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Tania TanfoglioTania TanfoglioTania TanfoglioTania Tanfoglio
Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com
Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 2
DOMANDE DI CARATTERE GENERALE
Descrivi la struttura del capello
Per ottenere risultati professionali, è indispensabile che una buona acconciatrice conosca il
capello, la sua struttura e le sue caratteristiche peculiari.
I capelli sono inseriti nel follicolo pilifero, dove sono costantemente lubrificati grazie alla presenza
delle ghiandole sebacee; queste, infatti, producono il sebo, una sostanza grassa ricca di trigliceridi
e colesterolo.
Nel capello si distinguono tre parti:
1) una esterna al follicolo, visibile, detta fusto.
2) una interna al follicolo, detta radice.
3) una, ancora più profonda, alloggiata nella parte profonda del follicolo è detta bulbo. Il bulbo
racchiude la papilla dermica, formata da piccoli vasi sanguigni, fondamentale per il nutrimento dei
capelli. La matrice germinativa, invece, è formata da cellule in attiva esplicazione che consentono
la crescita del capello.
Di queste cellule, all'inizio tutte uguali, alcune vanno a costituire la guaina epiteliale interna, altre
le tre parti strutturali del fusto del capello: cuticola, corteccia e midollo.
Il midollo, assente nei peli più sottili, è costituito da cellule particolarmente grandi e con grossi
spazi interstiziali ripieni d'aria.
La corteccia è la parte principale ed è formata da più strati di cellule morte ed appiattite, simili a
quelle presenti nello strato corneo dell'epidermide. Queste cellule sono anche pigmentate, grazie
alla presenza di melanociti situati nel bulbo.
Infine, la porzione più esterna, detta cuticola, è costituita da un unico strato di cellule, molto sottili
e trasparenti, perché prive di pigmento. Tali cellule sono disposte in modo embricato, un po' come
le tegole di un tetto, ed hanno lo scopo di proteggere la corteccia sottostante.
Su quale strato agisce l’acconciatrice?
Normalmente l’acconciatrice agisce sullo strato più esterno, la cuticola. In alcuni casi, come ad
esempio quando si effettua una colorazione permanente, si agisce sulla corteccia, ovvero sullo
strato intermedio.
Tradizionalmente si distinguono tre tipologie di capelli. Quali sono?
I capelli nascono lisci, ondulati o ricci in base alla forma del bulbo dal quale originano. Se questa
cavità è circolare il pelo cresce diritto, poiché la proliferazione delle cellule della matrice è uguale
in ogni punto. Se, invece, il bulbo è più o meno schiacciato la proliferazione cellulare avviene con
velocità diverse ed il pelo cresce via via più ondulato fino ad essere riccio.
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Descrivi il ciclo vitale del capello e spiegane l’importanza
Il ciclo vitale del capello si può dividere in 3 fasi; è importante sapere che i capelli non si trovano
tutti nella stessa fase, ma crescono con modalità e ritmi differenti.
La prima fase è quella di crescita ed è chiamata Anagen; durante questo periodo di crescita il
capello cresce in media 1 cm al mese, il periodo dura da 2-4 anni nell'uomo e 3-7 nella donna.
La seconda fase, chiamata transizione Catagen, corrisponde al momento in cui il capello arresta
tutte le sue attività e smette di crescere. Questo periodo dura dalle 2 alle 3 settimane.
La terza ed ultima fase, detta fase di riposo o Telogen, si presenta con il capello ancora all'interno
del follicolo, ma attaccato da deboli legamenti che presto cederanno sotto la spinta del nuovo
capello. La durata media di questo periodo è di 3 mesi; al termine di questa fase il capello cade. In
questo modo può iniziare una nuova fase di crescita ed il ciclo ricomincia.
Può accadere che fenomeni come lo stress, squilibri ormonali e/o metabolici (ad esempio
problemi tiroidei), o altre condizioni patologiche, interferiscano con il normale ciclo di crescita del
capello. In questi casi, la fase di Anagen si accorcia e di conseguenza il capello si presenta più corto
e sottile. Può inoltre verificarsi un ritardo nella crescita del nuovo capello che contribuirà ad
aggravare ulteriormente il problema del diradamento o alopecia.
Descrivi la struttura della cheratina
La cheratina è una proteina insolubile con elevata resistenza meccanica e rappresenta la principale
componente dello strato esterno della pelle, delle unghie e dei capelli (costituisce, infatti, la
maggior parte della corteccia). La cheratina è una proteina flessibile che può accorciarsi e
allungarsi grazie alla presenza di ponti a idrogeno al suo interno; la sua rigidità e robustezza,
dipendono, invece, dalla formazione di legami disolfuro.
Cos’è la melanina?
La melanina è un pigmento di colore marrone per la pelle ed i capelli. Viene sintetizzata da una
speciale cellula chiamata melanocita.
In particolare, il colore del capello è dovuto alla presenza di melanociti a livello del bulbo pilifero.
La colorazione dipende dalla quantità e dal tipo di melanina che viene prodotta. Nei capelli scuri,
per esempio, è presente eumelanina; in quelli biondi e rossi c'è una maggiore concentrazione di
feomelanina. Il pigmento melanico è limitato alla corteccia. Anche la presenza di minerali (Mg, Fe
e Pb) e tricocromi (responsabili del colore rosso) contribuisce al colore naturale del capello.
Le varie concentrazioni di melanina danno origine a diverse tonalità di riflesso presenti nel capello
naturale.
- L'altezza di tono è data dalla concentrazione di eumelanina, e indica quanto è chiaro o scuro
un colore definendone l'intensità. Le diverse intensità vengono 'messi' sotto forma di scala in
altezza di tono che vanno dal 10 che presenta il biondo platino all'1 che indica in nero.
- La tonalità di riflesso, combinandosi con l'altezza di tono, definisce precisamente il colore
naturale dei capelli. Si presenta sotto forma di una gradazione di sfumature, e le tonalità sono:
dorato; rame; rosso; cenere.
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Spiega il fenomeno dell’incanutimento
Con l'avanzare dell'età i melanociti diventano sempre meno attivi, fino a cessare completamente
la produzione di melanina. Si parla in questo caso di incanutimento (capelli bianchi). I primi capelli
bianchi compaiono a livello delle tempie intorno ai 30 anni e, solitamente, all'età di 50 anni il 50%
dei capelli diventano bianchi. I capelli bianchi sono più spessi dei capelli pigmentati, ma si rovinano
più facilmente, se sottoposti a tinture e permanenti.
Un incanutimento precoce è di natura ereditaria e generalmente interessa più membri della stessa
famiglia, così come la presenza di un ciuffo di capelli bianchi (piebaldismo).
Come si presenta un capello danneggiato? Quali sono le cause?
Il capello danneggiato appare opaco, secco, elettrico e poroso; è difficilmente pettinabile perché la
cuticola è danneggiata.
La prima struttura del capello ad essere danneggiata da fattori ambientali (sole, acqua, vento,
inquinamento) fisici (spazzolature eccessive, calore) e chimici (colorazione, decolorazione, ecc), è
la cuticola, le cui cellule si sollevano. La corteccia sottostante si indebolisce progressivamente fino
alla rottura. Nei casi più gravi il capello presenta piccoli rigonfiamenti biancastri (tricoressi nodosa)
e doppie punte.
Parlami della dermatite seborroica
La dermatite seborroica del cuoio capelluto è una malattia molto frequente, che spesso
contribuisce al peggioramento della calvizie.
La sua forma più lieve è la forfora e si manifesta con piccole squame biancastre più o meno adese
alla superficie del cuoio capelluto. Il prurito è un sintomo tipico e la sua assenza può far pensare
ad altre malattie, come la psoriasi o le infezioni da tinea capitis.
A volte le squame della forfora appaiono untuose e di colorito giallastro.
La dermatite seborroica è dovuta a:
- aumentata produzione sebacea, dovuta agli ormoni androgeni
- colonizzazione del cuoio capelluto da parte di un fungo normalmente presente in piccole
quantità sulla cute.
Che cos’è il pH?
Il pH è una scala che valori compresi tra 0 (acido forte) e 14 (base forte). Al valore intermedio di 7
corrisponde la condizione di neutralità.
Come si misura il pH?
Il pH può essere misurato sfruttando la capacità di alcune sostanze (dette indicatori). Molto spesso
Gli indicatori si usano anche supportati su strisce di carta (le cosiddette “cartine tornasole”), che
cambiano colore quando vengono immerse in sostanze acide o basiche. L’esempio più
Comune è quello delle “cartine di tornasole“, di colore rosa / rosso in ambiente acido e azzurro /
blu in ambiente alcalino.
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A cosa serve conoscere il pH della pelle e dei cosmetici?
Per poter applicare creme e cosmetici adeguati al pH della nostra cute, che non vadano ad
alterarne l’equilibrio.
Qual è il pH della pelle?
Il pH della pelle è acido è si mantiene tra 4.2 e 5.6. Acne, allergie e altri problemi della pelle
peggiorano quando la pelle diventa più alcalina. Per questo motivo alcuni cosmetici utilizzati a
scopo professionale (come ad esempio la colorazione o la permanente) possono causare irritazioni
alla pelle dell’operatrice ed è necessario utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuale (guanti).
Qual è il pH dello shampoo?
Il pH dello shampoo deve essere acido, intorno a 5, alcuni shampoo professionali, utilizzati ad
esempio durante la tintura o la permanente possono avere pH ancora più basso.
Prima di fare un trattamento elaboriamo una scheda cliente? Di cosa si tratta?
La scheda cliente è un documento importante e deve essere redatta chiaramente e con
attenzione.
L’acconciatrice non deve intraprendere nessun trattamento professionale, senza l’acquisizione di
informazioni concernenti lo stato di salute della cliente. In particolare è bene accertarsi dello stato
di salute e di eventuali patologie (ad esempio, allergie). La scheda cliente deve, inoltre, indicare le
attività professionali praticate nel salone (trattamenti, cosmetici acquistati, ecc)
Nel rendere noti alla cliente eventuali problematiche rilevate durante il trattamento professionale,
l’acconciatrice dovrà astenersi dall’esprimere valutazioni che siano di competenza di altre figure
professionali, ma potrà consigliare alla cliente di rivolgersi ad altri professionisti (allergologo,
tricologo, ecc.).
Perché è importante per un’acconciatrice curare sempre le proprie mani?
La professione dell'acconciatore è esposta al rischio di malattie cutanee alle mani, ma rispettando
semplici misure di protezione, è possibile evitare molti problemi. Una pelle sana rappresenta una
barriera naturale: in condizioni normali l'acqua e i detergenti vengono respinti dalla pelle. Le
seguenti attività possono provocare secchezza, irritazione e rendere la pelle più vulnerabile agli
attacchi esterni:
- Contatto frequente con i prodotti per la cura dei capelli (shampoo, tinture, ecc.)
- Esposizione frequente all'acqua (lavaggio di capelli, massaggio al cuoio capelluto, lavaggio delle
mani, lavori di pulizia, ecc.)
- Asciugatura frequente dei capelli.
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MALATTIE PROFESSIONALI E MALATTIE A RISCHIO
NEL SETTORE DELL’ACCONCIATURA
Esistono malattie professionali e malattie a rischio nel campo dell’acconciatura. Fai qualche
esempio.
Le malattie professionali, come dice la parola, sono legate strettamente alla professione.
Una cattiva postura, le lunghe ore passate in piedi ed i movimenti ripetuti durante i trattamenti,
possono favorire l’insorgenza di varici o problematiche osseo-articolari alla schiena ed agli arti. È
importante non dimenticare che anche il costante contatto con i prodotti chimici espone
l’acconciatrice a patologie professionali; queste possono interessare la pelle (dermatiti da contatto
o orticaria) o l’apparato respiratorio (asma o rinite). Infine, è possibile (anche se raro) contrarre
patologie infettive tramite il contatto diretto (infezioni batteriche, virali o fungine), a causa di un
contatto ematico (epatite B, epatite C e AIDS) o a causa dell’uso di salviette o mantelline non
pulite (parassitosi, come la pediculosi).
Descrivi brevemente le principali patologie legate alla postura scorretta o ai movimenti ripetitivi
adottati durante l’esecuzione dei trattamenti (Rischio posturale)
Il rischio posturale nel settore estetico è dovuto principalmente:
- a posture incongrue assunte durante le diverse fasi dell'attività lavorativa
- al mantenimento della posizione eretta per periodi prolungati
Queste condizioni possono provocare:
- patologie del rachide cervicale e dorso-lombare
- sintomi dolorosi all'articolazione del polso e/o della spalla
- contratture muscolari dolorose
- comparsa di varici, o peggiorare la patologia in chi ne è già affetto.
Alcuni accorgimenti per prevenire il rischio posturale:
- Utilizzare di attrezzi maggiormente ergonomici, con rivestimenti che garantiscano una presa
migliore e di dimensioni adeguate alla grandezza della mano.
- Effettuare interventi di carattere organizzativo, attraverso la rotazione dei compiti, l'inserimento
di adeguate pause nel turno lavorativo e nella adeguata distribuzione degli appuntamenti nell'arco
della settimana.
- Dovendo passare molto tempo in piedi portare sempre scarpe comode e anatomiche (con
plantare e tacco di pochi centimetri).
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Descrivi le principali patologie legate all’uso dei cosmetici (Rischio chimico)
La dermatite allergica da contatto è provocata dal contatto cutaneo con una sostanza verso la
quale si è sviluppata una sensibilizzazione da contatto; si ripresenta ogni volta che la cute torna a
contatto con quella sostanza.
La dermatite / eczema si ripresenta ogni volta che si ritorna in contatto con la sostanza verso la
quale si è sviluppata la sensibilizzazione (allergia) da contatto.
Le manifestazioni cutanee possono estendersi oltre la zona di iniziale contatto con la sostanza in
causa. Anche piccolissime quantità di sostanza possono essere sufficienti a scatenare l'eczema /
dermatite.
Oltre a conservanti, profumi e oli essenziali, la parafenilendiamina e l’acido tioglicolico sono tra le
sostanze maggiormente responsabili delle dermatiti allergiche professionali.
La parafenilendiamina (PFD) è il colorante più usato per le colorazioni permanenti dei capelli ed è
la terza causa di dermatiti da contatto, tra gli ingredienti cosmetici. È la principale fonte di allergia
per acconciatori e clienti. La sensibilizzazione al colorante può svilupparsi gradualmente, a seguito
di una ripetuta esposizione.
Nella maggioranza dei casi, le reazioni sono circoscritte al cuoio capelluto con prurito ed
arrossamento. Negli acconciatori, invece, le regioni più colpita sono: le mani, le braccia ed il volto.
Nei casi più gravi si può manifestare eczema (intenso prurito, comparsa di vescicole) con
interessamento anche del viso, gonfiore dell'area intorno agli occhi e ingrossamento dei nodi
linfatici presenti nel collo e nella nuca.
Esistono, inoltre, delle sostanze che hanno una struttura chimica simile alla PFD e dovrebbero
essere evitate dalle persone sensibili a tale sostanza, per evitare reazioni crociate. I coloranti
azoici (colorazioni temporanee e semi-permanenti) e l’acido Para-aminobenzoico (filtri solari)
hanno una struttura chimica simile alla PFD e dovrebbero essere evitati dai soggetti che hanno già
mostrato allergia a questa sostanza. Anche i coloranti per capelli definiti vegetali possono
contenere basse concentrazioni di questa sostanza.
Un altro frequente agente sensibilizzante è l'acido tioglicolico, usato nelle soluzioni per
permanenti ed è responsabile del 30% delle dermatiti allergiche che colpiscono gli operatori del
settore. La dermatite allergica si manifesta negli acconciatori in forma piuttosto estesa: coinvolge
le mani, le braccia, il collo e la faccia.
La dermatite irritativa da contatto è provocata dal contatto cutaneo con una sostanza irritante,
che determina un danno solo nella sede del contatto. L'acqua ossigenata a 20 o 30 volumi
utilizzata per le decolorazioni, ad esempio, è un forte irritante: bastano piccole concentrazioni per
sentire bruciare la pelle. Anche surfattanti, acidi, basi, oli ed emulsionanti, possono causare una
dermatite irritativa. La dermatite può essere immediata o iterativa.
Nelle dermatiti immediate si assiste ad una subitanea irritazione della cute: sono dovute
ad un singolo contatto con l’agente irritante o a più contatti di breve durata.
Nelle dermatiti iterative, al contrario, non si assiste a irritazioni immediate, ma si ha un
effetto irritante progressivo solo dopo ripetute applicazioni del prodotto. Le mani
rappresentano la sede più frequentemente colpita.
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L’orticaria da contatto si manifesta entro i primi 30 minuti dal contatto della cute con un agente
sensibilizzante; i sintomi più evidenti sono la comparsa di pomfi e il prurito. L’orticaria da contatto
può essere provocata da diverse sostanze, come: oli essenziali, conservanti (acido benzoico) e
lattice (presente nei guanti).
L’utilizzo di cosmetici in forma di polvere (ad esempio, cosmetici da trucco) o contenenti sostanze
particolarmente volatili, rende gli operatori del benessere maggiormente esposti a problematiche
respiratorie. La rinite professionale è un’ostruzione nasale reversibile scatenata da agenti
sensibilizzanti. L’asma bronchiale professionale, invece, è una malattia respiratoria caratterizzata
dall’ostruzione delle vie aeree e/o da una iper-responsività delle vie aeree, causata dall’inalazione
di agenti sensibilizzanti. Tra le sostanze chimiche in grado di determinare l'insorgenza di quadri sia
di rinite sia di asma negli acconciatori, grande importanza spetta ai persolfati contenuta nei
decoloranti per capelli. Attualmente esistono in commercio prodotti decoloranti in cui i persolfati
non sono più in forma di polvere. Il lattice in gomma naturale e l'henné sono anch'essi indicati
come sostanze in grado di scatenare una crisi asmatica.
Nei casi più gravi, l'esposizione professionale può anche condurre a reazioni anafilattiche.
Che tipo di guanti è meglio scegliere per proteggersi dal rischio chimico?
Non tutti i tipi di guanti offrono una adeguata protezione. L’utilizzo dei guanti in lattice non è
preferibile perché il lattice è un potente allergizzante. I guanti in vinile o nitrile offrono invece una
protezione migliore e non danno problemi di allergia.
I guanti in nitrile, a parità di spessore ed elasticità, sono molto più resistenti dei guanti in lattice
agli strappi e alle punture. L’uso dei guanti e l’applicazione regolare di creme per la protezione
della pelle rappresentano una sicura misura preventiva.
È importante conoscere le caratteristiche dei cosmetici professionali? Perché?
Si, perché un uso scorretto potrebbe comportare rischi per la salute. Le tinture permanenti, ad
esempio, riportano la dicitura: “non usare sotto i 16 anni”. È inoltre buona norma leggere bene le
avvertenze perché il prodotto cosmetico può non essere indicato per le donne in stato
interessante o per i soggetti allergici. Proprio per questo motivo, bisognerebbe sempre effettuare
un mini-patch test prima del trattamento.
Illustra le misure di primo soccorso in caso di contatto accidentale o ingestione di un cosmetico
Se il prodotto dovesse colpire gli occhi di norma è bene risciacquarli con l'acqua e togliere le
eventuali lenti a contatto. Se la sostanza che è entrata a contatto con l’occhio ha un pH molto
diverso da quello fisiologico (come nel caso delle tinture), è bene sentire il parere del medico. Se
invece, il cosmetico dovesse colpire la pelle, è bene sciacquare la zona colpita e, in caso di reazioni
allergiche o irritazioni, consultare un dermatologo.
Non bisogna assolutamente ingerire alcun cosmetico: se questo dovesse accadere è bene
risciacquarsi la bocca senza deglutire l'acqua e contattare urgentemente un medico.
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La cliente non si ricorda se allergica o meno ad una componente di un prodotto, cosa fai?
Effettuiamo un test per una prova. Dopo aver ben pulito la superficie della pelle procediamo ad
applicare una piccolissima quantità di prodotto da testare dietro l’orecchio o all’interno
dell’avambraccio, parti, quest’ultime, più sensibili ma anche nascoste, ovvero che favoriscono un
veloce assorbimento del prodotto e in caso di reazione non deturpino o rechino danno alla cliente.
Quanto tempo bisogna attendere?
Da un minimo di 24 ore ad un massimo di 48 ore, poiché il prodotto deve penetrare ed essere
l’assorbito dalla pelle, pertanto la parte verrà coperta con cura da una garza o cerotto e la cliente
sarà invitata a tornare tra le 24/48ore per verificare la presenza di rossori o gonfiori.
Attenzione: la reazione allergica si vede subito o dopo pochi minuti, solo se la cliente ha uno shock
anafilattico.
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Descrivi le principali patologie infettive professionali (Rischio infettivo / biologico)
L'acconciatore, durante la sua attività, è esposto al rischio di contrarre e di trasmettere ai clienti
alcune malattie infettive; il rischio è legato sia per l'uso di strumenti o biancheria infetti (contatto
indiretto) sia per contatto con la cute infetta (contatto cutaneo).
Contatto indiretto tramite gli strumenti
L’attività dell’acconciatore, infatti, può comportare la possibilità di ferite da taglio o da punta a
seguito dell’uso di strumenti come rasoi e forbici.
Tutte le ferite, anche le più piccole, possono inoltre esporre al rischio di contrarre il tetano. La
vaccinazione anti-tetanica va rinnovata ogni 10 anni.
Nel caso in cui gli strumenti siano imbrattati da sangue, l’acconciatore potrebbe risultare esposto
al rischio di malattie infettive a trasmissione ematica quali le epatiti (in particolare la B e la C) e la
sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS, causata dal virus HIV).
Tale possibilità è, tuttavia, da considerarsi assolutamente remota, ma è comunque indispensabile
applicare sistematicamente le idonee misure di prevenzione.
Epatite B: malattia estremamente contagiosa che colpisce il fegato.
È causata da un virus (HBV) ed è molto diffusa in Italia: circa il 4-5% della popolazione è
portatrice sana (ospita il virus senza sintomatologia evidente) ed quindi è in grado di
trasmettere la malattia.
L’aver eseguito la vaccinazione per l’epatite B, misura ottimale per la difesa dal contagio,
non esenta l’operatore dal seguire buone pratiche operative per evitare la trasmissione del
virus da cliente a cliente.
Epatite C: come l’epatite B colpisce il fegato ed è di origine virale (HCV). In un’elevata
percentuale di casi (80-85%), l’infezione acuta può cronicizzare e trasformarsi in una
patologia di lunga durata e/o condurre alla cirrosi epatica.
AIDS: la sindrome da immunodeficienza acquisita, meglio conosciuta come AIDS, è una
malattia acuta causata dal virus HIV che attacca alcune cellule di difesa presenti nel sangue
(linfociti) rendendo l’organismo incapace di difendersi dall’aggressione di tutti gli altri
microrganismi. La malattia si evidenzia dopo molto tempo dal contagio (fino a 10 anni).
Tetano: è una malattia infettiva causata da una tossina prodotta dal batterio Clorstridium
Tetani; la tossina agisce sul sistema neuromuscolare causando crisi convulsive dei muscoli e
ipertonia. L'incubazione varia da 3 giorni a 3 settimane e la malattia è letale nei 50% dei
casi.
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Da non sottovalutare il rischio trasmettere la pediculosi. I pidocchi si nutrono del sangue della
persona che li ospita provocando prurito intenso e lesioni da grattamento.
In un salone di acconciatura, le principali via di trasmissione sono: le spazzole ed i pettini non
igienizzati o la biancheria non pulita.
Contatto diretto tramite la cute infetta
L'acconciatore non deve sottovalutare anche il rischio di contrarre, e soprattutto trasmettere alla
cliente (o ai colleghi), verruche o micosi.
Le verruche sono malattie infettive virali, la cui trasmissione è favorita dall'umidità (asciugamani o
zoccoli condivisi) e che possono comparire sulle mani, sull'avambraccio, sul volto o sulla pianta del
piede.
Per non trasmettere l'infezione alla cliente o ai colleghi, l'acconciatore, qualora voglia lavorare
nonostante la presenza di verruche sulle proprie mani, deve indossare guanti protettivi monouso.
È anche importante non utilizzare per se e per i clienti biancheria già venuta a contatto con altri e
calzare sempre zoccoli e ciabatte personali.
Le micosi, invece, sono malattie causate da funghi microscopici che infettano i tessuti superficiali
quali cute, peli (compresi I capelli), unghie.
La trasmissione avviene per contatto diretto cutaneo con persone malate e indirettamente tramite
biancheria, indumenti, strumenti professionali.
Di particolare interesse professionale è la tigna dei capelli; è una micosi che colpisce
prevalentemente i bambini. Il fungo sopravvive perché trova nutrimento nella cheratina contenuta
nei i follicoli piliferi e nell'epidermide.
Negli uomini adulti è, invece, più comune la Tinea barbae, una micosi che colpisce le zone del viso
in cui cresce la barba.
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Quali precauzioni adottiamo a cautela nostra e della cliente per prevenire
la diffusione delle malattie infettive?
L’ambiente deve essere pulito ed arredato in modo pratico e funzionale con materiali che ne
facilitano la pulizia e la sanificazione.
Quando è possibile è bene preferire materiali e strumenti monouso.
La biancheria pulita deve essere tenuta in appositi armadi, ben separata da quella sporca, la quale
sarà giornalmente lavata; la biancheria di cabina deve essere cambiata per ogni cliente.
Per quanto riguarda gli strumenti dobbiamo distinguere tra disinfezione e sterilizzazione.
La sterilizzazione consiste nell’eliminazione di tutti i microrganismi (patogeni, non patogeni e
spore) da uno strumento.
La disinfezione consiste nell’eliminazione dei microrganismi patogeni, ossia di quelli in grado di
dare malattia. La disinfezione può avvenire sia con l’uso di pratici disinfettanti in spray sia
tramite immersione in liquidi disinfettanti, per un tempo opportuno.
Strumenti diversi richiedono comportamenti diversi:
Pettini, spazzole, bigodini e clips
Devono essere puliti dopo ogni utilizzo e disinfettati almeno settimanalmente con un disinfettante
idoneo (esempio: ipoclorito di sodio).
Pennelli
È bene preferire quelli con setole sintetiche; bisogna lavarli e disinfettarli accuratamente dopo
l'uso; i residui di sapone, infatti, possono essere un'idonea superficie per lo sviluppo dei germi.
Forbici per capelli
Devono essere pulite dopo ogni utilizzo e disinfettate con un disinfettante idoneo (esempio:
composti dell'ammonio quaternario con antiossidante). Se utilizzate su capelli di clienti infestati da
pidocchi devono essere accuratamente disinfettate. Qualora siano state contaminate con sangue
infetto, vanno sterilizzate; si può procedere con la sterilizzazione con autoclave o sfere al quarzo
oppure con l’uso di disinfettanti chimici ad alto livello, seguendo scrupolosamente le indicazioni. In
questo secondo caso, è bene scegliere un prodotto con antiossidante per evitare danni alle forbici.
È bene sapere che l’autoclave è uno dei mezzi più efficaci per sterilizzare. È costituita da un
cilindro d’acciaio munito di un termostato che viene riempito da acqua distillata. Al suo interno si
mettono gli oggetti e si scalda fino a ebollizione. La temperatura raggiunge i 120° permettendo la
sterilizzazione.
Rasoi
La lama va sostituita dopo ogni cliente ed il supporto deve essere lavato e disinfettato.
Rifiuti acuminati e taglienti monouso
La raccolta deve avvenire in appositi contenitori rigidi. Lo smaltimento deve avvenire secondo
le disposizioni dettate dalla normativa vigente (Rifiuti Sanitari a Rischio Infettivo), tenendo
conto dei Regolamenti comunali.
Le apparecchiature a raggi UV, se mantenute continuamente attive, sono utili al mantenimento
delle condizioni di sterilità degli strumenti.
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LAVAGGIO E MESSA IN PIEGA
Qual è la funzione dello shampoo?
La funzione primaria di uno shampoo consiste nella pulizia dei capelli e del cuoio capelluto,
rimuovendo le particelle di grasso e di polvere. Uno shampoo deve inoltre:
- lasciare i capelli morbidi, setosi, brillanti, leggeri
- donare ai capelli volume, corpo, vitalità
- facilitare la districabilità e la messa in piega
- ridurre l’elettrostaticità
- rendere i capelli più resistenti contro le aggressioni esterne
- mantenere l’idratazione naturale del cuoio capelluto
- essere gradevole all’applicazione
- permettere lavaggi frequenti senza irritare il cuoio capelluto né i capelli
- non irritare gli occhi
- rispondere, eventualmente, ad esigenze specifiche (rinforzare la guaina protettiva del capello,
ristrutturarlo, nutrire i capelli fini, secchi e che si spezzano, eliminare la forfora, preservare la
colorazione, ecc.)
Esistono, quindi, numerose formulazioni: per capelli normali, secchi, grassi, fini, permanentati,
colorati, decolorati, shampoo per bambini e per problemi specifici, quali la forfora o l’eccesso di
sebo.
Cosa sono i tensioattivi?
I principali costituenti chimici degli shampoo sono i tensioattivi, sostanze in grado di togliere lo
sporco dai capelli. I tensioattivi possiedono una testa polare (idrofila) e una coda non polare
(idrofoba).
I tensioattivi contenuti negli shampoo possono essere:
- Anionici: la parte idrofila è carica negativamente; hanno un buon potere detergente e
schiumogeno e sono poco irritanti per gli occhi, ma sono più aggressivi nei confronti della
cheratina; (Esempio: lauril solfato di sodio).
- Cationici: la parte idrofila è carica positivamente. Hanno un’azione batteriostatica e
micostatica, hanno affinità per la cheratina, facilitano lo sbrogliamento dei capelli.
Il loro potere detergente e schiumogeno è inferiore rispetto agli anionici; sono irritanti per gli
occhi (Esempio: sali dell’ammonio quaternario).
- Anfoteri: hanno una struttura bipolare che varia in funzione del pH, con formazione di anioni
in ambiente basico e di cationi in ambiente acido. Hanno un buon potere detergente, sono
poco aggressivi e poco schiumogeni. (Esempio: betaine).
- Non-ionici: non hanno una carica, hanno una buona capacità detergente, scarso potere
schiumogeno e sono ben tollerati. (Esempio: eteri di poligliceroli e saponine naturali di origine
vegetale).
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Come viene applicato lo shampoo?
Bisogna applicare lo shampoo sui capelli bagnati, in piccole dosi, e massaggiare delicatamente
sulla cute; successivamente aggiungere acqua tiepida per produrre schiuma lasciare agire il
prodotto. Poi si procede a un accurato risciacquo.
Descrivi le diverse tipologie di shampoo che utilizzate il laboratorio.
In laboratorio usiamo la linea ACTENUA con Oli Essenziali della Framar. In particolare:
- SHAMPOO RISTRUTTURANTE capelli secchi, deboli e trattati
Deterge molto delicatamente i capelli e grazie alla sua ricca composizione, contribuisce a
conservarli forti e vitali esaltandone la naturale luminosità e morbidezza.
Consigliato anche per capelli debilitati, con forte caduta o frequentemente esposti agli agenti
atmosferici (acqua, vento, sole, salsedine, cloro delle piscine, ecc.).
Principi Attivi: Oli Essenziali di Geranio, Ylang Ylang, Sandalo
- SHAMPOO INTENSIVO lavaggi frequenti e prevenzione caduta.
Deterge delicatamente la struttura del capello conservandolo soffice nella naturale bellezza e
voluminosità. Grazie alla sua ricca composizione, si rivela particolarmente indicato per ogni tipo di
capelli e per lavaggi frequenti. Risulta inoltre un ottimo coadiuvante nei trattamenti di
prevenzione della caduta.
Principi Attivi: Oli Essenziali di Rosmarino, Eucalipto, Ylang Ylang, Legno Cedro
- SHAMPOO TRATTANTE capelli grassi e cute con seborrea
Specifico trattamento sebo-regolatore, è formulato per contribuire ad ostacolare ed equilibrare gli
stati di secrezione cutanea eccessiva o persistente. Conserva i capelli soffici, voluminosi e lucenti
senza alterarne la naturale struttura.
Principi Attivi: Oli Essenziali di Lavanda, Limone, Salvia, Legno Cedro
- SHAMPOO DEFORFORANTE cute con desquamazione e capelli con forfora
Ideale per detergere delicatamente capelli e cute con problema di desquamazione forforosa, è
adatto per capelli di qualsiasi natura. Svolge la sua azione contribuendo a prevenire ed a
contrastare la presenza della forfora stessa. Aiuta a mantenere i capelli soffici e vaporosi senza
alterarne la naturale struttura.
Principi Attivi: Oli Essenziali di Geranio, Sandalo, Lavanda, Eucalipto
- SHAMPOO DOPO TINTA riequilibrante pH pilifero
Specifico capelli colorati. Dopo la colorazione contribuisce a neutralizzare eventuali residui di
sostanze alcaline derivate dalla colorazione ed a riequilibrare il pH pilifero.
Utilizzato costantemente deterge delicatamente idratando lo stelo e conservando il capello
colorato sempre luminoso e morbido.
Principi Attivi: Oli Essenziali di Legno Cedro, Rosmarino, Limone, Eucalipto
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Descrivi le proprietà e le caratteristiche degli Oli Essenziali utilizzati
O.E. Rosmarino: tonificante, stimolante, rivitalizzante.
O.E. Eucalipto: balsamico, lenitivo, purificante, deodorante.
O.E. Ylang Ylang: rilassante, riequilibrante, tonico.
O.E. Legno Cedro: tonico, purificante, riequilibrante.
O.E. Cannella: Stimolante circolazione sanguigna, antibatterico.
O.E. Noce Moscata: stimolante, antisettico.
O.E. Lavanda: stimola la rigenerazione cellulare, purificante.
O.E. Salvia: antisudorifero, tonico, lenitivo, balsamico.
O.E. Geranio: equilibrante, calmante, purificante, antisettico.
O.E. Sandalo: idratante, equilibrante della pelle, purificante.
O.E. Limone: astringente, riequilibrante pelle grassa.
O.E. Mandarino: rilassante, ideale per pelle secca, idratante.
Ci sono delle precauzioni d'uso o delle avvertenze da seguire?
In generale, è bene anche evitare il contatto con gli occhi perché la presenza di tensioattivi può
provocare bruciore, in caso sciacquare immediatamente con acqua fredda.
Nella pulizia dei capelli sono utilizzati prodotti a base di tensioattivi, solventi, coloranti e profumi,
che possono determinare problemi per la salute in soggetti particolarmente predisposti; per
questo motivo è bene prestare particolarmente attenzione agli ingredienti con i soggetti allergici.
Infine, indipendentemente dalla sensibilità personale, anche il solo contatto continuativo con
acqua e tensioattivi può indebolire le normali difese cutanee nei confronti di agenti nocivi.
È necessario usare i guanti per l’esecuzione di questo trattamento?
Per i dipendenti che effettuano ricorrentemente il lavaggio dei capelli sono consigliati i guanti o le
creme barriera. Nel caso in cui, dall’ispezione visiva, la cliente mostri delle problematiche al cuoio
capelluto, indossare guanti di protezione.
Quali sono i rischi in questa fase di lavoro?
- Posture disagevoli e prolungate (lavoro in piedi) e movimenti ripetitivi
- Allergie (contatto con shampoo)
- Infezioni (contatto con cuoio capelluto infetto)
- Scivolamenti e cadute
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Quali sono i trattamenti post shampoo? Descrivili brevemente.
I trattamenti post-shampoo a risciacquo servono a rendere i capelli pettinabili, morbidi e lucenti;
comprendono: balsami, creme e maschere e hanno la funzione di:
- rendere i capelli brillanti
- facilitare la districabilità e la pettinabilità
- dare tono e volume ai capelli fini e rendere più facile la loro messa in piega
- aumentare la morbidezza dei capelli senza appesantirli
- non rendere i capelli elettrostatici
I balsami e le creme risanano la cuticola danneggiata e proteggono il capello dai danni ambientali.
Il balsamo deve essere applicato al termine del lavaggio, lasciato in posa per alcuni minuti e poi
risciacquato. Le parti di capello più danneggiate trattengono più particelle di balsamo, che quindi
si deposita selettivamente dove è più necessario. Le maschere vengono utilizzate in caso di capelli
molto danneggiati dai trattamenti chimici. L’azione del calore facilita la loro diffusione nel fusto.
Sono molto utili per la cura del capello sottoposto a permanenti e decolorazioni.
È vero che il balsamo appesantisce i capelli?
Non è vero che il balsamo appesantisce i capelli: ogni tipo di capello ha bisogno di un balsamo
specifico.
È meglio districare i capelli da asciutti o da bagnati? Per quale motivo?
È consigliabile districare i capelli da asciutti in quanto i capelli bagnati sono più elastici ed
estensibili e, quindi, si rompono più facilmente.
La qualità dei pettini è importante? Perché?
L’uso di pettini e spazzole di cattiva qualità danneggia meccanicamente il capello: è importante
che gli strumenti utilizzati siano lisci e privi di irregolarità, che potrebbero spezzare o danneggiare
il capello.
Una tua cliente ti spiega che, a casa, si spazzola frequentemente i capelli. Cosa puoi dirle?
È bene evitare di spazzolare eccessivamente i capelli. Anche la cotonatura, sollevando le cellule
della cuticola, danneggia i capelli
La messa in piega permette di modificare temporaneamente la forma dei capelli. Spiegane il
meccanismo d’azione.
Quando il capello viene bagnato i legami ad idrogeno che legano fra di loro le catene di cheratina
si rompono. Questi legami si riformano quando l’acqua evapora durante l’asciugatura ed è per
questo che diventa possibile modificare la forma dei capelli stirandoli o arricciandoli, facendo cioè
in modo che i nuovi legami si formino nella posizione desiderata. Non appena il capello si bagna o
viene a contatto con l’umidità, i legami ad idrogeno si rompono nuovamente e i capelli ritornano
alla loro forma originale.
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Quali cosmetici utilizzi per realizzare un messa in piega?
Gel, schiume e lacche hanno lo scopo di preservare l’acconciatura e contengono composti chimici
che mantengono il capello nella forma desiderata. Si depositano sul fusto del pelo e vengono
rimossi col lavaggio.
La tipologia e la composizione di questi prodotti è estremamente variabile.
Contengono solventi, alcoli, resine, gomme vegetali, conservanti, coloranti, profumi, gas
propellenti il cui principale effetto sulla salute è legato ad un meccanismo di tipo allergico sia a
carico della pelle sia a carico dell’apparato respiratorio.
È vero che l’uso di gel, schiume e lacche favorisce la caduta dei capelli? Perché?
Non vi è alcuna relazione fra applicazione di cosmetici e prodotti per l'acconciatura e caduta dei
capelli. Tutti questi prodotti non penetrano attraverso il cuoio capelluto, ma si depositano sul
fusto del capello, per questo non possono avere alcun effetto positivo o negativo sulla crescita del
capello.
Il capello può subire dei danni a causa del calore eccessivo di arricciacapelli, piastre o
asciugacapelli? Quali?
Il calore danneggia la cuticola; ed è importante che tutti gli strumenti utilizzati per l’asciugatura
non raggiungano temperature troppo elevate.
Una caratteristica lesione del capello dovuta all’eccessivo calore sono i capelli “a bolle” che
osservati al microscopio presentano delle vere bolle all’interno del fusto. Infatti quando gli
apparecchi elettrici raggiungono temperature superiori ai 100°C, l’acqua contenuta all’interno del
capello si trasforma in vapore che crea le bolle. Questa grave alterazione del capello deriva più
facilmente dall’uso di arricciacapelli, piastre o asciugacapelli difettosi.
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TINTURE E DECOLORAZIONI
ONDULAZIONE E FISSAGGIO
Quali tipi di tinture conosci? Descrivili brevemente
In base alla durata dell’effetto, le tinture per capelli si distinguono in permanenti, semipermanenti
e temporanee. Queste ultime, che scompaiono al primo lavaggio, sono raramente utilizzate in
ambito professionale.
Le tinture permanenti, conosciute anche come “tinture ad ossidazione”, si ottengono mescolando
in debite proporzioni, subito prima dell’uso, due diverse preparazioni. Contengono: acqua
ossigenata in soluzione (agente ossidante), precursori del colore (sotto forma di gel, liquido o
crema) e ammoniaca (agente alcalino).
Le colorazioni "senza ammoniaca" utilizzano la mono-etanolammina (MEA), una “parente” stretta
dell’ammoniaca che non ha un cattivo odore, ma svolge la stessa azione dell'ammoniaca: rendere
l'ambiente basico per far penetrare il colore. L’azione della MEA è meno incisiva di quella
dell’ammoniaca; per questo è necessario usarla in concentrazioni più alte per ottenere gli stessi
risultati.
Le tinture semipermanenti non implicano la fase di ossidazione e non contengono, quindi, acqua
ossigenata né ammoniaca, ma solo coloranti appartenenti a varie classi chimiche. Tali composti
possono creare problemi di salute se non utilizzati e conservati correttamente.
Infine, ci sono anche le tinture a base di sostanze vegetali (per esempio hennè): generalmente
innocue, possono contenere componenti in grado di causare problemi di natura allergica in
soggetti predisposti.
Descrivi la colorazione permanente e le sue caratteristiche chimiche
Dal punto di vista chimico, la colorazione prevede sempre il mescolamento di due diverse
preparazioni, che devono essere miscelate nelle debite proporzioni immediatamente prima
dell’uso:
- Il liquido o gel o crema, che contiene i precursori di colorazione e l’agente alcalino (idrossido
d’ammonio).
- L’ossidante o rivelatore, che contiene acqua ossigenata (perossido d’idrogeno).
Affinché i precursori del colore passino attraverso la cuticola, è indispensabile che le squame della
cuticola si sollevino e questo avviene a causa dell’alcalinità della soluzione. I precursori di
colorazione migrano all’interno del capello, dove per reazione con l’acqua ossigenata, danno luogo
alla formazione di pigmenti colorati.
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La concentrazione dell’acqua ossigenata può essere espressa in volumi o in percentuale. Sono
equivalenti?
La concentrazione espressa in volumi e quella espressa in percentuale non sono equivalenti: 10
volumi corrispondono al 3%; 20 volumi corrispondono al 6%; 30 volumi corrispondono al 9%;
40 volumi corrispondono al 12%;
Perché è importante il rapporto di miscelazione tintura-acqua?
È importante per ottenere un risultato ottimale: occorre, infatti, seguire le indicazioni del rapporto
di miscelazione tintura-acqua, in questo modo:
1:1 » 50 ml di prodotto + 50 ml di H2O2
1:1,5 » 50 ml di prodotto + 75 ml di H2O2
1:2 » 50 ml di prodotto + 100 ml di H2O2
Cosa sono i decoloranti e come agiscono?
I prodotti decoloranti vengono utilizzati per ottenere un colore più chiaro rispetto a quello
naturale o come pre-trattamento per colorazioni più tenui di quelle originali. Richiedono la
miscelazione di più prodotti al momento dell’applicazione. Contengono sostanze potenzialmente
pericolose quali: agenti ossidanti (generalmente acqua ossigenata, sali come persolfato di sodio,
di potassio o di ammonio) e sostanze utilizzate come coadiuvanti (ammoniaca). Perché la
sostanza ossidante utilizzata per la decolorazione raggiunga l’interno del capello e si leghi alla
melanina è necessario che passi attraverso la cuticola, cioè attraverso lo strato più esterno del
capello, che normalmente ha la funzione di proteggere la corteccia dall’ambiente. Per passare
attraverso la cuticola è indispensabile che le squame della cuticola si sollevino e questo avviene a
causa dell’alcalinità della soluzione.
Quali sono i colori naturali più facili da schiarire? Per quale motivo?
La decolorazione è molto efficace sull'eumelanina che si trova sulla parte più esterna della
corteccia, mentre la feomelanina contenuta vicino al midollo è più resistente alla schiaritura. Le
altezze di tono dal castano in su si decolorano facilmente; i biondi e i rossi richiedono una
decolorazione più intensiva.
Cosa succede se il trattamento non viene effettuato correttamente?
Con la decolorazione la eumelanina viene ossidata più facilmente e per questo è frequente che, se
il trattamento non è effettuato bene, i capelli decolorati assumano un colorito rossastro in quanto
la eumelanina è stata completamente ossidata mentre la feomelanina è ancora presente.
Ripetendo più volte la decolorazione, si rimuove completamente anche la feomelanina e i capelli
diventano di un giallo-rossastro.
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Descrivi brevemente le caratteristiche dei prodotti per l’ondulazione e per il fissaggio.
I prodotti per la permanente sono destinati ad apportare ai capelli una modifica della loro forma e
il mantenimento di questa nuova forma per un determinato periodo (“messa in forma” durevole).
Il processo di ondulazione dei capelli prevede l’impiego successivo di almeno due prodotti
cosmetici: un liquido ad azione riducente, in cui generalmente è presente, oltre all’ammoniaca,
acido tioglicolico o suoi derivati, ed il fissatore, ad azione ossidante, costituito prevalentemente
da acqua ossigenata.
I prodotti per la stiratura dei capelli contengono ammoniaca libera (pH intorno a 9-9,6) e
tioglicolato.
Descrivi come viene realizzata la permanente a freddo
La permanente alcalina a freddo è realizzata a temperatura ambiente e non necessita di apporto di
calore; le ciocche di capelli vengono arrotolate su bigodini dopo essere state impregnate della
lozione permanentante. Successivamente, trascorso il tempo di posa, l’ondulazione viene resa
“permanente” attraverso una seconda lozione, che si applica dopo il risciacquo della prima.
Quali modifiche subisce la cheratina nelle diverse fasi del processo?
- L’azione meccanica di arrotolamento del capello sul bigodino determina uno stiramento delle
catene di cheratina l’una rispetto all’altra. Essendo bloccate dalla presenza dei ponti disolfuro,
le catene non sono libere di scorrere l’una sull’altra.
- L’azione dell’agente riducente (acido tioglicolico) rompe i legami disolfuro, consentendo alle
catene di scorrere l’una rispetto all’altra, per adattarsi alla nuova forma.
- L’agente ossidante (acqua ossigenata) è utilizzato per riformare nuovi legami disolfuro e
fissare, così, la deformazione del capello.
A cosa servono le cartine?
Le cartine servono per fare in modo che la ciocca rimanga unita sul bigodino, viceversa la ciocca
scivolerebbe.
Perché, a parità di trattamento, si ottengono risultati diversi?
La resistenza del capello alla permanente varia da soggetto a soggetto e, in alcuni casi, per
rompere i legami è necessario l’uso di concentrazioni più elevate di prodotto chimico. I capelli
rossi, ad esempio, sono più difficili da trattare in maniera corretta e senza danni. Esistono
preparati per capelli normali, resistenti, deboli, sfruttati. Possono essere in forma liquida, cremosa
o di schiuma.
Come devono essere i capelli prima del trattamento?
I capelli devono essere puliti, quindi, prima è necessario fare uno shampoo.
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Perché è meglio non lavarsi i capelli per qualche giorno dopo aver fatto una permanente?
Durante l’esecuzione della permanente vi è un momento molto delicato per il capello, quello in cui
i legami si sono rotti e non si sono ancora riformati. In questo momento anche una variazione di
temperatura può danneggiare irreparabilmente la cheratina e determinare la frattura del capello. I
ponti rotti dalla permanente continuano a riformarsi per 2-3 giorni dopo l’effettuazione del
trattamento per cui è importante che i capelli non vengano lavati nei 2-3 giorni successivi.
Quali sono i dispositivi di protezione da utilizzare turante l’esecuzione di questi trattamenti?
Nell’esecuzione di una permanente bisogna indossare: la mascherina, i guanti (preferibili in vinile o
nitrite) e gli occhiali; è bene assicurarsi un buon ricambio d’aria e utilizzare una cappa aspirante
per la preparazione.
Quali sono i rischi in queste fasi di lavoro?
- Posture disagevoli e prolungate (lavoro in piedi)
- Infezioni (contatto con cuoio capelluto infetto)
- Allergie (contatto con prodotti allergizzanti)
- Esposizione ai vapori di ammoniaca
- Scivolamenti e cadute
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TAGLIO
Illustra le diverse forme del viso.
Volto rettangolare: è più lungo che largo. Le misure di guance,
fronte e mascella sono abbastanza simili tra loro.
Volto a cuore: è definito dal triangolo rovesciato del loro volto, che
deriva dall’avere un mento relativamente a punta. Questi volti sono
generalmente un po' più a lunghi che larghi sulle guance.
Volto quadrato: larghezza e lunghezza si equivalgono; le misure di
guance, fronte e mascella sono simili tra loro e i bordi di un viso
quadrato sono sostanzialmente diritti; la mascella presenta angoli ben
definiti.
Volto ovale: è più lungo che largo, con la fronte leggermente più
larga della mascella e il mento arrotondato delicatamente.
Volto rotondo: larghezza e lunghezza si equivalgono, come nel viso
quadrato, ma la fronte è piccola e il mento è una piccola curvatura.
La misura della fronte è inferiore rispetto alla misura della guancia, e
la mascella priva di angoli vivi, presenti, invece, nulle facce quadrate.
Volto triangolare: è l'opposto del viso a forma di cuore; è più largo
in basso e più stretto in alto. Il contorno della mascella è largo e
squadrato.
Volto a diamante: è più ampio nella zona degli zigomi, con la fronte
affusolata ed il mento appuntito. La misura guancia è più grande di
quella della fronte e della mascella.
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Perché è importante studiare la forma del viso?
È indispensabile per scegliere un taglio che valorizzi il volto della cliente e ne nasconda eventuali
imperfezioni. Ad esempio, per il viso ovale va bene qualsiasi tipo di taglio evitando quelli troppo
corti; per il viso rotondo l’ideale è un taglio lungo e ondulato mentre non sono adatte frange
troppo piene; per il viso a cuore si preferiscono lunghezze alle spalle con frangia leggera; i tagli
corti e voluminosi sono adatti al viso allungato; un taglio spettinato e vaporoso è l’ideale per il
viso quadrato; per il viso triangolare è preferibile un taglio corto e scalato.
È necessario usare i guanti per l’esecuzione di questo trattamento?
Nel caso in cui, dall’ispezione visiva, la cliente mostri delle problematiche al cuoio capelluto,
indossare guanti di protezione.
Quali sono i rischi in questa fase di lavoro?
- Posture disagevoli e prolungate (lavoro in piedi) e movimenti ripetitivi
- Punture, tagli ed abrasioni (contatto accidentale con lame di forbici e rasoi)
- Infezioni (contatto con cuoio capelluto infetto)
- Scivolamenti e cadute
- Elettrocuzione (utilizzo di rasoi)
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Le nostre fonti
Siti internet:
- http://www.my-personaltrainer.it/
- http://www.farmacoecura.it/
- http://www.igienesullavoro.it
- http://www.ass3.sanita.fvg.it/
- http://www.frareg.com/
- http://www.gitri.it/saluteneicapelli/trattamenti_estetici/tintura.php
- http://www.monicamarelli.com/
- http://www.tagliairischi.it/index.php/autocertificazione/modello-di-valutazione-dei-rischi-
autocertificazione/download
- http://www.framarcosmesi.com/
Libri in adozione:
- CULTURA SCIENTIFICA E TECNICA PROFESSIONALE PER L?ACCONCIATORE - San Marco Editore
- IGIENE, ANATOMIA E FISIOLOGIA - San Marco Editore
- IL CAPELLO - San Marco Editore
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Quaderno per il ripasso - Settore Acconciatura

  • 1. QuadernoQuadernoQuadernoQuaderno Dell’acconciatrice…Dell’acconciatrice…Dell’acconciatrice…Dell’acconciatrice… domande di scienze mediche perdomande di scienze mediche perdomande di scienze mediche perdomande di scienze mediche per prepararsi all’esameprepararsi all’esameprepararsi all’esameprepararsi all’esame Elaborato dalle ragazze della III ACC e dall’insegnante di Scienze MedicheElaborato dalle ragazze della III ACC e dall’insegnante di Scienze MedicheElaborato dalle ragazze della III ACC e dall’insegnante di Scienze MedicheElaborato dalle ragazze della III ACC e dall’insegnante di Scienze Mediche BuonoBuonoBuonoBuono studio e… In bocca al lupo!studio e… In bocca al lupo!studio e… In bocca al lupo!studio e… In bocca al lupo! Tania TanfoglioTania TanfoglioTania TanfoglioTania Tanfoglio
  • 2. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 2 DOMANDE DI CARATTERE GENERALE Descrivi la struttura del capello Per ottenere risultati professionali, è indispensabile che una buona acconciatrice conosca il capello, la sua struttura e le sue caratteristiche peculiari. I capelli sono inseriti nel follicolo pilifero, dove sono costantemente lubrificati grazie alla presenza delle ghiandole sebacee; queste, infatti, producono il sebo, una sostanza grassa ricca di trigliceridi e colesterolo. Nel capello si distinguono tre parti: 1) una esterna al follicolo, visibile, detta fusto. 2) una interna al follicolo, detta radice. 3) una, ancora più profonda, alloggiata nella parte profonda del follicolo è detta bulbo. Il bulbo racchiude la papilla dermica, formata da piccoli vasi sanguigni, fondamentale per il nutrimento dei capelli. La matrice germinativa, invece, è formata da cellule in attiva esplicazione che consentono la crescita del capello. Di queste cellule, all'inizio tutte uguali, alcune vanno a costituire la guaina epiteliale interna, altre le tre parti strutturali del fusto del capello: cuticola, corteccia e midollo. Il midollo, assente nei peli più sottili, è costituito da cellule particolarmente grandi e con grossi spazi interstiziali ripieni d'aria. La corteccia è la parte principale ed è formata da più strati di cellule morte ed appiattite, simili a quelle presenti nello strato corneo dell'epidermide. Queste cellule sono anche pigmentate, grazie alla presenza di melanociti situati nel bulbo. Infine, la porzione più esterna, detta cuticola, è costituita da un unico strato di cellule, molto sottili e trasparenti, perché prive di pigmento. Tali cellule sono disposte in modo embricato, un po' come le tegole di un tetto, ed hanno lo scopo di proteggere la corteccia sottostante. Su quale strato agisce l’acconciatrice? Normalmente l’acconciatrice agisce sullo strato più esterno, la cuticola. In alcuni casi, come ad esempio quando si effettua una colorazione permanente, si agisce sulla corteccia, ovvero sullo strato intermedio. Tradizionalmente si distinguono tre tipologie di capelli. Quali sono? I capelli nascono lisci, ondulati o ricci in base alla forma del bulbo dal quale originano. Se questa cavità è circolare il pelo cresce diritto, poiché la proliferazione delle cellule della matrice è uguale in ogni punto. Se, invece, il bulbo è più o meno schiacciato la proliferazione cellulare avviene con velocità diverse ed il pelo cresce via via più ondulato fino ad essere riccio.
  • 3. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 3 Descrivi il ciclo vitale del capello e spiegane l’importanza Il ciclo vitale del capello si può dividere in 3 fasi; è importante sapere che i capelli non si trovano tutti nella stessa fase, ma crescono con modalità e ritmi differenti. La prima fase è quella di crescita ed è chiamata Anagen; durante questo periodo di crescita il capello cresce in media 1 cm al mese, il periodo dura da 2-4 anni nell'uomo e 3-7 nella donna. La seconda fase, chiamata transizione Catagen, corrisponde al momento in cui il capello arresta tutte le sue attività e smette di crescere. Questo periodo dura dalle 2 alle 3 settimane. La terza ed ultima fase, detta fase di riposo o Telogen, si presenta con il capello ancora all'interno del follicolo, ma attaccato da deboli legamenti che presto cederanno sotto la spinta del nuovo capello. La durata media di questo periodo è di 3 mesi; al termine di questa fase il capello cade. In questo modo può iniziare una nuova fase di crescita ed il ciclo ricomincia. Può accadere che fenomeni come lo stress, squilibri ormonali e/o metabolici (ad esempio problemi tiroidei), o altre condizioni patologiche, interferiscano con il normale ciclo di crescita del capello. In questi casi, la fase di Anagen si accorcia e di conseguenza il capello si presenta più corto e sottile. Può inoltre verificarsi un ritardo nella crescita del nuovo capello che contribuirà ad aggravare ulteriormente il problema del diradamento o alopecia. Descrivi la struttura della cheratina La cheratina è una proteina insolubile con elevata resistenza meccanica e rappresenta la principale componente dello strato esterno della pelle, delle unghie e dei capelli (costituisce, infatti, la maggior parte della corteccia). La cheratina è una proteina flessibile che può accorciarsi e allungarsi grazie alla presenza di ponti a idrogeno al suo interno; la sua rigidità e robustezza, dipendono, invece, dalla formazione di legami disolfuro. Cos’è la melanina? La melanina è un pigmento di colore marrone per la pelle ed i capelli. Viene sintetizzata da una speciale cellula chiamata melanocita. In particolare, il colore del capello è dovuto alla presenza di melanociti a livello del bulbo pilifero. La colorazione dipende dalla quantità e dal tipo di melanina che viene prodotta. Nei capelli scuri, per esempio, è presente eumelanina; in quelli biondi e rossi c'è una maggiore concentrazione di feomelanina. Il pigmento melanico è limitato alla corteccia. Anche la presenza di minerali (Mg, Fe e Pb) e tricocromi (responsabili del colore rosso) contribuisce al colore naturale del capello. Le varie concentrazioni di melanina danno origine a diverse tonalità di riflesso presenti nel capello naturale. - L'altezza di tono è data dalla concentrazione di eumelanina, e indica quanto è chiaro o scuro un colore definendone l'intensità. Le diverse intensità vengono 'messi' sotto forma di scala in altezza di tono che vanno dal 10 che presenta il biondo platino all'1 che indica in nero. - La tonalità di riflesso, combinandosi con l'altezza di tono, definisce precisamente il colore naturale dei capelli. Si presenta sotto forma di una gradazione di sfumature, e le tonalità sono: dorato; rame; rosso; cenere.
  • 4. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 4 Spiega il fenomeno dell’incanutimento Con l'avanzare dell'età i melanociti diventano sempre meno attivi, fino a cessare completamente la produzione di melanina. Si parla in questo caso di incanutimento (capelli bianchi). I primi capelli bianchi compaiono a livello delle tempie intorno ai 30 anni e, solitamente, all'età di 50 anni il 50% dei capelli diventano bianchi. I capelli bianchi sono più spessi dei capelli pigmentati, ma si rovinano più facilmente, se sottoposti a tinture e permanenti. Un incanutimento precoce è di natura ereditaria e generalmente interessa più membri della stessa famiglia, così come la presenza di un ciuffo di capelli bianchi (piebaldismo). Come si presenta un capello danneggiato? Quali sono le cause? Il capello danneggiato appare opaco, secco, elettrico e poroso; è difficilmente pettinabile perché la cuticola è danneggiata. La prima struttura del capello ad essere danneggiata da fattori ambientali (sole, acqua, vento, inquinamento) fisici (spazzolature eccessive, calore) e chimici (colorazione, decolorazione, ecc), è la cuticola, le cui cellule si sollevano. La corteccia sottostante si indebolisce progressivamente fino alla rottura. Nei casi più gravi il capello presenta piccoli rigonfiamenti biancastri (tricoressi nodosa) e doppie punte. Parlami della dermatite seborroica La dermatite seborroica del cuoio capelluto è una malattia molto frequente, che spesso contribuisce al peggioramento della calvizie. La sua forma più lieve è la forfora e si manifesta con piccole squame biancastre più o meno adese alla superficie del cuoio capelluto. Il prurito è un sintomo tipico e la sua assenza può far pensare ad altre malattie, come la psoriasi o le infezioni da tinea capitis. A volte le squame della forfora appaiono untuose e di colorito giallastro. La dermatite seborroica è dovuta a: - aumentata produzione sebacea, dovuta agli ormoni androgeni - colonizzazione del cuoio capelluto da parte di un fungo normalmente presente in piccole quantità sulla cute. Che cos’è il pH? Il pH è una scala che valori compresi tra 0 (acido forte) e 14 (base forte). Al valore intermedio di 7 corrisponde la condizione di neutralità. Come si misura il pH? Il pH può essere misurato sfruttando la capacità di alcune sostanze (dette indicatori). Molto spesso Gli indicatori si usano anche supportati su strisce di carta (le cosiddette “cartine tornasole”), che cambiano colore quando vengono immerse in sostanze acide o basiche. L’esempio più Comune è quello delle “cartine di tornasole“, di colore rosa / rosso in ambiente acido e azzurro / blu in ambiente alcalino.
  • 5. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 5 A cosa serve conoscere il pH della pelle e dei cosmetici? Per poter applicare creme e cosmetici adeguati al pH della nostra cute, che non vadano ad alterarne l’equilibrio. Qual è il pH della pelle? Il pH della pelle è acido è si mantiene tra 4.2 e 5.6. Acne, allergie e altri problemi della pelle peggiorano quando la pelle diventa più alcalina. Per questo motivo alcuni cosmetici utilizzati a scopo professionale (come ad esempio la colorazione o la permanente) possono causare irritazioni alla pelle dell’operatrice ed è necessario utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuale (guanti). Qual è il pH dello shampoo? Il pH dello shampoo deve essere acido, intorno a 5, alcuni shampoo professionali, utilizzati ad esempio durante la tintura o la permanente possono avere pH ancora più basso. Prima di fare un trattamento elaboriamo una scheda cliente? Di cosa si tratta? La scheda cliente è un documento importante e deve essere redatta chiaramente e con attenzione. L’acconciatrice non deve intraprendere nessun trattamento professionale, senza l’acquisizione di informazioni concernenti lo stato di salute della cliente. In particolare è bene accertarsi dello stato di salute e di eventuali patologie (ad esempio, allergie). La scheda cliente deve, inoltre, indicare le attività professionali praticate nel salone (trattamenti, cosmetici acquistati, ecc) Nel rendere noti alla cliente eventuali problematiche rilevate durante il trattamento professionale, l’acconciatrice dovrà astenersi dall’esprimere valutazioni che siano di competenza di altre figure professionali, ma potrà consigliare alla cliente di rivolgersi ad altri professionisti (allergologo, tricologo, ecc.). Perché è importante per un’acconciatrice curare sempre le proprie mani? La professione dell'acconciatore è esposta al rischio di malattie cutanee alle mani, ma rispettando semplici misure di protezione, è possibile evitare molti problemi. Una pelle sana rappresenta una barriera naturale: in condizioni normali l'acqua e i detergenti vengono respinti dalla pelle. Le seguenti attività possono provocare secchezza, irritazione e rendere la pelle più vulnerabile agli attacchi esterni: - Contatto frequente con i prodotti per la cura dei capelli (shampoo, tinture, ecc.) - Esposizione frequente all'acqua (lavaggio di capelli, massaggio al cuoio capelluto, lavaggio delle mani, lavori di pulizia, ecc.) - Asciugatura frequente dei capelli.
  • 6. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 6 MALATTIE PROFESSIONALI E MALATTIE A RISCHIO NEL SETTORE DELL’ACCONCIATURA Esistono malattie professionali e malattie a rischio nel campo dell’acconciatura. Fai qualche esempio. Le malattie professionali, come dice la parola, sono legate strettamente alla professione. Una cattiva postura, le lunghe ore passate in piedi ed i movimenti ripetuti durante i trattamenti, possono favorire l’insorgenza di varici o problematiche osseo-articolari alla schiena ed agli arti. È importante non dimenticare che anche il costante contatto con i prodotti chimici espone l’acconciatrice a patologie professionali; queste possono interessare la pelle (dermatiti da contatto o orticaria) o l’apparato respiratorio (asma o rinite). Infine, è possibile (anche se raro) contrarre patologie infettive tramite il contatto diretto (infezioni batteriche, virali o fungine), a causa di un contatto ematico (epatite B, epatite C e AIDS) o a causa dell’uso di salviette o mantelline non pulite (parassitosi, come la pediculosi). Descrivi brevemente le principali patologie legate alla postura scorretta o ai movimenti ripetitivi adottati durante l’esecuzione dei trattamenti (Rischio posturale) Il rischio posturale nel settore estetico è dovuto principalmente: - a posture incongrue assunte durante le diverse fasi dell'attività lavorativa - al mantenimento della posizione eretta per periodi prolungati Queste condizioni possono provocare: - patologie del rachide cervicale e dorso-lombare - sintomi dolorosi all'articolazione del polso e/o della spalla - contratture muscolari dolorose - comparsa di varici, o peggiorare la patologia in chi ne è già affetto. Alcuni accorgimenti per prevenire il rischio posturale: - Utilizzare di attrezzi maggiormente ergonomici, con rivestimenti che garantiscano una presa migliore e di dimensioni adeguate alla grandezza della mano. - Effettuare interventi di carattere organizzativo, attraverso la rotazione dei compiti, l'inserimento di adeguate pause nel turno lavorativo e nella adeguata distribuzione degli appuntamenti nell'arco della settimana. - Dovendo passare molto tempo in piedi portare sempre scarpe comode e anatomiche (con plantare e tacco di pochi centimetri).
  • 7. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 7 Descrivi le principali patologie legate all’uso dei cosmetici (Rischio chimico) La dermatite allergica da contatto è provocata dal contatto cutaneo con una sostanza verso la quale si è sviluppata una sensibilizzazione da contatto; si ripresenta ogni volta che la cute torna a contatto con quella sostanza. La dermatite / eczema si ripresenta ogni volta che si ritorna in contatto con la sostanza verso la quale si è sviluppata la sensibilizzazione (allergia) da contatto. Le manifestazioni cutanee possono estendersi oltre la zona di iniziale contatto con la sostanza in causa. Anche piccolissime quantità di sostanza possono essere sufficienti a scatenare l'eczema / dermatite. Oltre a conservanti, profumi e oli essenziali, la parafenilendiamina e l’acido tioglicolico sono tra le sostanze maggiormente responsabili delle dermatiti allergiche professionali. La parafenilendiamina (PFD) è il colorante più usato per le colorazioni permanenti dei capelli ed è la terza causa di dermatiti da contatto, tra gli ingredienti cosmetici. È la principale fonte di allergia per acconciatori e clienti. La sensibilizzazione al colorante può svilupparsi gradualmente, a seguito di una ripetuta esposizione. Nella maggioranza dei casi, le reazioni sono circoscritte al cuoio capelluto con prurito ed arrossamento. Negli acconciatori, invece, le regioni più colpita sono: le mani, le braccia ed il volto. Nei casi più gravi si può manifestare eczema (intenso prurito, comparsa di vescicole) con interessamento anche del viso, gonfiore dell'area intorno agli occhi e ingrossamento dei nodi linfatici presenti nel collo e nella nuca. Esistono, inoltre, delle sostanze che hanno una struttura chimica simile alla PFD e dovrebbero essere evitate dalle persone sensibili a tale sostanza, per evitare reazioni crociate. I coloranti azoici (colorazioni temporanee e semi-permanenti) e l’acido Para-aminobenzoico (filtri solari) hanno una struttura chimica simile alla PFD e dovrebbero essere evitati dai soggetti che hanno già mostrato allergia a questa sostanza. Anche i coloranti per capelli definiti vegetali possono contenere basse concentrazioni di questa sostanza. Un altro frequente agente sensibilizzante è l'acido tioglicolico, usato nelle soluzioni per permanenti ed è responsabile del 30% delle dermatiti allergiche che colpiscono gli operatori del settore. La dermatite allergica si manifesta negli acconciatori in forma piuttosto estesa: coinvolge le mani, le braccia, il collo e la faccia. La dermatite irritativa da contatto è provocata dal contatto cutaneo con una sostanza irritante, che determina un danno solo nella sede del contatto. L'acqua ossigenata a 20 o 30 volumi utilizzata per le decolorazioni, ad esempio, è un forte irritante: bastano piccole concentrazioni per sentire bruciare la pelle. Anche surfattanti, acidi, basi, oli ed emulsionanti, possono causare una dermatite irritativa. La dermatite può essere immediata o iterativa. Nelle dermatiti immediate si assiste ad una subitanea irritazione della cute: sono dovute ad un singolo contatto con l’agente irritante o a più contatti di breve durata. Nelle dermatiti iterative, al contrario, non si assiste a irritazioni immediate, ma si ha un effetto irritante progressivo solo dopo ripetute applicazioni del prodotto. Le mani rappresentano la sede più frequentemente colpita.
  • 8. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 8 L’orticaria da contatto si manifesta entro i primi 30 minuti dal contatto della cute con un agente sensibilizzante; i sintomi più evidenti sono la comparsa di pomfi e il prurito. L’orticaria da contatto può essere provocata da diverse sostanze, come: oli essenziali, conservanti (acido benzoico) e lattice (presente nei guanti). L’utilizzo di cosmetici in forma di polvere (ad esempio, cosmetici da trucco) o contenenti sostanze particolarmente volatili, rende gli operatori del benessere maggiormente esposti a problematiche respiratorie. La rinite professionale è un’ostruzione nasale reversibile scatenata da agenti sensibilizzanti. L’asma bronchiale professionale, invece, è una malattia respiratoria caratterizzata dall’ostruzione delle vie aeree e/o da una iper-responsività delle vie aeree, causata dall’inalazione di agenti sensibilizzanti. Tra le sostanze chimiche in grado di determinare l'insorgenza di quadri sia di rinite sia di asma negli acconciatori, grande importanza spetta ai persolfati contenuta nei decoloranti per capelli. Attualmente esistono in commercio prodotti decoloranti in cui i persolfati non sono più in forma di polvere. Il lattice in gomma naturale e l'henné sono anch'essi indicati come sostanze in grado di scatenare una crisi asmatica. Nei casi più gravi, l'esposizione professionale può anche condurre a reazioni anafilattiche. Che tipo di guanti è meglio scegliere per proteggersi dal rischio chimico? Non tutti i tipi di guanti offrono una adeguata protezione. L’utilizzo dei guanti in lattice non è preferibile perché il lattice è un potente allergizzante. I guanti in vinile o nitrile offrono invece una protezione migliore e non danno problemi di allergia. I guanti in nitrile, a parità di spessore ed elasticità, sono molto più resistenti dei guanti in lattice agli strappi e alle punture. L’uso dei guanti e l’applicazione regolare di creme per la protezione della pelle rappresentano una sicura misura preventiva. È importante conoscere le caratteristiche dei cosmetici professionali? Perché? Si, perché un uso scorretto potrebbe comportare rischi per la salute. Le tinture permanenti, ad esempio, riportano la dicitura: “non usare sotto i 16 anni”. È inoltre buona norma leggere bene le avvertenze perché il prodotto cosmetico può non essere indicato per le donne in stato interessante o per i soggetti allergici. Proprio per questo motivo, bisognerebbe sempre effettuare un mini-patch test prima del trattamento. Illustra le misure di primo soccorso in caso di contatto accidentale o ingestione di un cosmetico Se il prodotto dovesse colpire gli occhi di norma è bene risciacquarli con l'acqua e togliere le eventuali lenti a contatto. Se la sostanza che è entrata a contatto con l’occhio ha un pH molto diverso da quello fisiologico (come nel caso delle tinture), è bene sentire il parere del medico. Se invece, il cosmetico dovesse colpire la pelle, è bene sciacquare la zona colpita e, in caso di reazioni allergiche o irritazioni, consultare un dermatologo. Non bisogna assolutamente ingerire alcun cosmetico: se questo dovesse accadere è bene risciacquarsi la bocca senza deglutire l'acqua e contattare urgentemente un medico.
  • 9. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 9 La cliente non si ricorda se allergica o meno ad una componente di un prodotto, cosa fai? Effettuiamo un test per una prova. Dopo aver ben pulito la superficie della pelle procediamo ad applicare una piccolissima quantità di prodotto da testare dietro l’orecchio o all’interno dell’avambraccio, parti, quest’ultime, più sensibili ma anche nascoste, ovvero che favoriscono un veloce assorbimento del prodotto e in caso di reazione non deturpino o rechino danno alla cliente. Quanto tempo bisogna attendere? Da un minimo di 24 ore ad un massimo di 48 ore, poiché il prodotto deve penetrare ed essere l’assorbito dalla pelle, pertanto la parte verrà coperta con cura da una garza o cerotto e la cliente sarà invitata a tornare tra le 24/48ore per verificare la presenza di rossori o gonfiori. Attenzione: la reazione allergica si vede subito o dopo pochi minuti, solo se la cliente ha uno shock anafilattico.
  • 10. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 10 Descrivi le principali patologie infettive professionali (Rischio infettivo / biologico) L'acconciatore, durante la sua attività, è esposto al rischio di contrarre e di trasmettere ai clienti alcune malattie infettive; il rischio è legato sia per l'uso di strumenti o biancheria infetti (contatto indiretto) sia per contatto con la cute infetta (contatto cutaneo). Contatto indiretto tramite gli strumenti L’attività dell’acconciatore, infatti, può comportare la possibilità di ferite da taglio o da punta a seguito dell’uso di strumenti come rasoi e forbici. Tutte le ferite, anche le più piccole, possono inoltre esporre al rischio di contrarre il tetano. La vaccinazione anti-tetanica va rinnovata ogni 10 anni. Nel caso in cui gli strumenti siano imbrattati da sangue, l’acconciatore potrebbe risultare esposto al rischio di malattie infettive a trasmissione ematica quali le epatiti (in particolare la B e la C) e la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS, causata dal virus HIV). Tale possibilità è, tuttavia, da considerarsi assolutamente remota, ma è comunque indispensabile applicare sistematicamente le idonee misure di prevenzione. Epatite B: malattia estremamente contagiosa che colpisce il fegato. È causata da un virus (HBV) ed è molto diffusa in Italia: circa il 4-5% della popolazione è portatrice sana (ospita il virus senza sintomatologia evidente) ed quindi è in grado di trasmettere la malattia. L’aver eseguito la vaccinazione per l’epatite B, misura ottimale per la difesa dal contagio, non esenta l’operatore dal seguire buone pratiche operative per evitare la trasmissione del virus da cliente a cliente. Epatite C: come l’epatite B colpisce il fegato ed è di origine virale (HCV). In un’elevata percentuale di casi (80-85%), l’infezione acuta può cronicizzare e trasformarsi in una patologia di lunga durata e/o condurre alla cirrosi epatica. AIDS: la sindrome da immunodeficienza acquisita, meglio conosciuta come AIDS, è una malattia acuta causata dal virus HIV che attacca alcune cellule di difesa presenti nel sangue (linfociti) rendendo l’organismo incapace di difendersi dall’aggressione di tutti gli altri microrganismi. La malattia si evidenzia dopo molto tempo dal contagio (fino a 10 anni). Tetano: è una malattia infettiva causata da una tossina prodotta dal batterio Clorstridium Tetani; la tossina agisce sul sistema neuromuscolare causando crisi convulsive dei muscoli e ipertonia. L'incubazione varia da 3 giorni a 3 settimane e la malattia è letale nei 50% dei casi.
  • 11. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 11 Da non sottovalutare il rischio trasmettere la pediculosi. I pidocchi si nutrono del sangue della persona che li ospita provocando prurito intenso e lesioni da grattamento. In un salone di acconciatura, le principali via di trasmissione sono: le spazzole ed i pettini non igienizzati o la biancheria non pulita. Contatto diretto tramite la cute infetta L'acconciatore non deve sottovalutare anche il rischio di contrarre, e soprattutto trasmettere alla cliente (o ai colleghi), verruche o micosi. Le verruche sono malattie infettive virali, la cui trasmissione è favorita dall'umidità (asciugamani o zoccoli condivisi) e che possono comparire sulle mani, sull'avambraccio, sul volto o sulla pianta del piede. Per non trasmettere l'infezione alla cliente o ai colleghi, l'acconciatore, qualora voglia lavorare nonostante la presenza di verruche sulle proprie mani, deve indossare guanti protettivi monouso. È anche importante non utilizzare per se e per i clienti biancheria già venuta a contatto con altri e calzare sempre zoccoli e ciabatte personali. Le micosi, invece, sono malattie causate da funghi microscopici che infettano i tessuti superficiali quali cute, peli (compresi I capelli), unghie. La trasmissione avviene per contatto diretto cutaneo con persone malate e indirettamente tramite biancheria, indumenti, strumenti professionali. Di particolare interesse professionale è la tigna dei capelli; è una micosi che colpisce prevalentemente i bambini. Il fungo sopravvive perché trova nutrimento nella cheratina contenuta nei i follicoli piliferi e nell'epidermide. Negli uomini adulti è, invece, più comune la Tinea barbae, una micosi che colpisce le zone del viso in cui cresce la barba.
  • 12. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 12 Quali precauzioni adottiamo a cautela nostra e della cliente per prevenire la diffusione delle malattie infettive? L’ambiente deve essere pulito ed arredato in modo pratico e funzionale con materiali che ne facilitano la pulizia e la sanificazione. Quando è possibile è bene preferire materiali e strumenti monouso. La biancheria pulita deve essere tenuta in appositi armadi, ben separata da quella sporca, la quale sarà giornalmente lavata; la biancheria di cabina deve essere cambiata per ogni cliente. Per quanto riguarda gli strumenti dobbiamo distinguere tra disinfezione e sterilizzazione. La sterilizzazione consiste nell’eliminazione di tutti i microrganismi (patogeni, non patogeni e spore) da uno strumento. La disinfezione consiste nell’eliminazione dei microrganismi patogeni, ossia di quelli in grado di dare malattia. La disinfezione può avvenire sia con l’uso di pratici disinfettanti in spray sia tramite immersione in liquidi disinfettanti, per un tempo opportuno. Strumenti diversi richiedono comportamenti diversi: Pettini, spazzole, bigodini e clips Devono essere puliti dopo ogni utilizzo e disinfettati almeno settimanalmente con un disinfettante idoneo (esempio: ipoclorito di sodio). Pennelli È bene preferire quelli con setole sintetiche; bisogna lavarli e disinfettarli accuratamente dopo l'uso; i residui di sapone, infatti, possono essere un'idonea superficie per lo sviluppo dei germi. Forbici per capelli Devono essere pulite dopo ogni utilizzo e disinfettate con un disinfettante idoneo (esempio: composti dell'ammonio quaternario con antiossidante). Se utilizzate su capelli di clienti infestati da pidocchi devono essere accuratamente disinfettate. Qualora siano state contaminate con sangue infetto, vanno sterilizzate; si può procedere con la sterilizzazione con autoclave o sfere al quarzo oppure con l’uso di disinfettanti chimici ad alto livello, seguendo scrupolosamente le indicazioni. In questo secondo caso, è bene scegliere un prodotto con antiossidante per evitare danni alle forbici. È bene sapere che l’autoclave è uno dei mezzi più efficaci per sterilizzare. È costituita da un cilindro d’acciaio munito di un termostato che viene riempito da acqua distillata. Al suo interno si mettono gli oggetti e si scalda fino a ebollizione. La temperatura raggiunge i 120° permettendo la sterilizzazione. Rasoi La lama va sostituita dopo ogni cliente ed il supporto deve essere lavato e disinfettato. Rifiuti acuminati e taglienti monouso La raccolta deve avvenire in appositi contenitori rigidi. Lo smaltimento deve avvenire secondo le disposizioni dettate dalla normativa vigente (Rifiuti Sanitari a Rischio Infettivo), tenendo conto dei Regolamenti comunali. Le apparecchiature a raggi UV, se mantenute continuamente attive, sono utili al mantenimento delle condizioni di sterilità degli strumenti.
  • 13. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 13 LAVAGGIO E MESSA IN PIEGA Qual è la funzione dello shampoo? La funzione primaria di uno shampoo consiste nella pulizia dei capelli e del cuoio capelluto, rimuovendo le particelle di grasso e di polvere. Uno shampoo deve inoltre: - lasciare i capelli morbidi, setosi, brillanti, leggeri - donare ai capelli volume, corpo, vitalità - facilitare la districabilità e la messa in piega - ridurre l’elettrostaticità - rendere i capelli più resistenti contro le aggressioni esterne - mantenere l’idratazione naturale del cuoio capelluto - essere gradevole all’applicazione - permettere lavaggi frequenti senza irritare il cuoio capelluto né i capelli - non irritare gli occhi - rispondere, eventualmente, ad esigenze specifiche (rinforzare la guaina protettiva del capello, ristrutturarlo, nutrire i capelli fini, secchi e che si spezzano, eliminare la forfora, preservare la colorazione, ecc.) Esistono, quindi, numerose formulazioni: per capelli normali, secchi, grassi, fini, permanentati, colorati, decolorati, shampoo per bambini e per problemi specifici, quali la forfora o l’eccesso di sebo. Cosa sono i tensioattivi? I principali costituenti chimici degli shampoo sono i tensioattivi, sostanze in grado di togliere lo sporco dai capelli. I tensioattivi possiedono una testa polare (idrofila) e una coda non polare (idrofoba). I tensioattivi contenuti negli shampoo possono essere: - Anionici: la parte idrofila è carica negativamente; hanno un buon potere detergente e schiumogeno e sono poco irritanti per gli occhi, ma sono più aggressivi nei confronti della cheratina; (Esempio: lauril solfato di sodio). - Cationici: la parte idrofila è carica positivamente. Hanno un’azione batteriostatica e micostatica, hanno affinità per la cheratina, facilitano lo sbrogliamento dei capelli. Il loro potere detergente e schiumogeno è inferiore rispetto agli anionici; sono irritanti per gli occhi (Esempio: sali dell’ammonio quaternario). - Anfoteri: hanno una struttura bipolare che varia in funzione del pH, con formazione di anioni in ambiente basico e di cationi in ambiente acido. Hanno un buon potere detergente, sono poco aggressivi e poco schiumogeni. (Esempio: betaine). - Non-ionici: non hanno una carica, hanno una buona capacità detergente, scarso potere schiumogeno e sono ben tollerati. (Esempio: eteri di poligliceroli e saponine naturali di origine vegetale).
  • 14. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 14 Come viene applicato lo shampoo? Bisogna applicare lo shampoo sui capelli bagnati, in piccole dosi, e massaggiare delicatamente sulla cute; successivamente aggiungere acqua tiepida per produrre schiuma lasciare agire il prodotto. Poi si procede a un accurato risciacquo. Descrivi le diverse tipologie di shampoo che utilizzate il laboratorio. In laboratorio usiamo la linea ACTENUA con Oli Essenziali della Framar. In particolare: - SHAMPOO RISTRUTTURANTE capelli secchi, deboli e trattati Deterge molto delicatamente i capelli e grazie alla sua ricca composizione, contribuisce a conservarli forti e vitali esaltandone la naturale luminosità e morbidezza. Consigliato anche per capelli debilitati, con forte caduta o frequentemente esposti agli agenti atmosferici (acqua, vento, sole, salsedine, cloro delle piscine, ecc.). Principi Attivi: Oli Essenziali di Geranio, Ylang Ylang, Sandalo - SHAMPOO INTENSIVO lavaggi frequenti e prevenzione caduta. Deterge delicatamente la struttura del capello conservandolo soffice nella naturale bellezza e voluminosità. Grazie alla sua ricca composizione, si rivela particolarmente indicato per ogni tipo di capelli e per lavaggi frequenti. Risulta inoltre un ottimo coadiuvante nei trattamenti di prevenzione della caduta. Principi Attivi: Oli Essenziali di Rosmarino, Eucalipto, Ylang Ylang, Legno Cedro - SHAMPOO TRATTANTE capelli grassi e cute con seborrea Specifico trattamento sebo-regolatore, è formulato per contribuire ad ostacolare ed equilibrare gli stati di secrezione cutanea eccessiva o persistente. Conserva i capelli soffici, voluminosi e lucenti senza alterarne la naturale struttura. Principi Attivi: Oli Essenziali di Lavanda, Limone, Salvia, Legno Cedro - SHAMPOO DEFORFORANTE cute con desquamazione e capelli con forfora Ideale per detergere delicatamente capelli e cute con problema di desquamazione forforosa, è adatto per capelli di qualsiasi natura. Svolge la sua azione contribuendo a prevenire ed a contrastare la presenza della forfora stessa. Aiuta a mantenere i capelli soffici e vaporosi senza alterarne la naturale struttura. Principi Attivi: Oli Essenziali di Geranio, Sandalo, Lavanda, Eucalipto - SHAMPOO DOPO TINTA riequilibrante pH pilifero Specifico capelli colorati. Dopo la colorazione contribuisce a neutralizzare eventuali residui di sostanze alcaline derivate dalla colorazione ed a riequilibrare il pH pilifero. Utilizzato costantemente deterge delicatamente idratando lo stelo e conservando il capello colorato sempre luminoso e morbido. Principi Attivi: Oli Essenziali di Legno Cedro, Rosmarino, Limone, Eucalipto
  • 15. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 15 Descrivi le proprietà e le caratteristiche degli Oli Essenziali utilizzati O.E. Rosmarino: tonificante, stimolante, rivitalizzante. O.E. Eucalipto: balsamico, lenitivo, purificante, deodorante. O.E. Ylang Ylang: rilassante, riequilibrante, tonico. O.E. Legno Cedro: tonico, purificante, riequilibrante. O.E. Cannella: Stimolante circolazione sanguigna, antibatterico. O.E. Noce Moscata: stimolante, antisettico. O.E. Lavanda: stimola la rigenerazione cellulare, purificante. O.E. Salvia: antisudorifero, tonico, lenitivo, balsamico. O.E. Geranio: equilibrante, calmante, purificante, antisettico. O.E. Sandalo: idratante, equilibrante della pelle, purificante. O.E. Limone: astringente, riequilibrante pelle grassa. O.E. Mandarino: rilassante, ideale per pelle secca, idratante. Ci sono delle precauzioni d'uso o delle avvertenze da seguire? In generale, è bene anche evitare il contatto con gli occhi perché la presenza di tensioattivi può provocare bruciore, in caso sciacquare immediatamente con acqua fredda. Nella pulizia dei capelli sono utilizzati prodotti a base di tensioattivi, solventi, coloranti e profumi, che possono determinare problemi per la salute in soggetti particolarmente predisposti; per questo motivo è bene prestare particolarmente attenzione agli ingredienti con i soggetti allergici. Infine, indipendentemente dalla sensibilità personale, anche il solo contatto continuativo con acqua e tensioattivi può indebolire le normali difese cutanee nei confronti di agenti nocivi. È necessario usare i guanti per l’esecuzione di questo trattamento? Per i dipendenti che effettuano ricorrentemente il lavaggio dei capelli sono consigliati i guanti o le creme barriera. Nel caso in cui, dall’ispezione visiva, la cliente mostri delle problematiche al cuoio capelluto, indossare guanti di protezione. Quali sono i rischi in questa fase di lavoro? - Posture disagevoli e prolungate (lavoro in piedi) e movimenti ripetitivi - Allergie (contatto con shampoo) - Infezioni (contatto con cuoio capelluto infetto) - Scivolamenti e cadute
  • 16. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 16 Quali sono i trattamenti post shampoo? Descrivili brevemente. I trattamenti post-shampoo a risciacquo servono a rendere i capelli pettinabili, morbidi e lucenti; comprendono: balsami, creme e maschere e hanno la funzione di: - rendere i capelli brillanti - facilitare la districabilità e la pettinabilità - dare tono e volume ai capelli fini e rendere più facile la loro messa in piega - aumentare la morbidezza dei capelli senza appesantirli - non rendere i capelli elettrostatici I balsami e le creme risanano la cuticola danneggiata e proteggono il capello dai danni ambientali. Il balsamo deve essere applicato al termine del lavaggio, lasciato in posa per alcuni minuti e poi risciacquato. Le parti di capello più danneggiate trattengono più particelle di balsamo, che quindi si deposita selettivamente dove è più necessario. Le maschere vengono utilizzate in caso di capelli molto danneggiati dai trattamenti chimici. L’azione del calore facilita la loro diffusione nel fusto. Sono molto utili per la cura del capello sottoposto a permanenti e decolorazioni. È vero che il balsamo appesantisce i capelli? Non è vero che il balsamo appesantisce i capelli: ogni tipo di capello ha bisogno di un balsamo specifico. È meglio districare i capelli da asciutti o da bagnati? Per quale motivo? È consigliabile districare i capelli da asciutti in quanto i capelli bagnati sono più elastici ed estensibili e, quindi, si rompono più facilmente. La qualità dei pettini è importante? Perché? L’uso di pettini e spazzole di cattiva qualità danneggia meccanicamente il capello: è importante che gli strumenti utilizzati siano lisci e privi di irregolarità, che potrebbero spezzare o danneggiare il capello. Una tua cliente ti spiega che, a casa, si spazzola frequentemente i capelli. Cosa puoi dirle? È bene evitare di spazzolare eccessivamente i capelli. Anche la cotonatura, sollevando le cellule della cuticola, danneggia i capelli La messa in piega permette di modificare temporaneamente la forma dei capelli. Spiegane il meccanismo d’azione. Quando il capello viene bagnato i legami ad idrogeno che legano fra di loro le catene di cheratina si rompono. Questi legami si riformano quando l’acqua evapora durante l’asciugatura ed è per questo che diventa possibile modificare la forma dei capelli stirandoli o arricciandoli, facendo cioè in modo che i nuovi legami si formino nella posizione desiderata. Non appena il capello si bagna o viene a contatto con l’umidità, i legami ad idrogeno si rompono nuovamente e i capelli ritornano alla loro forma originale.
  • 17. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 17 Quali cosmetici utilizzi per realizzare un messa in piega? Gel, schiume e lacche hanno lo scopo di preservare l’acconciatura e contengono composti chimici che mantengono il capello nella forma desiderata. Si depositano sul fusto del pelo e vengono rimossi col lavaggio. La tipologia e la composizione di questi prodotti è estremamente variabile. Contengono solventi, alcoli, resine, gomme vegetali, conservanti, coloranti, profumi, gas propellenti il cui principale effetto sulla salute è legato ad un meccanismo di tipo allergico sia a carico della pelle sia a carico dell’apparato respiratorio. È vero che l’uso di gel, schiume e lacche favorisce la caduta dei capelli? Perché? Non vi è alcuna relazione fra applicazione di cosmetici e prodotti per l'acconciatura e caduta dei capelli. Tutti questi prodotti non penetrano attraverso il cuoio capelluto, ma si depositano sul fusto del capello, per questo non possono avere alcun effetto positivo o negativo sulla crescita del capello. Il capello può subire dei danni a causa del calore eccessivo di arricciacapelli, piastre o asciugacapelli? Quali? Il calore danneggia la cuticola; ed è importante che tutti gli strumenti utilizzati per l’asciugatura non raggiungano temperature troppo elevate. Una caratteristica lesione del capello dovuta all’eccessivo calore sono i capelli “a bolle” che osservati al microscopio presentano delle vere bolle all’interno del fusto. Infatti quando gli apparecchi elettrici raggiungono temperature superiori ai 100°C, l’acqua contenuta all’interno del capello si trasforma in vapore che crea le bolle. Questa grave alterazione del capello deriva più facilmente dall’uso di arricciacapelli, piastre o asciugacapelli difettosi.
  • 18. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 18 TINTURE E DECOLORAZIONI ONDULAZIONE E FISSAGGIO Quali tipi di tinture conosci? Descrivili brevemente In base alla durata dell’effetto, le tinture per capelli si distinguono in permanenti, semipermanenti e temporanee. Queste ultime, che scompaiono al primo lavaggio, sono raramente utilizzate in ambito professionale. Le tinture permanenti, conosciute anche come “tinture ad ossidazione”, si ottengono mescolando in debite proporzioni, subito prima dell’uso, due diverse preparazioni. Contengono: acqua ossigenata in soluzione (agente ossidante), precursori del colore (sotto forma di gel, liquido o crema) e ammoniaca (agente alcalino). Le colorazioni "senza ammoniaca" utilizzano la mono-etanolammina (MEA), una “parente” stretta dell’ammoniaca che non ha un cattivo odore, ma svolge la stessa azione dell'ammoniaca: rendere l'ambiente basico per far penetrare il colore. L’azione della MEA è meno incisiva di quella dell’ammoniaca; per questo è necessario usarla in concentrazioni più alte per ottenere gli stessi risultati. Le tinture semipermanenti non implicano la fase di ossidazione e non contengono, quindi, acqua ossigenata né ammoniaca, ma solo coloranti appartenenti a varie classi chimiche. Tali composti possono creare problemi di salute se non utilizzati e conservati correttamente. Infine, ci sono anche le tinture a base di sostanze vegetali (per esempio hennè): generalmente innocue, possono contenere componenti in grado di causare problemi di natura allergica in soggetti predisposti. Descrivi la colorazione permanente e le sue caratteristiche chimiche Dal punto di vista chimico, la colorazione prevede sempre il mescolamento di due diverse preparazioni, che devono essere miscelate nelle debite proporzioni immediatamente prima dell’uso: - Il liquido o gel o crema, che contiene i precursori di colorazione e l’agente alcalino (idrossido d’ammonio). - L’ossidante o rivelatore, che contiene acqua ossigenata (perossido d’idrogeno). Affinché i precursori del colore passino attraverso la cuticola, è indispensabile che le squame della cuticola si sollevino e questo avviene a causa dell’alcalinità della soluzione. I precursori di colorazione migrano all’interno del capello, dove per reazione con l’acqua ossigenata, danno luogo alla formazione di pigmenti colorati.
  • 19. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 19 La concentrazione dell’acqua ossigenata può essere espressa in volumi o in percentuale. Sono equivalenti? La concentrazione espressa in volumi e quella espressa in percentuale non sono equivalenti: 10 volumi corrispondono al 3%; 20 volumi corrispondono al 6%; 30 volumi corrispondono al 9%; 40 volumi corrispondono al 12%; Perché è importante il rapporto di miscelazione tintura-acqua? È importante per ottenere un risultato ottimale: occorre, infatti, seguire le indicazioni del rapporto di miscelazione tintura-acqua, in questo modo: 1:1 » 50 ml di prodotto + 50 ml di H2O2 1:1,5 » 50 ml di prodotto + 75 ml di H2O2 1:2 » 50 ml di prodotto + 100 ml di H2O2 Cosa sono i decoloranti e come agiscono? I prodotti decoloranti vengono utilizzati per ottenere un colore più chiaro rispetto a quello naturale o come pre-trattamento per colorazioni più tenui di quelle originali. Richiedono la miscelazione di più prodotti al momento dell’applicazione. Contengono sostanze potenzialmente pericolose quali: agenti ossidanti (generalmente acqua ossigenata, sali come persolfato di sodio, di potassio o di ammonio) e sostanze utilizzate come coadiuvanti (ammoniaca). Perché la sostanza ossidante utilizzata per la decolorazione raggiunga l’interno del capello e si leghi alla melanina è necessario che passi attraverso la cuticola, cioè attraverso lo strato più esterno del capello, che normalmente ha la funzione di proteggere la corteccia dall’ambiente. Per passare attraverso la cuticola è indispensabile che le squame della cuticola si sollevino e questo avviene a causa dell’alcalinità della soluzione. Quali sono i colori naturali più facili da schiarire? Per quale motivo? La decolorazione è molto efficace sull'eumelanina che si trova sulla parte più esterna della corteccia, mentre la feomelanina contenuta vicino al midollo è più resistente alla schiaritura. Le altezze di tono dal castano in su si decolorano facilmente; i biondi e i rossi richiedono una decolorazione più intensiva. Cosa succede se il trattamento non viene effettuato correttamente? Con la decolorazione la eumelanina viene ossidata più facilmente e per questo è frequente che, se il trattamento non è effettuato bene, i capelli decolorati assumano un colorito rossastro in quanto la eumelanina è stata completamente ossidata mentre la feomelanina è ancora presente. Ripetendo più volte la decolorazione, si rimuove completamente anche la feomelanina e i capelli diventano di un giallo-rossastro.
  • 20. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 20 Descrivi brevemente le caratteristiche dei prodotti per l’ondulazione e per il fissaggio. I prodotti per la permanente sono destinati ad apportare ai capelli una modifica della loro forma e il mantenimento di questa nuova forma per un determinato periodo (“messa in forma” durevole). Il processo di ondulazione dei capelli prevede l’impiego successivo di almeno due prodotti cosmetici: un liquido ad azione riducente, in cui generalmente è presente, oltre all’ammoniaca, acido tioglicolico o suoi derivati, ed il fissatore, ad azione ossidante, costituito prevalentemente da acqua ossigenata. I prodotti per la stiratura dei capelli contengono ammoniaca libera (pH intorno a 9-9,6) e tioglicolato. Descrivi come viene realizzata la permanente a freddo La permanente alcalina a freddo è realizzata a temperatura ambiente e non necessita di apporto di calore; le ciocche di capelli vengono arrotolate su bigodini dopo essere state impregnate della lozione permanentante. Successivamente, trascorso il tempo di posa, l’ondulazione viene resa “permanente” attraverso una seconda lozione, che si applica dopo il risciacquo della prima. Quali modifiche subisce la cheratina nelle diverse fasi del processo? - L’azione meccanica di arrotolamento del capello sul bigodino determina uno stiramento delle catene di cheratina l’una rispetto all’altra. Essendo bloccate dalla presenza dei ponti disolfuro, le catene non sono libere di scorrere l’una sull’altra. - L’azione dell’agente riducente (acido tioglicolico) rompe i legami disolfuro, consentendo alle catene di scorrere l’una rispetto all’altra, per adattarsi alla nuova forma. - L’agente ossidante (acqua ossigenata) è utilizzato per riformare nuovi legami disolfuro e fissare, così, la deformazione del capello. A cosa servono le cartine? Le cartine servono per fare in modo che la ciocca rimanga unita sul bigodino, viceversa la ciocca scivolerebbe. Perché, a parità di trattamento, si ottengono risultati diversi? La resistenza del capello alla permanente varia da soggetto a soggetto e, in alcuni casi, per rompere i legami è necessario l’uso di concentrazioni più elevate di prodotto chimico. I capelli rossi, ad esempio, sono più difficili da trattare in maniera corretta e senza danni. Esistono preparati per capelli normali, resistenti, deboli, sfruttati. Possono essere in forma liquida, cremosa o di schiuma. Come devono essere i capelli prima del trattamento? I capelli devono essere puliti, quindi, prima è necessario fare uno shampoo.
  • 21. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 21 Perché è meglio non lavarsi i capelli per qualche giorno dopo aver fatto una permanente? Durante l’esecuzione della permanente vi è un momento molto delicato per il capello, quello in cui i legami si sono rotti e non si sono ancora riformati. In questo momento anche una variazione di temperatura può danneggiare irreparabilmente la cheratina e determinare la frattura del capello. I ponti rotti dalla permanente continuano a riformarsi per 2-3 giorni dopo l’effettuazione del trattamento per cui è importante che i capelli non vengano lavati nei 2-3 giorni successivi. Quali sono i dispositivi di protezione da utilizzare turante l’esecuzione di questi trattamenti? Nell’esecuzione di una permanente bisogna indossare: la mascherina, i guanti (preferibili in vinile o nitrite) e gli occhiali; è bene assicurarsi un buon ricambio d’aria e utilizzare una cappa aspirante per la preparazione. Quali sono i rischi in queste fasi di lavoro? - Posture disagevoli e prolungate (lavoro in piedi) - Infezioni (contatto con cuoio capelluto infetto) - Allergie (contatto con prodotti allergizzanti) - Esposizione ai vapori di ammoniaca - Scivolamenti e cadute
  • 22. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 22 TAGLIO Illustra le diverse forme del viso. Volto rettangolare: è più lungo che largo. Le misure di guance, fronte e mascella sono abbastanza simili tra loro. Volto a cuore: è definito dal triangolo rovesciato del loro volto, che deriva dall’avere un mento relativamente a punta. Questi volti sono generalmente un po' più a lunghi che larghi sulle guance. Volto quadrato: larghezza e lunghezza si equivalgono; le misure di guance, fronte e mascella sono simili tra loro e i bordi di un viso quadrato sono sostanzialmente diritti; la mascella presenta angoli ben definiti. Volto ovale: è più lungo che largo, con la fronte leggermente più larga della mascella e il mento arrotondato delicatamente. Volto rotondo: larghezza e lunghezza si equivalgono, come nel viso quadrato, ma la fronte è piccola e il mento è una piccola curvatura. La misura della fronte è inferiore rispetto alla misura della guancia, e la mascella priva di angoli vivi, presenti, invece, nulle facce quadrate. Volto triangolare: è l'opposto del viso a forma di cuore; è più largo in basso e più stretto in alto. Il contorno della mascella è largo e squadrato. Volto a diamante: è più ampio nella zona degli zigomi, con la fronte affusolata ed il mento appuntito. La misura guancia è più grande di quella della fronte e della mascella.
  • 23. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 23 Perché è importante studiare la forma del viso? È indispensabile per scegliere un taglio che valorizzi il volto della cliente e ne nasconda eventuali imperfezioni. Ad esempio, per il viso ovale va bene qualsiasi tipo di taglio evitando quelli troppo corti; per il viso rotondo l’ideale è un taglio lungo e ondulato mentre non sono adatte frange troppo piene; per il viso a cuore si preferiscono lunghezze alle spalle con frangia leggera; i tagli corti e voluminosi sono adatti al viso allungato; un taglio spettinato e vaporoso è l’ideale per il viso quadrato; per il viso triangolare è preferibile un taglio corto e scalato. È necessario usare i guanti per l’esecuzione di questo trattamento? Nel caso in cui, dall’ispezione visiva, la cliente mostri delle problematiche al cuoio capelluto, indossare guanti di protezione. Quali sono i rischi in questa fase di lavoro? - Posture disagevoli e prolungate (lavoro in piedi) e movimenti ripetitivi - Punture, tagli ed abrasioni (contatto accidentale con lame di forbici e rasoi) - Infezioni (contatto con cuoio capelluto infetto) - Scivolamenti e cadute - Elettrocuzione (utilizzo di rasoi)
  • 24. Insegnante di Scienze Mediche: Tania Tanfoglio Blog: www.scienceforpassion.com Classe: III ACC - C.F.P. ZANARDELLI - U.O. Verolanuova - A.F: 2014-2015 24 Le nostre fonti Siti internet: - http://www.my-personaltrainer.it/ - http://www.farmacoecura.it/ - http://www.igienesullavoro.it - http://www.ass3.sanita.fvg.it/ - http://www.frareg.com/ - http://www.gitri.it/saluteneicapelli/trattamenti_estetici/tintura.php - http://www.monicamarelli.com/ - http://www.tagliairischi.it/index.php/autocertificazione/modello-di-valutazione-dei-rischi- autocertificazione/download - http://www.framarcosmesi.com/ Libri in adozione: - CULTURA SCIENTIFICA E TECNICA PROFESSIONALE PER L?ACCONCIATORE - San Marco Editore - IGIENE, ANATOMIA E FISIOLOGIA - San Marco Editore - IL CAPELLO - San Marco Editore Appunti e dispense forniti dall'insegnante