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Alessandro Nofi

Marco Moretto

LP PHOTOGRAPHY

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Corso base di Fotografia
introduzione alla fotografia digitale
Corso Base di Fotografia
Learning Photography 2011
a cura di Marco Moretto e Alessandro Nofi
LP PHOTOGRAPHY

LEARNING
Corso base di Fotografia
CONTENUTI
La Fotografia ........................................................................................ 6
La Luce ................................................................................................. 7
Fenomeni legati alla Luce ........................................................................ 8	
	
Assorbimento .................................................................................. 8
	
Riflessione ....................................................................................... 9
	
Rifrazione ........................................................................................ 10
	
Sorgenti Luminose .......................................................................... 10
Il Colore ............................................................................................... 11
La Maccchina Fotografica ..................................................................... 12
	
Tipologie ......................................................................................... 12
	
Composizione D-SLR ....................................................................... 13
	
Obiettivi .......................................................................................... 14
	
Otturatore ....................................................................................... 14
	
Otturatore Centrale ......................................................................... 15
	
Otturatore a Tendina ....................................................................... 15
	
Esposizione ...................................................................................... 16
	
Messa a Fuoco ................................................................................. 16
	
Il Sensore ......................................................................................... 17
Obiettivo .............................................................................................. 18
	
Lunghezza Focale ............................................................................. 18
	
Luminosità ....................................................................................... 19
	
Profondità di Campo ........................................................................ 19
	
Obiettivi Normali ............................................................................. 20
	
Obiettivi Grandangolari e Fish-eye .................................................. 20
	
Teleobbiettivi ................................................................................... 21
	
Obiettivi Zoom ................................................................................. 22
	
Moltiplicatori di Focale .................................................................... 22
Ripresa ................................................................................................. 23
	
Scala dei Tempi ................................................................................ 23
	
Scala dei Diaframmi ......................................................................... 23
	
Sensibilità ISO .................................................................................. 24
	
Coppia Tempi-Diaframmi ................................................................. 24
	
Modalità di Scatto ............................................................................ 25
Progettazione ....................................................................................... 26
	
Consigli sulla Composizione ............................................................. 26
	
Regola dei Terzi ................................................................................ 27
	
Bokeh ............................................................................................... 27
Generi Fotografici ................................................................................. 28
	
Moda ............................................................................................... 28
	
Still-life ............................................................................................. 29
	
Reportage ........................................................................................ 29
	
Ritratto ............................................................................................. 30
LA FOTOGRAFIA
Il termine fotografia deriva da due parole greche:
phos (luce) e graphis (grafia).
Per questo motivo il termine fotografia significa letteralmente scrittura con
la luce.

Joseph Nicéphor Niépce

Le prime tecniche fotografiche furono messe a punto intorno al 1820, ma
fino al 1880 ci furono continui perfezionamenti sia sui processi che sui materiali.

Vista della camera a Le Gras, 1826.
L’esposizione di questa fotografia è stata di circa 8 ore.
LA LUCE
Il termine luce si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico detto
visibile, cioè percepibile dall’occhio umano.
I valori di lunghezza d’onda di questa porzione sono compresi tra 380nm
e 780nm circa. La presenza in contemporanea di tutte queste lunghezze
d’onda, proporzionali alle quantità presenti nella luce del sole, da luogo alla
luce bianca.
Nel tempo sono state formate quattro teorie diverse sull’interpretazione
della luce: la teoria corpuscolare, la teoria ondulatoria, la teoria elettromagnetica e la teoria quantistica. La teoria quantistica è quella oggigiorno più
accreditata, a cui studiarono anche Einstein e Plank e dove venne introdotto
il concetto di fotone.
La velocità della luce è approssimata a circa 300.000 km/s.
Lo studio dell’interazione tra luce e materia è detto ottica.
Le differenti lunghezze d’onda vengono interpretate dal nostro apparato
visivo (cervello e occhio) come colori. Quasi tutti i colori che percepiamo
dall’ambiente non sono puri, ma sono una sovrapposizione di luci.
Quindi a ogni lunghezza d’onda è associabile un colore ma non è vero il
contrario.
FENOMENI LEGATI ALLA LUCE
Ci sono diversi fenomeni che influenzano o impediscono la trasmissione
della luce attraversola materia.
I fenomeni più comuni sono:
• Assorbimento
• Diffusione
• Riflessione speculare o diffusa
• Rifrazione
• Diffrazione
Quelli che tratteremo principalmente saranno l’assorbimento, la riflessione
e la rifrazione.

Assorbimento
Assorbimento, reflessione e trasmissione sono i fenomeni che avvengono
quando la luce interagisce con la materia.
Quando una radiazione colpisce un corpo, una parte viene assorbita, una
parte riflessa e una parte trasmessa.
Per la legge di conservazione dell’energia, la somma delle quantità di queste
tre energie dev’essere uguale all’energia della luce che ha interagito con la
materia.
L’assorbimento è la capacità di un corpo di assorbire energia mediante onde
elettromagnetiche.
Un materiale che assorbe la luce visibile è detta pigmento. Se esso assorbe
tutta la radiazione apparirà nero, se invece ne assorbe solo una parte apparirà del colore della radiazione riflessa.
Riflessione
In un oggetto dalla superficie liscia, la riflessione è quel fenomeno in cui
l’angolo formato dal raggio incidente con la superficie (i) è uguale all’angolo
formato dal raggio riflesso (r).

i=r
Questa è detta riflessione speculare.
Quando la riflessione del raggio avviene in più direzioni si ha la riflessione
diffusa.
Il tipo di riflessione che avviene è strettamente correlato al materiale
dell’oggetto colpito dalla radiazione.
Rifrazione
La rifrazione è la deviazione subita dalla luce quando questa passa da un
mezzo ad un altro nel quale la sua velocità di propagazione cambia.
In ottica, la rifrazione avviene quando un’onda luminosa passa da un mezzo
con un indice di rifrazione a un altro con un indice di rifrazione diverso.
Es. cannuccia nel bicchiere.
La rifrazione è responsabile della formazione degli arcobaleni e la scomposizione della luce bianca nei colori dell’arcobaleno che avviene quando
l’onda luminosa passa attraverso un prisma.
Questo fenomeno è importante in fotografia per quello che riguarda la luce
che passa attraverso le lenti.

Sorgenti Luminose
1. Radiazione termica
• Lampade ad incandescenza
• Luce solare
2. Emissione spettrale atomica
• Laser e Maser (emissione stimolata)
• LED (Light Emitting Diode)
• Lampade a scarica di gas (neon, lampade al mercurio, etc)
3. Fluorescenza
4. Fosforescenza
5. Bioluminescenza
6. Radioattività

10
IL COLORE
Si definisce colore la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i
fotorecettori presenti nella retina mandano al cervello quando assorbono
radiazioni elettromagnetiche con lunghezza d’onda compresa tra 380nm e
780nm.
Tale percezione avviene sostanzialmente in tre fasi:
1. Lo stimolo visivo (fotoni) arriva all’occhio, lo attraversa e arriva alla retina
dove viene assorbito da dei fotorecettori che attraverso la trasduzione
generano tre segnali nervosi, segnali elettrici in modulazione d’ampiezza;
2. Consiste nell’elaborazione e nella compressione a livello retinico dei tre
segnali nervosi, creando così dei segnali elettrici in modulazione di frequenza (segnali opponenti) che vengono trasmessi al cervello attraverso il nervo
ottico.
3. I tre segnali opponenti vengono interpretati dal cervello e si percepiscono
i colori.

11
LA MACCHINA FOTOGRAFICA
Tipologie:
D-SLR

Banco Ottico
SLR - Medio Formato

12
Composizione D-SLR
1. Elementi ottici
2. Specchio
3. Otturatore
4. Pellicola (sensore)
5. Schermo opaco di messa a fuoco
6. Lente a condensazione
7. Pentaprisma
8. Mirino ottico

13
Obiettivi
Rappresentano la parte ottica della macchina fotografica.
Si dividono in tre principali tipologie:
• Grandangolari
• Normali
• Teleobiettivi

Otturatore
È il dispositivo meccanico che regola la quantità di tempo che il sensore
(o la pellicola) reasta esposto alla luce.
Esistono due tipi di otturatori:
• Otturatori centrali
• Otturatori a tendina

14
Otturatore centrale
È un otturatore dotato di lamelle disposte a raggiera che si chiudono
in base alla luce che abbiamo deciso di far arrivare al sensore attraverso
l’impostazione del tempo di scatto (T).

Otturatore a tendina
È composto da due superfici di stoffa o metallo poste a pochi millimetri dal
sensore e parallelamente al piano focale.
Queste superfici scorrono verticalmente formando una fessura da dove
passa la luce, quindi il sensore non viene esposto contemporaneamente
lungo tutto il fotogramma, ma solo attraverso la fessura formata tra la prima
e la seconda tendina.

15
Esposizione
Indica la quantità totale di luce che giunge al sensore (o pellicola).
È influenzata da tre fattori:
• Diaframma;
• Tempo di esposizione
• Sensibilità ISO
Questi valori sono modificabili SOLO in fase di ripresa, non sono più modificabili dopo lo scatto anche nella fotografia digitale.
La modifica dell’esposizione in post-produzione è solo una simulazione di
quello che accadrebbe davvero in ripresa.

Messa a fuoco
In ottica il fuoco indica quel punto dove convergono, in seguito a un fenomeno di rifrazione, tutte le lunghezze d’onda presenti in una radiazione elettromagnetica.
Un’immagine è a fuoco quando il sensore, o la pellicola, si trova nell’esatto
punto dove le lunghezze d’onda convergono.
In una macchina fotografica la regolazione della messa a fuoco avviene allontanando o avvicinando le lenti costituenti un obiettivo dal sensore (o
pellicola).
La messa a fuoco può essere manuale (MF) oppure automatica (AF).

16
Il Sensore
È un dispositivo formato da milioni di elementi fotosensibili, detti photodetector, in grado di trasformare un segnale luminoso in un segnale elettrico.
Il posto fisico dove si trova un photodetector si chiama photosite e darà
origine al nostro pixel.
La superficie del sensore è ricoperta dal Color Filter Array (filtro di Bayer
RGB). Ogni photodetector (detto anche fotodiodo) non rileva la lunghezza
d’onda ma solo l’intensità luminosa, la lunghezza d’onda gli è fornita dal
Color Filter Array.
Il 50% della luce che viene catturata dal sensore fa parte delle lunghezze
d’onda del Verde, il 25% del Rosso e il restante 25% del Blu.
Successivamente avviene un processo di interpolazione per arrivare al
colore di ogni pixel.

17
OBIETTIVO
Lunghezza Focale
Viene definita lunghezza focale la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo
e il sensore.
Nelle lenti con schemi ottici complessi il centro ottico non è necessariamente
il centro dell’obiettivo, quindi la lunghezza focale può essere molto diversa
dalla lunghezza fisica dell’obiettivo, in paricolar modo negli zoom.
La misurazione della lunghezza focale avviene in millimetri.
Dalla grandezza del sensore e dalla lunghezza focale ricaviamol’angolo di
campo dell’obiettivo, più la focale è lunga e più l’angolo di campo è stretto.
Obiettivi di lunghezza focale uguale usati su superfici sensibili di grandezze
diverse hanno angolo di campo diverso.
(Es. sul medio formato un obiettivo normale è un 80mm).
In base all’angolo di campo classifichiamo tre tipologie di obiettivi:
• Grandangolari (14-35mm)
• Normali (35-70mm)
• Teleobiettivi (70-800mm)

18
Luminosità
È determinata dall’apertura massima di un obiettivo. Questa viene calcolata
dividendo la lunghezza focale per il diametro della lente frontale e si ha il
rapporto focale massimo possibile per un determinato obiettivo.
La quantità di luce che attraversa l’obiettivo è regolata dal diaframma.
Questo ci consente di avere aperture diverse dall’apertura massima.
Di conseguenza più il valore di diaframma è grande più il diaframma è chiuso e quindi la quantità di luce che passa è minore.
Il diaframma incide sulla profondità di campo.

Profondità di campo
Viene definita profondità di campo la distanza davanti e dietro il soggetto
dove la sfocatura è nulla o impercettibile.
Questa distanza viene influenzata dal tre fattori che sono la lunghezza
focale, la distanza del soggetto e il diaframma.
Il fattore più rilevante è sicuramente il diaframma, più esso è chiuso (quindi
passa meno luce) più la profondità di campo è maggiore.
La lunghezza focale incide in quanto più questa è maggiore più la profondità
di campo diminuisce.
Quindi un teleobiettivo ha una profondità di campo minore di un grandangolare.

19
Obiettivi Normali
Con questo termine si intendo gli obiettivi che hanno un angolo di campo simile a quello dell’occhio umano. È paragonabile all’angolo di campo
dell’occhio umano un angolo intorno ai 50° - 60°.
Un’altra definizione prevede che un obiettivo normale abbia una lunghezza
focale pari alla diagonale del fotogramma.
Questo denota come possa essere influente su questa definizione il formato, e quindi la grandezza, dell’elemento sensibile (sensore o pellicola).
Ad esempio in un sistema reflex full-frame, dove l’elemento sensibile ha
una grandezza di 24x36 mm, è considerato un obiettivo normale un 50mm,
anche se in realtà la diagonale esatta sarebbe 43 mm.
APS-C		
24x36 	
6x4,5 		
6x6 		
10x12 	
20x25		

→	
→	
→	
→	
→	
→	

35
50
75
80
150
300

Obiettivi Grandangolari e Fish-eye
Le caratteristiche principali di un’ottica grandangolare sono la breve lunghezza focale, di norma inferiore ai 35mm su un full-frame, e un angolo di
campo molto ampio.
Di norma hanno anche una maggiore profondità di campo e offrono una
prospettiva alterata che porta a esagerare le proporzioni tra i soggetti in
primo piano e quelli su piani più lontani.
Più la lunghezza focale è ridotta più tutte queste qualità vengono esasperate. L’utilizzo di queste ottiche permette di enfatizzare la grandezza di un
paesaggio, o di proiettarci direttamente all’interno di una scena in un reportage, o di enfatizzare i tratti somatici in un ritratto, insomma trova impiego in ogni genere fotografico.
Le ottiche grandangolari con un angolo di campo superiore a 180° vengono
chiamati fisheye. La loro lunghezza focale varia, su full-frame, da 8mm a
16mm circa.
20
Teleobiettivi
Vengono identificati come teleobiettivi tutte le ottiche che hanno una lunghezza focale significativamente superiore agli obiettivi normali, dai 70mm
in su.
La peculiarità di questi obiettivi è quella di avvicinare tutti i piani che compongono l’immagine, fenomeno chiamato appiattimento dei piani, cioè abbiamo uno schiacciamento del soggetto in primo piano con lo sfondo.
Inoltre la profondità di campo nei teleobiettivi è molto ridotta rispetto alle
ottiche con lunghezza focale più corta.
I teleobiettivi sono utilizzati per fotografare soggetti a cui è difficile avvicinarsi, gli esempi più comuni sono gli atleti nella fotografia sportiva o animali
nella fotografia naturalistica.
A causa del forte ingrandimento del soggetto, un teleobiettivo ha bisogno di
maggiore stabilità per evitare il mosso. Per lunghezze focali molto lunghe,
400 - 500mm, è consigliato l’uso di un monopiede e tempi di scatto molto
veloci.

21
Obiettivi Zoom
Gli obiettivi zoom sono ottiche complesse in cui la lunghezza focale è variabile, questo è consentito da uno schema ottico interno molto complesso.
Queste ottiche vengono comunemente indicate esprimendo il valore minimo e il valore massimo delle lunghezze focali comprese (es. 18-55 vuol dire
che l’escursione focale va da 18mm a 55mm).
Negli obiettivi zoom di media fascia si ha variazione di apertura massima del
diaframma tra lunghezza focale minima e lunghezza focale massima dello
zoom (es. 18-55 f/3.5-5.6), questo non accade negli obiettivi zoom di facia
alta che conservano l’apertura massima del diaframma per tutta l’escursione
focale.
Queste ottiche sono di solito qualitativamente inferiori alle ottiche a focale
fissa, anche se negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi sulla qualità ottica delle lenti e la qualità complessiva di questi obiettivi si è alzata
notevolmente.

Moltiplicatori di focale
Sono lenti che vengono poste tra la fotocamera e l’obittivo e consentono
di aumentare la lunghezza focale mantenendo la stessa distanza minima
di messa a fuoco ma diminuendo la luminosità dell’obiettivo proporzionalmente al fattore di moltiplicazione.
I fattori di moltiplicazione sono solitamente di 1,4x e 2x.

22
RIPRESA
Scala dei tempi
Nella scala dei tempi viene adottata dal
regola del raddoppio, un valore è circa il
doppio del precedente.
Nelle fotocamere moderne vengono
utilizzati anche dei valori intermedi in cui
l’incremento è di circa 1/3.

I valori standard
sono:
• 1/8000 sec
• 1/4000 sec
• 1/2000 sec
• 1/1000 sec
• 1/500 sec
• 1/250 sec
• 1/125 sec
• 1/60 sec
• 1/30 sec
• 1/15 sec
• 1/8 sec
• 1/4 sec
• 1/2 sec
• 1 sec

Scala dei diaframmi
Gli intervalli di apertura del diaframma
sono detti numeri f, e sono una
progressione geometrica di ragione √2
(circa 1,4) che venne standardizzata nel
1905.
L’intervallo tra un valore e l’altro viene
detto tecnicamente stop.
I valori sono ordinati in modo che a ogni
chiusura di uno stop venga dimezzata la
luce che entra a impressionare il sensore.
Anche in questo caso nelle fotocamere
moderne si hanno incrementi intermedi
tra i vari stop di circa 1/3.

23

I valori di f sono:
• f/1
• f/1.4
• f/2
• f/2.8
• f/4
• f/5.6
• f/8
• f/11
• f/16
• f/22
• f/32
Sensibilità ISO
La sensibilità ISO è un fattore determinante nel calcolo dell’esposizione, determina la fotosensibilità
del sensore alla luce.
Più questo valore è alto e più possiamo regolare diaframma e tempo di esposizione di conseguenza.
Per esempio portando la sensibilità da 100 ISO a
200 ISO possiamo chiudere un diaframma o diminuire di uno stop il tempo di esposizione (es.
1/60 - 1/125).
Ogni incremento ISO corrisponde a uno stop di luminosità, l’inconveniente sta che più questo valore
cresce più l’immagine risultante presenterà del rumore.
Anche in questo caso le fotocamere moderne hanno incrementi di 1/3 di stop.

Scala di valori ISO:
• 50
• 100
• 200
• 400
• 800
• 1600
• 3200
• 6400
• 12800

Coppia tempi-diaframmi
L’accoppiata tempi-diaframmi è il dogma fondamentale alla base della fotografia.
Esposizione = intensità luminosa x tempo
L’intensità luminosa è determinata dall’apertura del diaframma mentre il
tempo è determinato dal tempo di esposizione. Fissata una determinata
esposizione, il diaframma e il tempo di esposizione diventano inversamente
proporzionali, cioè all’aumentare di uno l’altro diminuisce proporzionalmente.
Ma nell’esposizione entra in gioco anche la sensibilità ISO, più alta è la sensibilità ISO minore sarà l’esposizione necessaria per lo stesso risultato. Da
questo si evince che esposizione e sensibilità ISO sono anch’essi inversamente proporzionali.
A questo punto possiamo dire che aumentando un parametro (diaframma,
tempo, ISO) di un fattore ben preciso (es. 1 stop) basterà dividere uno degli
altri due per lo stesso fattore per ottenere la stessa esposizione.
24
Modalità di scatto
Nelle impostazioni della fotocamera ci sono parecchie modalità di scatto.
Considerando quelle che ci permetto più libertà creativa il campo si restringe sostanzialmente su tre scelte: priorità diaframmi (Av), priorità di
tempi (Tv), manuale (M).
Priorità diaframmi (Av)
Modalità molto importante che consente al fotografo di occuparsi solo
dell’apertura del diaframma, la macchina calcolerà in automatico il tempo
di posa, consentendoci di preoccuparci esclusivamente della prodondità di
campo.
Priorità tempi (Tv)
Molto simile alla priorità diaframmi, bisogna occuparsi solo di selezionare
il tempo di posa e l’apertura del diaframma verrà calcolata in automatico
dalla macchina.
Manuale (M)
L’unica modalità della nostra fotocamera che ci consente di averne il pieno
controllo. Dobbiamo
controllare sia tempi che diaframmi, ma abbiamo la piena libertà creativa
per realizzare scatti unici.

25
PROGETTAZIONE
Consigli sulla composizione
Scattare una foto ben composta è difficile tanto quanto scattare una foto
tecnicamente corretta (bilanciamento colore, tempo di scatto, etc.).
Bisogna sempre cercare di dare importanza al soggetto, di posizionarlo in
modo che attragga l’attenzione di chi guarda, ed evitando l’inclusione di
elementi di disturbo.
Il consiglio più comune che viene dato è quello di non posizionare il soggetto esattamente al centro dell’immagine ma decentrarlo per rendere la
foto più ricca di dinamismo (regola dei terzi).
Una tecnica fotografica che aiuta una bella composizione è sicuramente il
Bokeh, o resa dello sfocato.
Nell’inquadratura viene messo a fuoco il soggetto principale metre tutto il
resto dell’immagine (per esempio lo sfondo) è completamente fuorifuoco,
questo aiuta a concentrare l’attenzione sul soggetto lasciando tutto il resto
in secondo piano.

Regola dei terzi

26
Regola dei terzi
È un accorgimento molto diffuso nella composizione di una fotografia.
Consiste nel tracciare 4 linee immaginarie, due verticali e due orizzontali,
equidistanti tra loro e dai bordi dell’immagine per far si che questa venga
divisa in nove quadranti uguali.
Il quadrante centrale prende il nome di sezione aurea, mentre i quattro
punti di intersezione tra le linee vengono chimati punti di forza.
Questi sono i punti dove l’occhio si focalizza maggiormente e quindi è consigliato posizionare il soggetto in prossimità di questi punti.
Le linee orizzontali vengono di solito utilizzate come guida nella composizione di fotografie paesaggistiche.

Bokeh
Termine che deriva dal giapponese “boke” che significa sfocatura, e che
dagli anni duemila ha sostituito il termine resa dello sfocato.
Questo “effetto” è strettamente legato alla profondità di campo, un’apertura
del diaframma molto ampia permette di avere uno sfocato molto significativo.
La resa qualitativa del bokeh è influenzata dalla forma geometrica delle
lamelle del diaframma, dall’apertura dello stesso e dalla lunghezza focale
della lente. Di solito per una buona sfocatura vengono privilegiate ottiche
tele e macro.

27
GENERI FOTOGRAFICI
Moda
La fotografia di moda è un genere fotografico che principalmente ha lo scopo di valorizzare capi d’abbigliamento e tutto quello che gravita attorno alla
moda.
È un genere molto ampio che viene impiegato sia per la realizzazione di cataloghi di abbiagliamento e accessori, sia per la realizzazione di redazionali e
copertine per magazine.
La fotografia di moda ha sviluppato una propria estetica in cui tutti gli elementi presenti nella foto servono unicamente alla sponsorizzazione del
prodotto, ogni dettaglio diventa fondamentale e quindi il risultato finale
non dipende esclusivamente dal fotografo ma anche ad altre figure professionali che contribuiscono alla perfetta riuscita dello scatto (stylist, make-up
artist, art director).
Fra i più importanti esponenti di questo genere fotografico troviamo:
Richard Avedon, Helmut Newton, Herb Ritts, Patrick Demarchelier, Mario
Testino, Annie Leibovitz.

28
Still-life
È il genere fotografico che si occupa della rappresentazione di tutti gli oggetti inanimati, è la trasposizione fotografica di quello che nella pittura si
chiama “natura morta”.
L’intento principale di questo genere fotografico è focalizzare l’attenzione di
chi guarda sul prodotto, o comunque l’oggetto da ritrarre, che molto spesso
viene decontestualizzato dal suo ambiente tradizionale.
L’illuminazione nello still-life ha un ruolo fondamentale, si cerca di avere
sempre una luce diffusa e morbida per avere delle ombre molto tenui e si
cambia tipo e tecnica di illuminazione principalmente in funzione del tipo
di materiale in cui è costituito l’oggetto (es. vetro, acciaio, materiale lucido,
opaco, etc.).
Questo significa utilizzare anche degli accessori specifici quali soft-box,
annelli riflettenti, pannelli opalescenti, carta frost, etc.

Reportage
Detta anche fotografia documentaria è principalmente un’attività fotogiornalistica che si occupa di raccotare oggettivamente le storie che ci circondano.
Possiamo raccontare qualunque cosa con un reportage, dal conflitto bellico
all’evento mondano, dalle meraviglie della natura alle tematiche socio-culturali.
Questo tipo di fotografia ha la peculirità di proiettarci direttamente all’interno
di quella precisa scena, ci coinvolge, ci fa sentire parte stessa di quello che
stiamo osservando. Questo si ottiene, oltre che con una grande esperienza,
anche utilizzando alcuni accorgimenti tecnici, la più importante è di utilizzare al massimo ottiche normali.
Fra i più importanti esponenti della fotografia di reportage troviamo: Henri
Cartier-Bresson, Berenice Abbott, Walker Evans, Robert Capa, Helen Levitt,
Dorothea Lange,Steve McCurry, e tanti altri.

29
Ritratto
Il ritratto è, per definizione, la rappresentazione fotografica che raffigura
un soggetto, o anche più d’uno, isolati dal contesto generale in cui compaiono.
Da questo si evince come i due elementi fondamentali di un ritratto siano il
soggetto e, ovviamente, la luce.
Si fa molto uso della luce naturale in questo genere fotografico in quanto
capita spesso di ritrarre un soggetto nel proprio “ambiente naturale”. Questo non esclude certo di eseguire ritratti con luce artificiale in studio oppure
utilizzare luci artificiali come riempimento e la luce naturale come luce principale.
Si preferisce utilizzare una luce diffusa e morbida in modo da non creare
ombre troppo nette, e che sia direzionale. Molto spesso viene utilizzata una
luce a 45° rispetto al soggetto.
Altro aspetto importante è sicuramente la composizione, ricordare la regola
dei terzi, cambiare i punti di vista, a volte utilizzare tagli sul soggetto per
aumentare il dinamismo.

30
31
LP L E A R N I N G
PHOTOGRAPHY

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  • 1. Alessandro Nofi Marco Moretto LP PHOTOGRAPHY LEARNING Corso base di Fotografia introduzione alla fotografia digitale
  • 2. Corso Base di Fotografia Learning Photography 2011 a cura di Marco Moretto e Alessandro Nofi
  • 4. CONTENUTI La Fotografia ........................................................................................ 6 La Luce ................................................................................................. 7 Fenomeni legati alla Luce ........................................................................ 8 Assorbimento .................................................................................. 8 Riflessione ....................................................................................... 9 Rifrazione ........................................................................................ 10 Sorgenti Luminose .......................................................................... 10 Il Colore ............................................................................................... 11 La Maccchina Fotografica ..................................................................... 12 Tipologie ......................................................................................... 12 Composizione D-SLR ....................................................................... 13 Obiettivi .......................................................................................... 14 Otturatore ....................................................................................... 14 Otturatore Centrale ......................................................................... 15 Otturatore a Tendina ....................................................................... 15 Esposizione ...................................................................................... 16 Messa a Fuoco ................................................................................. 16 Il Sensore ......................................................................................... 17 Obiettivo .............................................................................................. 18 Lunghezza Focale ............................................................................. 18 Luminosità ....................................................................................... 19 Profondità di Campo ........................................................................ 19 Obiettivi Normali ............................................................................. 20 Obiettivi Grandangolari e Fish-eye .................................................. 20 Teleobbiettivi ................................................................................... 21 Obiettivi Zoom ................................................................................. 22 Moltiplicatori di Focale .................................................................... 22
  • 5. Ripresa ................................................................................................. 23 Scala dei Tempi ................................................................................ 23 Scala dei Diaframmi ......................................................................... 23 Sensibilità ISO .................................................................................. 24 Coppia Tempi-Diaframmi ................................................................. 24 Modalità di Scatto ............................................................................ 25 Progettazione ....................................................................................... 26 Consigli sulla Composizione ............................................................. 26 Regola dei Terzi ................................................................................ 27 Bokeh ............................................................................................... 27 Generi Fotografici ................................................................................. 28 Moda ............................................................................................... 28 Still-life ............................................................................................. 29 Reportage ........................................................................................ 29 Ritratto ............................................................................................. 30
  • 6. LA FOTOGRAFIA Il termine fotografia deriva da due parole greche: phos (luce) e graphis (grafia). Per questo motivo il termine fotografia significa letteralmente scrittura con la luce. Joseph Nicéphor Niépce Le prime tecniche fotografiche furono messe a punto intorno al 1820, ma fino al 1880 ci furono continui perfezionamenti sia sui processi che sui materiali. Vista della camera a Le Gras, 1826. L’esposizione di questa fotografia è stata di circa 8 ore.
  • 7. LA LUCE Il termine luce si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico detto visibile, cioè percepibile dall’occhio umano. I valori di lunghezza d’onda di questa porzione sono compresi tra 380nm e 780nm circa. La presenza in contemporanea di tutte queste lunghezze d’onda, proporzionali alle quantità presenti nella luce del sole, da luogo alla luce bianca. Nel tempo sono state formate quattro teorie diverse sull’interpretazione della luce: la teoria corpuscolare, la teoria ondulatoria, la teoria elettromagnetica e la teoria quantistica. La teoria quantistica è quella oggigiorno più accreditata, a cui studiarono anche Einstein e Plank e dove venne introdotto il concetto di fotone. La velocità della luce è approssimata a circa 300.000 km/s. Lo studio dell’interazione tra luce e materia è detto ottica. Le differenti lunghezze d’onda vengono interpretate dal nostro apparato visivo (cervello e occhio) come colori. Quasi tutti i colori che percepiamo dall’ambiente non sono puri, ma sono una sovrapposizione di luci. Quindi a ogni lunghezza d’onda è associabile un colore ma non è vero il contrario.
  • 8. FENOMENI LEGATI ALLA LUCE Ci sono diversi fenomeni che influenzano o impediscono la trasmissione della luce attraversola materia. I fenomeni più comuni sono: • Assorbimento • Diffusione • Riflessione speculare o diffusa • Rifrazione • Diffrazione Quelli che tratteremo principalmente saranno l’assorbimento, la riflessione e la rifrazione. Assorbimento Assorbimento, reflessione e trasmissione sono i fenomeni che avvengono quando la luce interagisce con la materia. Quando una radiazione colpisce un corpo, una parte viene assorbita, una parte riflessa e una parte trasmessa. Per la legge di conservazione dell’energia, la somma delle quantità di queste tre energie dev’essere uguale all’energia della luce che ha interagito con la materia. L’assorbimento è la capacità di un corpo di assorbire energia mediante onde elettromagnetiche. Un materiale che assorbe la luce visibile è detta pigmento. Se esso assorbe tutta la radiazione apparirà nero, se invece ne assorbe solo una parte apparirà del colore della radiazione riflessa.
  • 9. Riflessione In un oggetto dalla superficie liscia, la riflessione è quel fenomeno in cui l’angolo formato dal raggio incidente con la superficie (i) è uguale all’angolo formato dal raggio riflesso (r). i=r Questa è detta riflessione speculare. Quando la riflessione del raggio avviene in più direzioni si ha la riflessione diffusa. Il tipo di riflessione che avviene è strettamente correlato al materiale dell’oggetto colpito dalla radiazione.
  • 10. Rifrazione La rifrazione è la deviazione subita dalla luce quando questa passa da un mezzo ad un altro nel quale la sua velocità di propagazione cambia. In ottica, la rifrazione avviene quando un’onda luminosa passa da un mezzo con un indice di rifrazione a un altro con un indice di rifrazione diverso. Es. cannuccia nel bicchiere. La rifrazione è responsabile della formazione degli arcobaleni e la scomposizione della luce bianca nei colori dell’arcobaleno che avviene quando l’onda luminosa passa attraverso un prisma. Questo fenomeno è importante in fotografia per quello che riguarda la luce che passa attraverso le lenti. Sorgenti Luminose 1. Radiazione termica • Lampade ad incandescenza • Luce solare 2. Emissione spettrale atomica • Laser e Maser (emissione stimolata) • LED (Light Emitting Diode) • Lampade a scarica di gas (neon, lampade al mercurio, etc) 3. Fluorescenza 4. Fosforescenza 5. Bioluminescenza 6. Radioattività 10
  • 11. IL COLORE Si definisce colore la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori presenti nella retina mandano al cervello quando assorbono radiazioni elettromagnetiche con lunghezza d’onda compresa tra 380nm e 780nm. Tale percezione avviene sostanzialmente in tre fasi: 1. Lo stimolo visivo (fotoni) arriva all’occhio, lo attraversa e arriva alla retina dove viene assorbito da dei fotorecettori che attraverso la trasduzione generano tre segnali nervosi, segnali elettrici in modulazione d’ampiezza; 2. Consiste nell’elaborazione e nella compressione a livello retinico dei tre segnali nervosi, creando così dei segnali elettrici in modulazione di frequenza (segnali opponenti) che vengono trasmessi al cervello attraverso il nervo ottico. 3. I tre segnali opponenti vengono interpretati dal cervello e si percepiscono i colori. 11
  • 12. LA MACCHINA FOTOGRAFICA Tipologie: D-SLR Banco Ottico SLR - Medio Formato 12
  • 13. Composizione D-SLR 1. Elementi ottici 2. Specchio 3. Otturatore 4. Pellicola (sensore) 5. Schermo opaco di messa a fuoco 6. Lente a condensazione 7. Pentaprisma 8. Mirino ottico 13
  • 14. Obiettivi Rappresentano la parte ottica della macchina fotografica. Si dividono in tre principali tipologie: • Grandangolari • Normali • Teleobiettivi Otturatore È il dispositivo meccanico che regola la quantità di tempo che il sensore (o la pellicola) reasta esposto alla luce. Esistono due tipi di otturatori: • Otturatori centrali • Otturatori a tendina 14
  • 15. Otturatore centrale È un otturatore dotato di lamelle disposte a raggiera che si chiudono in base alla luce che abbiamo deciso di far arrivare al sensore attraverso l’impostazione del tempo di scatto (T). Otturatore a tendina È composto da due superfici di stoffa o metallo poste a pochi millimetri dal sensore e parallelamente al piano focale. Queste superfici scorrono verticalmente formando una fessura da dove passa la luce, quindi il sensore non viene esposto contemporaneamente lungo tutto il fotogramma, ma solo attraverso la fessura formata tra la prima e la seconda tendina. 15
  • 16. Esposizione Indica la quantità totale di luce che giunge al sensore (o pellicola). È influenzata da tre fattori: • Diaframma; • Tempo di esposizione • Sensibilità ISO Questi valori sono modificabili SOLO in fase di ripresa, non sono più modificabili dopo lo scatto anche nella fotografia digitale. La modifica dell’esposizione in post-produzione è solo una simulazione di quello che accadrebbe davvero in ripresa. Messa a fuoco In ottica il fuoco indica quel punto dove convergono, in seguito a un fenomeno di rifrazione, tutte le lunghezze d’onda presenti in una radiazione elettromagnetica. Un’immagine è a fuoco quando il sensore, o la pellicola, si trova nell’esatto punto dove le lunghezze d’onda convergono. In una macchina fotografica la regolazione della messa a fuoco avviene allontanando o avvicinando le lenti costituenti un obiettivo dal sensore (o pellicola). La messa a fuoco può essere manuale (MF) oppure automatica (AF). 16
  • 17. Il Sensore È un dispositivo formato da milioni di elementi fotosensibili, detti photodetector, in grado di trasformare un segnale luminoso in un segnale elettrico. Il posto fisico dove si trova un photodetector si chiama photosite e darà origine al nostro pixel. La superficie del sensore è ricoperta dal Color Filter Array (filtro di Bayer RGB). Ogni photodetector (detto anche fotodiodo) non rileva la lunghezza d’onda ma solo l’intensità luminosa, la lunghezza d’onda gli è fornita dal Color Filter Array. Il 50% della luce che viene catturata dal sensore fa parte delle lunghezze d’onda del Verde, il 25% del Rosso e il restante 25% del Blu. Successivamente avviene un processo di interpolazione per arrivare al colore di ogni pixel. 17
  • 18. OBIETTIVO Lunghezza Focale Viene definita lunghezza focale la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e il sensore. Nelle lenti con schemi ottici complessi il centro ottico non è necessariamente il centro dell’obiettivo, quindi la lunghezza focale può essere molto diversa dalla lunghezza fisica dell’obiettivo, in paricolar modo negli zoom. La misurazione della lunghezza focale avviene in millimetri. Dalla grandezza del sensore e dalla lunghezza focale ricaviamol’angolo di campo dell’obiettivo, più la focale è lunga e più l’angolo di campo è stretto. Obiettivi di lunghezza focale uguale usati su superfici sensibili di grandezze diverse hanno angolo di campo diverso. (Es. sul medio formato un obiettivo normale è un 80mm). In base all’angolo di campo classifichiamo tre tipologie di obiettivi: • Grandangolari (14-35mm) • Normali (35-70mm) • Teleobiettivi (70-800mm) 18
  • 19. Luminosità È determinata dall’apertura massima di un obiettivo. Questa viene calcolata dividendo la lunghezza focale per il diametro della lente frontale e si ha il rapporto focale massimo possibile per un determinato obiettivo. La quantità di luce che attraversa l’obiettivo è regolata dal diaframma. Questo ci consente di avere aperture diverse dall’apertura massima. Di conseguenza più il valore di diaframma è grande più il diaframma è chiuso e quindi la quantità di luce che passa è minore. Il diaframma incide sulla profondità di campo. Profondità di campo Viene definita profondità di campo la distanza davanti e dietro il soggetto dove la sfocatura è nulla o impercettibile. Questa distanza viene influenzata dal tre fattori che sono la lunghezza focale, la distanza del soggetto e il diaframma. Il fattore più rilevante è sicuramente il diaframma, più esso è chiuso (quindi passa meno luce) più la profondità di campo è maggiore. La lunghezza focale incide in quanto più questa è maggiore più la profondità di campo diminuisce. Quindi un teleobiettivo ha una profondità di campo minore di un grandangolare. 19
  • 20. Obiettivi Normali Con questo termine si intendo gli obiettivi che hanno un angolo di campo simile a quello dell’occhio umano. È paragonabile all’angolo di campo dell’occhio umano un angolo intorno ai 50° - 60°. Un’altra definizione prevede che un obiettivo normale abbia una lunghezza focale pari alla diagonale del fotogramma. Questo denota come possa essere influente su questa definizione il formato, e quindi la grandezza, dell’elemento sensibile (sensore o pellicola). Ad esempio in un sistema reflex full-frame, dove l’elemento sensibile ha una grandezza di 24x36 mm, è considerato un obiettivo normale un 50mm, anche se in realtà la diagonale esatta sarebbe 43 mm. APS-C 24x36 6x4,5 6x6 10x12 20x25 → → → → → → 35 50 75 80 150 300 Obiettivi Grandangolari e Fish-eye Le caratteristiche principali di un’ottica grandangolare sono la breve lunghezza focale, di norma inferiore ai 35mm su un full-frame, e un angolo di campo molto ampio. Di norma hanno anche una maggiore profondità di campo e offrono una prospettiva alterata che porta a esagerare le proporzioni tra i soggetti in primo piano e quelli su piani più lontani. Più la lunghezza focale è ridotta più tutte queste qualità vengono esasperate. L’utilizzo di queste ottiche permette di enfatizzare la grandezza di un paesaggio, o di proiettarci direttamente all’interno di una scena in un reportage, o di enfatizzare i tratti somatici in un ritratto, insomma trova impiego in ogni genere fotografico. Le ottiche grandangolari con un angolo di campo superiore a 180° vengono chiamati fisheye. La loro lunghezza focale varia, su full-frame, da 8mm a 16mm circa. 20
  • 21. Teleobiettivi Vengono identificati come teleobiettivi tutte le ottiche che hanno una lunghezza focale significativamente superiore agli obiettivi normali, dai 70mm in su. La peculiarità di questi obiettivi è quella di avvicinare tutti i piani che compongono l’immagine, fenomeno chiamato appiattimento dei piani, cioè abbiamo uno schiacciamento del soggetto in primo piano con lo sfondo. Inoltre la profondità di campo nei teleobiettivi è molto ridotta rispetto alle ottiche con lunghezza focale più corta. I teleobiettivi sono utilizzati per fotografare soggetti a cui è difficile avvicinarsi, gli esempi più comuni sono gli atleti nella fotografia sportiva o animali nella fotografia naturalistica. A causa del forte ingrandimento del soggetto, un teleobiettivo ha bisogno di maggiore stabilità per evitare il mosso. Per lunghezze focali molto lunghe, 400 - 500mm, è consigliato l’uso di un monopiede e tempi di scatto molto veloci. 21
  • 22. Obiettivi Zoom Gli obiettivi zoom sono ottiche complesse in cui la lunghezza focale è variabile, questo è consentito da uno schema ottico interno molto complesso. Queste ottiche vengono comunemente indicate esprimendo il valore minimo e il valore massimo delle lunghezze focali comprese (es. 18-55 vuol dire che l’escursione focale va da 18mm a 55mm). Negli obiettivi zoom di media fascia si ha variazione di apertura massima del diaframma tra lunghezza focale minima e lunghezza focale massima dello zoom (es. 18-55 f/3.5-5.6), questo non accade negli obiettivi zoom di facia alta che conservano l’apertura massima del diaframma per tutta l’escursione focale. Queste ottiche sono di solito qualitativamente inferiori alle ottiche a focale fissa, anche se negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi sulla qualità ottica delle lenti e la qualità complessiva di questi obiettivi si è alzata notevolmente. Moltiplicatori di focale Sono lenti che vengono poste tra la fotocamera e l’obittivo e consentono di aumentare la lunghezza focale mantenendo la stessa distanza minima di messa a fuoco ma diminuendo la luminosità dell’obiettivo proporzionalmente al fattore di moltiplicazione. I fattori di moltiplicazione sono solitamente di 1,4x e 2x. 22
  • 23. RIPRESA Scala dei tempi Nella scala dei tempi viene adottata dal regola del raddoppio, un valore è circa il doppio del precedente. Nelle fotocamere moderne vengono utilizzati anche dei valori intermedi in cui l’incremento è di circa 1/3. I valori standard sono: • 1/8000 sec • 1/4000 sec • 1/2000 sec • 1/1000 sec • 1/500 sec • 1/250 sec • 1/125 sec • 1/60 sec • 1/30 sec • 1/15 sec • 1/8 sec • 1/4 sec • 1/2 sec • 1 sec Scala dei diaframmi Gli intervalli di apertura del diaframma sono detti numeri f, e sono una progressione geometrica di ragione √2 (circa 1,4) che venne standardizzata nel 1905. L’intervallo tra un valore e l’altro viene detto tecnicamente stop. I valori sono ordinati in modo che a ogni chiusura di uno stop venga dimezzata la luce che entra a impressionare il sensore. Anche in questo caso nelle fotocamere moderne si hanno incrementi intermedi tra i vari stop di circa 1/3. 23 I valori di f sono: • f/1 • f/1.4 • f/2 • f/2.8 • f/4 • f/5.6 • f/8 • f/11 • f/16 • f/22 • f/32
  • 24. Sensibilità ISO La sensibilità ISO è un fattore determinante nel calcolo dell’esposizione, determina la fotosensibilità del sensore alla luce. Più questo valore è alto e più possiamo regolare diaframma e tempo di esposizione di conseguenza. Per esempio portando la sensibilità da 100 ISO a 200 ISO possiamo chiudere un diaframma o diminuire di uno stop il tempo di esposizione (es. 1/60 - 1/125). Ogni incremento ISO corrisponde a uno stop di luminosità, l’inconveniente sta che più questo valore cresce più l’immagine risultante presenterà del rumore. Anche in questo caso le fotocamere moderne hanno incrementi di 1/3 di stop. Scala di valori ISO: • 50 • 100 • 200 • 400 • 800 • 1600 • 3200 • 6400 • 12800 Coppia tempi-diaframmi L’accoppiata tempi-diaframmi è il dogma fondamentale alla base della fotografia. Esposizione = intensità luminosa x tempo L’intensità luminosa è determinata dall’apertura del diaframma mentre il tempo è determinato dal tempo di esposizione. Fissata una determinata esposizione, il diaframma e il tempo di esposizione diventano inversamente proporzionali, cioè all’aumentare di uno l’altro diminuisce proporzionalmente. Ma nell’esposizione entra in gioco anche la sensibilità ISO, più alta è la sensibilità ISO minore sarà l’esposizione necessaria per lo stesso risultato. Da questo si evince che esposizione e sensibilità ISO sono anch’essi inversamente proporzionali. A questo punto possiamo dire che aumentando un parametro (diaframma, tempo, ISO) di un fattore ben preciso (es. 1 stop) basterà dividere uno degli altri due per lo stesso fattore per ottenere la stessa esposizione. 24
  • 25. Modalità di scatto Nelle impostazioni della fotocamera ci sono parecchie modalità di scatto. Considerando quelle che ci permetto più libertà creativa il campo si restringe sostanzialmente su tre scelte: priorità diaframmi (Av), priorità di tempi (Tv), manuale (M). Priorità diaframmi (Av) Modalità molto importante che consente al fotografo di occuparsi solo dell’apertura del diaframma, la macchina calcolerà in automatico il tempo di posa, consentendoci di preoccuparci esclusivamente della prodondità di campo. Priorità tempi (Tv) Molto simile alla priorità diaframmi, bisogna occuparsi solo di selezionare il tempo di posa e l’apertura del diaframma verrà calcolata in automatico dalla macchina. Manuale (M) L’unica modalità della nostra fotocamera che ci consente di averne il pieno controllo. Dobbiamo controllare sia tempi che diaframmi, ma abbiamo la piena libertà creativa per realizzare scatti unici. 25
  • 26. PROGETTAZIONE Consigli sulla composizione Scattare una foto ben composta è difficile tanto quanto scattare una foto tecnicamente corretta (bilanciamento colore, tempo di scatto, etc.). Bisogna sempre cercare di dare importanza al soggetto, di posizionarlo in modo che attragga l’attenzione di chi guarda, ed evitando l’inclusione di elementi di disturbo. Il consiglio più comune che viene dato è quello di non posizionare il soggetto esattamente al centro dell’immagine ma decentrarlo per rendere la foto più ricca di dinamismo (regola dei terzi). Una tecnica fotografica che aiuta una bella composizione è sicuramente il Bokeh, o resa dello sfocato. Nell’inquadratura viene messo a fuoco il soggetto principale metre tutto il resto dell’immagine (per esempio lo sfondo) è completamente fuorifuoco, questo aiuta a concentrare l’attenzione sul soggetto lasciando tutto il resto in secondo piano. Regola dei terzi 26
  • 27. Regola dei terzi È un accorgimento molto diffuso nella composizione di una fotografia. Consiste nel tracciare 4 linee immaginarie, due verticali e due orizzontali, equidistanti tra loro e dai bordi dell’immagine per far si che questa venga divisa in nove quadranti uguali. Il quadrante centrale prende il nome di sezione aurea, mentre i quattro punti di intersezione tra le linee vengono chimati punti di forza. Questi sono i punti dove l’occhio si focalizza maggiormente e quindi è consigliato posizionare il soggetto in prossimità di questi punti. Le linee orizzontali vengono di solito utilizzate come guida nella composizione di fotografie paesaggistiche. Bokeh Termine che deriva dal giapponese “boke” che significa sfocatura, e che dagli anni duemila ha sostituito il termine resa dello sfocato. Questo “effetto” è strettamente legato alla profondità di campo, un’apertura del diaframma molto ampia permette di avere uno sfocato molto significativo. La resa qualitativa del bokeh è influenzata dalla forma geometrica delle lamelle del diaframma, dall’apertura dello stesso e dalla lunghezza focale della lente. Di solito per una buona sfocatura vengono privilegiate ottiche tele e macro. 27
  • 28. GENERI FOTOGRAFICI Moda La fotografia di moda è un genere fotografico che principalmente ha lo scopo di valorizzare capi d’abbigliamento e tutto quello che gravita attorno alla moda. È un genere molto ampio che viene impiegato sia per la realizzazione di cataloghi di abbiagliamento e accessori, sia per la realizzazione di redazionali e copertine per magazine. La fotografia di moda ha sviluppato una propria estetica in cui tutti gli elementi presenti nella foto servono unicamente alla sponsorizzazione del prodotto, ogni dettaglio diventa fondamentale e quindi il risultato finale non dipende esclusivamente dal fotografo ma anche ad altre figure professionali che contribuiscono alla perfetta riuscita dello scatto (stylist, make-up artist, art director). Fra i più importanti esponenti di questo genere fotografico troviamo: Richard Avedon, Helmut Newton, Herb Ritts, Patrick Demarchelier, Mario Testino, Annie Leibovitz. 28
  • 29. Still-life È il genere fotografico che si occupa della rappresentazione di tutti gli oggetti inanimati, è la trasposizione fotografica di quello che nella pittura si chiama “natura morta”. L’intento principale di questo genere fotografico è focalizzare l’attenzione di chi guarda sul prodotto, o comunque l’oggetto da ritrarre, che molto spesso viene decontestualizzato dal suo ambiente tradizionale. L’illuminazione nello still-life ha un ruolo fondamentale, si cerca di avere sempre una luce diffusa e morbida per avere delle ombre molto tenui e si cambia tipo e tecnica di illuminazione principalmente in funzione del tipo di materiale in cui è costituito l’oggetto (es. vetro, acciaio, materiale lucido, opaco, etc.). Questo significa utilizzare anche degli accessori specifici quali soft-box, annelli riflettenti, pannelli opalescenti, carta frost, etc. Reportage Detta anche fotografia documentaria è principalmente un’attività fotogiornalistica che si occupa di raccotare oggettivamente le storie che ci circondano. Possiamo raccontare qualunque cosa con un reportage, dal conflitto bellico all’evento mondano, dalle meraviglie della natura alle tematiche socio-culturali. Questo tipo di fotografia ha la peculirità di proiettarci direttamente all’interno di quella precisa scena, ci coinvolge, ci fa sentire parte stessa di quello che stiamo osservando. Questo si ottiene, oltre che con una grande esperienza, anche utilizzando alcuni accorgimenti tecnici, la più importante è di utilizzare al massimo ottiche normali. Fra i più importanti esponenti della fotografia di reportage troviamo: Henri Cartier-Bresson, Berenice Abbott, Walker Evans, Robert Capa, Helen Levitt, Dorothea Lange,Steve McCurry, e tanti altri. 29
  • 30. Ritratto Il ritratto è, per definizione, la rappresentazione fotografica che raffigura un soggetto, o anche più d’uno, isolati dal contesto generale in cui compaiono. Da questo si evince come i due elementi fondamentali di un ritratto siano il soggetto e, ovviamente, la luce. Si fa molto uso della luce naturale in questo genere fotografico in quanto capita spesso di ritrarre un soggetto nel proprio “ambiente naturale”. Questo non esclude certo di eseguire ritratti con luce artificiale in studio oppure utilizzare luci artificiali come riempimento e la luce naturale come luce principale. Si preferisce utilizzare una luce diffusa e morbida in modo da non creare ombre troppo nette, e che sia direzionale. Molto spesso viene utilizzata una luce a 45° rispetto al soggetto. Altro aspetto importante è sicuramente la composizione, ricordare la regola dei terzi, cambiare i punti di vista, a volte utilizzare tagli sul soggetto per aumentare il dinamismo. 30
  • 31. 31
  • 32. LP L E A R N I N G PHOTOGRAPHY www.facebook.com/learningph