tiazidici sono meno efficaci se il filtrato glomerulare è al di sotto di 30 ml/min (tale situazione è
comunemente presente nei paz. anziani con insufficienza renale).
• Nell insufficienza cardiaca severa i tiazidici hanno un effetto sinergico con i diuretici
dell ansa e possono essere usati in combinazione con essi.
DIURETICI
Efficacia sintomatica
Più rapida (ore/ giorni) rispetto a ACE inibitori e ß
bloccanti (sett/mesi)
Non possono essere utilizzati in monoterapia
(incapaci di mantenere stabilità a lungo
termine)
Obiettivo: calo ponderale 0,5-1 kg/die
Proseguire trattamento anche dopo la risoluzione dei sintomi
Quali?
Diuretici dell’ansa (furosemide)
Sono i più utilizzati, mantengono efficacia anche con funzione renale
compromessa
Tiazidici
Perdono efficacia per clearance creatinina < 20 ml/min
Talvolta utilizzati (metolazone) in associazione a furosemide per pz
refrattari
DIURETICI
Effetti negativi
ipokaliemia
ipotensione
peggioramento funzione renale
Nel trattamento cronico: inibizione (↑ riassorbimento Na)
Pz refrattari
Meccanismo: ↓ assorbimento intestinale per edema parete e riduzione flusso
splancico nell’insufficienza cardiaca scompensata
Possibili soluzioni: -somministrazione ev (anche continua)
-associazione diuretico dell’ansa + tiazidico (blocco sequenziale
del nefrone)
-dopamina a dosaggio renale
Attenzione!
FANS e inibitori COX2 ↓ azione diuretici e peggiorano funzionalità renale nei pz in
trattamento con diuretici
Utilizzo di inotropi ev:
Pz refrattari ai diuretici
Meccanismo: ↓ assorbimento intestinale per edema parete e riduzione flusso splancico
nell’insufficienza cardiaca scompensata
Possibili soluzioni: -somministrazione ev (anche continua)
-associazione diuretico dell’ansa + tiazidico (blocco sequenziale de
nefrone)
-dopamina a dosaggio renale
Associazione di
Dopamina a dosaggio renale Vasodilatazione renale,
miglioramento diuresi
Dobutamina Effetto inotropo con ↑ portata cardiaca e ↓
pressioni di riempimento con modeste variazioni FC
Meccanismo dell’azione inotropa della digitale:
Azioni della
digitale:
-inotropa +
-cronotropa -
-dromotropa -
-batmotropa +
Digossina
La terapia con digossina è indicata:
1. in tutti i pz con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale in cui sia necessario controllare la frequenza
ventricolare (livello di evidenza B);
2. nei pz in classe NYHA III e IV:
• in ritmo sinusale, sintomatici, nonostante la terapia con diuretici e ACE inibitori (livello di evidenza B);
• che abbiano avuto più di un ricovero per scompenso cardiaco (livello di evidenza B);
• con frazione d eiezione molto bassa o con cardiomegalia (CTR > 0,55 );
3. nei pz in scompenso cardiaco, trattati con terapia diuretica che non tollerano gli ACE inibitori o i
sartanici.
La terapia con digossina, nello scompenso cardiaco, non è un alternativa a quella con ACE-inibitori
poiché il beneficio sintomatico è minore e non riduce la mortalità.
La terapia di associazione, nitroderivati e idralazina, può essere considerata un alternativa alla digossina
o essere usata in combinazione.
In associazione con la terapia diuretica, la digossina riduce i sintomi e i segni insufficienza cardiaca e
migliora la capacità di esercizio.
• La combinazione di digossina e beta-bloccanti è superiore all uno o all altro trattamento da solo (livello
di evidenza C).
Le controindicazioni all utilizzazione della digossina comprendono la bradicardia, il blocco AV di II e III
grado, la sindrome del nodo del seno, la sindrome di Wolff-Parkinson-White, la cardiomiopatia ipertrofica
ostruttiva, l ipokaliemia e ipercalciemia.
La dose media giornaliera di digossina è di 0,25 mg e la concentrazione serica allo steadystate, dopo un
mese di terapia, a 6 ore dalla somministrazione, deve essere di 0,86 ng/ml e di 0,80 ng/ml dopo un anno.
Nell anziano il dosaggio e di 0,0625-0,125.
DIGITALE
Meccanismi d’azione
Indicata nei pz sintomatici nonostante trattamento con ACE inibitori e β
bloccanti.
Inibizione Na/K ATPasi
Cuore: ↑ inotropismo
Fibre vagali afferenti: sensibilizzazione
recettori e ↓ attività SNA
Rene: ↓ riassorbimento tubulare Na
Antagonismo
sistemi
neurormonali
Indipendentemente da ritmo cardiaco, causa scompenso cardiaco, pat.
concomitanti, migliora sintomi, qualità di vita. Scarso effetto sulla mortalità.
Non suff. come unico inotropo nello scompenso acuto severo.
Dose di inizio e mantenimento 0,125-0,25 mg/die.
(0,125 mg preferibile negli anziani)
Livello ematico utile per valutare tossicità, non efficacia.
DIGITALE
Controindicazioni
Effetti negativi
aritmie
sintomi GI: anoressia, nausea, vomito
sintomi neurologici: disorientamento, confusione
Malattia del nodo del seno
BAV
Attenzione per trattamento concomitante con farmaci che rallentano la conduzione SA o
AV (amiodarone, β bloccanti)
ACE inibitori
• Gli ACE inibitori sono raccomandati come terapia di prima linea in pazienti con
disfunzione sistolica ventricolare sx espressa come FE<40-45% (evidenza A)
devono essere utilizzati ai dosaggi dimostratisi efficaci nei trials clinici controllati
di studio sullo scompenso cardiaco (livello di evidenza A ).
• Tutti i pz con scompenso cardiaco sintomatico da disfunzione ventricolare sx
devono essere trattati con ACE inibitori (livello di evidenza A ).
• Il trattamento va iniziato con bassi dosaggi e deve essere raggiunto il dosaggio
massimo consigliato, se tollerato, per ridurre la mortalità e la morbilità.
• Non è necessario interrompere o ridurre il diuretico iniziando l ACE inibitore.
• Se c è rischio di ipoperfusione cerebrale o renale si può ridurre il dosaggio del
diuretico (se non ci sono segni di ritenzione idro-salina) o sospendere altri farmaci
ipotensivi (nitrati, Ca-antagonisti, alfa-bloccanti), se non prescritti per specifiche
indicazioni.
• Livelli pressori bassi (<90 mmHg) durante terapia con ACE inibitori sono accettabili
se il paziente è asintomatico
• La tosse causata da ACE inibitori può essere trattata con Na-cromoglicato
ACE INIBITORI
Indicati in tutti i pazienti con scompenso cardiaco sistolico e/o dilatazione
ventricolo sinistro, in assenza di controindicazioni
Di solito associati a ß bloccanti e talvolta a digitale
angioedema
insuff. renale acuta anurica
con attenzione: PA sistolica < 80 mmHg
creatinina > 3 mg/dl
stenosi bilat. arterie renali
K > 5,5 mmol/l
Sempre associati a diuretici nei pz con pregressi episodi di ritenzione idrica
La risposta richiede settimane o mesi
Proseguire trattamento, anche se i sintomi non migliorano, per ↓ rischio morte e
ospedalizzazione
No differenze su sintomi e sopravvivenza tra i diversi ACEi
ACE INIBITORI
Iniziare a basse dosi e aumentare fino al dosaggio pieno, o dosaggio massimo
tollerato
No differenze su sintomi e sopravvivenza
tra alte e basse dosi, ma dosi > riducono il
rischio di ospedalizzazione
Controllare creatinina e K dopo 1-2 settimane
Effetti negativi
ipotensione: più freq. nei pz disidratati e dopo la prima dose
iperkaliemia
tosse: freq. 8-10%
entro il primo mese di trattamento
scompare dopo 1-2 sett. dalla sospensione
peggioramento funzione renale nei pz con scompenso cardiaco grave (nei quali la
flitrazione glomerulare è più strettamente dipendente da vasocostrizione arteriola
efferente da parte dell’AII)
insufficienza renale acuta anurica
angioedema
Antagonisti recettoriali dell angiotensina II
• Gli antagonisti recettoriali dell angiotensina II possono essere considerati in quei
pazienti che presentano intolleranza agli ACE-inibitori per il trattamento sintomatico
delle scompenso cardiaco (livello di evidenza C).
• Non e chiaro se tale classe di farmaci sia efficace come gli ACE inibitori per ridurrela
mortalità (livello di evidenza B).
•In associazione con gli ACE inibitori possono migliorare i sintomi dello scompenso
cardiaco (livello di evidenza B). L’ angiotensina II può essere prodotta attraverso la via
non ACE (alla periferoia endotelio dei vasi). Ciò è alla base dell ipotesi che l
associazione ACE inibitori + antagonisti recettoriali dell angiotensina II possa essere
efficace.
Nello studio VAL-HeFT, tale associazione non ha dimostrato differenza nella mortalità
complessiva ma ha evidenziato una riduzione dell end-point combinato di tutte le
cause di morte o della morbilità, espressa come ospedalizzazione per insufficienza
cardiaca.
Nei pazienti in terapia con beta-bloccanti è stata osservata tendenza verso un effetto
negativo. Anche nello studio EliteII è stata osservata un interazione negativa tra
losartan e betabloccanti.
Non vi è evidenza che l’ ipotensione arteriosa e l insufficienza renale siano meno
frequenti con i satanici che con gli ACE- inibitori.
I β−BLOCCANTI SONO UGUALI TRA LORO?
• I β-bloccanti sono una classe eterogenea
• Solo tre agenti hanno dimostrato di
migliorare significativamente la
sopravvivenza di pazienti con scompenso
cardiaco lieve e moderato
– Carvedilolo- metoprololo- bisoprololo
• Dimostrazioni che il carvedilolo migliora
significativamente la sopravvivenza di
pazienti con scompenso cardiaco grave
Differenze farmacologiche
tra β-bloccanti
Attivazione simpaticaAttivazione simpatica
RecettoriRecettori
ββ11
RecettoriRecettori
ββ22
RecettoriRecettori
αα11
Danno cardiacoDanno cardiaco
BisoprololoBisoprololo
CarvediloloCarvedilolo
MetoprololoMetoprololo
BloccoBlocco BloccoBlocco Blocco ISA EffettiBlocco ISA Effetti
ββ11 ββ22 αα11 ancillari*ancillari*
CarvediloloCarvedilolo ++++++ +++ ++++++ +++ - +++- +++
MetoprololoMetoprololo ++++++ -- -- - -- -
BisoprololoBisoprololo ++++++ -- -- - -- -
*antiossidante, antiproliferativo*antiossidante, antiproliferativo
ISA – Attività Simpaticomimetica IntrinsecaISA – Attività Simpaticomimetica Intrinseca
Differenze farmacologiche dei β−bloccanti
approvati per lo scompenso cardiaco
4747
7171
5858
Follow-up minimo (mesi):Follow-up minimo (mesi):
Follow-up massimo (mesi):Follow-up massimo (mesi):
Follow-up medio (mesi):Follow-up medio (mesi):
175.447 (=14.621 anni)175.447 (=14.621 anni)
11121112
Mesi complessivi di follow-up:Mesi complessivi di follow-up:
Pz. deceduti al 15 NovPz. deceduti al 15 Nov
2002:2002:
1 Dicembre 19961 Dicembre 1996
15 Gennaio 199915 Gennaio 1999
30293029
15111511
15181518
Primo paziente reclutato:Primo paziente reclutato:
Ultimo paziente reclutato:Ultimo paziente reclutato:
Totale pazienti reclutati:Totale pazienti reclutati:
Carvedilolo:Carvedilolo:
Metoprololo:Metoprololo:
Sviluppo dello studio
Lancet 2003; 362: 7-13
Endpoints primari Carvedilolo Metoprololo
(%)
(%)
-Mortalita’ per 33,9 39,5
tutte le cause
-Mortalità per tutte 73,9 76,4
le cause o ospedalizz.
Betabloccanti I
• Dosi convenzionali di beta bloccanti possono provocare un peggioramento
dello scompenso cardiaco, che può divenire grave o perfino fatale, possono
ridurre eccessivamente la frequenza cardiaca o indurre depressione miocardica.
• Il miglioramento clinico avviene a lungo termine, sebbene all inizio della terapia
possa esservi un peggioramento clinico.
• La dose iniziale deve essere bassa e aumentata lentamente e progressivamente
fino alla dose target usata nei grandi trials clinici e adattata alla risposta
individuale.
• I beta-bloccanti sono raccomandati per il trattamento di tutti i pazienti con
scompenso cardiaco stabile, lieve, moderato o severo, da cardiopatia ischemica e
non ischemica, e ridotta FE, in classe NYIA II-IV, in terapia standard con diuretici e
ACE-inibitori, a meno che non vi sia una controindicazione (livello di evidenza A ).
• Pazienti clinicamente instabili, per i quali si sia dovuta rivedere la terapia o che
siano stati ricoverati in ospedale nei due mesi precedenti o che siano
severamente sintomatici (classe NYHA IV) non possono generalmente essere
considerati per la terapia con beta-bloccanti.
• I beta bloccanti sono raccomandati a lungo termine nei pazienti con disfunzione
sistolica ventricolare sx, con o senza scompenso cardiaco sintomatico
successivo ad IMA, in aggiunta agli ACE-inibitori per ridurre la mortalità (livello di
evidenza B).
• La terapia con carvedilolo, ad esempio, deve essere iniziata sotto controllo
specialistico ospedaliero ed il pz deve essere monitorizzato per 2-3 ore dopo la
dose iniziale e dopo ogni aumento del dosaggio.
• Il dosaggio iniziale raccomandato è di 3,125 mg due volte al dì per due
settimane; se tollerato, deve essere aumentato, non prima di due
settimane, a 6,25 mg, poi 12,5 mg ed infine a 25 mg sempre
due volte al dì.
• Il dosaggio deve essere incrementato fino alla dose più alta tollerata e,
comunque, fino a 25 mg per 2 volte al dì per i pz con peso inferiore a 85 Kg; fino a
50 mg due volte al dì per quelli con peso superiore a 85 Kg.
• E necessario valutare la comparsa di sintomi o segni clinici di peggioramento
dello scompenso cardiaco o la comparsa di ipotensione arteriosa o di riduzione
della frequenza cardiaca prima di procedere ad aumenti di dosaggio. Se vi è
peggioramento clinico, ipotensione arteriosa, bradicardia marcata o ritenzione
idrosalina, deve essere riconsiderato il dosaggio del diuretico, sospendere
temporaneamente la terapia con carvedilolo fino a risoluzione dei sintomi.
Betabloccanti II
β BLOCCANTI
Indicati in tutti i pazienti con scompenso cardiaco sistolico STABILE
Effetti additivi (↓ rischio morte e ospedalizzazione) in pz già trattati
con ACE inibitori
Broncopatia ostruttiva
Bradicardia sintomatica
BAV avanzato
Associazione con ACEi migliora i sintomi e ↓ rischio di morte più che il
semplice ↑ dose di ACEi
in assenza di controindicazioni
Nessuna o minima evidenza di ritenzione o deplezione di volume
No recente trattamento con inotropi
No recente ricovero in terapia intensiva
Se non
PM
Iniziare a basse dosi e aumentare fino al dosaggio pieno, o
dosaggio massimo tollerato
Carvedilolo, Metoprololo, bisoprololo
β BLOCCANTI
La risposta richiede 2-3 mesi
FE: ↓ nelle prime settimane
ritorna al valore iniziale alla 4° settimana
migliora di 5-10 unità al 3° mese
Volume telesistolico
e telediastolico e
Massa V. sx
↓ dal 4° al 12° mese
REVERSE REMODELING
Effetti negativi
ritenzione liquidi
bradicardia, BAV
ipotensione: prev. se anche azione α bloccante (es. carvedilolo)
entro 24-48 ore dalla 1° somministrazione o incremento di dose
Proseguire trattamento, anche se i sintomi non migliorano, per ↓
rischio morte e ospedalizzazione.
Sospendere temporaneamente se peggioramento clinico (ipoperfusione)
Incremento del β-bloccante
Carvedilolo
(dilatrend)
Metoprololo
(seloken)
Bisoprololo
(congescor)
Dose di inizio 3.125 mg x 2 5 mg x 2 1,25 mg/die
Se tollerata la
1° dose
6.25 mg x 2
per 2 settimane
5 mg x 3 per una
settimana
2.5 mg/die
A seguire 12.5 mg x 2 per
una settimana
10 mg x 3 per 2
settimane
3.75 mg/die
25 mg x 2 25 mg x 2 per una
settimana
5.75 mg/die
25 mg x 3 per una
settimana
10 mg/die
50 mg x 2 per una
settimana
Dose massima 50-100 mg/die 150 mg/die 10 mg/die
Spironolattone
• Pz già trattati con diuretici, con ACE inibitori e/o digossina, in classe NYHA III e
IV, dovrebbero essere trattati con basse dosi di spironolattone (25 mg x os), per
migliorare la sopravvivenza e la morbilità (livello di evidenza B).
•L’ aldosterone ha un ruolo importante nella fisiopatologia dello scompenso
cardiaco, promuove la fibrosi vascolare e miocardica, la deplezione del potassio e
del magnesio, l attivazione simpatica, l inibizione parasimpatica e la disfunzione
barocettiva.
• E obbligatorio uno stretto monitoraggio elettrolitico in corso di terapia con
spironolattone ed è necessaria estrema cautela nei pz con insufficienza renale.
ANTAGONISTI ALDOSTERONE (spironolattone)
Indicato a basse dosi (25 mg/die) in pz sintomatici (classe III-IV NYHA)
nonostante trattamento pieno, con creatinina < 2,5 mg/dl e K < 5,5 mmol/l
↓ rischio di morte e ospedalizzazione
↓ deposizione collagene e quindi fibrosi miocardica
ANTAGONISTI RECETTORE ANGIOTENSINA II
In alternativa ad ACE inibitori in presenza di angioedema o tosse
Ancora da definire il ruolo dell’associazione con ACE inibitori
Calcio-antagonisti
• I calcio-antagonisti non sono raccomandati per la terapia dello scompenso cardiaco dovuto a disfunzione
sistolica. In particolare non sono raccomandati il diltiazem e il verapamil e sono controindicati
in associazione con i beta-bloccanti (livello di evidenza C).
• L amlodipina e la felodipina, in aggiunta alla terapia di base con ACE-inibitori ediuretici, non determinano
maggiori benefici sulla sopravvivenza rispetto al placebo (livello di evidenza A).
• Tuttavia possono essere presi in considerazione come terapia aggiuntiva per concomitante ipertensione
arteriosa o angina.
Farmaci antiaritmici
• In generale non vi è indicazione all uso dei farmaci antiaritmici nelle scompenso cardiaco
(livello di evidenza C).
• L indicazione ai farmaci antiaritmici (individualmente) include la fibrillazione atriale (raramente il flutter), la
tachicardia ventricolare non sostenuta o sostenuta.
• Gli antiaritmici di classe I devono essere evitati per i loro effetti pro-aritmici a livello ventricolare e per il loro
effetto contrario sull emodinamica e la prognosi dello scompenso cardiaco (livello di evidenza C).
• Gli antiaritmici di classe II (betabloccanti) possono avere indicazione da soli o in associazione con l amiodarone
o con terapia non farmacologia nella gestione di tachiaritmie sostenute o meno (livello di evidenza C).
• I betabloccanti riducono la morte improvvisa nello scompenso cardiaco (livello di evidenza A).
• L amiodarone, antiaritmico di classe III, è efficace nella maggior parte delle aritmie sopraventricolari e
ventricolari (livello di evidenza B).
• L amiodarone può ripristinare e mantenere il ritmo sinusale in pazienti con scompenso cardiaco e fibrillazione
atriale, anche in presenza di atrio sinistro dilatato, può migliorare il successo della cardioversione elettrica ed è la
terapia di scelta in tale situazione.
• L amiodarone è l unico antiaritmico senza effetti inotropi negativi clinicamente rilevanti.
• Ampi trials hanno però dimostrato che l utilizzazione preventiva dell amiodarone nelle aritmie ventricolari non
TERAPIE ALTERNATIVE E COMPLEMENTARI “FUTURE”
ANTIENDOTELINICI: farmaci antagonisti recettoriali sia selettivi
che misti dei Recettori ET-A e ET-B per l’ Endotelina, contrastandone
la peculiare azione vasocostrittrice e pressoria: Bosentan - Tezosentan
- Enrasentan ( ENABLE trial )
Anti-TNF-α: farmaci che antagonizzano l’effetto miocardico-tossico e
quindi il rimodellamento ventricolare sn e l’effetto inotropo negativo:
Entanercept ( RENEWAL trial)
ACQUARETICI: farmaci antagonisti della vasopressina con inibizione
selettiva dei recettori V1 e V2, con particolare indicazione negli stati
iponatriemici ed anasarcatici: Conivaptan
Agonisti-BNP: il primo peptide natriuretico tipo B ricombinante umano
antagonizza il recettore per il BNP: Nesiritide ( VMAC trial)
INOTROPI POSITIVI non digitalici :un farmaco inibitore delle
fosfodiesterasi, inotropo sensibilizzante del Calcio con attività
vasodilatatrice periferica è il Levosimendan ( LIDO, RUSSLAN trials)
Il peptide natriuretico cerebrale
(BNP= brain natriuretic peptide)
LA STIMOLAZIONE PM BIVENTRICOLARE NELLO SCOMPENSO CARDIACO
VANTAGGI
1) Migliora la Classe Funzionale NYHA e la tolleranza allo sforzo
2) Diminuisce l’iperattività adrenergica ( < norepinefrina plasmatica)
3) Diminuisce gli eventi aritmici ventricolari
4) Riduce le ospedalizzazioni
5) Migliorando la funzione sistolica, regolando il timing di contrazione, più che
l’inotropismo, riduce il consumo miocardico di ossigeno
6) Il miglioramento della funzione cardiaca sembra indipendente dall’entità
dell’accorciamento del QRS e dalla presenza o meno di ritmo sinusale o
fibrillazione atriale
7) I pazienti con S.C. refrattario con severa disfunzione ventricolare sn e > del
QRS, traggono il maggior beneficio, avvantaggiandosi ulteriormente, anche della
terapia farmacologica
Ma……
Non è stata ancora chiaramente dimostrata una riduzione sulla mortalità e sulla
morbilità
PM BIVENTRICOLARE
Pz con difetti di conduzione intraventricolare (QRS allargato) per blocco di
branca sinistra
Migliora coordinazione elettromeccanica e sincronia ventricolare inducendo
REVERSE REMODELING
Migliora qualità di vita, tolleranza all’esercizio, riduce n° ospedalizzazioni.
↓ dimensioni ventricolo sinistro ↑ FE
Evidence-Based Medicine
Secondo i principi della EBM, si devono seguire
nel singolo caso clinico le linee-guida derivanti
dai risultati dei trials clinici controllati….
“…Molti dei problemi che i Geriatri incontrano
nella loro pratica clinica non sono mai stati
osservati né mai lo saranno in trials
controllati…”
Grimley Evans, Age Ageing 1995
“Evidence-Biased
Medicine”
… ma ...
Crescita della popolazione anziana…
0
3
6
9
12
15
18PopolazioneinItalia(milioni)
1900 1930 1960 1990 2020
Anni
Età
0-19 anni
> 60 anni
ISTAT-CNR
(%)
1960-69 1970-79 1980-91
0
20
40
60
80
1919
3636
7373
…e trial controllati nell’IMA con esclusioni per età
Gurwitz et al. JAMA 1992
“The Exclusion of the Elderly and
Women from Clinical Trials in Acute
Myocardial Infarction”
Gurwitz, et al. JAMA 1992
“Exclusion of Elderly and Women from
Coronary Trials: Is Their Quality of
Care Compromised?”
Wenger, JAMA 1992
Cosa ci dicono i grandi
“Randomized Clinical Trials” sullo SCC?
Età 61±11 71±7 67±10 61±10 65±12 63±11
ACE-i ACE-i vs AR-AT1 AR-AT1 ß-blocc. Anti-Aldost. Digitale
Metanalisi ELITE II VAL-HeFT Metanalisi RALES DIG
Pts 12763 Pts 3150 Pts 5011 Pts 9711 Pts 822 Pts 3397
Uomini (%) 81% 70% 71% 73% 73% 78%
NYHA III-IV no IV 48% 40% (III) 46% 95% 33%
Comorbilità no no no no no no
Disabilità no no no no no no
Trial clinici vs. pratica clinica
“Popolazione Target”
≥
Trial Pratica clinica
Età (anni) 50-65 75
Sesso M>F F>M
Diagnosi SCC diagnosi
principale
comorbilità
Terapia mirata allo SC polifarmaco-
terapia
Compliance ottimale variabile,
spesso bassa
Trattamento farmacologico dello SCC nell'anziano:
Italian Network on Congestive Heart Failure (ANMCO)
Del Sindaco D, et al. Ital. Heart J. 2002
<70 anni ( % )
>70 anni ( % )
* p<0.001
0
20
40
60
80
100
*
*
*
Prevalenza(%)
Diuretici ACE-
inibitori
Digitale Beta-
bloccanti
Utilizzazione degli ACE-inibitori in pazienti anziani
affetti da SCC in Residenza Sanitaria Assistenziale
Gambassi, et al. Am. Heart J. 2000
Gli ACE-inibitori sonoGli ACE-inibitori sono
utilizzati in media nel 26%utilizzati in media nel 26%
dei pazienti con SCCdei pazienti con SCC
istituzionalizzatiistituzionalizzati
0
5
10
15
20
25
30
35
65-74 75-84 >85
%ACE-I
uomo
donna
Gruppi di età
La percentuale diLa percentuale di
utilizzazione non differisceutilizzazione non differisce
per sessoper sesso
Esiste un trend età-Esiste un trend età-
correlato nella sotto-correlato nella sotto-
utilizzazioneutilizzazione
26 %
Variabili associate alla sotto-utilizzazione degli
ACE-inibitori in pazienti anziani affetti da SCC
in Residenza Sanitaria Assistenziale
0,6
0,8
1
1,2
Oddsratio
0,89
Età 85+
0,76
Declino
cognitivo
0,75
Disabilità
Gambassi, et al. Am. Heart J. 2000
Sesso
femminile
0,99
Gambassi, et al. Arch. Intern. Med. 2000
Effetto degli ACE-inibitori sulla disabilità in pazienti
anziani con SCC in Residenza Sanitaria Assistenziale
Differenza%
- 35
- 30
- 25
- 20
- 15
- 10
- 5
0
Disabilità
totale
Lieve Moderata Grave
Disabilità
-15
-10
-5
0
5
10
Differenza%
Lieve Moderata Grave
Morte
Ospedalizzazione
Ospedalizzazione
per cardiopatia
Gambassi, et al. Arch. Intern. Med. 2000
Effetto degli ACE-inibitori su mortalità ed ospedalizzazione di
pazienti anziani con SCC in Residenza Sanitaria Assistenziale,
per livelli di disabilità
Patologie associate in anziani con SCC
CHF Italian Study
Rengo F, Bonow RO, Gheorghiade M.
Heart Failure in the Elderly.
Maugeri Found. Book 2000
%dipazienticonSCC
0
10
20
30
40
50
60
0 1 2 3
3.8
15.6
30.6
49.7
N°. Patologie associate
Fig. 4 Comorbidità
in alcune patologie
B
ro
n
c
o
p
o
lm
o
n
ite
S
tro
k
e
T
u
m
o
re
p
o
lm
o
n
e
Ip
.
p
ro
s
ta
tic
a
C
A
D
S
c
o
m
p
e
n
s
o
c
a
rd
ia
c
o
%dipatologieassociate
30
25
20
15
10
5
0
Demenza
Diabete
Ipertensione
BPCO
Muscolochelettriche
Nessuna associazione
5
24
18
4
4
7
3
5
4
6
3
14
12
11
19
8
25
8
14
17
14 15
10
5
8
1717
11
7
3
4
2
Zanocchi M, Nicola E, Corsinovi L, Francisetti F, Amati D, Cerrato F, Ponte E, Luppino A,
Martinelli E, Margolicci A, Molaschi M. Comorbidity in the elderly: a sample of 2373
hospitalized elderly patients
Recenti Prog Med. 2005 Mar;96(3):131-8. Italian
0
20
40
60
80
100
"0" "1-2" "3-4" ">5"
No SCC
SCC
Indice di comorbilità modificato
P < 0.0001 per il trend
(N =129)(N =635) (N =329)(N =181)
Rengo F, et al. Arch. Geront. Geriatr. 1996
%
Livello di comorbilità, in presenza / assenza di SCC
CHF Italian Study
Scompenso Cardiaco Congestizio (SCC)
nell’anziano: gli argomenti in
discussione
• Epidemiologia dello SCC
• Criteri diagnostici di SCC (1): sintomi
• Criteri diagnostici di SCC (2): rilievo di
cardiopatia
• SCC ed Evidence-Based Medicine
• SCC e comorbilità
• SCC e mente
SCC e mente
“Osservatorio Geriatrico Campano”
Caratteristiche di pazienti anziani con e senza SCC
Cacciatore F, et al. J. Am. Geriatr. Soc. 1998
SCC + p
Età (anni) 75.4 ± 7.2 73.7 ± 6.2 0.01
MMSE < 24 (%) 56.8 20.0 0.000
Scolarità 2.8 ± 1.5 3.5 ± 1.4 0.001
GDS 15.3 ± 5.8 10.3 ± 6.1 0.000
PAS (mmHg) 148.2 ± 20.5 145.1 ± 18.9 0.142
PAD (mmHg) 82.8 ± 10.5 82.0 ± 9.0 0.404
FC (bpm) 77.1 ± 13.0 74.7 ± 9.7 0.03
SCC -
Modello aggiustato per: sesso, età,
scolarità, tono dell’umore, ipertensione,
introito di alcool, fumo, fibrillazione atriale,
pressione arteriosa e frequenza cardiaca.
MMSE ≥ 24 (n=247)
MMSE < 24 (n=828)
%prevalenzaSCC
p= 0.028
OR 2.0 (1.1-3.6)
0
4
8
12
16
20
24
SCC e declino cognitivo
Cacciatore F, et al. J. Am. Geriatr. Soc. 1998
Depressione e scompenso cardiaco congestizio
0
10
20
30
40
Popolazione
generale anziana 1
Sintomi depressiviDepressione maggiore
20
5
Prevalenza(%)
Scompenso
cardiaco 2
35
14
1 Penninx BW, et al. JAMA 1998
2 Jiang W, et al. Arch. Intern. Med. 2001
0 100 200 300
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
1.0
Relazione tra depressione e aumentato rischio di morte
in pazienti con SCC
Jiang W, et al. Arch. Intern. Med. 2001
Mortalità in 374 pazienti con CHF (NYHA II-IV),
per livello di depressione (§)
§ Lieve: Beck Depression Inventory >10;
grave: come lieve + screening positivo al DSM-IV
Probabilitàcumulativadi
sopravvivenza
Giorni di follow-up
Depressione grave
Depressione lieve
Non depressione
292 anziani non istituzionalizzati con SCC (75-84 anni, 80±7) – EPESE - Krumholz, et al.
Circulation, 1998
Supporto emozionale e SCC nell’anziano
Senza contatto emozionale Con contatto emozionale
Associazione tra presenza costante di contatti “familiari” ed eventi CV
fatali e non fatali nell’anno dopo la ospedalizzazione per scompenso
cardiaco
0
20
40
60
80
100
<30 31-54 >55 non misurata
FE (%)
0
20
40
60
80
100
65-74 75-84 >85
Età (anni)
IncidenzaeventiCV/anno
Scompenso Cardiaco Congestizio (SCC)
nell’anziano: conclusioni (1)
• Lo SCC ha prevalenza crescente con l’età, e
questo trend è divenuto ancora più evidente
nelle ultime decadi
• Il tasso di ospedalizzazione è nettamente più
elevato, e la mortalità ospedaliera si è ridotta
meno nel corso degli ultimi anni, nei pazienti
anziani rispetto a quelli più giovani con SCC
• Sintomi frequentemente atipici, ed elevata
prevalenza di disfunzione diastolica, rendono
meno facilmente applicabili nel paziente anziano
i criteri diagnostici standard di SCC
Scompenso Cardiaco Congestizio (SCC)
nell’anziano: conclusioni (2)
• Il paziente geriatrico “medio” e quello dei grandi
trial sono molto diversi: la Evidence-Based
Medicine è meno facilmente utilizzabile nel
trattamento dell’anziano con SCC
• Nell’anziano, lo SCC si associa ad un elevato
carico di comorbilità, con una relazione di
causa-effetto ancora non completamente chiara
• Esiste nell’anziano una stretta associazione tra
SCC e profilo cognitivo ed emozionale, il cui
deterioramento è un importante fattore di rischio
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  • 1. CASO CLINICO B.C. è una donna di 88 anni, affetta da fibrillazione atriale permanente decadimento cognitivo di grado moderato a verosimile genesi vascolare ipertensione arteriosa anemia microcitica sideropenica di grado moderato Esiti di gastrorrafia per ulcera gastrica (Aprile 2003) Esiti di colecistectomia per colecistite acuta litiasica (Aprile 2003) Pregressa artroprotesi d’anca bilaterale e di artroprotesi ginocchio destro (2001) Artrosi polistazionale
  • 2. La paziente è stata ricoverata per dispnea ingravescente Ortopnea edemi declivi Peso corporeo (ingresso): 70.3 kg PA (ingresso): 160/60 mmHg ASSESSMENT GERIATRICO Cognitività (SPMSQ) 8/10 Autosufficienza (ADL) 5/6 stato funzionale: disabilità motoria in esiti di artroprotesie di artrosi polistazionale+ disabilità cognitiva comorbilità: FA, anemia
  • 3. Peso corporeo (ingresso): 70.3 kg PA (ingresso): 160/60 mmHg EAB aria-ambiente pH 7.33 - pO2 43.5 - pCO2 66.1 AB (Venturi 28%) pH 7.35 pO2 66.8 pCO2 68.6 ECG Aritmia totale da fibrillazione atriale. FC 80 bpm. RX TORACE (18/05/04) Diffusi infiltrati interstiziali peri ilari bilaterali addensamento parenchimale in regione retrocardiaca sinistra Esiti di pleurite sinistra. Ili ampliati su base vascolare. Cuore con aumento del diametro trasverso. Aorta con placche parietali calcifiche. Il quadro radiologico è compatibile con sovraccarico del piccolo circolo. RX TORACE (20/05/04) Netto rischiaramento, rispetto al’indagine del 18/05/2004 dell’addensamento parenchimale segnalato in regione retrocardiaca sinistra. ECOCARDIOGRAMMA Esame compatibile con CARDIOPATIA IPERTENSIVA con ipertrofia concentrica del ventricolo sinistro che mostra normale cinetica segmentaria e funzione sistolica globale (FE=60%) ma segni indiretti di disfunzione diastolica (in particolare atrio megalia sinistra). Ipertensione polmonare di grado moderato.
  • 4. Prevalenza di SCC nella popolazione generale, per età e sesso 0 2 4 6 8 10 Prevalenza(%) Totale Età (anni) Sesso 65-74 75+ OR 1.93 1.02 - 4.18 OR 1.62 0.93 - 3.59 Dicomano, Italia Marchionni N, et al. Arch. Gerontol. Geriatr. 1996 6.1 Uomini Donne Ho KK, et al. J. Am. Coll. Cardiol. 1993 70-79 80-8950-59 60-6940-4930-39 Prevalenza(n/1.000) 0 20 40 60 80 Età (anni) Framingham, USA
  • 5. Prevalenza di SCC, per età e sesso “Italian Longitudinal Study on Aging (ILSA)” The ILSA Working Group, J. Epidemiol. 1997 0 5 10 15 65-69 70-74 75-9 80-84 Uomini Donne (Anni) (%)
  • 6. Prevalenza di SCC, per età (Australia, 1950 - 1993) 0 5 10 15 20 25 30 35 Prevalenza(n/1000) 1950 1993 55-64 65-74 75-84 85+ Età (anni) 500 400 300 200 100 Variazione%(vs.1950) 0 variazione % Kelly DT, et al. Circulation 1997
  • 7. Tasso di ospedalizzazione per SCC negli USA National Hospital Discharge Survey - NHLBI età 65+ anni 0 50 100 150 200 250 1970 1975 1980 1985 1990 1995 età 45-64 anni No./10,000 AnniNational Center for Health Statistics, 1996
  • 8. Mortalità durante ricovero per SCC negli USA, per età National Hospital Discharge Survey - NHLBI National Center for Health Statistics, 1996 Mortalità(%)Mortalità(%) 1980 1985 19951990 14 12 10 6 4 2 0 8 AnniAnni età 45-64 anni età >65 anni
  • 9. Definizione Scompenso Cardiaco E’ uno stato fisiopatologico in cui un’alterazione della funzione cardiaca è responsabile dell’incapacità del cuore di pompare sangue in quantità sufficiente al fabbisogno metabolico dei tessuti o della capacità di farlo ma a prezzo di un eccessivo incremento della pressione di riempimento ventricolare
  • 10. Definizione Dal punto di vista clinico può essere definito come una sindrome caratterizzata da specifici sintomi (dispnea e affaticamento) Segni (edemi) che insorge come risultato di qualsiasi anomalia strutturale o funzionale in grado di interferire con la capacità del cuore di pompare sangue o di riempirsi adeguatamente
  • 11. SCC con funzione sistolica compromessa o preservata, per gruppi di età 0 5 10 15 20 25 30 35 Prevalenza(%) < 40 40-49 50-59 60-69 70-79 80-89 90-99 > 99 Gruppi di età LVEF < 50% LVEF ≥ 50% Senni M, et al. Circulation 1998
  • 12. 1.0 0.8 0.4 0.6 0.2 0.0 2 3 4 5 61 Anni di follow-up Prognosi dello SCC con funzione sistolica compromessa o preservata Senni M, et al. Circulation 1998 LVEF > 50% LVEF <50% attesa 4 6 8 102 Anni di follow-up Vasan RS, et al. J. Am. Coll. Cardiol. 1999 1.0 0.8 0.4 0.6 0.2 0.0 Framigham Heart StudyRochester Epidemiology Project
  • 13. Cause e classificazione Cardiopatia ischemica Cardiopatia ipertensiva Cardiomiopatie Dilatativa Ipertrofica Restrittiva Valvulopatie Cardiopatie congenite
  • 14. Forme cliniche Sinistro Accumulo di liquidi a monte del ventricolo coinvolto Destro Meccanismo Congestione polmonare Congestione periferica
  • 15. Forme cliniche Acuto IMA esteso Rottura valvolare acuta Cronico Evoluzione di patologia cronica (valvulopatia, cardiopatia ischemica, cardiopatia ipertensiva, cardiomioipatia dilatativa ecc.) Meccanismo
  • 16. Forme cliniche Bassa portata Portata cardiaca insufficiente o non in grado di aumentare a sufficienza durante attività fisica Alta portata Richieste metaboliche aumentate in corso di ipertiroidismo, anemia, gravidanza, fistole AV, beri-beri, malattia di Paget. Meccanismo
  • 17. Forme cliniche Sistolico Alterazione fase di contrazione Diastolico Alterazione fase di rilasciamento e/o riempimento ventricolare Meccanismo
  • 18. Fattori precipitanti Infezioni Maggiore suscettibilità ad infezioni polmonari Aumento richieste metaboliche per febbre, tachicardia, ipossiemia Le richieste metaboliche possono essere soddisfatte solo da un aumento della portata cardiaca che non sempre il cuore è in grado di garantire Anemia Aritmie Tachiaritmie: riducono la durata della fase di riempimento ventricolare Bradicardie: riducono la portata cardiaca (FC X GS) Perdita del contributo atriale al riempimento ventricolare Alterazioni conduzione intraventricolare: riduzione efficacia contrazione ventricolare
  • 19. Fattori precipitanti Ipertensione arteriosa Rapido innalzamento della pressione arteriosa Infarto miocardico Ipertiroidismo Sospensione della terapia
  • 21. Relazione di Frank-Starling P intraventric. (mmHg) = sviluppo di forza 50 100 150 200 250 50 100 150 200 250 Volume ventricolare sinistro (ml) = lunghezza iniziale della fibra miocardica sistole diastole Definizione: entro limiti fisiologici, tanto più il cuore si riempie durante la diastole, tanto maggiore sarà la quantità di sangue pompata in aorta in sistole
  • 22. Fisiopatologia Fattori ischemici meccanici neuro-ormonali inducono il processo di RIMODELLAMENTO VENTRICOLARE che determina una progressiva alterazione delle dimensioni, della forma e della funzionalità ventricolare
  • 24. IMA DILATAZIONE MORFOLOGIA GLOBOSA - ↓ funzione sistolica - alterazione della funzione diastolica perdita acuta di miociti nella zona infartuata ore/giorni: espansione e assottigliamento della zona infartuata (fibrosi) sovraccarico per i miociti residui settimane/mesi CMPD idiopatica rimodellamento simile ad IMA ma senza danno ischemico iniziale Assottigliamento e fibrosi delle pareti
  • 25.
  • 26.
  • 27. E A E A Giovane Anziano Flusso transmitralico Doppler “Age-associated Changes in Left Ventricular Filling Pattern in Normal Subjects” Età (anni) RiempimentoVS(%) 20 40 60 80 0 20 40 60 80 100 riempimento rapido contributo atriale Swinne, et al. J. Am. Coll. Cardiol. 1989
  • 28. Meccanismi di compenso Portata cardiaca insufficiente Meccanismi di compenso neurormonali -Attivazione adrenergica (SNA) -Attivazione sistema renina angiotensina aldosterone (SRAA) Scopo: mantenere adeguata perfusione sistemica Effetto a lungo termine: innescano un circolo vizioso che peggiora la funzionalità cardiaca
  • 29. Meccanismi di compenso neuro- ormonali Portata cardiaca insuff. barocettori Ipoperfusione renale Attivazione SNA VASI: vasocostrizione CUORE: RENE: ↑ FC ↑ contrattilità ↑ produzione renina venosa ↑ PRECARICO Frank Starling Ritenzione Na e H2O angiotensina II aldosterone arteriosa Mantenimento perfusione cuore, SNC Ipoperfusione muscolare, splancnica e renale ↑ POSTCARICO
  • 30. Meccanismi di compenso neuro-ormonali effetti a lungo termine Vasocostrizione venosaVasocostrizione arteriosa Ritenzione liquidi ↑ POSTCARICO SOVRACCARICO EMODINAMICO ↑ richiesta miocardica di O2 Progressione del danno miocardico rimodellamento e fibrosi aldosteroneangiotensina II ↑ PRECARICO ↑ FC ↑ contrattilità
  • 31. Effetti renali dell’insufficienza cardiaca Vasocostrizione arteriola Afferente SNA Angiotensina II ↓ perfusione glomerulare Ischemia renale e danno renale Filtrazione glomerulare Ritenzione liquidi e sovraccarico emodinamico ↑, ma inefficace Vasocostrizione arteriola Efferente ↓
  • 32. Meccanismi di compenso ulteriori Distensione parete atrio sinistro e ventricolo sinistro Sovraccarico emodinamico Fattore natriuretico atriale ↓ attività SNA ↓ produzione renina ↓ produzione aldosterone ↓ resistenze vascolari periferiche ↑ Diuresi e natriuresi N.B. Meccanismo a lungo termine inefficace a contrastare l’attivazione del SNA e del SRAA
  • 33. Classificazione funzionale Meccanismo: ↑ pressione venosa e capillare polmonare con stasi polmonare interstiziale → attivazione recettori polmonari → respiro rapido e superficiale → ↑richieste di O2 per ↑ attività muscoli respiratori → “fame d’aria” Dipendente dal sintomo dispnea Nelle fasi iniziali solo da sforzo, poi anche a riposo Classificata in 4 classi (NYHA) I asintomatici II dispnea per sforzi ordinari III dispnea per sforzi inferiori all’ordinario IV dispnea a riposo
  • 34.
  • 35. Ortopnea Meccanismo: in posizione supina si verifica una ridistribuazione dei liquidi dalle estremità inferiori verso il torace con conseguente congestione venosa polmonare. Dispnea presenta in posizione supina, alleviata dalla posizione seduta.
  • 36. Dispnea parossistica notturna Meccanismo: -Aumento del ritorno venoso in posizione supina-Depressione centri respiratori durante il sonno Gravi episodi di dispnea improvvisa e tosse che insorgono durante la notte e risvegliano il paziente
  • 39. Reperti obiettivi Crepitii/rantoli polmonari bilaterali Versamento pleurico (più frequentemente destro) Epatomegalia dolente (fegato da stasi) Edemi declivi simmetrici Estremità fredde, sudate, possibile cianosi labiale e ungueale Cachessia Anoressia Alterazione assorbimento intestinale ↑richieste O2 per muscoli respiratori Terzo tono
  • 40. JVP (cms) Pressione venosa giugulare normale 4 cm da angolo Louis McGee SR.Physical examination of venous pressure: a critical review. Am Heart J 1998.
  • 41. SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO (Diagnosi: i criteri 1 e 2 sono obbligatori) Guidelines for diagnosis and treatment of CHF-European Society of Cardiology Eur. Heart J., 2003 Devono essere escluse, come causa principale dei sintomi • Anemia • BPCO • Insufficienza renale • Epatopatie • Tireopatie 2 . Rilievo obiettivo di cardiopatia (a riposo) e, in caso di diagnosi dubbia: 3 . Risposta al trattamento specifico 1. Segni e sintomi di scompenso cardiaco (a riposo o durante esercizio)
  • 42. SCOMPENSO CARDIACO DIASTOLICO In assenza del criterio 3 Diagnosi probabile 2. Rilievo oggettivo di normale funzione sistolica del VS entro 72 ore dalle manifestazioni cliniche 3. Rilievo oggettivo di disfunzione diastolica del VS (rilasciamento, riempimento, distensibilità) Criteri diagnostici di certezza 1. Rilievi clinici e strumentali di SCC Vasan RS, et al. Circulation 2002
  • 43. 1. Marcato incremento della PA durante l’episodio di scompenso 2 . Tachiaritmia (specialmente FA) con riduzione del periodo di riempimento come causa scatenante 3 . Scatenamento dell’episodio per infusione e.v. di liquidi 4 . Rilievo ecocardiografico di ipertrofia VS senza asinergie segmentarie 5. Miglioramento clinico in risposta ad un trattamento specifico per la disfunzione diastolica SCOMPENSO CARDIACO DIASTOLICO Criteri che rafforzano la diagnosi probabile Vasan RS, et al. Circulation 2002
  • 44. SCC: i criteri diagnostici delle linee guida ESC... ...quanto spesso sono applicabili / utili nel paziente geriatrico?
  • 45. Lien CT, et al. Eur. J. Heart Fail. 2002 Perdita della autonomia o aggravamento di disabilità preesistente (48%) Altro (14%) Malattia polmonare (10%) Segni e sintomi di scompenso cardiaco (28%) Motivo principale di ricovero ospedaliero in 116 anziani con diagnosi di SCC (età > 65 anni, mediana 86 anni)
  • 46. Perdita della autonomia o aggravamento di disabilità preesistente 48 %  confusione mentale  sonnolenza  attacco vertiginoso  ipotensione sintomatica  cadute  attacco gottoso  stipsi Lien, et al. Eur. J. Heart Fail. 2002 Motivo principale di ricovero ospedaliero in 116 anziani con diagnosi di SCC (età > 65 anni, mediana 86 anni)
  • 47. Esami ematochimici Valutazione di elettroliti e creatinina per monitorare la terapia diuretica, con ace-inibitori e sartanici Valutazione di emocromo, funzione tiroidea etc per ricercare fattori precipitanti l’episodio di scompenso cardiaco
  • 48. ECG -FC -Ritmo -Ischemia in atto o pregressa -Alterazioni metaboliche (elettrolitiche) o farmacologiche (digitale, antiaritmici )
  • 49.
  • 50. RX TORACE -Dimensioni e morfologia ombra cardiaca -Congestione e vascolarizzazione polmonare -Versamento pleurico
  • 51.
  • 52. ECOCARDIOGRAMMA -Dimensioni camere cardiache e spessori parietali -Motilità parietale -Funzione sistolica -Funzione diastolica -Funzionamento valvole cardiache -Ipertensione polmonare -Versamento pericardico
  • 53. Classificazione in stadi Stadio A: pazienti ad alto rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco ma che non hanno disordini strutturali del cuore. Stadio B: pazienti con disordini strutturali del cuore ma che non hanno mai presentato sintomi di scompenso cardiaco. Stadio C: pazienti che hanno avuto o hanno sintomi di scompenso cardiaco associati ad un sottostante disordine strutturale cardiaco. Stadio D: pazienti con alterazioni strutturali avanzate e grave scompenso cardiaco, con sintomi a riposo, che richiedono trattamenti specifici come supporti circolatori meccanici, infusione continua di farmaci inotropi, trapianto cardiaco, ospedalizzazione.
  • 54. Dipendente dal sintomo dispnea Nelle fasi iniziali solo da sforzo, poi anche a riposo Classificata in 4 classi (NYHA) I asintomatici II dispnea per sforzi ordinari III dispnea per sforzi inferiori all’ordinario IV dispnea a riposo Classificazione funzionale
  • 55. Stadio A: pazienti ad alto rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco ma che non hanno disordini strutturali del cuore. • controllo e terapia dell ipertensione arteriosa sistolica e diastolica (evidenza A); • controllo e terapia delle dislipidemie (evidenza B); • controllo dei comportamenti che possono aumentare il rischio di scompenso cardiaco come il consumo di tabacco, alcol e droghe (evidenza C); • terapia con ACE inibitori in pazienti con anamnesi di malattie vascolari e aterosclerotiche, diabete mellito, ipertensione arteriosa, associati fattori di rischio cardiovascolare (evidenza B); • controllo della risposta ventricolare in pz con tachiaritmia sopraventricolare (evidenza B); • terapia delle disfunzioni tiroidee (evidenza C); •valutazione periodica dei segni e sintomi d insufficienza cardiaca (evidenza C). • valutazione non invasiva della funzione ventricolare sinistra in pz con anamnesi familiare di cardiomiopatia o che sono stati sottoposti a trattamenti cardiotossici ( evidenza C).
  • 56. Stadio B: pazienti con disordini strutturali del cuore ma che non hanno mai presentato sintomi di scompenso cardiaco. • terapia con ACE inibitori pz con anamnesi d infarto miocardio recente o remoto indipendentemente dalla frazione di eiezione (livello di evidenza A); • terapia con ACE inibitori in pz con ridotta frazione di eiezione indipendentemente dalla presenza in anamnesi di infarto miocardico (livello di evidenza B); • terapia con betabloccanti in pz con recente infarto miocardico indipendentemente dalla frazione di eiezione (livello di evidenza A); • terapia con betabloccanti in pz con ridotta frazione d eiezione indipendentemente dalla presenza in anamnesi di infarto miocardico (livello di evidenza B); • intervento di protesi valvolare nei pz con stenosi o insufficienza valvolare emodinamicamente significativa (livello di evidenza B); • regolare valutazione dei sintomo e segni di scompenso cardiaco (evidenzaC); • attuare le misure raccomandate per lo stadio A.
  • 57. Stadio C: pazienti che hanno avuto o hanno sintomi di scompenso cardiaco associati ad un sottostante disordine strutturale cardiaco • terapia con diuretici nei pz in cui vi è evidenza di ritenzione idro-salina (evidenza A); • ACE inibitori in tutti i pz se non vi sono controindicazioni (evidenza A); • betabloccanti in tutti i pz stabili se non vi sono controindicazioni cioè i pz non dovrebbero avere ritenzione idrica, o averne in minima quantità, e non dovrebbero essere stati trattati recentemente con farmaci inotropi positivi ev (evidenza A); • digitale per ridurre i sintomi e aumentare la tolleranza allo sforzo, se non vi sono controindicazioni (evidenza A); •sospensione di farmaci conosciuti per avere effetti indesiderati sullo stato del pz, come i farmaci antinfiammatori non steroidei, la maggior parte degli antiaritmici e i calcioant. (B) • attuare le misure raccomandate per lo stadio A e B. • terapia con spironolattone in pz che sono stati o sono in classe funzionale NYHA IV, con funzionalità renale conservata e normale potassiemia (evidenza B) • allenamento all esercizio come approccio per migliorare lo stato clinico in pz ambulatoriali (evidenza A); • uso di farmaci bloccanti il recettore dell angiotensina in pz in trattamento con digitale, diuretici e betabloccanti e che non possono usare gli ACE inibitori (evidenza A); • associazione di idralazina e nitrati in pz trattati con digitale, diuretici e betabloccanti che non possono assumere ACE inibitori per ipotensione o funzionalità renale compromessa B • aggiunta di un sartanico ad un ACE inibitore (livello di evidenza B).
  • 58. Stadio D: pazienti con alterazioni strutturali avanzate e grave scompenso cardiaco, con sintomi a riposo, che richiedono trattamenti specifici come supporti circolatori meccanici, infusione continua di farmaci inotropi, trapianto cardiaco, ospedalizzazione. • attuare le misure raccomandate per lo stadio A, B e C; • diagnosi accurata e controllo della ritenzione idro-salina; • i pz in questo stadio rispondono bene all uso contemporaneo di ACE inibitori e betabloccanti, come quelli con insufficienza cardiaca lieve o moderata, ma hanno un rischio elevato di sviluppare ipotensione ed insufficienza renale dopo ACE inibitori e peggiorare il loro stato clinico dopo betabloccanti. Tali pz possono tollerare bassi dosaggi di tali farmaci • indirizzare al trapianto, se c è indicazione; • indirizzare ad un esperto nella gestione dell insufficienza cardiaca refrattaria. • sostituzione valvolare mitralico per valvulopatia severa.
  • 59. Cortex Medulla Thiazides Inhibit active exchange of Cl-Na in the cortical diluting segment of the ascending loop of Henle K-sparing Inhibit reabsorption of Na in the distal convoluted and collecting tubule Loop diuretics Inhibit exchange of Cl-Na-K in the thick segment of the ascending loop of Henle Loop of Henle Collecting tubule DIURETICS
  • 60. Diuretici dell ansa e tiazidici • I diuretici sono essenziali per il trattamento sintomatico dello scompenso cardiaco, quando siano presenti segni di ritenzione idro-salina (edema polmonare, elevato turgore delle vene giugulari o edemi declivi) o dispnea (livello di evidenza A). • I diuretici dovrebbero essere sempre somministrati in associazione con gli ACE inibitori (livello di evidenza C). • Deve essere usato il più basso dosaggio di diuretico necessario per eliminare la ritenzione idro-salina e la dispnea. • Abitualmente 50 mg di furosemide per os, producono una risposta soddisfacente in pazienti precedentemente non trattati, con funzione renale conservata; la dose può essere raddoppiata dopo 2-3 g. • Pazienti con scompenso cardiaco lieve o moderato, con funzione renale conservata, in terapia con ACE-inibitori, rispondono di solito, a dosi di furosemide di 80 mg . • Se è presente insufficienza renale lieve o moderata, è necessario somministrare 80 mg di furosemide per due volte al giorno; dosi elevate di furosemide sono richieste per paz con funzione renale severamente compromessa. • I diuretici tiazidici possono essere usati per il trattamento dello scompenso cardiaco ma sono riservati alla monoterapia per i pazienti con patologia meno severa (senza edema polmonare o ritmo di galoppo, con lieve edema delle gambe o modico aumento della pressione giugulare) e con funzione renale normale. • I tiazidici sono meno efficaci se il filtrato glomerulare è al di sotto di 30 ml/min (tale situazione è comunemente presente nei paz. anziani con insufficienza renale). • Nell insufficienza cardiaca severa i tiazidici hanno un effetto sinergico con i diuretici dell ansa e possono essere usati in combinazione con essi.
  • 61. DIURETICI Efficacia sintomatica Più rapida (ore/ giorni) rispetto a ACE inibitori e ß bloccanti (sett/mesi) Non possono essere utilizzati in monoterapia (incapaci di mantenere stabilità a lungo termine) Obiettivo: calo ponderale 0,5-1 kg/die Proseguire trattamento anche dopo la risoluzione dei sintomi Quali? Diuretici dell’ansa (furosemide) Sono i più utilizzati, mantengono efficacia anche con funzione renale compromessa Tiazidici Perdono efficacia per clearance creatinina < 20 ml/min Talvolta utilizzati (metolazone) in associazione a furosemide per pz refrattari
  • 62. DIURETICI Effetti negativi ipokaliemia ipotensione peggioramento funzione renale Nel trattamento cronico: inibizione (↑ riassorbimento Na) Pz refrattari Meccanismo: ↓ assorbimento intestinale per edema parete e riduzione flusso splancico nell’insufficienza cardiaca scompensata Possibili soluzioni: -somministrazione ev (anche continua) -associazione diuretico dell’ansa + tiazidico (blocco sequenziale del nefrone) -dopamina a dosaggio renale Attenzione! FANS e inibitori COX2 ↓ azione diuretici e peggiorano funzionalità renale nei pz in trattamento con diuretici
  • 63. Utilizzo di inotropi ev: Pz refrattari ai diuretici Meccanismo: ↓ assorbimento intestinale per edema parete e riduzione flusso splancico nell’insufficienza cardiaca scompensata Possibili soluzioni: -somministrazione ev (anche continua) -associazione diuretico dell’ansa + tiazidico (blocco sequenziale de nefrone) -dopamina a dosaggio renale Associazione di Dopamina a dosaggio renale Vasodilatazione renale, miglioramento diuresi Dobutamina Effetto inotropo con ↑ portata cardiaca e ↓ pressioni di riempimento con modeste variazioni FC
  • 64. Meccanismo dell’azione inotropa della digitale: Azioni della digitale: -inotropa + -cronotropa - -dromotropa - -batmotropa +
  • 65. Digossina La terapia con digossina è indicata: 1. in tutti i pz con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale in cui sia necessario controllare la frequenza ventricolare (livello di evidenza B); 2. nei pz in classe NYHA III e IV: • in ritmo sinusale, sintomatici, nonostante la terapia con diuretici e ACE inibitori (livello di evidenza B); • che abbiano avuto più di un ricovero per scompenso cardiaco (livello di evidenza B); • con frazione d eiezione molto bassa o con cardiomegalia (CTR > 0,55 ); 3. nei pz in scompenso cardiaco, trattati con terapia diuretica che non tollerano gli ACE inibitori o i sartanici. La terapia con digossina, nello scompenso cardiaco, non è un alternativa a quella con ACE-inibitori poiché il beneficio sintomatico è minore e non riduce la mortalità. La terapia di associazione, nitroderivati e idralazina, può essere considerata un alternativa alla digossina o essere usata in combinazione. In associazione con la terapia diuretica, la digossina riduce i sintomi e i segni insufficienza cardiaca e migliora la capacità di esercizio. • La combinazione di digossina e beta-bloccanti è superiore all uno o all altro trattamento da solo (livello di evidenza C). Le controindicazioni all utilizzazione della digossina comprendono la bradicardia, il blocco AV di II e III grado, la sindrome del nodo del seno, la sindrome di Wolff-Parkinson-White, la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, l ipokaliemia e ipercalciemia. La dose media giornaliera di digossina è di 0,25 mg e la concentrazione serica allo steadystate, dopo un mese di terapia, a 6 ore dalla somministrazione, deve essere di 0,86 ng/ml e di 0,80 ng/ml dopo un anno. Nell anziano il dosaggio e di 0,0625-0,125.
  • 66. DIGITALE Meccanismi d’azione Indicata nei pz sintomatici nonostante trattamento con ACE inibitori e β bloccanti. Inibizione Na/K ATPasi Cuore: ↑ inotropismo Fibre vagali afferenti: sensibilizzazione recettori e ↓ attività SNA Rene: ↓ riassorbimento tubulare Na Antagonismo sistemi neurormonali Indipendentemente da ritmo cardiaco, causa scompenso cardiaco, pat. concomitanti, migliora sintomi, qualità di vita. Scarso effetto sulla mortalità. Non suff. come unico inotropo nello scompenso acuto severo. Dose di inizio e mantenimento 0,125-0,25 mg/die. (0,125 mg preferibile negli anziani) Livello ematico utile per valutare tossicità, non efficacia.
  • 67. DIGITALE Controindicazioni Effetti negativi aritmie sintomi GI: anoressia, nausea, vomito sintomi neurologici: disorientamento, confusione Malattia del nodo del seno BAV Attenzione per trattamento concomitante con farmaci che rallentano la conduzione SA o AV (amiodarone, β bloccanti)
  • 68. ACE inibitori • Gli ACE inibitori sono raccomandati come terapia di prima linea in pazienti con disfunzione sistolica ventricolare sx espressa come FE<40-45% (evidenza A) devono essere utilizzati ai dosaggi dimostratisi efficaci nei trials clinici controllati di studio sullo scompenso cardiaco (livello di evidenza A ). • Tutti i pz con scompenso cardiaco sintomatico da disfunzione ventricolare sx devono essere trattati con ACE inibitori (livello di evidenza A ). • Il trattamento va iniziato con bassi dosaggi e deve essere raggiunto il dosaggio massimo consigliato, se tollerato, per ridurre la mortalità e la morbilità. • Non è necessario interrompere o ridurre il diuretico iniziando l ACE inibitore. • Se c è rischio di ipoperfusione cerebrale o renale si può ridurre il dosaggio del diuretico (se non ci sono segni di ritenzione idro-salina) o sospendere altri farmaci ipotensivi (nitrati, Ca-antagonisti, alfa-bloccanti), se non prescritti per specifiche indicazioni. • Livelli pressori bassi (<90 mmHg) durante terapia con ACE inibitori sono accettabili se il paziente è asintomatico • La tosse causata da ACE inibitori può essere trattata con Na-cromoglicato
  • 69. ACE INIBITORI Indicati in tutti i pazienti con scompenso cardiaco sistolico e/o dilatazione ventricolo sinistro, in assenza di controindicazioni Di solito associati a ß bloccanti e talvolta a digitale angioedema insuff. renale acuta anurica con attenzione: PA sistolica < 80 mmHg creatinina > 3 mg/dl stenosi bilat. arterie renali K > 5,5 mmol/l Sempre associati a diuretici nei pz con pregressi episodi di ritenzione idrica La risposta richiede settimane o mesi Proseguire trattamento, anche se i sintomi non migliorano, per ↓ rischio morte e ospedalizzazione No differenze su sintomi e sopravvivenza tra i diversi ACEi
  • 70. ACE INIBITORI Iniziare a basse dosi e aumentare fino al dosaggio pieno, o dosaggio massimo tollerato No differenze su sintomi e sopravvivenza tra alte e basse dosi, ma dosi > riducono il rischio di ospedalizzazione Controllare creatinina e K dopo 1-2 settimane Effetti negativi ipotensione: più freq. nei pz disidratati e dopo la prima dose iperkaliemia tosse: freq. 8-10% entro il primo mese di trattamento scompare dopo 1-2 sett. dalla sospensione peggioramento funzione renale nei pz con scompenso cardiaco grave (nei quali la flitrazione glomerulare è più strettamente dipendente da vasocostrizione arteriola efferente da parte dell’AII) insufficienza renale acuta anurica angioedema
  • 71. Antagonisti recettoriali dell angiotensina II • Gli antagonisti recettoriali dell angiotensina II possono essere considerati in quei pazienti che presentano intolleranza agli ACE-inibitori per il trattamento sintomatico delle scompenso cardiaco (livello di evidenza C). • Non e chiaro se tale classe di farmaci sia efficace come gli ACE inibitori per ridurrela mortalità (livello di evidenza B). •In associazione con gli ACE inibitori possono migliorare i sintomi dello scompenso cardiaco (livello di evidenza B). L’ angiotensina II può essere prodotta attraverso la via non ACE (alla periferoia endotelio dei vasi). Ciò è alla base dell ipotesi che l associazione ACE inibitori + antagonisti recettoriali dell angiotensina II possa essere efficace. Nello studio VAL-HeFT, tale associazione non ha dimostrato differenza nella mortalità complessiva ma ha evidenziato una riduzione dell end-point combinato di tutte le cause di morte o della morbilità, espressa come ospedalizzazione per insufficienza cardiaca. Nei pazienti in terapia con beta-bloccanti è stata osservata tendenza verso un effetto negativo. Anche nello studio EliteII è stata osservata un interazione negativa tra losartan e betabloccanti. Non vi è evidenza che l’ ipotensione arteriosa e l insufficienza renale siano meno frequenti con i satanici che con gli ACE- inibitori.
  • 72. I β−BLOCCANTI SONO UGUALI TRA LORO? • I β-bloccanti sono una classe eterogenea • Solo tre agenti hanno dimostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza di pazienti con scompenso cardiaco lieve e moderato – Carvedilolo- metoprololo- bisoprololo • Dimostrazioni che il carvedilolo migliora significativamente la sopravvivenza di pazienti con scompenso cardiaco grave
  • 73. Differenze farmacologiche tra β-bloccanti Attivazione simpaticaAttivazione simpatica RecettoriRecettori ββ11 RecettoriRecettori ββ22 RecettoriRecettori αα11 Danno cardiacoDanno cardiaco BisoprololoBisoprololo CarvediloloCarvedilolo MetoprololoMetoprololo
  • 74. BloccoBlocco BloccoBlocco Blocco ISA EffettiBlocco ISA Effetti ββ11 ββ22 αα11 ancillari*ancillari* CarvediloloCarvedilolo ++++++ +++ ++++++ +++ - +++- +++ MetoprololoMetoprololo ++++++ -- -- - -- - BisoprololoBisoprololo ++++++ -- -- - -- - *antiossidante, antiproliferativo*antiossidante, antiproliferativo ISA – Attività Simpaticomimetica IntrinsecaISA – Attività Simpaticomimetica Intrinseca Differenze farmacologiche dei β−bloccanti approvati per lo scompenso cardiaco
  • 75. 4747 7171 5858 Follow-up minimo (mesi):Follow-up minimo (mesi): Follow-up massimo (mesi):Follow-up massimo (mesi): Follow-up medio (mesi):Follow-up medio (mesi): 175.447 (=14.621 anni)175.447 (=14.621 anni) 11121112 Mesi complessivi di follow-up:Mesi complessivi di follow-up: Pz. deceduti al 15 NovPz. deceduti al 15 Nov 2002:2002: 1 Dicembre 19961 Dicembre 1996 15 Gennaio 199915 Gennaio 1999 30293029 15111511 15181518 Primo paziente reclutato:Primo paziente reclutato: Ultimo paziente reclutato:Ultimo paziente reclutato: Totale pazienti reclutati:Totale pazienti reclutati: Carvedilolo:Carvedilolo: Metoprololo:Metoprololo: Sviluppo dello studio Lancet 2003; 362: 7-13
  • 76. Endpoints primari Carvedilolo Metoprololo (%) (%) -Mortalita’ per 33,9 39,5 tutte le cause -Mortalità per tutte 73,9 76,4 le cause o ospedalizz.
  • 77. Betabloccanti I • Dosi convenzionali di beta bloccanti possono provocare un peggioramento dello scompenso cardiaco, che può divenire grave o perfino fatale, possono ridurre eccessivamente la frequenza cardiaca o indurre depressione miocardica. • Il miglioramento clinico avviene a lungo termine, sebbene all inizio della terapia possa esservi un peggioramento clinico. • La dose iniziale deve essere bassa e aumentata lentamente e progressivamente fino alla dose target usata nei grandi trials clinici e adattata alla risposta individuale. • I beta-bloccanti sono raccomandati per il trattamento di tutti i pazienti con scompenso cardiaco stabile, lieve, moderato o severo, da cardiopatia ischemica e non ischemica, e ridotta FE, in classe NYIA II-IV, in terapia standard con diuretici e ACE-inibitori, a meno che non vi sia una controindicazione (livello di evidenza A ). • Pazienti clinicamente instabili, per i quali si sia dovuta rivedere la terapia o che siano stati ricoverati in ospedale nei due mesi precedenti o che siano severamente sintomatici (classe NYHA IV) non possono generalmente essere considerati per la terapia con beta-bloccanti. • I beta bloccanti sono raccomandati a lungo termine nei pazienti con disfunzione sistolica ventricolare sx, con o senza scompenso cardiaco sintomatico successivo ad IMA, in aggiunta agli ACE-inibitori per ridurre la mortalità (livello di evidenza B).
  • 78. • La terapia con carvedilolo, ad esempio, deve essere iniziata sotto controllo specialistico ospedaliero ed il pz deve essere monitorizzato per 2-3 ore dopo la dose iniziale e dopo ogni aumento del dosaggio. • Il dosaggio iniziale raccomandato è di 3,125 mg due volte al dì per due settimane; se tollerato, deve essere aumentato, non prima di due settimane, a 6,25 mg, poi 12,5 mg ed infine a 25 mg sempre due volte al dì. • Il dosaggio deve essere incrementato fino alla dose più alta tollerata e, comunque, fino a 25 mg per 2 volte al dì per i pz con peso inferiore a 85 Kg; fino a 50 mg due volte al dì per quelli con peso superiore a 85 Kg. • E necessario valutare la comparsa di sintomi o segni clinici di peggioramento dello scompenso cardiaco o la comparsa di ipotensione arteriosa o di riduzione della frequenza cardiaca prima di procedere ad aumenti di dosaggio. Se vi è peggioramento clinico, ipotensione arteriosa, bradicardia marcata o ritenzione idrosalina, deve essere riconsiderato il dosaggio del diuretico, sospendere temporaneamente la terapia con carvedilolo fino a risoluzione dei sintomi. Betabloccanti II
  • 79. β BLOCCANTI Indicati in tutti i pazienti con scompenso cardiaco sistolico STABILE Effetti additivi (↓ rischio morte e ospedalizzazione) in pz già trattati con ACE inibitori Broncopatia ostruttiva Bradicardia sintomatica BAV avanzato Associazione con ACEi migliora i sintomi e ↓ rischio di morte più che il semplice ↑ dose di ACEi in assenza di controindicazioni Nessuna o minima evidenza di ritenzione o deplezione di volume No recente trattamento con inotropi No recente ricovero in terapia intensiva Se non PM Iniziare a basse dosi e aumentare fino al dosaggio pieno, o dosaggio massimo tollerato Carvedilolo, Metoprololo, bisoprololo
  • 80. β BLOCCANTI La risposta richiede 2-3 mesi FE: ↓ nelle prime settimane ritorna al valore iniziale alla 4° settimana migliora di 5-10 unità al 3° mese Volume telesistolico e telediastolico e Massa V. sx ↓ dal 4° al 12° mese REVERSE REMODELING Effetti negativi ritenzione liquidi bradicardia, BAV ipotensione: prev. se anche azione α bloccante (es. carvedilolo) entro 24-48 ore dalla 1° somministrazione o incremento di dose Proseguire trattamento, anche se i sintomi non migliorano, per ↓ rischio morte e ospedalizzazione. Sospendere temporaneamente se peggioramento clinico (ipoperfusione)
  • 81. Incremento del β-bloccante Carvedilolo (dilatrend) Metoprololo (seloken) Bisoprololo (congescor) Dose di inizio 3.125 mg x 2 5 mg x 2 1,25 mg/die Se tollerata la 1° dose 6.25 mg x 2 per 2 settimane 5 mg x 3 per una settimana 2.5 mg/die A seguire 12.5 mg x 2 per una settimana 10 mg x 3 per 2 settimane 3.75 mg/die 25 mg x 2 25 mg x 2 per una settimana 5.75 mg/die 25 mg x 3 per una settimana 10 mg/die 50 mg x 2 per una settimana Dose massima 50-100 mg/die 150 mg/die 10 mg/die
  • 82. Spironolattone • Pz già trattati con diuretici, con ACE inibitori e/o digossina, in classe NYHA III e IV, dovrebbero essere trattati con basse dosi di spironolattone (25 mg x os), per migliorare la sopravvivenza e la morbilità (livello di evidenza B). •L’ aldosterone ha un ruolo importante nella fisiopatologia dello scompenso cardiaco, promuove la fibrosi vascolare e miocardica, la deplezione del potassio e del magnesio, l attivazione simpatica, l inibizione parasimpatica e la disfunzione barocettiva. • E obbligatorio uno stretto monitoraggio elettrolitico in corso di terapia con spironolattone ed è necessaria estrema cautela nei pz con insufficienza renale.
  • 83. ANTAGONISTI ALDOSTERONE (spironolattone) Indicato a basse dosi (25 mg/die) in pz sintomatici (classe III-IV NYHA) nonostante trattamento pieno, con creatinina < 2,5 mg/dl e K < 5,5 mmol/l ↓ rischio di morte e ospedalizzazione ↓ deposizione collagene e quindi fibrosi miocardica ANTAGONISTI RECETTORE ANGIOTENSINA II In alternativa ad ACE inibitori in presenza di angioedema o tosse Ancora da definire il ruolo dell’associazione con ACE inibitori
  • 84. Calcio-antagonisti • I calcio-antagonisti non sono raccomandati per la terapia dello scompenso cardiaco dovuto a disfunzione sistolica. In particolare non sono raccomandati il diltiazem e il verapamil e sono controindicati in associazione con i beta-bloccanti (livello di evidenza C). • L amlodipina e la felodipina, in aggiunta alla terapia di base con ACE-inibitori ediuretici, non determinano maggiori benefici sulla sopravvivenza rispetto al placebo (livello di evidenza A). • Tuttavia possono essere presi in considerazione come terapia aggiuntiva per concomitante ipertensione arteriosa o angina. Farmaci antiaritmici • In generale non vi è indicazione all uso dei farmaci antiaritmici nelle scompenso cardiaco (livello di evidenza C). • L indicazione ai farmaci antiaritmici (individualmente) include la fibrillazione atriale (raramente il flutter), la tachicardia ventricolare non sostenuta o sostenuta. • Gli antiaritmici di classe I devono essere evitati per i loro effetti pro-aritmici a livello ventricolare e per il loro effetto contrario sull emodinamica e la prognosi dello scompenso cardiaco (livello di evidenza C). • Gli antiaritmici di classe II (betabloccanti) possono avere indicazione da soli o in associazione con l amiodarone o con terapia non farmacologia nella gestione di tachiaritmie sostenute o meno (livello di evidenza C). • I betabloccanti riducono la morte improvvisa nello scompenso cardiaco (livello di evidenza A). • L amiodarone, antiaritmico di classe III, è efficace nella maggior parte delle aritmie sopraventricolari e ventricolari (livello di evidenza B). • L amiodarone può ripristinare e mantenere il ritmo sinusale in pazienti con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale, anche in presenza di atrio sinistro dilatato, può migliorare il successo della cardioversione elettrica ed è la terapia di scelta in tale situazione. • L amiodarone è l unico antiaritmico senza effetti inotropi negativi clinicamente rilevanti. • Ampi trials hanno però dimostrato che l utilizzazione preventiva dell amiodarone nelle aritmie ventricolari non
  • 85. TERAPIE ALTERNATIVE E COMPLEMENTARI “FUTURE” ANTIENDOTELINICI: farmaci antagonisti recettoriali sia selettivi che misti dei Recettori ET-A e ET-B per l’ Endotelina, contrastandone la peculiare azione vasocostrittrice e pressoria: Bosentan - Tezosentan - Enrasentan ( ENABLE trial ) Anti-TNF-α: farmaci che antagonizzano l’effetto miocardico-tossico e quindi il rimodellamento ventricolare sn e l’effetto inotropo negativo: Entanercept ( RENEWAL trial) ACQUARETICI: farmaci antagonisti della vasopressina con inibizione selettiva dei recettori V1 e V2, con particolare indicazione negli stati iponatriemici ed anasarcatici: Conivaptan Agonisti-BNP: il primo peptide natriuretico tipo B ricombinante umano antagonizza il recettore per il BNP: Nesiritide ( VMAC trial) INOTROPI POSITIVI non digitalici :un farmaco inibitore delle fosfodiesterasi, inotropo sensibilizzante del Calcio con attività vasodilatatrice periferica è il Levosimendan ( LIDO, RUSSLAN trials)
  • 86. Il peptide natriuretico cerebrale (BNP= brain natriuretic peptide)
  • 87. LA STIMOLAZIONE PM BIVENTRICOLARE NELLO SCOMPENSO CARDIACO VANTAGGI 1) Migliora la Classe Funzionale NYHA e la tolleranza allo sforzo 2) Diminuisce l’iperattività adrenergica ( < norepinefrina plasmatica) 3) Diminuisce gli eventi aritmici ventricolari 4) Riduce le ospedalizzazioni 5) Migliorando la funzione sistolica, regolando il timing di contrazione, più che l’inotropismo, riduce il consumo miocardico di ossigeno 6) Il miglioramento della funzione cardiaca sembra indipendente dall’entità dell’accorciamento del QRS e dalla presenza o meno di ritmo sinusale o fibrillazione atriale 7) I pazienti con S.C. refrattario con severa disfunzione ventricolare sn e > del QRS, traggono il maggior beneficio, avvantaggiandosi ulteriormente, anche della terapia farmacologica Ma…… Non è stata ancora chiaramente dimostrata una riduzione sulla mortalità e sulla morbilità
  • 88. PM BIVENTRICOLARE Pz con difetti di conduzione intraventricolare (QRS allargato) per blocco di branca sinistra Migliora coordinazione elettromeccanica e sincronia ventricolare inducendo REVERSE REMODELING Migliora qualità di vita, tolleranza all’esercizio, riduce n° ospedalizzazioni. ↓ dimensioni ventricolo sinistro ↑ FE
  • 89. Evidence-Based Medicine Secondo i principi della EBM, si devono seguire nel singolo caso clinico le linee-guida derivanti dai risultati dei trials clinici controllati…. “…Molti dei problemi che i Geriatri incontrano nella loro pratica clinica non sono mai stati osservati né mai lo saranno in trials controllati…” Grimley Evans, Age Ageing 1995 “Evidence-Biased Medicine” … ma ...
  • 90. Crescita della popolazione anziana… 0 3 6 9 12 15 18PopolazioneinItalia(milioni) 1900 1930 1960 1990 2020 Anni Età 0-19 anni > 60 anni ISTAT-CNR (%) 1960-69 1970-79 1980-91 0 20 40 60 80 1919 3636 7373 …e trial controllati nell’IMA con esclusioni per età Gurwitz et al. JAMA 1992
  • 91. “The Exclusion of the Elderly and Women from Clinical Trials in Acute Myocardial Infarction” Gurwitz, et al. JAMA 1992 “Exclusion of Elderly and Women from Coronary Trials: Is Their Quality of Care Compromised?” Wenger, JAMA 1992
  • 92. Cosa ci dicono i grandi “Randomized Clinical Trials” sullo SCC? Età 61±11 71±7 67±10 61±10 65±12 63±11 ACE-i ACE-i vs AR-AT1 AR-AT1 ß-blocc. Anti-Aldost. Digitale Metanalisi ELITE II VAL-HeFT Metanalisi RALES DIG Pts 12763 Pts 3150 Pts 5011 Pts 9711 Pts 822 Pts 3397 Uomini (%) 81% 70% 71% 73% 73% 78% NYHA III-IV no IV 48% 40% (III) 46% 95% 33% Comorbilità no no no no no no Disabilità no no no no no no
  • 93. Trial clinici vs. pratica clinica “Popolazione Target” ≥ Trial Pratica clinica Età (anni) 50-65 75 Sesso M>F F>M Diagnosi SCC diagnosi principale comorbilità Terapia mirata allo SC polifarmaco- terapia Compliance ottimale variabile, spesso bassa
  • 94. Trattamento farmacologico dello SCC nell'anziano: Italian Network on Congestive Heart Failure (ANMCO) Del Sindaco D, et al. Ital. Heart J. 2002 <70 anni ( % ) >70 anni ( % ) * p<0.001 0 20 40 60 80 100 * * * Prevalenza(%) Diuretici ACE- inibitori Digitale Beta- bloccanti
  • 95. Utilizzazione degli ACE-inibitori in pazienti anziani affetti da SCC in Residenza Sanitaria Assistenziale Gambassi, et al. Am. Heart J. 2000 Gli ACE-inibitori sonoGli ACE-inibitori sono utilizzati in media nel 26%utilizzati in media nel 26% dei pazienti con SCCdei pazienti con SCC istituzionalizzatiistituzionalizzati 0 5 10 15 20 25 30 35 65-74 75-84 >85 %ACE-I uomo donna Gruppi di età La percentuale diLa percentuale di utilizzazione non differisceutilizzazione non differisce per sessoper sesso Esiste un trend età-Esiste un trend età- correlato nella sotto-correlato nella sotto- utilizzazioneutilizzazione 26 %
  • 96. Variabili associate alla sotto-utilizzazione degli ACE-inibitori in pazienti anziani affetti da SCC in Residenza Sanitaria Assistenziale 0,6 0,8 1 1,2 Oddsratio 0,89 Età 85+ 0,76 Declino cognitivo 0,75 Disabilità Gambassi, et al. Am. Heart J. 2000 Sesso femminile 0,99
  • 97. Gambassi, et al. Arch. Intern. Med. 2000 Effetto degli ACE-inibitori sulla disabilità in pazienti anziani con SCC in Residenza Sanitaria Assistenziale Differenza% - 35 - 30 - 25 - 20 - 15 - 10 - 5 0 Disabilità totale Lieve Moderata Grave
  • 98. Disabilità -15 -10 -5 0 5 10 Differenza% Lieve Moderata Grave Morte Ospedalizzazione Ospedalizzazione per cardiopatia Gambassi, et al. Arch. Intern. Med. 2000 Effetto degli ACE-inibitori su mortalità ed ospedalizzazione di pazienti anziani con SCC in Residenza Sanitaria Assistenziale, per livelli di disabilità
  • 99. Patologie associate in anziani con SCC CHF Italian Study Rengo F, Bonow RO, Gheorghiade M. Heart Failure in the Elderly. Maugeri Found. Book 2000 %dipazienticonSCC 0 10 20 30 40 50 60 0 1 2 3 3.8 15.6 30.6 49.7 N°. Patologie associate
  • 100. Fig. 4 Comorbidità in alcune patologie B ro n c o p o lm o n ite S tro k e T u m o re p o lm o n e Ip . p ro s ta tic a C A D S c o m p e n s o c a rd ia c o %dipatologieassociate 30 25 20 15 10 5 0 Demenza Diabete Ipertensione BPCO Muscolochelettriche Nessuna associazione 5 24 18 4 4 7 3 5 4 6 3 14 12 11 19 8 25 8 14 17 14 15 10 5 8 1717 11 7 3 4 2 Zanocchi M, Nicola E, Corsinovi L, Francisetti F, Amati D, Cerrato F, Ponte E, Luppino A, Martinelli E, Margolicci A, Molaschi M. Comorbidity in the elderly: a sample of 2373 hospitalized elderly patients Recenti Prog Med. 2005 Mar;96(3):131-8. Italian
  • 101. 0 20 40 60 80 100 "0" "1-2" "3-4" ">5" No SCC SCC Indice di comorbilità modificato P < 0.0001 per il trend (N =129)(N =635) (N =329)(N =181) Rengo F, et al. Arch. Geront. Geriatr. 1996 % Livello di comorbilità, in presenza / assenza di SCC CHF Italian Study
  • 102. Scompenso Cardiaco Congestizio (SCC) nell’anziano: gli argomenti in discussione • Epidemiologia dello SCC • Criteri diagnostici di SCC (1): sintomi • Criteri diagnostici di SCC (2): rilievo di cardiopatia • SCC ed Evidence-Based Medicine • SCC e comorbilità • SCC e mente
  • 103. SCC e mente “Osservatorio Geriatrico Campano” Caratteristiche di pazienti anziani con e senza SCC Cacciatore F, et al. J. Am. Geriatr. Soc. 1998 SCC + p Età (anni) 75.4 ± 7.2 73.7 ± 6.2 0.01 MMSE < 24 (%) 56.8 20.0 0.000 Scolarità 2.8 ± 1.5 3.5 ± 1.4 0.001 GDS 15.3 ± 5.8 10.3 ± 6.1 0.000 PAS (mmHg) 148.2 ± 20.5 145.1 ± 18.9 0.142 PAD (mmHg) 82.8 ± 10.5 82.0 ± 9.0 0.404 FC (bpm) 77.1 ± 13.0 74.7 ± 9.7 0.03 SCC -
  • 104. Modello aggiustato per: sesso, età, scolarità, tono dell’umore, ipertensione, introito di alcool, fumo, fibrillazione atriale, pressione arteriosa e frequenza cardiaca. MMSE ≥ 24 (n=247) MMSE < 24 (n=828) %prevalenzaSCC p= 0.028 OR 2.0 (1.1-3.6) 0 4 8 12 16 20 24 SCC e declino cognitivo Cacciatore F, et al. J. Am. Geriatr. Soc. 1998
  • 105. Depressione e scompenso cardiaco congestizio 0 10 20 30 40 Popolazione generale anziana 1 Sintomi depressiviDepressione maggiore 20 5 Prevalenza(%) Scompenso cardiaco 2 35 14 1 Penninx BW, et al. JAMA 1998 2 Jiang W, et al. Arch. Intern. Med. 2001
  • 106. 0 100 200 300 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 1.0 Relazione tra depressione e aumentato rischio di morte in pazienti con SCC Jiang W, et al. Arch. Intern. Med. 2001 Mortalità in 374 pazienti con CHF (NYHA II-IV), per livello di depressione (§) § Lieve: Beck Depression Inventory >10; grave: come lieve + screening positivo al DSM-IV Probabilitàcumulativadi sopravvivenza Giorni di follow-up Depressione grave Depressione lieve Non depressione
  • 107. 292 anziani non istituzionalizzati con SCC (75-84 anni, 80±7) – EPESE - Krumholz, et al. Circulation, 1998 Supporto emozionale e SCC nell’anziano Senza contatto emozionale Con contatto emozionale Associazione tra presenza costante di contatti “familiari” ed eventi CV fatali e non fatali nell’anno dopo la ospedalizzazione per scompenso cardiaco 0 20 40 60 80 100 <30 31-54 >55 non misurata FE (%) 0 20 40 60 80 100 65-74 75-84 >85 Età (anni) IncidenzaeventiCV/anno
  • 108. Scompenso Cardiaco Congestizio (SCC) nell’anziano: conclusioni (1) • Lo SCC ha prevalenza crescente con l’età, e questo trend è divenuto ancora più evidente nelle ultime decadi • Il tasso di ospedalizzazione è nettamente più elevato, e la mortalità ospedaliera si è ridotta meno nel corso degli ultimi anni, nei pazienti anziani rispetto a quelli più giovani con SCC • Sintomi frequentemente atipici, ed elevata prevalenza di disfunzione diastolica, rendono meno facilmente applicabili nel paziente anziano i criteri diagnostici standard di SCC
  • 109. Scompenso Cardiaco Congestizio (SCC) nell’anziano: conclusioni (2) • Il paziente geriatrico “medio” e quello dei grandi trial sono molto diversi: la Evidence-Based Medicine è meno facilmente utilizzabile nel trattamento dell’anziano con SCC • Nell’anziano, lo SCC si associa ad un elevato carico di comorbilità, con una relazione di causa-effetto ancora non completamente chiara • Esiste nell’anziano una stretta associazione tra SCC e profilo cognitivo ed emozionale, il cui deterioramento è un importante fattore di rischio indipendente di eventi avversi

Notes de l'éditeur

  1. &amp;lt;number&amp;gt; I dati del Framingham Heart Study (pannello di sinistra) indicano chiaramente la grande importanza dello scompenso cardiaco congestizio in epidemiologia geriatrica: la sua prevalenza, infatti,cresce in modo continuo ed esponenziale con l’età e, da poco più del 2% tra i 60 ed i 70 anni, arriva ad oltre il 7% tra gli 80 ed i 90 anni, con frequenza lievemente maggiore nel sesso femminile proprio nei più anziani. Possiamo stimare che la prevalenza globale nell’intera popolazione ultrasessantacinquenne è intorno al 6-7% in tutti i Paesi industrializzati. Questa stima, infatti, è in accordo con i dati di uno studio epidemiologico su oltre 850 soggetti che rappresentavano l’intera popolazione ultrasessantacinquenne del Comune di Dicomano, vicino a Firenze, nel quale sono stati utilizzati gli stessi criteri dello studio di Framingham per porre diagnosi di scompenso cardiaco congestizio (pannello di destra).
  2. Dati assoluti di prevalenza lievemente superiori - verosimilmente in rapporto ai differenti criteri diagnostici utilizzati - ma con lo stesso andamento crescente all’aumentare dell’età, sono stati riportati dallo studio epidemiologico Italian Longitudinal Study on Aging coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
  3. &amp;lt;number&amp;gt; Dati australiani sottolineano ulteriormente la rilevanza dello scompenso cardiaco congestizio in epidemiologia geriatrica. Infatti, se nel gruppo di età 55-64 anni la prevalenza è all’incirca raddoppiata tra il 1950 ed il 1993, nello stesso arco di tempo l&amp;apos;incremento tra gli ultraottantacinquenni è stato superiore al 450%.
  4. Dati del National Center for Health Statistics, inoltre, indicano che mentre tra il il 1970 ed il 1995 il tasso di ospedalizzazione per scompenso cardiaco congestizio negli USA è cresciuto solo marginalmente nella popolazione tra i 45 ed i 64 anni, esso è all’incirca quadruplicato tra gli ultrasessantacinquenni.
  5. Oltre che più frequente, lo scompenso cardiaco congestizio sembra avere nell’anziano una prognosi peggiore, che nel corso degli ultimi decenni avrebbe, sempre secondo il National Center for Health Statistics, risentito in misura limitata degli effetti dei più recenti trattamenti farmacologici che hanno determinato una considerevole riduzione della mortalità dei pazienti più giovani. I dati che abbiamo analizzato sinora portano quindi a concludere che: lo scompenso cardiaco congestizio ha prevalenza crescente con l’età e, nei Paesi industrializzati, colpisce il 6-7% della popolazione ultrasessantacinquenne la prevalenza della sindrome è aumentata nel corso degli ultimi cinquanta anni in misura più marcata proprio nelle fasce di età avanzata, verosimilmente in conseguenza dell’invecchiamento della speranza di vita media e della aumentata sopravvivenza dopo un evento coronarico acuto, quale l’infarto miocardico la mortalità in corso di scompenso cardiaco congestizio resta più elevata nei pazienti più anziani rispetto a quelli in età giovane-matura, ed anzi questa differenza è ulteriormente aumentata nelle ultime decadi.
  6. Per prima cosa, vediamo quanto frequente sia nell’anziano la presentazione dello scompenso cardiaco con una sintomatologia tipica, che rientra tra i criteri diagnostici fissati dalla European Society of Cardiology. In effetti, quello di una presentazione sintomatologia atipica dello scompenso cardiaco nell’anziano è argomento frequentemente riportato nell’ambito di corsi di lezione agli studenti e di discussioni cliniche. Tuttavia, da una approfondita ricerca su Medline risulta che, negli ultimi anni, solo uno studio ha effettivamente analizzato la distribuzione prevalente del tipo di presentazione dello scompenso cardiaco in pazienti di età avanzata.
  7. &amp;lt;number&amp;gt; In realtà, lo studio Doppler del flusso transmitralico dimostra che l’invecchiamento si associa ad una riduzione della componente rapida del riempimento ventricolare sinistro (pannello di sinistra: onda E) con aumento della componente attribuibile alla contrazione atriale (pannello di sinistra: onda A). Così, se nel soggetto giovane il rapporto tra la velocità di picco dell’onda E e quello della velocità di picco dell’onda A (PVE/A) è nettamente superiore a 1, esso diviene ampiamente inferiore a 1 nel soggetto anziano, anche in assenza di cardiopatie clinicamente evidenti e, ancora di più, in assenza di rilievi obiettivi convenzionali di disfunzione sistolica del ventricolo sinistro.Studi di popolazione, quali il Baltimore Longitudinal Study on Aging, hanno dimostrato che se a 20-30 anni l’80-85% del riempimento ventricolare si verifica come riempimento ventricolare rapido nella protodiastole e solo il 15-20% dipende dalla sistole atriale, il contributo atriale sale al 40-45% del riempimento ventricolare all’età di 75-80 anni (pannello di destra).
  8. Per prima cosa, vediamo quanto frequente sia nell’anziano la presentazione dello scompenso cardiaco con una sintomatologia tipica, che rientra tra i criteri diagnostici fissati dalla European Society of Cardiology. In effetti, quello di una presentazione sintomatologia atipica dello scompenso cardiaco nell’anziano è argomento frequentemente riportato nell’ambito di corsi di lezione agli studenti e di discussioni cliniche. Tuttavia, da una approfondita ricerca su Medline risulta che, negli ultimi anni, solo uno studio ha effettivamente analizzato la distribuzione prevalente del tipo di presentazione dello scompenso cardiaco in pazienti di età avanzata.
  9. &amp;lt;number&amp;gt; Nei pazienti con scompenso cardiaco la terapia betabloccante si è dimostrata in grado di ottenere significativi benefici in termini di aumento della sopravvivenza, di riduzione delle ospedalizzazioni, di miglioramento del quadro clinico e della qualità di vita. Carvedilolo, metoprololo e bisoprololo sono i soli betabloccanti indicati dalle linee guida per l’impiego nello scompenso cardiaco. Carvedilolo è il betabloccante che ha finora fornito i risultati più convincenti in grandi studi clinici condotti in un ampio spettro di pazienti; anche metoprololo e bisoprololo hanno ottenuto evidenze favorevoli in trial di mortalità, ma solo in pazienti con scompenso lieve e moderato.
  10. &amp;lt;number&amp;gt; Carvedilolo, metoprololo e bisoprololo presentano importanti differenze farmacologiche: metoprololo e bisoprololo bloccano selettivamente i recettori ß1, invece carvedilolo è in grado di bloccare sia i recettori ß1 sia i recettori ß2 e i recettori 1.
  11. &amp;lt;number&amp;gt; Carvedilolo, metoprololo e bisoprololo presentano importanti differenze farmacologiche: metoprololo e bisoprololo bloccano selettivamente i recettori ß1, invece carvedilolo è in grado di bloccare sia i recettori ß1 sia i recettori ß2 e i recettori 1. Inoltre carvedilolo possiede proprietà antiossidanti e antiproliferative, non condivise dagli altri farmaci della stessa classe. L’azione antiossidante, in particolare, potrebbe migliorare la disfunzione endoteliale e prevenire l’apoptosi, meccanismi potenzialmente importanti nella progressione dello scompenso cardiaco cronico.
  12. &amp;lt;number&amp;gt; L’arruolamento dei pazienti ha avuto inizio il 1 dicembre 1996 ed è terminato il 15 gennaio 1999. La durata media del trial è stata di 58 mesi. Il follow-up destinato alla valutazione degli endpoints è stato eseguito il 15 novembre 2002. A quella data erano deceduti 1112 pazienti. Con oltre 14.600 anni di follow-up considerati, COMET costituisce il più ampio e prolungato studio finora condotto nello scompenso cardiaco.
  13. &amp;lt;number&amp;gt;
  14. sovrapposto all’immagine del pannello di sinistra della diapositiva precedente i dati che illustrano la crescita della popolazione ultrasessantenne in Italia tra il 1900 (dati ISTAT da censimenti di popolazione) ed il 2025 (dati di proiezione dell’Istituto di Demografia del CNR). E’ interessante sottolineare l’andamento parallelo tra crescita della popolazione anziana e crescita della proporzione dei trial clinici controllati che hanno escluso paziente anziani: un buon esempio di come la risposta della comunità scientifica possa dimostrarsi inadeguata a fare fronte ai bisogni della comunità civile.
  15. La inadeguatezza di questo tipo di risposta ha suscitato tale scalpore che, nello stesso numero di JAMA, un editoriale di Nanette Wenger a commento del lavoro di Gurwitz ipotizzò che la quasi sistematica esclusione degli anziani (e delle donne) dai trial clinici controllati potesse essere responsabile di uno scadimento della qualità delle cure a loro rivolte.
  16. La realtà dei trial clinci controllati sullo scompenso cardiaco congestizio non è molto diversa. Per la utilizzazione di criteri di selezione forse eccessivamente rigidi, l&amp;apos;età media dei pazienti arruolati in grandi trial sugli ACE-inibitori, sugli inibitori del recettore 1 dell’angiotensina II, sui beta-bloccanti, sugli antialdosteronici e sulla digitale è assai inferiore all’età media dei pazienti della realtà clinica. I pazienti dei trial, inoltre, sono in larga prevalenza di sesso maschile, con rare eccezioni presentano scompenso cardiac congestizio moderato o grave in meno della metà dei casi, e non presentano mai condizioni comorbose croniche e disabilità significativa.
  17. Così, possiamo riassumere in questa diapositiva le differenze più comuni tra pazienti arruolati nei trial sullo scompenso cardiaco congestizio e pazienti con scompenso cardiaco incontrati nella pratica clinica.
  18. E’ forse anche a causa della mancanza di informazioni valide sullo specifico segmento dei pazienti anziani e molto anziani che esistono evidenze di una netta dissociazione - nel trattamento di pazienti anziani con scompenso cardiaco congestizio - tra i principi della Evidence-Based Medicine e le prescrizioni della effettiva pratica clinica. L’analisi del database dell’Italian Network on Congestive Heart Failure fondato dall’Associazione Nazionale Cardiologi Ospedalieri, ad esempio, indica un significativo sottotrattamento degli anziani scompensati con ACE-inibitori e con beta-bloccanti. Comunque, la percentuale di ultrasettantenni che ricevono ACE-inibitori in questo studio - che riflette la gestione media di pazienti selezionati che afferiscono a strutture cardiologiche del nostro Paese - è pur sempre superiore al 70%. Vedremo che in altre realtà, che accolgono pazienti caratterizzati da età media più avanzata e condizioni funzionali globali verosimilmente più compromesse, la percentuale di prescrizioni è indubbiamente inferiore.
  19. In effetti, in pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco congestizio ricoverati in Residenza Sanitaria Assistenziale negli USA, Gambassi e Coll. Hanno osservato che la percentuale di prescrizioni di ACE-inibitori non supera, in media, il 26%, e che esiste un significativo trend di riduzione delle prescrizioni con l’aumentare dell’età.
  20. Nello stesso lavoro è stato dimostrato che i fattori predittivi della sotto-utilizzazione degli ACE-inibitori sono rappresentati da un’età superiore agli 85 anni e dalla presenza di disabilità e di declino cognitivo.
  21. E’ di particolare interesse sottolineare il fatto che la disabilità risulta essere, come già detto precedentemente, un criterio di esclusione dai trial clinici controllati sullo scompenso cardiaco congestizio ed un fattore predittivo indipendente di sotto-utilizzazione degli ACE-inibitori, nonostante sia dimostrato che, proprio in anziani disabili affetti da scompenso cardiaco congestizio, il trattamento con ACE-inibitori riduce il grado disabilità, ed in misura maggiore della disabilità grave rispetto a quella lieve o moderata.
  22. Inoltre, gli effetti favorevoli degli ACE-inibitori su outcome rilevanti quali la mortalità e la frequenza di ospedalizzazione per tutte le cause e per cardiopatia sono, ancora una volta, più evidenti nei pazienti con disabilità di maggiore livello.
  23. Nel Congestive Heart Failure Italian Study, studio multicentrico condotto su pazienti ospedalizzati, solo il 3.8% dei casi risultava privo di patologie associate, che erano invece 3 o più in quasi la metà.
  24. Nello stesso studio, inoltre, la prevalenza di scompenso cardiaco congestizio aumentava con l’aumentare del carico di comorbilità.
  25. Arriviamo così all’ultimo punto in discussione: i rapporti tra scompenso cardiaco congestizio e “la mente” (o, per essere più precisi e scientificamente corretti) stato cognitivo e profilo emozionale. Come vedremo, la relazione tra scompenso cardiaco e mente è assai intricata.
  26. Innanzitutto, va sottolineato che lo scompenso cardiaco congestizio è in grado di influenzare negativamente entrambi questi aspetti delle funzioni cerebrali superiori: pazienti anziani con scompenso cardiaco congestizio, infatti, mostrano deficit cognitivo (Mini Mentale State Examination, MMSE &amp;lt; 24) in una più elevata percentuale di casi e hanno maggiore sintomatologia depressiva, come indicato da un più elevato punteggio conseguito alla Geriatric Depression Scale (GDS).
  27. Reciprocamente, la presenza di deficit cognitivo aumenta significativamente il rischio di scompenso cardiaco congestizio.
  28. Inoltre, dati epidemiologici su popolazione non selezionata indicano che lo scompenso cardiaco congestizio è associato ad un aumento della prevalenza sia di depressione maggiore che di sintomatologia depressiva (o “depressione minore”)
  29. ...è stata dimostrata una significativa associazione anche con la sola mortalità.
  30. Infine, a sottolineare quanto nel paziente anziano le condizioni emozionali possano influenzare la prognosi, in questo studio è stato dimostrato che l’incidenza cumulativa di eventi cardiovascolari fatali e non fatali nel corso di un anno dopo ospedalizzazione per scompenso cardiaco congestizio è ridotta nei pazienti con forte supporto emozionale a parità di età (pannello di sinistra) e di frazione di eiezione del ventricolo sinistro.
  31. Dopo questa certamente incompleta carrellata su aspetti che credo peculiari dello scompenso cardiaco congestizio nell’anziano, vorrei proporre le seguenti conclusioni…..