Dicembre 2010: La mia tesi di laurea in Design della moda presso il Politecnico di MIlano.
ABSTRACT: Sia la moda che i Supereroi hanno da sempre svolto la funzione di essere una proiezione migliore di noi stessi , dei nostri desideri, delle nostre speranze e dei nostri sogni. I Supereroi fanno da ambasciatori delle nostre attitudini verso il nostro io e verso la società, nelle loro storie, nello stile in cui sono narrate e negli argomenti che vengono affrontati troviamo la registrazione e lo specchio degli umori del periodo in cui vengono scritte. Grazie alle immagini che le storie dei Supereroi ci propongono, vediamo le metafore della nostra società e i significati che diamo, ed abbiamo dato in passato, al corpo, alla sessualità, all'idea di giustizia e di eroismo, alle qualità e ai comportamenti considerati positivi oppure negativi, al concetto di bellezza e perfezione.
La moda permette in egual misura di esprimere le inquietudini e i desideri sviluppatesi nell'immaginario collettivo della società, permette la trasformazione della nostra identità e la costruzione della stessa innumerevoli volte ed in innumerevoli sfaccettature, costruisce metafore attorni ai nostri corpi e le proietta all'esterno.
Nel lavoro che viene proposto, le simili capacità di creazione dell'immaginario collettivo sia della moda che del fumetto supereroico si intrecciano per proporre nel contesto contemporaneo un indumento iconico nell’universo supereroistico, la “tuta”, sfruttando le capacità semantiche del design di moda per portare un indumento considerato da lavoro nella quotidianità.
Superhero Inc. I Supereroi come modello e is pirazione quotidiana per una mini collezione di Casual Wear
1. Superhero Inc.
I Supereroi come modello e ispirazione
quotidiana per una collezione di Casual Wear
a cura di Sara Sangalli
matricola 724532
Politecnico di Milano
Facoltà del design - Design della moda
anno accademico 2009 - 2010
Relatore Prof.ssa Eleonora Fiorani
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3. INDICE dei contenuti
1 . Cos’è un supereroe pag 6
definizione di supereroe pag 7
cosa rappresenta il supereroe pag 11
2. Da dove provengono i supereroi pag 14
Il mito: l’umanizzazione del divino pag 16
ambiente culturale pag 19
pubblico e consumatori di fumetti pag 25
il medium fumetto – caratteristiche pag 26
3. Com’è un supereroe pag 29
il corpo dell’uomo, il corpo del supereroe pag 37
estetica del supereroe pag 39
l’elemento vestimentario nei supereroi pag 41
4. Contaminazioni tra fumetto e moda pag 46
Superheroes: fashion and fantasy pag 50
Supereroi giapponesi, kawaii e manga pag 62
Supereroi americani, nerd e fumetti pag 69
5. Conclusione pag 80
6. Progetto: Superhero Inc. I Supereroi come modello e ispirazione pag 81
quotidiana per una collezione di Casual Wear
Concept di progetto pag82
Superman pag 83
Spiderman pag 88
Batman pag 93
Bibliografia pag 98
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4. INDICE delle figure
fig 1. Action Comic n°63 Agosto 1943 pag 8
fig 2. Action Comic n°63 Agosto 1943 pag 9
fig. 3 Screenshot di una scena del videogioco “Batman: Arkham Asylum”. I Supereroi pag 10
spesso vengono rappresentati in rapporto alla fisionomia della metropoli nordamericana
fig. 4 Locandine tratte da due dei film hollywoodiani prodotti negli ultimi anni che narrano pag 12
le gesta dei due Supereroi di maggior fama: “Il cavaliere oscuro”, diretto da Christopher
Nolan nel 2008, e” Superman returns”, diretto da Bryan Singer nel 2006.
fig. 5 e 6 A sinistra. “Ercole e Lica”, Antonio Canova 1795 - 1815, a destra, una copertina di pag 15
un album a fumetti di Superman, giugno 2004
fig. 7 Copertina del pulp magazine “Weird Tales” del maggio 1934 pag 18
fig. 8 Copertina del volume numero 500 della serie “Uncanny X-Men” pag 22
fig 9 e 10 Personaggi dei due universi narrativi di maggior rilievo, quelli Della DC Comics e pag 25
della Marvel
fig. 11 Prima copertina del fumetto di Superman. Action Comics #1, giugno 1938 pag 29
fig. 12 e 13 Illustrazioni dei due Supereroi più conosciuti e più “anziani” , entrambi nati alla pag 31
fine degli anni ‘30: Superman (sopra) e Batman (sotto)
fig. 13 Illustrazioni del team dei Fantastici 4. pag 33
dall’alto in senso orario: Reed Richards/Mr. Fantastic; Johnny Storm/La torcia umana;
Ben Grimm/La cosa; Susan Storm/La ragazza invisibile
fig. 14 Scena tratta dal film “The Wrestler” del 2008 diretto da Darren Aronofsky pag 42
fig. 15 Scena dal film “The Three Musketeers”, di Richard Lester (1973) pag 42
fig. 16 Esempio di muscolatura idealizzata delle armature romane pag 43
fig. 17 Locandina del film “Gli Incredibili” del 2004 pag 46
fig. 18 Scena tratta da “Il cavaliere oscuro”, nella quale si vede la nuova tuta di Batman. pag 47
fig . 19 Paul Smith PE ‘08 pag 48
fig. 20 Stella McCartney per Chloé 1998 pag 48
fig. 21 Alexander McQueen AI ‘07-’08 pag 48
fig. 22 Fotografia della mostra “Superheroes: Fashion and Fantasy”. Da sinistra: Bernhard pag 54
Willhelm PE’06 - Bernhard Willhelm PE’06 - Moschino by Rossella Jardini AI ‘06/’07 -
Moschino by Rossella Jardini AI ‘06/’07
fig. 23 Immagine tratta da una tavola del fumetto di Superman, in cui viene evidenziato il pag 54
gesto tipico dell’eroe.
fig. 24 Moschino by Rossella Jardini AI ‘06/’07 pag 54
fig. 26 Fotografia della mostra “Superheroes: Fashion and Fantasy”. Da sinistra: Julien pag 56
McDonald AI ‘03/’04 - Jean Paul Gaultier Haute Couture PE ‘03
fig. 27 Immagine tratta da una illustrazione di Spider-man, in cui viene evidenziata l’agilità pag 56
dell’eroe
fig. 28 John Galliano PE ‘97 pag 56
fig. 29 Undercover by Juni Takahashi PE ‘08 pag 57
fig. 30 Jean Paul Gaultier Haute Couture PE ‘03 pag 57
fig 31 Fotografia della mostra “Superheroes: Fashion and Fantasy” pag 58
Entrambi i modelli sono di Christian Dior Haute Couture by John Galliano PE ‘01
fig. 32 Immagine tratta da una illustrazione di Wonder Woman, in cui viene evidenziato il pag 58
corpo dell’eroina
fig 33 Christian Dior Haute Couture by John Galliano PE ‘01 pag 58
fig 34 Bernhard Willhelm PE ‘08 pag 59
fig. 35 Fotografia della mostra “Superheroes: Fashion and Fantasy” pag 60
Il modello ritratto è quello di scena indossato da Michelle Pfeiffer nel film “Batman returns”
del 1992 diretto da Tim Burton
fig 36 Immagine tratta dall’ album “Catwoman” #1, Agosto 1993, in cui viene evidenziata la pag 60
sensualità dell’eroina
fig 37 Dolce e Gabbana, PE ‘07 pag 60
fig. 38 Christian Dior Haute Couture by John Galliano PE ‘01 pag 61
fig. 39 Dolce e Gabbana, PE ‘07 pag 61
fig. 40 Thierry Mugler AI ‘96/’97 pag 61
fig. 41 Fotografia di un gruppo di studentesse giapponesi in libera uscita. L’uniforme pag 63
scolastica spesso viene modificata per renderla adeguata all’espressione di libertà che
sentono di esprimere le giovani giapponesi.
fig. 42 Personaggio di Gogo Yubari, la sadica diciassettenne guardia del corpo di O-Ren pag 63
Ishii
fig. 43 Il gruppo delle guerriere Sailor, protagoniste di un famoso anime che vede come pag 64
protagoniste delle giovani liceali che si trasformano in Supereroine.
fig. 44 Alcuni dei famosi mostriciattoli Pokémon, un esempio del tratto kawaii nei disegni pag 66
manga
4
5. fig. 45 Uno dei personaggi del manga “Paradise Kiss” che viene disegnato con abiti in stile pag 68
lolita.
fig. 46 Esempio tratto dalla vita quotidiana di un outfit in stile gothic lolita pag 68
fig. 47 Tutti i modelli sono tratti dalla collezione D&G AI ‘05/’06 pag 70
fig. 48 Tutti i modelli sono tratti dalla collezione Luella PE ‘08 pag 71
fig 49 Tutti i modelli sono tratti dalla collezione Undercover PE ‘08 pag 72
fig. 50 Questi sono alcuni degli accessori creati da famosi designer per il concept store pag 73
Colette nel 2010 per celebrare i 75 anni della DC Comics
fig 51. Immagini tratte dal laoro del fotografo Agan Harahap, dove si gioca con l’inserimento pag 74
realistico di supereroi dei fumetti in fotografie storiche.
fig. 52 Alcune immagini di servizi fotografici di moda ideati per Vogue e Harper’s Bazaar pag 75
fig. 53 Immagini tratte da due dei film più recenti tratti dalle vicende di due supereroi nerd: pag 76
a sinistra Peter Parker, interpretato da Tobey Maguire nel film “Spider-man” del 2002
diretto da Sam Raimi,a destra Clark Kent, interpretato da Brandon Routh, nel film
“Superman returns” del 2006 diretto da Bryan Singer
fig. 54,55,56 Dsquared2 PE ‘11 pag 79
fig. 57 -58-59 Luella PE ‘08 pag 79
fig. 60 - 61 -62 -63 -64 - 65 fotografie dell’outfit di Superman realizzato pag 86
fig. 60 - 61 -62 -63 -64 - 65 fotografie dell’outfit di Superman realizzato pag 87
fig. 66 - 67 -68 -69 fotografie dell’outfit di Spiderman realizzato pag 91
fig. 70 fotografie dell’outfit di Spiderman realizzato pag 92
fig. 71 - 72 - 73 - 74 fotografie dell’outfit di Batman realizzato pag 96
fig. 75 fotografie dell’outfit di Batman realizzato pag 97
INDICE delle Tavole
tav. 1 disegno tecnico outfit Superman pag 85
tav. 2 disegno tecnico outfit Spiderman pag 90
tav. 3 disegno tecnico outfit Batman pag 95
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6. COS’è UN SUPEREROE
“Un supereroe è un personaggio dei fumetti, libri, cartoni animati o film
che si caratterizza per le sue doti di coraggio e nobiltà e che generalmente
ha abilità straordinarie rispetto a quelle degli esseri umani normali, oltre
a possedere un nome e un costume pittoreschi. I supereroi trascorrono la
maggior parte del loro tempo combattendo contro mostri, disastri naturali
e supercriminali.
Le storie che hanno per protagonisti i supereroi sono diventate un vero e
proprio genere all'interno del mondo del fumetto, a partire dalle riviste a
fumetti statunitensi, per estendere la loro fama al mondo del cinema, delle
serie televisive e dei videogiochi.”
Definizioni tratte da Wikipedia
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7. COS’è UN SUPEREROE
Definizione di Supereroe
Secondo una definizione data il 21 aprile del 1954 dalla Corte di Appello
di New York in relazione alla diatriba legale denominata “National
Periodical Publications v. Empire Comics” un supereroe (o super-eroe) è un
personaggio immaginario «dotato di abilità fisiche senza precedenti le cui
azioni sono orientate alla salvaguardia dell’interesse pubblico».
Secondo un’altra definizione, coniata da Peter Coogan e pubblicata nel libro
“The Secret Origin of the Superhero: The Emergence of the Superhero Genre
in America from Daniel Boone to Batman” del 2002, il supereroe è «un
personaggio eroico con una missione disinteressata ed a favore della società;
chi possiede superpoteri, tecnologia molto avanzata, abilità mistiche o doti
fisiche e/o mentali molto sviluppate; chi ha una super-identità ed un costume
che funge da icona, e che tipicamente esprime la sua storia o personalità,
poteri e origine (trasformazione da persona ordinaria a supereroe); ed è
generalmente distinto, cioè può essere distinto dagli altri personaggi del
relativo genere (fantasy, fantascienza, poliziesco, etc) da una preponderanza
di convenzioni generiche. Tipicamente i supereroi hanno duplici identità, di
cui quella non comune viene tenuta ben celata».
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8. COS’è UN SUPEREROE
fig 1. Action Comic n°63 Agosto 1943
Il concetto di Supereroe contemporaneo è derivato in larga misura dalla
figura del Superuomo ottocentesco, da quello letterario dumasiano fino
all’übermensch delle teorizzazioni filosofiche di Nietzsche.
Il Supereroe emerge alla fine della Grande Depressione, durante il periodo
che precede la guerra in Europa.
In questo periodo, milioni di americani hanno sperimentato la povertà,
la disoccupazione, hanno visto ridimensionata la propria fede nella
crescita economica illimitata. Nella narrativa popolare degli anni ’30 e ’40
proliferano eroi vendicativi, lupi solitari, un tipo di eroe che conta solo su se
stesso, capace di operare secondo un proprio codice d’onore, lontano dalle
preoccupazioni della società, pronto a sfidarla secondo le sue condizioni e a
vincere.
Nell’ambito dei comics Il Superuomo è legato alla nascita e all’espansione
dei grandi insediamenti urbani del Nuovo Mondo. Le caratteristiche
vincenti del primo Supereroe, il personaggio di Superman (ideato da Jerry
Siegel e e Joe Shuster verso la fine degli anni trenta) confluiranno in una
moderna generazione di eroi destinata ad emergere di lì a poco. Le loro sono
figure, all’inizio simili ai personaggi più famosi dei romanzi di appendice
ottocenteschi, mitiche e accattivanti, si sviluppano poi in personaggi dotati di
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10. COS’è UN SUPEREROE
poteri e capacità tali da poter interagire con le altezze della metropoli, con le
sue strade e suoi luoghi caratteristici ( locali notturni, luminosi grattacieli e i
loro tenebrosi sotterranei).
Eppure, benché si sviluppino nel contesto metropolitano, i supereroi hanno
in comune un codice zoomorfo: è l’animale che rivive grazie all’eroe.
L’idea di forza nell’immaginario dell’umanità è – fin dalla preistoria –
connessa con i fenomeni naturali, col dinamismo quasi magico degli animali.
La trasformazione/trasfigurazione di un uomo in una forza incontrollabile
della natura, da sempre fa parte del patrimonio leggendario e narrativo
umano. Nel Novecento, alla base di tale mutazione non c’è più l’elemento
divino o magico ma la scienza intesa come nuovo strumento di potere,
ma la simbologia delle maschere e dei marchi che rivestono il supereroe
contemporaneo ci aiuta a comprendere quanto di archetipico egli racchiuda
ancora.
I fumetti di Supereroi costituiscono uno di quei prodotti artistici originali
americani che ha raggiunto il mondo intero e lasciato un segno in moltissime
culture nel mondo.Perfino la persona più distratta e disinteressata conosce
gli ingredienti che compongono queste storie, piene di azione, suspence,
avventura e realizzazioni artistiche incredibili. Forse però molte meno
persone colgono le tematiche più profonde che si sviluppano all’interno
di questi prodotti di intrattenimento, che sono tutt’oggi presenti nel
nostro ambiente culturale nonostante il tempo trascorso dalla loro prima
apparizione, proprio perché sono stati in grado di affrontare più liberamente
fig. 3 Screenshot di una scena del videogioco “Batman: Arkham Asylum”. I Supereroi spesso
vengono rappresentati in rapporto alla fisionomia della metropoli nordamericana
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11. COS’è UN SUPEREROE
rispetto ad altri media le problematiche che ogni periodo storico ha
presentato.
Cosa rappresentano i Supereroi
«Che le comic strips vengano lette, almeno negli Stati Uniti […] dagli
adulti più che dai ragazzi, è fenomeno assodato; che dei comic books
vengano prodotti circa un miliardo di copie all’anno nei soli Stati Uniti,
ci è rivelato dalle statistiche […]. Che infine questa letteratura di massa
ottenga una efficacia di persuasione paragonabile solo a quella delle grandi
raffigurazioni mitologiche condivise da tutta una collettività, ci viene
rivelato da alcuni episodi altamente significativi. […] Si pensa […] a casi
in cui tutta l’opinione pubblica ha partecipato istericamente a situazioni
immaginarie create dall’autore di comics come si partecipa a fatti che
toccano da vicino la collettività»
Umberto Eco
Il genere supereroico in oltre settant’anni ha saputo diffondersi velocemente
e colpire l’immaginario collettivo di una moltitudine di lettori che supera
i confini territoriali delle nazioni. Dalla nascita di questo genere, i cui
protagonisti, all’inizio, erano impegnati in storie dai meccanismi narrativi
molto semplici e destinate perlopiù ad un pubblico pre-adolescenziale, storie
spesso ispirate alle inquietudini della seconda guerra mondiale, la figura
del Supereroe ha saputo reinventarsi e sopravvivere per molti decenni,
diventando patrimonio culturale anche di chi non ha mai letto un fumetto,
grazie anche alle numerosi trasposizioni cinematografiche e televisive delle
loro storie.
Uno dei più particolari sviluppi della cultura pop nei giorni nostri è la
forte presenza e resurrezione dei Supereroi come icone culturali e di
intrattenimento. Vediamo che le loro storie vengono proposte ancora oggi
nelle milionarie produzioni di film hollywodiane, che con l’ausilio della
computer-grafica rendono vivide e reali le ambientazioni e le loro azioni
eroiche finora rese realisticamente solo attraverso il disegno e i retini
tipografici, ottenendo risultati gratificanti dalle vendite dei blgietti del cinema
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12. COS’è UN SUPEREROE
fig. 4 Locandine tratte da due dei film hollywoodiani prodotti negli ultimi anni che narrano le gesta dei due
Supereroi di maggior fama:
“Il cavaliere oscuro”, diretto da Christopher Nolan nel 2008, e” Superman returns”, diretto da Bryan Singer nel
2006.
Non molti personaggi di fantasia hanno ottenuto un tale riconoscimento
internazionale.
Due esempi su tutti sono Superman e Batman.
Questi due titani del mondo dei fumetti hanno ispirato radio, televisione,
cinema fin dalla loro apparizione negli anni ’30. I Supereroi sono diventati
parte del nostro linguaggio culturale. Le storie migliori sono in grado
di sollevare interrogativi importanti, con cui ci confrontiamo nella vita
quotidiana. Nelle loro narrazioni troviamo riflessioni importanti riguardo
a temi etici, di responsabilità sociale e personale, riflessioni etiche sulla
giustizia, sul crimine e sulla sua giusta punizione, sull’identità, sul destino,
sul significato della vita, della scienza e della natura, valutazioni che
riguardano l’amore, l’amicizia, la famiglia, il coraggio etc… tutto mentre ci
intrattengono e ci fanno divertire.
Le avventure di questi personaggi di fantasia inoltre portano alla nostra
attenzione questioni insolite che dovremo probabilmente affrontare nel
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13. COS’è UN SUPEREROE
prossimo futuro, come le possibilità che la ricerca scientifica genetica e la
nanotecnologia potrebbero presto introdurre nella nostra vita, possibilità
che il mondo dei fumetti ha esplorato per molto tempo. Le avventure
dei Supereroi realizzano le nostre più grandi speranze e paure, le nostre
aspirazioni e ambizioni, e ci aiutano a sconfiggere gli incubi peggiori. Per
approfondire meglio cosa rappresentano questi personaggi, torniamo alla
definizione di Supereroe.
Cosa separa un Supereroe da una persona normale? Un Supereroe è una
persona estremamente potente, possiede debolezze e punti di forza, e il
carattere nobile lo guida verso traguardi degni di nota. Il Supereroe si
differenzia non soltanto per i suoi poteri e i suoi abiti, ma anche per la
sua attività altruistica e diretta al bene comune. Superman ha dovuto fare
dei sacrifici per la sua missione di aiuto all’umanità, ha abbandonato una
famiglia amorevole, il paese dove è cresciuto, si è lasciato alle spalle un
legame affettivo importante con una ragazza speciale, che condivideva
con lui il suo segreto. Trasportando queste scelte nella vita quotidiana, ci
accorgiamo delle difficoltà che Superman ha accettato di sopportare per
un compito più grande.Nella vita odierna l’abilità di fare sacrifici è ormai
una virtù in larga parte dimenticata, o almeno sottostimata. Naturalmente,
quando si presenta una scelta che comporterebbe dei sacrifici, si tende
a pensare a quello che ci viene chiesto di abbandonare, considerando il
sacrificio in termini completamente negativi, dimenticando il valore di quello
che non può essere ottenuto senza esso. Il sacrificio richiede auto-disciplina,
che è una qualità altrettanto lontana dalla concezione quotidiana delle virtù
desiderabili di questi tempi quanto il sacrificio. In genere, più acquistiamo
potere, più tendiamo ad utilizzarlo per noi stessi. Ma in questo i Supereroi
si differenziano, ci offrono delle immagini vivide dell’”eroico”, e sono un
esempio e un’ispirazione. Quando i personaggi sono descritti bene e ben
sviluppati, ci mostrano quello a cui tutti dovremmo aspirare. I Supereroi
sono rimasti con noi così a lungo ed hanno continuato ad essere popolari,
in parte proprio perché parlano direttamente alla nostra natura, alle nostre
aspirazioni e alle nostre paure.
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14. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
Le avventure dei Supereroi sono lette esclusivo tra la figura del Supereroe e
ed apprezzate in tutto il mondo, ma gli Stati Uniti?
è impossibile immaginare la nascita Oltre alle evidenti e banali disponibilità
e lo sviluppo delle caratteristiche di di mezzi materiali ed economiche
questi personaggi senza in qualche delle produzioni hollywoodiane che
modo andare a vedere le peculiarità si potrebbero chiamare in causa, la
della cultura principale che ne è stata creazione di un fumetto davvero non
l’ideatrice,in particolare la società richiede grandi mezzi, carta e matite
statunitense. I Supereroi possono non sono risorse inaccessibili.
essere letti e raccontati ovunque, In “Il fumetto supereroico”, Marco
ma la loro prerogativa principale è Arnaudo ipotizza la presenza di
quella di riflettere le ansie e i desideri elementi più profondi ed intriseci
del pubblico statunitense. Quale della cultura statunitense che hanno
può essere le motivazioni che hanno portato a questa particolare forma di
costituito un legame così profondo ed narrazione:
- l’ottimismo, la fiducia nella possibilità pratica di migliorare la propria
condizione e quella degli altri;
- il pragmatismo, la capacità di identificare e comprendere i passi e le azioni
necessarie per raggiungere il proprio obiettivo e la conseguente ricerca
razionale dei modi migliori per compiere questi passi;
- l’individualismo, inteso nei termini di difesa del valore irriducibile della
personalità individuale anche nei confronti della società e dello stato, in cui il
singolo collabora alla collettività secondo le proprie inclinazioni e capacità;
Anche uno sguardo superficiale rivela come queste componenti si
ripresentino comunemente in una qualsiasi narrazione supereroistica.
Le maschere ed i costumi, in questa prospettiva, servono anche a rendere
più evidente la specificità e l’individualità di ogni Supereroe, diventano
dichiarazioni visive dell’unicità di ognuno, delle caratteristiche che lo
rendono irripetibile ed inconfondibile. Sempre citando Marco Arnaudo , “
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15. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
il mondo dei Supereroi è dunque il regno massimo della libera espressione
individuale e quindi di un altro dei valori fondamentali della cultura
statunitense, in una sorta di potente amplificazione del meccanismo con
cui(…)noi definiamo la nostra immagine pubblica decidendo i vestiti che
indosseremo e l ‘idea di noi stessi che con essi vogliamo proiettare in certi
contesti”.
I Supereroi in fondo sono figure della mediazione: come gli eroi classici, che
erano un ponte tra umano e divino, i Supereroi sono un ponte tra umano
e illimitato, tra noi, tra i nostri corpi e menti ancora piccoli, e le nostre
grandiose aspirazioni. Essi compiono un cammino verso il meraviglioso che
prima o poi dovrebbe essere il nostro.
fig. 5 e 6 A sinistra. “Ercole e Lica”, Antonio Canova 1795 - 1815, a destra, una copertina di un album a fumetti di
Superman, giugno 2004
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16. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
Il mito: l’umanizzazione del divino
La società in cui viviamo appare segnata sempre di più da una crisi di fiducia
nella scienza e nel progresso, dalla perdita di valori tradizionali, di un senso
di disorientamento, dal ripiegamento e dalla chiusura in se stessi.
In tale scenario però si determina un rilancio a una rielaborazione del mito:
la parola mito , dal greco mythos, equivale a favola, e significa narrazione
favolosa delle qualità e delle gesta di esseri ideati come divini, o più che
umani, quindi di dei o eroi. Praticamente tutti i popoli hanno racconti di
esseri non umani (sovra o extraumani) dotati di poteri superiori, o comunque
diversi da quelli degli uomini.
Può trattarsi di esseri sovraumani, come degli dei, capaci di agire
nell’attualità, el presente, e in grado di condizionare la vita degli uomini e
il corso della natura, oppure di esseri la cui azione è avvenuta in un passato
remoto e lontanissimo, che hanno contribuito con le loro gesta a formare
il mondo. Il mito risponde alla necessità dell’animo umano, avendo
soprattutto il ruolo di rassicurare l’uomo nel suo agire, di fornirgli modelli di
comportamento in qualche modo garantiti dal dio o dall’eroe che per primo
li ha compiuti, o nell’offrire un senso, un significato al mondo e all’esistenza
umana. Le origini dei miti, per quanto profondamente studiate da storici
e filosofi, rimangono incerte: poiché la narrazione mitica è una forma di
comunicazione, molti tentativi di comprensione si sono concentrati sulla sua
struttura linguistica (o meglio sulla struttura dei suoi codici, ipotizzando che
il funzionamento e il significato del mito debbano cercarsi per analogia nella
storia e nella struttura del linguaggio stesso.)
Sull’importanza del simbolo si è a lungo soffermato lo storico Mircea
Eliade, secondo il quale le “ immagini, i simboli, i miti non sono creazioni
irresponsabili della psiche ; essi rispondono a una necessità e adempiono a
una funzione importante: mettere a nudo le modalità segrete dell’essere. Ne
consegue che il loro studio ci permette di conoscere meglio l’uomo”.
Il mito è quindi sopravvissuto nelle diverse epoche storiche mantenendo
costanti le sue funzioni di socializzazione e rappresentazione simbolica. La
società moderna dunque non vive al di fuori del mito o dell’immaginario. In
essa i miti partecipano alla razionalità economica della società industriale, i
quanto sono il motore del consumo moderno e sono all’origine di un numero
16
17. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
incalcolabile di industrie. Ciò implica che lo sviluppo del pensiero scientifico/
razionale e i vantaggi del progresso non hanno portato né la scomparsa né
la squalificazione del pensiero simbolico che continua ad occupare ambiti di
esperienza e di attività centrali per gli uomini.
Tra il XIX e il XX secolo il mito presenta delle innovazioni dovute
all’introduzione dei media quali i fumeti, il cinema, la televisione, che
prelevano i miti dal passato e li ripropongono a un pubblico che necessita
di tali forme espressive per interpretare la realtà: da quel momento no è più
possibile analizzare il mito senza tenere conto dell’analisi della teoria dei
mass media, in quanto questi ultimi concorrono (secondo Alberto Abruzzese)
alla creazione dei cosidetti miti moderni.
La modernità ha insegnato agli uomini l’importanza dell’autonomia, il valore
del darsi da se la norma delle proprie azioni. Sfuggita agli dei, l’impresa
narrata nei miti è divenuta azione umana inaspettata e senza precedenti,
il gesto inedito e fenomenale. Anche oggi dalle grandi azioni nascono miti:
una mitologia secolarizzata e del tutto umana. Il primo uomo sulla luna, le
imprese sportive dei velocisti, il primo chirurgo ad effettuare un trapianto
di cuore o una nuova tecnica chirurgica. A queste imprese tocca la sorte che
un tempo toccava alle azioni eroiche, quella di essere narrate come gesta
che fondano la cultura e i valori di una comunità. Per quanto umane, forse
proprio perché umane, queste imprese si mostrano come esempi come
modelli. Se il mito antico però era un evento che poteva solo essere narrato,
il mito moderno è un impresa che chiede di essere eguagliata, o ancora
meglio superata,
Il mito quindi ancora oggi persiste come forma di pensiero, come visione del
mondo. Tuttavia occorre sottolineare che l’impresa moderna appartiene a un
mondo più secolarizzato di quello arcaico, essa ha perduto cioè i numerosi
sistemi di valori che invece facevano parte dell’era in cui il mito alimentava
la storia.
Secondo Massimo Fusillo, l’era tecnologica produce ancora dei miti, anche se
questi assumono una natura più ibrida, più frammentaria, non sono miti in
cui si riconosce un’intera comunità, ma piuttosto dei frammenti di discorso
mitico. La produzione di miti nell’epoca contemporanea è legata a fattori
estremamente complessi che sfuggono alla nozione del tempo, derivando
piuttosto da agenti tecnologici e culturali propri della nuova civiltà.
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18. fig. 7 Copertina del pulp magazine “Weird Tales” del maggio
1934
18
19. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
I mass media, per definizione, hanno bisogno di tempi rapidi di produzione,
ma anche di uccidere i miti: in altri termini, di produrli digerirli e farli
scomparire in continuazione.
La capacita dei media di produrre un certo tipo di realtà extra-mediale segue
le esigenze della propria comunicazione, addirittura in una considerazione
radicale si può affermare che questa pseudorealtà o neorealtà tenda
a sostituirsi alla realtà vera e propria, fino a rimuoverla e cancellarla.
Nella pratica comune invece vediamo come la sua natura sia quella di
un’esperienza reale, di una realtà nuova che non si sovrappone o interpone
tra il soggetto e una presunta “altra” realtà, ma piuttosto che entra a far parte
dell’ambiente e del vissuto del soggetto.
Esistono pochi esempi di mitologie davvero moderne, cioè di rielaborazioni
culturali immerse sicuramente nel tempo originario dei miti - quello che
è fuori della storia e interamente dentro l’oralità - ma caratterizzate da un
alone di originalità che deve tutto allo sviluppo industriale e alla società di
massa, dunque ai media della riproducibilità tecnica. Tra questi (restando
ovviamente in Occidente): Don Giovanni, Dracula, Frankenstein, poi Batman
e Superman, infine i supereroi del gruppo Marvel.La sequenza cronologica
in cui ho disposto queste figure dell’immaginario collettivo, prodotte da
una immaginazione popolare moderna invece che tradizionale, rispecchia
alcuni passaggi epocali dello sviluppo occidentale: l’avvento della borghesia,
la costruzione materiale e simbolica della metropoli ottocentesca, gli anni
trenta del Novecento, la fase tardomoderna dell’industria culturale.
Ambiente Culturale
I fumetti hanno superato le proprie origini derivate dai pulp magazines
per diventare una parte intrinseca della cultura pop nordamericana. Sono
diventati simboli iconici utilizzati per raffigurare temi, tensioni ed ansie
dell’ideologia americana in termini di genere, sessualità, classe sociale,
politica, scienza e cultura.
I fumetti di supereroi sono da sempre stati creati come una fantasia di
potere adolescenziale. Come costruzione letteraria, non necessitano di essere
terribilmente complessi. Con i loro costumi dai colori primari e sgargianti
, con il loro combattere nemici vistosi e minacce non esattamente subdole
o nascoste, hanno l’intento di stimolare l’immaginazione dei bambini allo
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20. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
stesso modo delle fiabe e dei miti degli anni passati.
Sin dalle proprie origini, il genere supereroico ha intrattenuto con miti e
religioni una connessione profonda, portando lo studioso Richard Reynolds
a definirne l’universo “una moderna mitologia”. Troviamo tra le antiche e le
nuove storie delle particolari affinità narrative e simboliche, principalmente
nelle straordinarie abilità che supereroi e eroi mitologici condividono, e
nell’insistenza su archetipi narrativi quali il conflitto , il viaggio, la prova.
Queste caratteristiche sono così radicate che gli autori talvolta non si rendono
conto di averle impiegate.
Tirando le somme, possiamo citare la classica descrizione di avventura eroica
formulata dal mitologo Joseph Campbell, che definisce monomito classico
e che presenta come trama basilare ricorrente nelle mitologie di tutto il
mondo:
“l’eroe si avventura fuori dal mondo della quotidianità in un a regione di
portenti sovrannaturali: forze favolose vengono sfrontate e una battaglia
decisiva viene vinta: l’eroe ritorna dalla sua avventura misteriosa con il
potere di concedere aiuti ai suoi simili”. Le affinità con il genere supereroico
sono notevoli, ogni volta che il supereroe indossa la maschera e va sula cima
di un grattacielo a sconfiggere dei supercriminali, compie simbolicamente
il viaggio tradizionale dell’eroe mitico. Al ritorno, dopo aver compiuto la
missione, la comunità beneficia dell’impresa compiuta. La moralità che
troviamo rappresentata in molti fumetti supereroistici è molto simile alla
moralità e al buon senso comune che emergono dall’etica antica.Inoltre, la
forma seriale in cui vengono presentate le storie a fumetti, sembrerebbero
un’accelerazione del processo folklorico, per cui le storie vengono tramandate
e ritoccate negli anni.
Per vedere l’evoluzione del genere, possiamo tracciare una storia sommaria
dell’evoluzione delle sue caratterisiche negli anni:
Nati con l’intento più o meno esplicito di rassicurare il lettore e straniarlo
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21. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
dai drammi della guerra, con la condizione socioeconomica: Correva
fine della seconda guerra mondiale il giugno dell’anno 1938, e le edicole
lentamente il ruolo del supereroe degli Stati Uniti ospitavano un nuovo
tende a ridefinirsi. Per prima cosa la comic book, una nuova rivista di
fine del conflitto e lo sviluppo della fumetti, Action Comics. […] Era nato
guerra fredda rende obsoleti i nemici Superman, e con lui una mutazione
tedeschi (anche se rimane indubbio nel fumetto d’avventura che avrebbe
fino ad oggi il fascino di folli criminali lasciato il segno. L’immaginario
con il pallino per la restaurazione collettivo degli anni trenta, in
del Terzo Reich..) e la minaccia America, conosceva insieme il suo
all’american way of life si tinge di più alto momento di massificazione
rosso... e industrializzazione e l’inizio delle
Ma è un altro uno dei motivi crisi di quel modello. […] Nel clima
principali che ridimensionano il del New Deal e di fronte ai primi
fumetto supereroistico (e ne causano rumori della guerra, il fantastico
una lunga crisi): la pubblicazione del irrompe nel fumetto proprio per dare
libro “La seduzione dell’innocente”. corpo alla nuova versione del “sogno
L’opera dello psicologo Frederic americano”, con la sua carica di
Wertham uscita nel ‘54 accusa apparente innovazione, di sostanziale
violentemente il fumetto di istigare rassicurazione sui valori tradizionali
comportamenti violenti e antisociali e poi di crescente coscienza del
nelle menti dei giovani americani, proprio ruolo internazionale. […]
nonché scatenare chissà quali Sotto le spoglie dell’alieno, il corpo di
devianze (si sottolinea ad esempio la Superman è una nuova incarnazione
stranezza del rapporto tra supereroi del corpo artificiale, un sogno di
e giovani spalle che gli vengono potenza illimitata, di velocità infinita,
affiancate, solitamente con lo di infinita capacità di penetrare sotto
scopo di creare un personaggio di la superficie delle cose, di dominio
identificazione nel giovane lettore, totale sul mondo.
come, per esempio, i famosi Batman I supereroi sono costantemente
e Robin). ripresi e corretti nel corso delle
E’ interessante l’analisi di Antonio diverse generazioni di fumetti,
Caronia relativamente ai rapporti show televisivi, film e prodotti
esistenti tra gli eroi dei fumetti e la di merchandising. Nel suo libro
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22. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
fig. 8 Copertina del volume numero 500 della
serie “Uncanny X-Men”
“Matters of Gravity” Scott Bukatman traccia una storia del corpo del
Supereroe. Con l’avvento dell’industria, gli incidenti collegati ad essa resero
il corpo umano vulnerabile. Non è casuale la comparsa di Superman,
“L’uomo d’Acciaio”, dopo la prima guerra mondiale. In questa versione, non
era ancora avverso alla kriptonite, non poteva volare, ma reggeva bene le
fatiche richieste dall’ Era delle Macchine. Negli anni ‘60 –’70, con i nuovi
Supereroi Marvel, la narrativa supereroistica viene invasa dalle debolezze
della fantascienza: si ridefiniscono i limiti del corpo umano, lo immaginano
mischiato ad altre specie, incrociate dalla scienza, e pieni di eroismo divino.
Questa fase attiva una serie di drammi epocali e tragici che rendono i fumetti
supereroistici dei veri capolavori di coscienza “critica” della contemporaneità
circa alcuni temi delicati, quali l’appartenenza fra individuo e comunità,
l’identità sessuale e culturale, i rapporti tra generazioni, l’invasività
tecnologica su ogni sfera biologica della vita, sia umana che extraumana
(animale, vegetale), le differenze di classe e ceto nella distribuzione sociale
dei ruoli e delle professioni. Nei fumetti si mostrano conflitti irrisolti nella
società nel rapporto tra poveri e ricchi, si affrontano i temi del potere e delle
disuguaglianze, delle battaglie intraprese dalle forze militari e delle lotte
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23. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
individuali, trattano di scienza e futuro, di criminalità,
di guerre e e della pulsione alla felicità. I corpi dei
Supereroi che intervengono in questa fase cambiano lo
scenario mitologico, eliminano lo stigma della doppia
identità e del segreto che permetteva al Supereroe
di rientrare nella normalità dell’uomo comune una
volta tolto il costume.Si entra nell’epoca irreversibile
dei mutanti. Nei mutanti, la doppia identità svanisce
nell’alterità continua che ne sconvolge i corpi, avendo
incorporato nel corpo un potere che lo potenzia ma
che contemporaneamente lo estranea da sé. I mutanti
non hanno una doppia identità, non si nascondono
( o non possono nascondersi), non hanno dei doppi
che ne costituiscano il riflesso normale, con cui
potersi mimetizzare nella società. Si espongono nella
mutazione che ne ha cambiato il corpo.
I mutanti indicano una direzione che cambierà
profondamente la metafora del Supereroe.
L’identità del mutante è una sola, che segnata
intimamente dalla mutazione non ha alcun alter ego, ed esperimenta una
solitudine esasperata, molto più profonda dell’essere “singolare”.
Le singole identità mutanti sentono la necessità di unirsi in un gruppo
che affermi una solidarietà culturale, che vada a sostituire la mancata
appartenenza ad una specie biologica comune. Gli individualismi segnati
dalle singole differenze che li separano oltre ogni capacità di tolleranza
agiscono in profondità e minano la psiche del mutante, creando effetti
introspettivi inaspettati nel genere supereroistico. Viene intrapresa una via
introspettiva che porta alla ricerca del sé, della propria origine, portando
a riflessioni sul proprio essere e sulle relazioni tra individui, tra adulti
e fanciulli, tra figli e genitori, tra soldati e comandante, tra membro a
comunità, tra persona a cultura. La grande saga dei mutanti è un formidabile
archivio di storie che attengono alle afflizioni più recondite della personalità,
e dispongono la necessità di farvi fronte, di trovare accomodamenti
temporanei e soluzioni radicali per il versante più colpito dal processo di
mutazione: l’io, la soggettività, la coscienza.
Dal 2000 vediamo invece i Supereroi proposti in modo più tradizionale
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24. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
in una miriade di film usciti nelle sale cinematografiche, film dai budget
generosi che fanno ampio utilizzo delle tecniche, ormai raffinatissime,
di computer-grafica per riprodurre in modo realistico corpi esagerati e
superpoteri finora raffigurabili soltanto nei disegni dei fumetti. Si può
notare comunque che nonostante le continue modifiche e rifiniture, i corpi
dalle caratteristiche sessuali fortemente accentuate rimangono una parte
intrinseca del mondo supereroistico e del fumetto in generale.
Cosa è cambiato quindi nell’arco di oltre mezzo secolo? Le metafore prodotte
dall’immaginario dei Supereroi degli anni ’30-’60 si connettono alla potenza
tecnologica e al gioco ambiguo tra le percezioni biologiche del corpo umano
(limitate dai geni, dai condizionamenti culturali etc…) e le nuove capacità
conoscitive ed esperienziali che il consumatore di media acquista su scala
planetaria nell’uso dei media stessi (radio, cinema, televisione…) . La doppia
identità ha riflessi collettivi che agiscono sull’immaginario mediale nel quale
si identifica il pubblico “di massa”, i conflitti e le chiavi interpretative sono di
carattere pubblico e inscenano differenze prevalentemente esterne tra corpo
e tecnologia, che tuttavia non intaccano le certezze del corpo collettivo della
società, reso potente dai media e dalla tecnica, in cui l’individuo può trovare
risorse di sopravvivenza e di affermazione.
La situazione dei mutanti corrisponde al nuovo statuto del consumatore dei
media, allo stato “maturo” , dove il consumatore stesso esperimenta una
continua ricostruzione del proprio vocabolario comunicativo, linguistico,
relazionale, culturale. I mutanti ben rappresentano lo statuto proteiforme
e sempre in bilico del consumatore e del performer delle reti multimediali.
Per questo motivo le problematiche sviluppate nelle narrative mutanti sono
principalmente individuali e personali, nei rapporti tra società e singolo.
Emergono distanze incolmabili, manifestazioni delle trasformazioni radicali
avvenute nella conoscenza e nelle soluzioni tecniche e tecnologiche, che
intervengono capillarmente nella vita quotidiana e in tutte le sfere della
vita, condizionandola come mai era successo prima, anche modificando la
concezione stessa di vita, morte ed etica. L’adattamento a tutto questo deve
avvenire in un arco di tempo concesso relativamente breve .
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25. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
Pubblico e consumatori di fumetti
Il largo consumo del prodotto fumetto da parte del pubblico giovanile (e
non solo) statunitense, che sfocia, poi, in particolare nel nostro caso, in una
vasta conoscenza, da parte della massa statunitense, a proposito dei mondi
fantastici ideati dalle due maggiori case editrici che si sono occupate del
fumetto (Marvel Comics e DC Comics).
Negli anni Sessanta attraverso il fumetto si poteva capire molto bene come
funzionavano i miti e i riti della società di massa.
fig 9 e 10 Personaggi dei due
universi narrativi di maggior
rilievo, quelli Della DC Comics
e della Marvel
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26. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
Il medium fumetto – caratteristiche
I comics sono uno strumento comunicativo denso, vitale, strettamente
intrecciato con la realtà sociopolitica, con lo status emozionale dominante
sul territorio, nell’ambito nazionale in cui vengono realizzati e prodotti.
Agendo tra le pieghe dell’immaginario collettivo, grazie alla sua natura
seriale, all’innata duttilità, alla capacità di adattamento e risposta
rispetto ai bisogni del pubblico, il medium fumetto si propone come
una cartina al tornasole di mutamenti sociali e culturali. Nel tempo – e
nell’inconsapevolezza dei media - i comics americani (e non solo) hanno
intrapreso un percorso che li ha portati a raggiungere risultati simili a quelli
della grande letteratura. Questo impegno sociale, questa riflessione sui
grandi temi che oggi la realtà impone a chi lavora con la narrativa di ogni
tipo, si riflettono anche nella struttura di queste storie che, sotto le spoglie di
un racconto di fantascienza, nascondono inquietanti analogie con la realtà di
tutti i giorni.
I supereroi sono diventati parte del nostro linguaggio culturale.
I migliori fumetti di supereroi, oltre ad intrattenere, introduco e trattano in
modo vivido delle questioni tra le più importanti e interessanti affrontate
dall’uomo, questioni che riguardano l’etica, la responsabilità personale e
sociale, la giustizia , il crimine e le condanne, la mente e le emozioni umane,
l’identità personale, l’anima, la nozione di destino, il senso della vita, il modo
in cui pensiamo alla scienza e alla natura, il ruolo della fede in questo mondo,
l’importanza dell’amicizia , cosa significhi l’amore, la natura della famiglia, le
virtù come il coraggio e altre questioni fondamentali.
Il fumetto è stato considerato a torto in passato un universo comunicativo
bloccato nella sicurezza delle iterazioni e delle ridondanze presenti nelle
strisce, nelle tavole e negli albi periodici. Eppure la quantità di consumi
accesi da questo medium dovrebbe far sorgere il sospetto che, come altri
sistemi, il fumetto non può essere impermeabile alle dinamiche interne od
esterne alla sua struttura. Il mezzo fumetto funziona come uno specchio che
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27. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
assorbe e riflette le luci provenienti da ciò che gli è affine, come il cinema,
la televisione, la letteratura di massa, la cultura popolare. I fumetti sono
traduttori dell’immaginario, dei suoi margini e delle sue modificazioni. I
processi dinamici del fumetto sono correlati al mutamento subito dai sistemi
simili nell’universo dei media. Le sue tematiche derivano dalla commistione
con quei temi che passano negli altri media.
I fumetti e le graphic novel occupano uno spazio artistico unico nello spettro
della narrativa. In modo simile alla televisione e al cinema, utilizzano una
potente linguaggio figurato visivo, ma come i racconti e le storie brevi, ci
permettono di proseguire secondo il nostro ritmo.
Il ritmo del fumetto ha influenzato la letteratura e persino il cinema,
pensiamo a registi come Tarantino, oltre naturalmente ai numerosi
adattamenti cinematografici di graphic novels in cui viene trasposto sullo
schermo lo stile del disegno.
La realizzazione di un fumetto non è dissimile da quella di un film, si
presentano in fase di ideazione simili problematiche. Occorre sviluppare in
un testo una storia ,che andrà poi tradotto in una sceneggiatura apportando
le necessarie modifiche per visualizzare la storia, in modo che il disegnatore
possa riprodurla per immagini.
Solitamente le fasi di costruzione di un fumetto sono svolte da più persone,
separando la fase di scrittura e sceneggiatura della storia da quella che
concerne il disegno delle tavole vero e proprio, che a sua volta viene
scorporato in vari momenti eseguiti da diverse persone (chi si occupa dei
disegni a matita, chi dell’inchiostratura, chi dei colori e chi del lettering)
Come possiamo notare anche negli altri media, il fumetto necessita di un
linguaggio specifico che gli consenta di esprimere il senso dell’azione che
si svolge utilizzando pochi strumenti, ovvero la scrittura dei dialoghi e
immagini disegnate statiche. Nel fumetto non si possono utilizzare le stesse
tecniche utilizzate in letteratura o nel cinema, non è concepito lo spazio
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28. DA DOVE PROVENGONO I SUPEREROI
per lunghi brani descrittivi come le troviamo in un romanzo, ne tantomeno
può avvalersi di una sequenza di immagini in movimento come nel cinema.
Per poter quindi raccontare qualcosa attraverso il fumetto occorrono degli
accorgimenti particolari, che ormai sono entrati nella conoscenza comune
grazie ad una sorta di “educazione” al linguaggio del fumetto operata nel
corso della sua lunga storia,. Tramite la decodifica di questo particolare
linguaggio il lettore può cogliere appieno il senso dell’azione.
In una tavola di fumetto intanto troviamo contemporaneamente due
linguaggi distinti, quello scritto dei dialoghi e delle didascalie e quello
iconico dei disegni. Principalmente il compito di veicolare il messaggio viene
svolto dal codice iconico, delegando al codice del linguaggio scritto funzioni
complementari che occorrono ad aggiungere quello che l’immagine non è in
grado di significare o ad intensificarne il significato, oppure per esprimere ciò
che non può essere espresso attraverso i disegni.
In un albo a fumetti abbiamo quindi la presenza contemporanea di due
codici distinti, che sfruttano al massimo le proprie potenzialità per produrre
una narrazione, la quale risulta essere la fusione di entrambi e non la loro
semplice somma.
Le componenti iconiche e narrative del fumetto sono dunque assolutamente
interdipendenti e non possono mai venire trascurate una in favore dell’altra
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29. COM’è UN SUPEREROE
Siamo nel giugno dell’anno 1938, e nelle edicole degli Stati Uniti faceva
capolino un nuovo comic book, una nuova rivista di fumetti chiamata Action
Comics. La copertina di quella nuova rivista, che è diventata il simbolo stesso
di questo avvenimento, riporta un rampante personaggio in calzamaglia
blu e mantello rosso mentre solleva sopra la sua testa un’auto, di fronte ad
una piccola folla stupita. Con questa copertina nasceva Superman, e con
lui si ridefinivano per sempre le connotazioni del fumetto d’avventura. Le
caratteristiche che questo primo fumetto andava definendo diventeranno
la struttura portante di un nuovo genere di racconto a fumetti, quello
Supereroistico.
L’immaginario collettivo americano di quegli anni conosceva insieme il suo
più alto momento di massificazione e industrializzazione, e l’inizio della crisi
di quel modello. L’industria culturale andava perfezionando i suoi apparati,
costruendo un sistema di
dispositivi mai visto prima,
esemplificato nella grande
macchina di Hollywood, che
spingeva sempre più lontano
le possibilità di interazione
fra i bisogni e i desideri del
pubblico e le offerte del
prodotto culturale. Il fumetto
comincia dunque proprio
negli anni Trenta a elaborare
in modo più complesso
aspirazioni e bisogni del
fig. 11 Prima copertina del fumetto di Superman.
Action Comics #1, giugno 1938
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30. COM’è UN SUPEREROE
consumatore. Nel clima del New Deal e di fronte ai primi rumori di guerra,
il fantastico irrompe nel fumetto per dare corpo alla nuova versione del
“sogno americano”, con la sua carica di apparente innovazione, di sostanziale
rassicurazione sui valori tradizionali e poi di crescente coscienza del
proprio ruolo internazionale. Di questo sogno Superman rappresenta il
lato solare, l’illusione di una disponibilità crescente e illimitata di energia,
il mito di una rigorosa trasparenza, dove la vista a raggi X potrebbe esserne
un’ incarnazione, contemporaneamente alla dimensione di un’America
provinciale, tutta concentrata tra Metropolis e Smallville. Superman è
un alieno, dotato di un corpo prodigioso, dai meravigliosi poteri, tutto
dedito al bene. La società gli è amica, però solamente se rappresenta il
momento dell’eccezionalità, della risoluzione di crisi straordinarie con mezzi
straordinari. Non c’è posto per Superman nella vita di tutti i giorni, infatti
nella vita di tutti i giorni egli deve dissimulare la propria identità sotto le vesti
del mite e goffo Clark Kent, diligente cronista al Daily Planet, il quotidiano
di Metropolis. Sotto le spoglie dell’alieno, il corpo di Superman è un’altra
incarnazione del corpo artificiale, un sogno di potenza illimitata, di velocità
infinita, di infinita capacità di penetrare sotto la superficie delle cose, di
dominio totale sul mondo. Di questo corpo glorioso ne sarà fatta anche una
versione notturna, più violenta, potenzialmente più ambigua. Come il volto
notturno di Metropolis-New York è Gotham City, così la variante notturna di
Superman è Batman, nato nel 1939. Il miliardario Bruce Wayne, testimone
da bambino dell’assassinio dei genitori e da allora votato a combattere
il crimine, non è un alieno, non ha superpoteri: dal proprio corpo egli
costruisce il corpo di Batman, l’uomo pipistrello, con la tenacia dell’esercizio,
con una ferrea forza di volontà, con una determinazione nel raggiungere la
perfezione che per alcune letture potrebbe risultare paranoica e morbosa.
Questa coppia di corpi massicci e potenti, questi fasci di muscolatura dediti
alla difesa delle loro città dal male, diventano così il fulcro di un nuovo
genere, il fumetto di supereroi: fra il 1939 e il 1941 nascono una miriade di
personaggi simili, tutti arruolati d’ufficio nel conflitto mondiale, che sperano,
in parte riuscendovi, di ripetere lo straordinario successo di Superman.
Nuovi eroi vengono creati “ad hoc” per combattere contro la minaccia tedesca
e in nome dell’american way of life.
La rappresentazione di questi corpi fantastici, che si intreccia e subisce le
influenze anche dei temi della letteratura fantascientifica di quegli anni, vede
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31. COM’è UN SUPEREROE
fig. 12 e 13 Illustrazioni dei due Supereroi più conosciuti
e più “anziani” , entrambi nati alla fine degli anni ‘30:
Superman (sopra) e Batman (sotto)
il predomini del corpo “virtuale”, immateriale, argomento molto presente
nelle discussioni che si sviluppano intorno agli anni ‘40.
La prima fantascienza aveva una forte base avventurosa ed era caratterizzata
dalla “meraviglia” per i progressi della scienza, difatti si era nell’epoca
dell’avvento dell’elettricità, ma già dagli anni ‘40 cominciò ad occuparsi più
delle ripercussioni del progresso scientifico che delle ipotetiche conquiste
della scienza per sé stesse. Queste preoccupazioni le ritroviamo come
ipotesi della scienza: la caratteristica della fantascienza americana era
l’estrapolazione, il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di una
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32. COM’è UN SUPEREROE
tendenza in atto per proiettarla nei suoi sviluppi futuri, volta a discutere
i fenomeni del presente estremizzandoli in un contesto ipotetico. Altri
spunti critici mettono invece in luce il riferimento al “sense of wonder”,
alla meraviglia, che fa appello ad un analogo della “volontaria sospensione
dell’incredulità” come tema trainante in molti fumetti di quel periodo. I
superpoteri così come le altre caratteristiche dei corpi dei supereroi sono la
metafora di una condizione sociale che cerca in quei personaggi di ritrovare
una serie di valori su cui si fonda la società e la cultura di quel periodo.
Con la fine della guerra ha termine la prima “età dell’oro”. Alla fine degli
anni Quaranta, e negli anni Cinquanta, il numero dei personaggi diminuirà
molto, e la formula darà già segni di stanchezza. È il cinema di fantascienza,
in quegli anni, a rivelarsi capace di porre con più chiarezza, nell’immaginario
collettivo, le preoccupazioni per l’ambiguità sociale della scienza, quella
scienza che con Hiroshima e Nagasaki aveva dimostrato di potersi facilmente
trasformare da forza produttiva in forza distruttiva. La nuova insofferenza
per la massificazione della società industriale, un’insofferenza che si
esprime spesso in fantasie angosciose sul problema del corpo e dell’identità
individuale, manifestate molto chiaramente in film come “L’invasione
degli ultracorpi” e “Destinazione Terra”, dimostra come Il postindustriale
avanzante sembri insofferente nei confronti del robusto, massiccio corpo del
supereroe classico, e ne esiga una rappresentazione insieme più problematica
e più aerea, “immateriale”.Questo corpo agile, dislocato, quasi impalpabile,
capace di occupare lo spazio in modo leggero e bizzarro compare nel
novembre 1961 in una nuova testata, The Fantastic Four, i Fantastici quattro.
In pochi anni nascono personaggi destinati a diventare popolarissimi:
Spider-Man, Daredevil, l’incredibile Hulk. Il colpo di genio di Stan Lee e
Jack Kirby, nel creare i Fantastici Quattro, è stato quello di “scomporre
le funzioni” del supereroe attribuendole a quattro personaggi diversi,
estremizzando la specializzazione: Reed Richards/Mr. Fantastic, col
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33. COM’è UN SUPEREROE
corpo elastico ed estendibile; Johnny Storm/La torcia umana, capace di
incendiarsi e volare; Susan Storm/La ragazza invisibile; Ben Grimm/La
cosa, dal corpo di pietra massiccia, e rendendola più concretamente visibile
nella vera coppia antinomica del gruppo, Mr. Fantastic e la Cosa. Nella
radicale diversità delle forme dei due personaggi (filiforme, leggero, capace
di riempire tutto lo spazio, Reed Richards; pesante, rigido, massiccio, Ben
Grimm) si rispecchia una versione popolare e un po’ ingenua del conflitto
fra la ragione, qui esemplificata nello scienziato Richards, e l’emozione,
che indossa il corpo pietroso di Grimm. Questo cambio radicale nella
rappresentazione e nell’uso del corpo apre la strada a tutta la nuova filosofia
del supereroe Marvel, che vive con disagio la sua condizione, sia perché
questa gli rende difficoltosi i normali rapporti con gli altri, rapporti a cui la
sua “metà umana” aspirerebbe, sia perché non è più chiara, né data una volta
per tutte, la bandiera sotto cui combatte, l’ideale etico che giustifica il suo
codice di comportamento
e motiva le sue azioni.
Ecco allora che la doppia
identità non è più solo un
espediente narrativo, ma
diventa rimozione, amnesia
e furia incontrollata
nell’incredibile Hulk, si
intreccia con i problemi
della condizione giovanile
nell’Uomo ragno, diventa
motivo di emarginazione
fig. 13 Illustrazioni del team dei Fantastici 4.
dall’alto in senso orario:
Reed Richards/Mr. Fantastic
Johnny Storm/La torcia umana
Ben Grimm/La cosa
Susan Storm/La ragazza invisibile
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34. COM’è UN SUPEREROE
sociale e di isolamento orgoglioso negli X-Men, eroi nati e rinati più volte
dal 1963 ad oggi e capostipiti dell’ “esplosione mutante” degli anni Ottanta.
Anche la menomazione fisica può trasformarsi nel punto di forza dell’eroe,
come in Daredevil, il supereroe cieco. Guardando bene, i nuovi supereroi
degli anni Sessanta sono una straordinaria galleria di freaks, di corpi mutati
dal nuovo pericoloso potere della scienza o dalla casualità dell’evoluzione.
In molti casi l’acquisizione dei superpoteri è dovuta a un incidente che ha
esposto l’eroe all’azione di sostanze o radiazioni pericolose: questo espediente
è stato usato per la prima volta nel 1940 per raccontare le origini di Flash,
l’uomo più veloce del mondo, che acquista la propria velocità supersonica
dopo l’inalazione di vapori di acqua pesante. L’ incidente scientifico è
diventato l’espediente preferito per spiegare i superpoteri dei personaggi
Marvel, dai Fantastici Quattro all’incredibile Hulk, dall’Uomo ragno a
Daredevil. In molti casi si tratta di giovanotti non troppo svegli, che solo
l’incidente trasforma in supereroi. Anche Captain America, a cui danno vita
Jack Kirby e Joe Simon nel 1941 è un giovane di costituzione gracile, scartato
alla visita militare, e solo una pozione segreta lo trasforma nel possente
guerriero che conosciamo. Altre volte non è l’incidente a creare il supereroe,
ma un esperimento controllato o un’innovazione tecnologica, come nel caso
del siero riducente che crea Ant-Man, l’uomo formica, o l’armatura metallica
che tiene in vita il playboy Tony Stark e lo trasforma nel proto- cyborg Iron
Man. Il paradigma del ragazzo gracile, introverso o incapace, che l’incidente
trasforma in un personaggio ben diverso, dimostra che la scienza viene vista
ancora, in quegli anni, come una via di trasformazione, di risarcimento,
di riscatto da una vita grigia e quotidiana. È la scienza come forza
immediatamente produttiva, quindi, che penetra direttamente nel corpo
per trasformarlo e renderlo adatto a nuovi compiti e nuove performance.
L’immaginario non si accontenta più del sogno di un corpo onnipotente del
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35. COM’è UN SUPEREROE
tutto autonomo da quello dell’uomo comune, ma vuole far correre la fantasia
allo stesso ritmo della ricerca scientifica, vuole che l’immaterialità dei nuovi
spazi di simulazione informatici e del codice genetico scorrano dentro di noi,
nella nostra carne e nel nostro sangue.
Ecco che il corpo di Superman, un corpo alieno prodigioso dotato di
meravigliosi poteri, muta in un corpo umano reso alieno dalla tecnologia,
dalla scienza e dall’evoluzione, per tramutarsi nel corpo mutante degli
X-Men. L’evoluzione del corpo del Supereroe rispecchia l’evoluzione della
società: la società è cambiata, i Supereroi senza macchia e senza paura in
stile Superman non hanno più lo stesso appeal degli inizi. Se consideriamo
esauriente la descrizione che il semiologo Juri M. Lotman fa dell’eroe,
descritto come travalicatore di confini, portando come rappresentante della
categoria Ulisse, notiamo come siano effettivamente in pochi oggi gli eroi
che abbiano una capacità trasgressiva rispetto alla norma. In primis, perché
in un’epoca in cui la “trasgressività edonistica” è un elemento quotidiano,
all’eroe manca una differenziazione sostanziale dall’uomo comune.
Da qui, lo sfalsamento di piani ontologici cui sempre più assistiamo in
letteratura e sugli schermi: ad esempio Hancock, il supereroe alcolizzato di
Will Smith, i celebri Incredibili della versione animata, il puzzolente Hellboy
di Guillermo Del Toro e molti altri, che, se non sono supereroi disfunzionali,
sono addirittura disabili.
Di fronte al superomismo estetizzante il Supereroe è costretto a cambiare, a
fare di disabilità virtù, è costretto ad aprirsi alla debolezza, alla vulnerabilità
e a una colpa che sono espressione piena di una paradossale antieroicità.
Il supereroe di oggi, anche quello destinato all’intrattenimento del
pubblico più innocente composto da bambini e famiglie, è a due facce,
come l’Harvey Dent de “Il cavaliere oscuro” di Christopher Nolan, bello
e contemporaneamente scarificato, oppure sproporzionato in un senso e
nell’altro, come si vede nella reciprocità tra l’eroe Batman e la sua nemesi,
il Joker, dove non si distingue più chiaramente se l’eroismo sia una
conseguenza della malvagità o se la malvagità si sia generata in conseguenza
all’eroismo.
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36. COM’è UN SUPEREROE
Al di là degli innegabili meriti di regia e interpretazioni, forse il vero
surplus de “Il cavaliere oscuro” è proprio questa fedeltà etimologica, con un
formidabile trio identitario: A (Batman), nonA (Joker) e diverso da A (Due
Facce).
“O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo.”
Harvey Dent, da “Il cavaliere oscuro”
“Io non, io non voglio ucciderti! Che faccio senza di te? Torno a fregare i
trafficanti mafiosi? No. No... no. No tu... tu completi... Me!”
Il Joker, da “Il cavaliere oscuro”
“Ah, oh.. oh! Tu, tu non riesci proprio a lasciarmi andare, vero? Ecco cosa
succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.
Tu sei davvero incorruttibile, non è così? Eh!? Tu non mi uccidi per un mal
riposto senso di superiorità. E io non ti ucciderò… perché tu sei troppo
divertente! Credo che io e te siamo destinati a lottare per sempre.”
Il Joker, da “Il cavaliere oscuro”
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37. COM’è UN SUPEREROE
Il corpo dell’uomo, il corpo del supereroe
Dal 1938 i Supereroi sopraggiungono come simboli di una fase
dell’immaginario dominata dal rapporto corpo-tecnologia. Queste simbologie
vengono nel tempo sottoposte ad una riapertura dei propri conflitti interni,
sono messe in secondo piano le dinamiche relative all’integrazione corpo-
macchina ed emergono le trasformazioni del corpo provocate da agenti
interni.
La nuova immagine che assume il corpo nell’età moderna, le nuove
narrazioni a cui è soggetto, vanno naturalmente intese all’interno dei
cambiamenti occorsi nella società occidentale. I luoghi dell’aggregazione, del
lavoro, del riposo, le città e le campagne hanno mutato il proprio senso, in
parte a causa delle mutate condizioni dei metodi e dei rapporti di produzione
e lavoro. La nascita dell’industria e del fordismo hanno trasformato il tempo
e lo spazio, hanno trasformato le dimensioni all’interno delle quali agisce
e vive il corpo. Alcune conseguenze sono state l’avanzata di nuovi gruppi
sociali, di nuove ideologie, di totalitarismi più o meno espliciti. Dalla fine
del XVIII secolo, le innovazioni tecnologiche, scientifiche e della medicina
che si sono susseguite hanno trasformato il rapporto con il corpo, con i
suoi limiti. Lo stile di vita dell’uomo è cambiato, la concezione di interno ed
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38. COM’è UN SUPEREROE
esterno è cambiata: fino ad allora il corpo umano vivente non poteva essere
“penetrato” in modo sicuro: un medico si poteva limitare ad ascoltare il
caso del paziente e ad esaminarlo con le mani e con il tocco. Con l’avvento
del XIX un medico trova a sua disposizione strumenti che possono invece
entrare nel corpo in modo sicuro: stetoscopio, oftalmoscopio, laringoscopio,
speculum, raggi x, ne può misurare il ritmo, la temperatura, la respirazione,
la pressione sanguigna, esaminarne i batteri con potenti microscopi. Al corpo
possono venire somministrate droghe, medicine, elettricità, vi si possono
inoculare vaccini. Si iniziano a concepire regimi fisici che ne migliorino
l’aspetto e le prestazioni. Le analisi e l’osservazione del corpo in questo
periodo sono indirizzate verso una ricerca razionale ed ottimistica di un
certo e sicuro progresso. È all’interno di questo discorso che prendono corpo
molti dei Supereroi più rappresentativi del secolo scorso. Da sempre gli eroi,
per cui anche quelli del cinema e dei fumetti, sono un indicatore del clima
dell’immaginario e della sensibilità sociale per quanto riguarda alcuni temi
significativi. Superata la fase totalmente ottimistica e fiduciosa, i corpi e
le mitologie dei supereroi nel fumetto contemporaneo si scontrano con la
necessità di un ineluttabile cambiamento, di fronte al crollo dei valori che
avevano fornito solidità e validità all’immaginario supereroico nella sua fase
“adolescenziale”, dai primi anni agli anni ’60. Lo statuto di invulnerabilità
ed invincibilità di questi personaggi andava riformulato. L’immaginario del
supereroe si è esposto a nuove articolazioni drammatiche, alla precarietà, al
mutamento, alla possibilità della morte.
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39. COM’è UN SUPEREROE
Estetica del supereroe
Il supereroe è sempre stato utilizzato come rappresentazione di concetti come
la sessualità e la corporeità, e non suscita stupore quest’ utilizzo, dato che il
supereroe esemplifica la visione idealizzata, iperbolica del corpo umano. Il
corpo del supereroe è il corpo più vicino alla perfezione possibile da ottenere,
è giovane per sempre e suscita ammirazione.
In costante aggiornamento per adattarsi ai concetti di bellezza del proprio
tempo, il corpo del supereroe rappresenta il superlativo. Nonostante questo, i
corpi dei Supereroi sono comunque corpi vestiti. Il vestito trasforma il corpo
e lo rende appropriato per contesti specifici, dotando la psiche del Supereroe
di attributi ed energie che vanno oltre il mondo naturale. In questo modo,
il vestito serve come metafora visiva dell’identità. La strategia adottata
per trasportare il corpo del Supereroe nel reame del superumano è quella
del travestimento totale. La funzione dell’abbigliamento del Supereroe è di
nasconderne l’identità “umana”, normale, e dall’altro attirare attenzione
verso l’altra identità, quella “superumana”.
I fumetti compiono contemporaneamente la funzione di riflesso della
realtà e di costruzione della stessa, i fumetti supereroistici si fanno vividi
nell’immaginazione dei lettori e costruiscono forti connessioni con la loro vita
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40. COM’è UN SUPEREROE
quotidiana. In questa visione, i fumetti rappresentano spesso ideali, valori e
comportamenti della società consumistica.
Un corpo virile, muscoloso, scolpito in palestra, è storicamente diventato,
anche per mezzo dei media, il riferimento per la corporeità maschile, i
corpi che deviano da questa descrizione sono scherniti e nascosti dalla
comunicazione di massa.
Dalla sua nascita fino ad oggi, Il topos del supereroe ha vissuto innumerevoli
cambiamenti: quando Superman e Batman hanno visto la luce, alla fine
degli anni Trenta, l’immaginario legato alla chimica, che possiamo trovare
anche in opere come “Frankenstein” o “Lo strano caso del dottor Jeckyll e
di Mr Hyde” viveva i suoi ultimi bagliori, e si accingeva a lasciar posto alle
visioni della fisica. Spider-Man, Hulk, gli X-Men, Devil, i Fantastici Quattro
sono tutti figli dell’era nucleare. Oggi la fisica lascia il campo alla biologia
– la nuova frontiera del XXI secolo – e a tutto ciò che questo implica per
le future applicazioni di certe scoperte scientifiche sul corpo umano. Nel
tempo il Supereroe si allontana sempre di più dall’uomo stesso, prende vita
un universo mutante e cangiante dove i corpi dei supereroi smettono di
essere apollinei e impazziscono, dando vita a una realtà trans-forme, ibridata
alla tecnologia. Secondo la teorica del femminismo Donna Haraway, come
scrive nella sua “teoria del cyborg”, la tendenza naturale degli esseri umani
è sempre stata quella di ricostruirsi attraverso la tecnologia, allo scopo di
distinguersi dalle altre forme biologiche del pianeta: un progetto che parte
dalle prime forme di manipolazione del corpo umano e continua oggi con
l’utilizzo di protesi tecnologiche e lo sviluppo dell’ingegneria genetica. Il
desiderio di migliorare ciò che ha determinato la natura, sarebbe alle origini
stesse della cultura umana.
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41. COM’è UN SUPEREROE
L’elemento vestimentiario nei supereroi
I costumi dei Supereroi sono evidentemente un’invenzione dei disegnatori
di fumetti, ma naturalmente si riferiscono ad una certa tradizione nella
raffigurazione di mascolinità enfatizzata che viene esibita da guerrieri e
sportivi, esempi supremi di modello di corpo maschile desiderabile.
Per supportare l’ipotesi, potremmo fare rifermento all’abbigliamento esibito
dai wrestlers professionisti, dagli acrobati circensi dei primi del ‘900, come
anche dagli insiemi vestimentari composti da stivali, mantello e calzamaglia
indossati dagli avventurieri spadaccini rappresentati a teatro e ad Hollywood,
figure primordiali da cui si è sviluppata la figura del Supereroe, fino ad
arrivare all’abbigliamento sportivo contemporaneo.
Per quanto riguarda i costumi dei supereroi, è facilmente verificabile come
nella realtà siano pressochè impossibili da realizzare. Ogni cucitura, ogni
giuntura, ogni segno visibile di biancheria intima, ogni smagliatura o filo
rotto rivelerebbero l’illusione magistralmente creata dai disegnatori.
Una conferma a questa teoria possiamo trovarla nelle riproduzioni
dei costumi che sono state fatte nei numerosi film di supereroi prima
dell’avvento massiccio della computer grafica. I costumi riprodotti in queste
rappresentazioni assomigliavano di più a dei pigiamoni imbarazzanti
piuttosto che ai costumi disegnati nei fumetti, finchè per ovviare a questo
sfasamento si è fatta largo la strategia di creare versioni più realistiche
dei possibili costumi, realizzando versioni più fruibili nella plausibile
quotidianità del Supereroe. Si sono realizzate “coperture” pseudo-utili
fatte in gomma, pelle, e plastica, di che si ispirano un egual misura alle tute
spaziali, alle mute dei sub e a più generiche tutine elasticizzate. Il costume del
supereroe di fatto non ha referenti reali nel mondo tessile. L’ impossibilità di
trasportare il costume del supereroe nella realtà fisica deriva probabilmente
dal fatto che, nel fumetto, il costume è fatto di tinte pantone e ombreggiature,
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42. COM’è UN SUPEREROE
fig. 14 Scena tratta dal film “The Wrestler” del 2008 diretto da Darren Aronofsky
fig. 15 Scena dal film “The Three Musketeers”, di Richard Lester (1973)
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43. COM’è UN SUPEREROE
e non si tratta come nel disegno di moda di ricreare dei tessuti e degli abiti
che hanno il loro fine ultimo di essere indossati, non nasce con questo
intento. Il costume del supereroe è una seconda pelle, colata sopra al
corpo, che ne simula la copertura per evitare imbarazzi e giustificare la
rappresentazione di un corpo che di fatto è disegnato così com’è, nudo.
Il costume del supereroe serve a raffigurare il corpo umano nella sua forma
perfetta, libera.
Nel costume comunque sono anche incorporate alcune caratteristiche che
risultano particolarmente utili per la missione del Supereroe, sempre esposto
a pericoli e difficoltà: i costumi di Superman e di Batman sono antiproiettile,
servono come corazza, in modo simile ai pettorali di metallo indossati dai
militari dell’impero romano. Dai militari romani l’immaginario del Supereroe
prende in prestito anche la cappa e l’ elmetto che ricopriva il viso del soldato.
L’elmetto riproduceva il volto di Alessandro Magno: indossando questo
elmetto, l’armata romana assumeva un’aurea di invincibilità, un’armata
di cloni di Alessandro. L’uso di questo elmetto durante le parate, non in
combattimento, può essere visto come un primo esempio di esibizione di
eroica mascolinità.
Il moderno costume Supereroico quindi ha delle parziali reminiscenze
romane, passate attraverso la rivisitazione che nel rinascimento viene fatta
della rappresentazione del corpo maschile nudo. Ad esempio, le insegne
e la struttura dei costumi del
Supereroe moderno sono simili al
rilievo che copre la muscolatura
idealizzata del busto maschile. I
costumi dei Supereroi ereditano i
tratti drammatici del Rinascimento,
il modo realistico ed anatomico con
il quale vengono rappresentati, e
contemporaneamente richiamano
le vesti dei gladiatori e l’eroismo
dell’età classica.
Combinando elementi degli antichi
eroici soldati e gladiatori con
moderni materiali come la lycra, i
fig. 16 Esempio di muscolatura Supereroi rimandano un’immagine a
idealizzata delle armature romane
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44. COM’è UN SUPEREROE
metà tra uno spadaccino rinascimentale ed uno sportivo praticante l’atletica
leggera. L’abito del Supereroe si colloca tra lo sportivo e il paramilitare,
nella forma e nella funzione è una miscela di elementi antichi, medioevali,
rinascimentali e moderni di forme dell’abito tipicamente maschili. Questo
mescolamento di elementi evoca la mascherata e suggerisce anche un
paragone con il genere vestimentiario dell’uniforme.
Benchè ogni Supereroe abbia un costume diverso, e quindi non si possano
definire i loro costumi delle uniformi, l’atto dell’indossare il costume
conferisce delle licenze speciali, in modo simile all’effetto ottenuto da
determinate uniformi, che quando indossate permettono di compiere
azioni non permesse agli individui in abiti civili. Chi indossa l’uniforme
può interrogare, sparare ed arrestare criminali. Da questo punto di vista,
gli emblemi riprodotti sui costumi dei Supereroi non sono solo dei semplici
loghi, ma servono una funzione simile a quella dei distintivi dei poliziotti,
che permettono di identificare quella persona come persona impegnata in un
compito preciso. Non servono solamente a nascondere l’identità alternativa
del Supereroe, ma servono a rendere nota la propria speciale autorità. E’
innegabile intuire come il costume del Supereroe sia l’esatto opposto del
mimetismo, con i sui colori sgargianti e con la sua fattura lontana da quella
degli abiti comuni. Il costume del Supereroe vuole attrarre l’attenzione su di
sé. Paradossalmente, è più corretto parlare di mimetismo e travestimento
in riferimento agli abiti civili dei Supereroi. Indossare un abito grigio in un
ufficio, dei jeans e una maglietta in una scuola superiore o un elegante abito
da sera durante gli eventi mondani rende l’indossatore poco appariscente,
privo di una visibilità individuale, lo normalizza e rende omogeneo nella
folla. Al contrario, il costume del Supereroe non ne nasconde l’identità, bensì
la rende manifesta. Per un Supereroe è impossibile sparire tra la folla, per
rendersi invisibile deve travestirsi da persona normale. Per questo motivo
non è possibile identificare una delle identità come quella “vera”, l’una
dipende dall’altra.In questo senso i costumi sono costruzioni simboliche,
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45. COM’è UN SUPEREROE
segnalano l’incorporazione di chi li indossa nel reame del simbolico e
del mitico, sfuocando la linea che separa l’identità dell’eroe da quella
dell’indossatore.
Il costume del Supereroe opera come un linguaggio, una comunicazione che
funziona a livelli diversi all’interno di un sistema strutturato di significati
codificati. Questi significati parlano dell’identità di chi indossa il costume
in termini di paladino della libertà, e veicolano l’idea che superpoteri e
superabilità siano al servizio del bene.
Benchè gli abiti dei Supereroi siano perlopiù rimasti invariati negli anni, i
valori delle società che hanno prodotto le identità dei Supereroi sono variati
nel tempo, così come sono cambiate le figure dei nemici, ma i significati
sottesi restano gli stessi: eroi che salvano i deboli e l’umanità, combattendo
contro il male in tutte le sue forme.
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46. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
Nel mondo fittizio dei Supereroi, il dialogo tra capacità supernaturali e la
moda non è cosa nuova. Fin dalla loro comparsa negli anni ’30, il guardaroba
dei Supereroi ha comunicato delle narrative peculiari della cultura popolare
americana attraverso una combinazione di testo e illustrazioni, che
funzionano all’interno di un vocabolario estetico di simbolismi codificati. Il
guardaroba del Supereroe parla dell’identità del personaggio che lo indossa,
e serve a sottolineare le capacità supernaturali e gli attributi specifici
del personaggio. Il costume separa il Supereroe dai comuni mortali, e lo
contraddistingue rispetto alla società convenzionale.
Possiamo dire che in modo simile, la moda esprime la forza industriale,
che potrebbe essere associata all’idealizzazione del corpo ipertrofico del
Supereroe: la moda trasferisce sul corpo in modo visibile l’idea di potere, di
virilità e di coraggio.
Negli anni il “costume” del Supereroe si è attualizzato, e possiamo notarne
un esempio nel film di animazione “Gli Incredibili” della Pixar, uscito nel
2004. Il personaggio di Edna Mode,
la fashion designer che si occupa dei
costumi dei Supereroi protagonisti,
non considera solamente le qualità
estetiche del costume, ma prende
in considerazione come esso possa
supportare in modo pratico e
funzionale i superpoteri di chi lo
andrà ad indossare, spostando
questo particolare abito dal campo
della mascherata, e appunto del
costume, a quello della tuta e
dell’abito funzionale, con tutte le sue
conseguenze pratiche,avvicinandolo
ed inserendolo nel campo della moda.
Una simile operazione viene svolta
fig. 17 Locandina del film “Gli
Incredibili” del 2004
nel film “ Il Cavaliere Oscuro”
del 2008, quando la tuta del
protagonista viene presentata con
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47. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
descrizione di materiali e funzionalità,
differenziandola dai significati
carnevaleschi assunti negli anni nelle
varie rappresentazioni di Batman.
Passando dal nome di “costume”
a quello di “tuta”, la moda del
Supereroe inizia ad operare all’interno
della complessità di un sistema
influenzato da nozioni come realismo,
performance, genere, status sociale
e potere. Infatti la moda è un fattore
sociale, ambientale ed economico, ed
ha la capacità di unire mondi differenti
tra loro quali la creatività e consumo.
fig. 18 Scena tratta da “Il cavaliere
La moda da sempre è stata il senso
oscuro”, nella quale si vede la nuova della teatralità dell’individuo che si
tuta di Batman.
esprime nel vestito, confessando più
o meno consapevolmente ciò che ci
piacerebbe essere anche solo per gioco, per un’ora o per il resto della nostra
esistenza, essa è il tentativo di mediazione delle pressioni che si agitano
nell’Io dell’individuo.
Analizzando più da vicino le necessità culturali umane, possiamo notare
come con l’avvento delle inquiete culture degli anni novanta, si presenta per
la prima volta un’incredibile contaminazione di ruoli e di identità sessuali:
metamorfosi, androginia, travestitismo, trasferimenti di identità,
ermafroditismo, transessualità, trame che intrecciano e ricompongono il
maschile e il femminile, creando un insieme di fenomeni che contribuiscono
a caratterizzare e modificare il reale e l’immaginario. La moda, in questa
maniera, diviene il “diritto di mutarsi”. È il passaggio dall’abbigliamento
tradizionale, legato all’etnia e alla classe, a un modo di vestire che,
dividendosi in maschile e femminile, inizia a scomporsi e moltiplicarsi in
numerose varianti, dall’utilizzo dei materiali più diversi all’attenzione alle
tensioni che caratterizzano il contemporaneo. E così la moda si è trasformata
in processo, distribuendosi diffusamente e capillarmente, disseminandosi
ovunque; non appartiene più a una classe precisa, non veicola più solo
pochi modelli di riferimento, non si trova più esclusivamente nei costumi
47
48. fig . 19 Paul Smith PE ‘08 fig. 20 Stella McCartney per Chloé 1998 fig. 21 Alexander McQueen AI ‘07-’08
della società. Abiti, oggetti, comportamenti e gusti oggi sono divenuti un
dispositivo che comunica politiche, strategie economiche, mezzi e strutture
della comunicazione. Ormai è evidente che
“il vestire espone il corpo a una metamorfosi sempre possibile, e la moda
della nostra epoca si è concessa di ‘raccontare’ queste metamorfosi, [...]
la moda ha permesso così la confusione dei ruoli sessuali, ha evidenziato
in superficie ciò che era sotto (etichette, biancheria intima, cuciture),
ha invertito la funzione ricoprente dei tessuti adottando le trasparenze,
ha rotto gli equilibri e i rigidi funzionalismi del costume tradizionale
e dell’abito rituale, ha adottato la citazione intertestuale come tecnica
costante, ha insomma in un certo senso reso il corpo discorso, segno,
cosa...”, come scrive Patrizia Calefato nel suo Mass Moda.
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49. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
L’intero meccanismo della moda si basa sulla comunicazione. Senza
trasferimento di messaggi, non avremmo né la moda né tutto il sitema che
ruota intorno ad essa. Possiamo affermare con una certa dose di sicurezza
che l’abito è diventato, o meglio, è sempre stato, un modo di vivere, di
presentarsi; sicuramente è la prima cosa che parla agli altri dei nostri gusti
e delle nostre passioni. In questo modo diventa un simbolo, un’espressione
d’ identità. Ogni cultura e subcultura ha considerato l’abbigliamento come
espressione del proprio modo di pensare e di infrangere le regole della
società nella maniera il più possibile evidente, sfidando di volta in volta quelli
che sono i canoni del buon gusto.
La moda, quindi, essendo espressione dell’individuo, rispecchia anche le
società e i suoi mutamenti, i movimenti culturali e giovanili, i cambiamenti
di valori e l’andamento economico. Essa è costume che vive nella società, per
cui può essere capita solamente se è collegata con quello che è il contesto
nel quale si inserisce. Di tale contesto fanno parte i valori etici ma anche
quelli estetici; l’estetica è infatti ormai una sorta di valore aggiunto, che il
consumatore ricerca ed apprezza nelle sue scelte.
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50. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
Superheroes: fashion and fantasy
“I designer sono da sempre affascinati dal modo in cui gli abiti possono
trasformare il corpo e la personalità di chi li indossa, la moda e il
supereroe sono legati dalla stravaganza e dalla fantasia, e questa mostra,
celebrazione sia del vestito sia dell’eroe, è in fondo un’esaltazione del corpo
fantastico. Lo stile, come il supereroe, ti permette di sognare e fuggire in un
mondo di libera immaginazione”
Giorgio Armani sulla mostra “Superheroes: fashion and fantasy”
Un contributo importante nel definire le vicinanze tra il mondo del fumetto
e quello del sistema moda viene da una mostra presentata nel 2008 al
Metropolitan Museum of Art di New York, dove vengono esposti, con il
patrocinio autorevole di Giorgio Armani, circa 70 abiti
di diversi stilisti per svelare le simbologie e le metafore che legano la moda e i
personaggi di fantasia dei superpoteri.
La moda, spazio creativo in continua ricerca di trend da commercializzare,
ha compreso in profondità e velocemente le potenzialità iconografiche del
fenomeno Supereroi. Ne ha studiato il linguaggio, colto la portata e riadattato
il fumetto alla realtà.
La mostra si propone di esaminare l’influenza sulla moda dei costumi dei
supereroi, come sono rappresentati nei fumetti, al cinema o in televisione, e
viceversa.
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51. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
All’interno dell’esibizione viene messo in luce come questi costumi non si
siano limitati a proclamare i poteri del supereroe che li indossa, ma come
abbiano anche stimolato nuovi design nella moda d’avanguardia, nel prét-
a-porter, negli indumenti high-tech per performance sportive di alto livello
agonistico.
Ogni capitolo della mostra è associato a uno o più supereroi: da Iron Man
a Batman, da Wonder Woman a Flash. Rappresenta un vero e proprio
spaccato socio-culturale del nostro mondo. Un modo di rappresentare
l’umanità attraverso differenti caratteri e altrettante espressioni corporee
associate all’abbigliamento di riferimento. Ci sono così dunque i costumi
emblema, che raccontano l’identità di chi li indossa grazie ad una esplicita
rappresentazione grafica: la S di Superman, la ragnatela e l’iconografia del
ragno di Spiderman. I costumi patriottici che riassumono le caratteristiche
dell’eroe e ne connotano la vocazione al bene e alla difesa del proprio
paese, prendendo a prestito idee e contenuti dalle bandiere nazionali:
Wonder Woman, Capitan America, Capitan Britannia. Poi ci sono i costumi
Aerodinamici, vere e proprie seconde pelli, ricamati direttamente sul
corpo del supereroe, che ne esaltano l’abilità: il supereroe di riferimento
in questo caso è Flash, il fulmine rosso della Dc Comics, e in questo caso
il costume e il suo design così particolare non vengono utilizzati solo dalla
moda, ma possiamo vederlo sfruttato anche in campo sportivo e addirittura
aerospaziale. E via così, di categoria in categoria, di costume in costume; a
rappresentare quanto di buono, utile e concretamente sfruttabile da parte
del mondo reale ci sia nel regno della fantasia e della creatività delle nuvole
parlanti.
Come fa notare Andrew Bolton, il curatore del Metropolitan Museum, nei
numerosi comunicati stampa stilati per l’evento, la moda condivide con i
supereroi una malleabilità metaforica che nutre la propria fascinazione con
l’idea e gli ideali del supereroe.
La moda si può dire che rispecchi e condivida con questo specifico ramo dei
fumetti l’ossessione per il corpo ideale delle rappresentazioni supereroiche, e
come le raffigurazioni del corpo nel fumetto, entrambi registrano i segnali del
cambiamento degli standard di perfezione nella società.
Come la moda, il corpo del supereroe rappresenta delle particolari narrative
in termini di metafore, ed entrambi condividono una malleabilità nei
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52. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
significati delle metafore stesse, metafore che sia i Supereroi che la moda
condividono, una su tutte il potere della trasformazione.
La moda ed i supereroi celebrano la metamorfosi ed il cambiamento, creano
una moltitudine di opportunità per rimodellare il proprio corpo e la propria
identità.
La moda non solo condivide la metafora della malleabilità dei supereroi, ma
sposa una componente importante del comportamento tipico degli eroi in
costume: la cosiddetta “potenza della trasformazione”. La moda celebra ed
esalta la metamorfosi, fornendo illimitata possibilità all’uomo comune di
trasformarsi come (e meglio) dei suoi stessi idoli. Nella moda, come nelle
strisce dei fumetti, l’uomo si identifica con il supereroe, e come il supereroe,
attraverso la moda conquista la libertà di fantasticare per sfuggire alla
banalità del quotidiano.
Nel nostro tempo “postmoderno”, dove simboli e segni stanno diventando
sempre più indeterminati, esiste una semiotica specifica nei costumi dei
Supereroi che pare resistere più a lungo di molte altre, e che è stata esplorata
da numerosi designers. Un esempio lo troviamo sicuramente in Superman,
che attrae i designer per l’iconicità della sua S, e del quale spesso viene
evocato il momento massimo della sue grandezza, ovvero il momento in cui si
libera dalla camicia di Clark Kent per assumere la sua vera identità, e mostra
sotto ad essa la S del Supereroe sul petto.
Altrettanto forte è la simbologia legata a Spiderman, talmente forte che anche
quando i designers utilizzano il simbolo del ragno senza nessun specifico
riferimento al supereroe, non si può evitare di evocarlo.
I Supereroi, come il Jazz, il baseball, i film, sono americani nella loro essenza.
Non solo impersonificano gli ideali e i valori e i credi della società americana,
ma riflettono questi concetti indietro in modo da contribuire a formare la
società americana.
Come molti fenomeni culturali pop, i fumetti supereroistici riflettono e
rispondono ai conflitti sociali e politici del mondo reale. Durante la II guerra
mondiale furono assoldati per combattere il fascismo, per esempio. Nella
collezione di John Galliano per Christian Dior, Wonder Woman è il punto
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53. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
di partenza e l’ispirazione, vengono catturati gli aspetti politici e sessuali del
costume di Wonder Woman, che negli anni è stato reinvocato e reinventato
a seconda delle mode prevalenti. Benché le narrative dell’eroina amazzone
fluttuino negli anni, seguendo la dialettica sociale, attraverso il costume
rimane da sempre un simbolo potente di patriottismo. Un altro personaggio
femminile che ha mantenuto un discreto appeal nel corso degli anni è
Catwoman: diversamente da Wonder Woman, personaggio sessualmente
attraente ma tutto sommato non reso come oggetto prettamente sessuale,
Catwoman spesso è stata associata all’immagine della “dominatrice” e al
mondo sadomaso, dotandola di costumi in pelle o lattice, fruste e frustini,
guanti e tacchi vertiginosi. È stata il personaggio femminile che ha subito
più trasformazioni sia nella definizione della propria storia personale, che
nel proprio guardaroba. Spesso è stata portata come esempio dell’ideologia
maschilista e prevaricatrice presente nei fumetti, data la sua evidente
funzione di oggetto sessuale e di desiderio maschile. Caratteristiche
sessuali esagerate, larga parte del corpo scoperto o fasciato dal vinile,
Catwoman rappresenta la contraddizione tra la brava ragazza e quella
cattiva, ostentando una certa “liberazione sessuale” ci abitua a questi clichè
generalmente stereotipati, rendendoli meno sovversivi e neutralizzandone
gli aspetti più fortemente disturbanti. Nelle collezioni di designer come
Thierry Mugler, Dolce e Gabbana, Alexander McQueen, Versace e Jean paul
Gaultier, vediamo apparire spesso degli elementi riferibili all’iconografia di
Catwoman, e più generalmente al’immagine della dominatrice. L’utilizzo
che questi designer hanno fatto di bustini, pelle, reggiseni, tutine fascianti
in vinile ed altri accessori feticistici hanno sdoganato nell’Haute Couture
l’aspetto più erotico-esotico degli abiti.
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54. CONTAMINAZIONI TRA FUMETTO E MODA
fig. 22 Fotografia della mostra “Superheroes: Fashion and Fantasy”
Da sinistra: Bernhard Willhelm PE’06 - Bernhard Willhelm PE’06 - Moschino by Rossella Jardini AI ‘06/’07 -
Moschino by Rossella Jardini AI ‘06/’07
fig. 23 Immagine tratta da una tavola del fumetto fig. 24 Moschino by Rossella Jardini AI ‘06/’07
di Superman, in cui viene evidenziato il gesto tipico
dell’eroe.
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