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Le tecnologie e le materie prime utilizzate nei processi di stampa 3D
sono numerose e non è facile orientarsi in questo nuovo e vasto mondo
in rapidissima espansione.
60 giugno 2014
STAMPA 3D
Come i computer e internet hanno permesso la
‘dematerializzazione’ dei documenti e di tutti
gli altri contenuti multimediali (dagli atomi ai bit),
le stampanti 2D, i plotter e le stampanti 3D con-
sentono la ‘materializzazione’ (dai bit agli atomi)
dei contenuti digitali. In particolare, le stampanti
3D permettono di realizzare oggetti fisici parten-
do da modelli matematici prodotti dai computer.
Mentre nel caso della stampa 2D la scelta delle
tecnologie di stampa (inkjet, laser, trasferimento
termico, aghi), delle sostanze stampanti (toner e
inchiostri) e dei supporti (carta, plastica, tessuti),
ha un’ampia offerta commerciale ma è abbastanza
limitata dal punto di vista dei materiali di base, nel
caso della stampa 3D, che permette virtualmente di
produrre qualsiasi oggetto, la scelta di tecnologie
e di materie prime è molto più ampia e quindi non
è facile orientarsi in questo nuovo e vasto mondo
in rapidissima espansione.
Il termine ‘stampa 3D’ è semplice e suggestivo ma
tecnicamente non è preciso.
Infatti, un qualsiasi processo di stampa (digitale o
tradizionale) consiste nel trasferire uno o più in-
chiostri su un supporto, mentre le stampanti 3D
generalmente fabbricano un oggetto depositando
una serie successiva di strati (layer), pertanto è più
TUTTI I COLORI
DELLA STAMPA 3D
GIANCARLO MAGNAGHI
corretto parlare di produzione (o fabbricazione)
additiva e di materiali di produzione. Le analogie
tra le varie tecnologie di produzione additiva però
finiscono qui, poiché i materiali utilizzati, i tratta-
menti che subiscono per giungere al prodotto finito
e le operazioni di finitura variano sensibilmente tra
le varie tecnologie, che sono riportate nella tabella
riassuntiva.
Le tecnologie di produzione additiva appartengo-
no al settore della Fabbricazione Digitale (Digital
Fabbrication o Fabbing) a cui appartengono anche
tecniche di produzione sottrattiva come il taglio
laser e la fresatura/tornitura con macchine uten-
sili a controllo numerico CNC (Computer Numeri-
cal Control). Cominciano ad apparire sul mercato
anche macchine ibride in grado di utilizzare sia le
tecniche additive sia quelle sottrattive.
I principali materiali
per la produzione additiva
Ogni giorno vengono resi disponibili nuovi materiali
con caratteristiche esclusive sviluppati apposita-
mente per le stampanti 3D, quindi non è possibile
fornire un elenco completo di quanto è disponibile
in questo mercato in rapidissima evoluzione.
La sola Amazon attualmente offre quasi 1.000 arti-
61giugno 2014
coli catalogati come ‘materiali di stampa 3D’, cor-
rispondenti per la maggior parte a resine plastiche
di acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS) o acido po-
lilattico (PLA) in vari colori e formati.
Nel seguito sono elencati alcuni dei principali ma-
teriali utilizzati per la produzione additiva.
Gli ‘inchiostri’ delle stampanti 3D a basso costo
che utilizzano la tecnologia FDM (Fused Deposi-
tion Modelling), come le stampanti RepRap, sono
numerosi materiali termoplastici, come PLA, ABS,
PA, HIPS, PVA, PET, TPU e ultimamente anche la
fibra di carbonio, confezionati in rotoli di polimero
in filo. I materiali più utilizzati sono principalmente
PLA (Poly Lactic Acid o Polylactide), ABS (Acrylo-
nitrile Butadiene Styrene).
PLA è una plastica vegetale derivata dall’amido di
mais, biodegradabile, utilizzata anche in applicazio-
ni biomedicali. Disponibile in colori pieni e brillanti,
permette di realizzare pezzi finiti senza necessità
di verniciatura finale, comunque sempre possibile
con vernici acriliche e con qualsiasi altra finitura,
previa preparazione del supporto con un primer. Il
PLA, avendo colori molto più lucidi dell’ABS, per-
mette di stampare oggetti con un aspetto molto
gradevole e accattivante. Per oggetti di uso mec-
canico è preferibile invece l’ABS, la cui proprietà
fisica più importante è la resistenza, che consente
di ottenere pezzi robusti e verniciabili.
I poliuretani termoplastici sono sostanze gommose
che hanno la caratteristica di restare flessibili anche
a temperatura ambiente.
Gli oggetti realizzati in fibra di carbonio posso-
no avere una durezza fino a 20 volte superiore e
una resistenza cinque volte maggiore rispetto alle
Processi/tecnologie Descrizione dei processi Materiali Prodotti/Mercati
Binder Jetting
• 3D Printing (3DP)
• Ink Jetting (IJ)
Processo di produzione additiva in
cui un legante liquido è depositato
selettivamente per aggregare ma-
teriali in polvere
Polimeri, metalli,
sabbia da fonderia,
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• Prototyping
• Stampi per fonderia
• Parti funzionanti
Directed Energy Deposition
• Direct Metal Deposition
• Laser Deposition
Processo di produzione additiva in
cui un’energia termica concentrata
è usata per fondere i materiali che
vengono depositati (simile alla sal-
datura)
Metalli in polvere
e fili
• Riparazioni
• Parti funzionanti
Material Extrusion
• Fused Deposition modeling (FDM)
• Detta anche
• Fused Filament Fabrication (FFF)
Processo di produzione additiva in
cui i materiali sono depositati selet-
tivamente da un ugello. Sviluppata
da Stratasys. Dopo la scadenza il
brevetto, è utilizzata dalla stampanti
open source RepRap che chiamano
questa tecnologia Fused Filament
Fabrication (FFF) poiché FDM è un
trademark di Stratasys
Polimeri termopla-
stici (ABS, PLA, Po-
licarbonato, Ultem)
Fiberglass, Nylon,
Kevlar
Fibra di carbonio
• Prototyping
• Piccoli oggetti
• Medicali
Material Jetting
• Polijet
• Ink-Jetting
Processo di produzione additiva in
cui sono depositate selettivamente
gocce di materiale
Polimeri, cere • Prototyping
• Stampi per fonderia
Powder Bed Fusion
• Selective Laser Sintering (SLS)
• Direct Metal Laser Sintering (DMLS)
• Selective Laser Melting (SLM)
• Electron Beam Melting (EBM)
Processo di produzione additiva
in cui un’energia termica fonde se-
lettivamente porzioni di un letto di
polveri
Polimeri, metalli,
acciaio inox, cera-
miche, sabbia, vetro
Leghe di titanio e
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tica o di metalli e
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cui un fotopolimero liquido in un ser-
batoio è solidificato selettivamente
tramite una polimerizzazione attiva-
ta dalla luce
Fotopolimeri, cera-
miche
• Prototyping
Classificazione dei processi di fabbricazione additiva (Additive Manufacturing)
62 giugno 2014
plastiche tradizionali (come ABS), superando nel
rapporto forza-peso anche l’alluminio prodotto con
macchine a controllo numerico.
Ultem è un tecnopolimero ad alte prestazioni con
un’eccellente resistenza meccanica, chimica e ter-
mica (da -30°C a 165°C). Richiede stampanti FDM
di fascia alta, che costano fino a 500.000 euro.
Il Peek è un polimero con altissime prestazioni mec-
caniche, chimiche e termiche simili a quelle dei mi-
gliori metalli (adatto per l’industria automobilistica
e aerospaziale), altamente biocompatibile (e quin-
di ottimo per le protesi). Richiede macchine HTLS
(High Temperature Laser Sintering) che possono
costare oltre 1 milione di euro.
Nylon. Questo materiale consiste in una polvere
di poliammide (nylon) sinterizzata al laser. È un
materiale estremamente versatile, che può avere
una resistenza tale da renderlo ideale per la stam-
pa 3D di parti con struttura resistente. Una volta
stampati in poliammide bianca, gli oggetti posso-
no essere immersi in un bagno colorante. Possono
essere stampati elementi con uno spessore minimo
di 0,8mm: in questo caso le parti risultano flessibili
e possono essere curvate. Sopra i 2mm di spesso-
re, gli elementi diventano rigidi. Il nylon stampato
in 3D si presta come materiale per creare oggetti
dagli usi differenti, da case o cover per dispositivi
elettronici fino ai gioielli.
Alumide è una miscela di polveri di nylon e allumi-
nio. È un materiale resistente, leggermente flessi-
bile e che può supportare alcune pressioni quando
viene curvato. Adatto per macchine SLS, (Selective
Laser Sintering). Questo materiale è più rigido e
più friabile rispetto al nylon. L’aspetto è granuloso,
poroso, ma la polvere di alluminio dona brillantezza
alla superficie. È ideale per stampare oggetti con
parti mobili come giunti o cerniere e per oggetti
complessi. Resiste al calore fino a 172°C.
Resina bianca. Rigida, opaca, con una superficie
liscia, questa resina è ideale per la realizzazione di
oggetti molto dettagliati. Gli oggetti ottenuti con
questo materiale sono molto simili a quelli prodotti
con le tecniche tradizionali. L’oggetto viene crea-
to con tecnologia SLA a partire da un composto
liquido fotopolimerico, solidificato strato per strato
da una sorgente UV. La risoluzione di questo ma-
teriale è pari a 28 micron (0,028mm). Si possono
stampare parti mobili, come giunti o articolazioni. È
possibile rifinire l’oggetto una volta stampato ver-
niciandolo, carteggiandolo o lucidandolo. Resiste
al calore fino a 48°C.
Ceramica smaltata. Disponibile in vari colori, come
la normale ceramica, è adatta all’uso alimentare, re-
sistente all’acqua e al calore fino a 500° C è ricicla-
bile e ha una superficie liscia e brillante. La stampa
viene realizzata con una polvere ceramica specifica,
poi smaltata con un procedimento atossico a una
temperatura superiore ai 1000°C. La superficie è
completamente liscia. Gli usi più comuni per questo
materiale sono tazze, bicchieri, piattini, ma anche
statuine e piccole sculture.
Cere per fusioni e microfusione. Si utilizzano soprat-
tutto con la tecnologia Multi-Jet-Modelling (MJM)
e permettono di realizzare molte applicazioni di
fonderia, per produrre modelli in cera accurati e ad
alta definizione per microfusioni a cera persa per il
mercato orafo, dell’energia, dei prodotti di consu-
mo, del tempo libero, del medicale, dell’educazione
e altri mercati verticali.
La stampa 3D di metalli ha avuto un grande im-
patto sul settore industriale, dove viene utilizzata
per costruire prototipi o prodotti finiti di progetti
complessi. A differenza del tradizionale processo
sottrattivo, la stampa 3D di metalli richiede poca
materia prima per creare un oggetto, quindi que-
sta opzione riduce notevolmente il costo della pro-
duzione. Il processo di stampa 3D di metalli può
utilizzare varie tecnologie. In tutti i casi, la materia
prima è una polvere metallica di acciaio, titanio,
cromo cobalto, alluminio, argento, ottone, inconel
(lega di nichel e cromo), allumiuro di titanio o al-
tre leghe. Per esempio, per l’acciaio inox si utilizza
Stampa 3D
Una formella del Brunelleschi realizzata con la stampa 3D
63giugno 2014
prevalentemente il processo SLS (Selective Laser
Sintering) in cui la stampante deposita alternativa-
mente un sottile strato di polvere di acciaio e un
legante, e asciuga il legante fino al raggiungimento
della forma completa. Il modello ottenuto, fragile
e poroso, è posto in un forno per alcune ore per
consolidarsi. Un processo più sofisticato utilizza il
laser o un fascio di elettroni al posto del legante
per unire gli strati di polvere di metallo. Il titanio
stampato in 3D, per esempio, è ottenuto utilizzando
il processo di Dmls (Direct Metal Laser Sinthering)
o EBM (Electron Beam Melting). I prodotti ottenuti
in questo modo hanno un alto grado di precisione
(tolleranze di poche decine di micron) e proprietà
meccaniche comparabili con prodotti ottenuti con
processo sottrattivo classico.
Ottone e argento. Il modello digitale 3D è stampa-
to in cera usando una stampante ad alta risoluzio-
ne. Poi il modello di cera viene immerso in gesso
liquido che poi solidifica. Il modello di cera viene
fuso in forno e quindi rimane lo stampo. L’argento
o l’ottone fuso viene versato nello stampo e quando
si è solidificato, lo stampo viene rotto. Di seguito
può esserci un processo elettrolitico per aggiun-
gere nikel e/o una placcatura in oro o altri metalli.
Questi materiali sono perfetti per gioielli lucenti e
dettagliati.
Esistono anche stampanti 3D in grado di produrre
oggetti multi-colore o multi-materiale. Il principio
alla base del funzionamento è simile a quello di una
stampante 2D a getto di inchiostro, poiché consiste
in un triplo getto che combina tre diversi materiali
colorati ciano, magenta e giallo. Ciò permette di
ottenere migliaia di combinazioni di colori e, grazie
alla possibilità di scegliere il tipo di materiale, di ri-
creare svariate proprietà e finiture della superficie.
Cosa si può fare con le stampanti 3D
I campi di utilizzo delle stampanti 3D sono estre-
mamente variegati: architettura, edilizia, design
industriale, industria meccanica, automobilistica
e aerospaziale (anche per applicazioni in orbita),
ingegnerie varie, industria biomedicale e biologica,
farmaceutica, chimica, moda, calzature, gioielleria,
occhiali, strumenti musicali, alimentare, arte e re-
stauro e persino armi.
In campo medico, la stampa 3D viene già utilizzata
per la produzione di protesi e apparecchi acustici
e dentali personalizzati, ma lo sviluppo ulteriore
di questa tecnologia è destinato a rivoluzionare il
mondo della medicina tradizionale, poiché esistono
già i primi esemplari di ‘bio-stampanti’, in grado di
riprodurre tessuti e organi umani.
Oggi le stampanti 3D vengono utilizzate soprattut-
to per la creazione di modelli e prototipi di nuovi
prodotti, che poi vengono realizzati tramite i pro-
cessi produttivi classici. Tuttavia l’evoluzione della
tecnologia permette di creare anche prodotti finiti
sempre più solidi e raffinati.
Nel settore aerospaziale, alcune parti fabbricate
con i processi di produzione classici sono state
sostituite con quelle ottenute con la stampa 3D.
Per esempio, con queste tecnologie si ottengono
pale per turboreattori che pesano la metà di quel-
le tradizionali, resistono a temperature più elevate,
e permettono di realizzazione motori d’aereo più
leggeri e affidabili e che consumano meno.
Attualmente molti sviluppatori di varie università e
centri di ricerca stanno lavorando su progetti open
source per creare stampanti 3D per metalli a basso
costo, non solo per la produzione industriale, ma
anche per la fabbricazione di piccole produzioni.
Esistono già a livello mondiale migliaia di centri di
produzione additiva (centri servizi e FabLab) ac-
cessibili a chiunque, che stanno crescendo a una
velocità sorprendente.
Un esempio di piccole produzioni è offerto dai ser-
vizi di stampa 3D dedicati a designer e artisti. Sha-
peways, imaterialise, Ponoko, offrono fra i servizi
anche la stampa 3D di plastica, resine e metalli. Gio-
ielli, miniature, sculture, possono essere facilmente
create e messe in vendita direttamente aprendo un
negozio e-commerce sul loro portale web.
Molti analisti prevedono che, nel medio periodo,
i costi di produzione tra Oriente e Occidente sa-
ranno equiparabili a causa delle nuove tecnologie
produttive (stampanti 3D e robot) e dell’aumento
del costo del lavoro nei paesi emergenti. Le nuove
tecnologie riporteranno molte attività produttive/
manifatturiere a una dimensione locale e non più
globale, invertendo la tendenza alla delocalizzazio-
ne (re-shoring), in quanto i costi di spedizione e di-
stribuzione incideranno più di quelli di produzione.

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Tutti i colori della stampa 3D

  • 1. Le tecnologie e le materie prime utilizzate nei processi di stampa 3D sono numerose e non è facile orientarsi in questo nuovo e vasto mondo in rapidissima espansione. 60 giugno 2014 STAMPA 3D Come i computer e internet hanno permesso la ‘dematerializzazione’ dei documenti e di tutti gli altri contenuti multimediali (dagli atomi ai bit), le stampanti 2D, i plotter e le stampanti 3D con- sentono la ‘materializzazione’ (dai bit agli atomi) dei contenuti digitali. In particolare, le stampanti 3D permettono di realizzare oggetti fisici parten- do da modelli matematici prodotti dai computer. Mentre nel caso della stampa 2D la scelta delle tecnologie di stampa (inkjet, laser, trasferimento termico, aghi), delle sostanze stampanti (toner e inchiostri) e dei supporti (carta, plastica, tessuti), ha un’ampia offerta commerciale ma è abbastanza limitata dal punto di vista dei materiali di base, nel caso della stampa 3D, che permette virtualmente di produrre qualsiasi oggetto, la scelta di tecnologie e di materie prime è molto più ampia e quindi non è facile orientarsi in questo nuovo e vasto mondo in rapidissima espansione. Il termine ‘stampa 3D’ è semplice e suggestivo ma tecnicamente non è preciso. Infatti, un qualsiasi processo di stampa (digitale o tradizionale) consiste nel trasferire uno o più in- chiostri su un supporto, mentre le stampanti 3D generalmente fabbricano un oggetto depositando una serie successiva di strati (layer), pertanto è più TUTTI I COLORI DELLA STAMPA 3D GIANCARLO MAGNAGHI corretto parlare di produzione (o fabbricazione) additiva e di materiali di produzione. Le analogie tra le varie tecnologie di produzione additiva però finiscono qui, poiché i materiali utilizzati, i tratta- menti che subiscono per giungere al prodotto finito e le operazioni di finitura variano sensibilmente tra le varie tecnologie, che sono riportate nella tabella riassuntiva. Le tecnologie di produzione additiva appartengo- no al settore della Fabbricazione Digitale (Digital Fabbrication o Fabbing) a cui appartengono anche tecniche di produzione sottrattiva come il taglio laser e la fresatura/tornitura con macchine uten- sili a controllo numerico CNC (Computer Numeri- cal Control). Cominciano ad apparire sul mercato anche macchine ibride in grado di utilizzare sia le tecniche additive sia quelle sottrattive. I principali materiali per la produzione additiva Ogni giorno vengono resi disponibili nuovi materiali con caratteristiche esclusive sviluppati apposita- mente per le stampanti 3D, quindi non è possibile fornire un elenco completo di quanto è disponibile in questo mercato in rapidissima evoluzione. La sola Amazon attualmente offre quasi 1.000 arti-
  • 2. 61giugno 2014 coli catalogati come ‘materiali di stampa 3D’, cor- rispondenti per la maggior parte a resine plastiche di acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS) o acido po- lilattico (PLA) in vari colori e formati. Nel seguito sono elencati alcuni dei principali ma- teriali utilizzati per la produzione additiva. Gli ‘inchiostri’ delle stampanti 3D a basso costo che utilizzano la tecnologia FDM (Fused Deposi- tion Modelling), come le stampanti RepRap, sono numerosi materiali termoplastici, come PLA, ABS, PA, HIPS, PVA, PET, TPU e ultimamente anche la fibra di carbonio, confezionati in rotoli di polimero in filo. I materiali più utilizzati sono principalmente PLA (Poly Lactic Acid o Polylactide), ABS (Acrylo- nitrile Butadiene Styrene). PLA è una plastica vegetale derivata dall’amido di mais, biodegradabile, utilizzata anche in applicazio- ni biomedicali. Disponibile in colori pieni e brillanti, permette di realizzare pezzi finiti senza necessità di verniciatura finale, comunque sempre possibile con vernici acriliche e con qualsiasi altra finitura, previa preparazione del supporto con un primer. Il PLA, avendo colori molto più lucidi dell’ABS, per- mette di stampare oggetti con un aspetto molto gradevole e accattivante. Per oggetti di uso mec- canico è preferibile invece l’ABS, la cui proprietà fisica più importante è la resistenza, che consente di ottenere pezzi robusti e verniciabili. I poliuretani termoplastici sono sostanze gommose che hanno la caratteristica di restare flessibili anche a temperatura ambiente. Gli oggetti realizzati in fibra di carbonio posso- no avere una durezza fino a 20 volte superiore e una resistenza cinque volte maggiore rispetto alle Processi/tecnologie Descrizione dei processi Materiali Prodotti/Mercati Binder Jetting • 3D Printing (3DP) • Ink Jetting (IJ) Processo di produzione additiva in cui un legante liquido è depositato selettivamente per aggregare ma- teriali in polvere Polimeri, metalli, sabbia da fonderia, ceramica • Prototyping • Stampi per fonderia • Parti funzionanti Directed Energy Deposition • Direct Metal Deposition • Laser Deposition Processo di produzione additiva in cui un’energia termica concentrata è usata per fondere i materiali che vengono depositati (simile alla sal- datura) Metalli in polvere e fili • Riparazioni • Parti funzionanti Material Extrusion • Fused Deposition modeling (FDM) • Detta anche • Fused Filament Fabrication (FFF) Processo di produzione additiva in cui i materiali sono depositati selet- tivamente da un ugello. Sviluppata da Stratasys. Dopo la scadenza il brevetto, è utilizzata dalla stampanti open source RepRap che chiamano questa tecnologia Fused Filament Fabrication (FFF) poiché FDM è un trademark di Stratasys Polimeri termopla- stici (ABS, PLA, Po- licarbonato, Ultem) Fiberglass, Nylon, Kevlar Fibra di carbonio • Prototyping • Piccoli oggetti • Medicali Material Jetting • Polijet • Ink-Jetting Processo di produzione additiva in cui sono depositate selettivamente gocce di materiale Polimeri, cere • Prototyping • Stampi per fonderia Powder Bed Fusion • Selective Laser Sintering (SLS) • Direct Metal Laser Sintering (DMLS) • Selective Laser Melting (SLM) • Electron Beam Melting (EBM) Processo di produzione additiva in cui un’energia termica fonde se- lettivamente porzioni di un letto di polveri Polimeri, metalli, acciaio inox, cera- miche, sabbia, vetro Leghe di titanio e di cobalto, inconel, alumide • Prototyping • Parti funzionanti Sheet Lamination • Laminated Object Manufacturing (LOM) Processo di produzione additiva in cui fogli di materiale vengono uniti per formare un oggetto Fogli di carta, di pla- tica o di metalli e colla materiali ibridi • Prototyping • Parti funzionanti Vat Photopolymerization • Stereolitografia (SLA) Processo di produzione additiva in cui un fotopolimero liquido in un ser- batoio è solidificato selettivamente tramite una polimerizzazione attiva- ta dalla luce Fotopolimeri, cera- miche • Prototyping Classificazione dei processi di fabbricazione additiva (Additive Manufacturing)
  • 3. 62 giugno 2014 plastiche tradizionali (come ABS), superando nel rapporto forza-peso anche l’alluminio prodotto con macchine a controllo numerico. Ultem è un tecnopolimero ad alte prestazioni con un’eccellente resistenza meccanica, chimica e ter- mica (da -30°C a 165°C). Richiede stampanti FDM di fascia alta, che costano fino a 500.000 euro. Il Peek è un polimero con altissime prestazioni mec- caniche, chimiche e termiche simili a quelle dei mi- gliori metalli (adatto per l’industria automobilistica e aerospaziale), altamente biocompatibile (e quin- di ottimo per le protesi). Richiede macchine HTLS (High Temperature Laser Sintering) che possono costare oltre 1 milione di euro. Nylon. Questo materiale consiste in una polvere di poliammide (nylon) sinterizzata al laser. È un materiale estremamente versatile, che può avere una resistenza tale da renderlo ideale per la stam- pa 3D di parti con struttura resistente. Una volta stampati in poliammide bianca, gli oggetti posso- no essere immersi in un bagno colorante. Possono essere stampati elementi con uno spessore minimo di 0,8mm: in questo caso le parti risultano flessibili e possono essere curvate. Sopra i 2mm di spesso- re, gli elementi diventano rigidi. Il nylon stampato in 3D si presta come materiale per creare oggetti dagli usi differenti, da case o cover per dispositivi elettronici fino ai gioielli. Alumide è una miscela di polveri di nylon e allumi- nio. È un materiale resistente, leggermente flessi- bile e che può supportare alcune pressioni quando viene curvato. Adatto per macchine SLS, (Selective Laser Sintering). Questo materiale è più rigido e più friabile rispetto al nylon. L’aspetto è granuloso, poroso, ma la polvere di alluminio dona brillantezza alla superficie. È ideale per stampare oggetti con parti mobili come giunti o cerniere e per oggetti complessi. Resiste al calore fino a 172°C. Resina bianca. Rigida, opaca, con una superficie liscia, questa resina è ideale per la realizzazione di oggetti molto dettagliati. Gli oggetti ottenuti con questo materiale sono molto simili a quelli prodotti con le tecniche tradizionali. L’oggetto viene crea- to con tecnologia SLA a partire da un composto liquido fotopolimerico, solidificato strato per strato da una sorgente UV. La risoluzione di questo ma- teriale è pari a 28 micron (0,028mm). Si possono stampare parti mobili, come giunti o articolazioni. È possibile rifinire l’oggetto una volta stampato ver- niciandolo, carteggiandolo o lucidandolo. Resiste al calore fino a 48°C. Ceramica smaltata. Disponibile in vari colori, come la normale ceramica, è adatta all’uso alimentare, re- sistente all’acqua e al calore fino a 500° C è ricicla- bile e ha una superficie liscia e brillante. La stampa viene realizzata con una polvere ceramica specifica, poi smaltata con un procedimento atossico a una temperatura superiore ai 1000°C. La superficie è completamente liscia. Gli usi più comuni per questo materiale sono tazze, bicchieri, piattini, ma anche statuine e piccole sculture. Cere per fusioni e microfusione. Si utilizzano soprat- tutto con la tecnologia Multi-Jet-Modelling (MJM) e permettono di realizzare molte applicazioni di fonderia, per produrre modelli in cera accurati e ad alta definizione per microfusioni a cera persa per il mercato orafo, dell’energia, dei prodotti di consu- mo, del tempo libero, del medicale, dell’educazione e altri mercati verticali. La stampa 3D di metalli ha avuto un grande im- patto sul settore industriale, dove viene utilizzata per costruire prototipi o prodotti finiti di progetti complessi. A differenza del tradizionale processo sottrattivo, la stampa 3D di metalli richiede poca materia prima per creare un oggetto, quindi que- sta opzione riduce notevolmente il costo della pro- duzione. Il processo di stampa 3D di metalli può utilizzare varie tecnologie. In tutti i casi, la materia prima è una polvere metallica di acciaio, titanio, cromo cobalto, alluminio, argento, ottone, inconel (lega di nichel e cromo), allumiuro di titanio o al- tre leghe. Per esempio, per l’acciaio inox si utilizza Stampa 3D Una formella del Brunelleschi realizzata con la stampa 3D
  • 4. 63giugno 2014 prevalentemente il processo SLS (Selective Laser Sintering) in cui la stampante deposita alternativa- mente un sottile strato di polvere di acciaio e un legante, e asciuga il legante fino al raggiungimento della forma completa. Il modello ottenuto, fragile e poroso, è posto in un forno per alcune ore per consolidarsi. Un processo più sofisticato utilizza il laser o un fascio di elettroni al posto del legante per unire gli strati di polvere di metallo. Il titanio stampato in 3D, per esempio, è ottenuto utilizzando il processo di Dmls (Direct Metal Laser Sinthering) o EBM (Electron Beam Melting). I prodotti ottenuti in questo modo hanno un alto grado di precisione (tolleranze di poche decine di micron) e proprietà meccaniche comparabili con prodotti ottenuti con processo sottrattivo classico. Ottone e argento. Il modello digitale 3D è stampa- to in cera usando una stampante ad alta risoluzio- ne. Poi il modello di cera viene immerso in gesso liquido che poi solidifica. Il modello di cera viene fuso in forno e quindi rimane lo stampo. L’argento o l’ottone fuso viene versato nello stampo e quando si è solidificato, lo stampo viene rotto. Di seguito può esserci un processo elettrolitico per aggiun- gere nikel e/o una placcatura in oro o altri metalli. Questi materiali sono perfetti per gioielli lucenti e dettagliati. Esistono anche stampanti 3D in grado di produrre oggetti multi-colore o multi-materiale. Il principio alla base del funzionamento è simile a quello di una stampante 2D a getto di inchiostro, poiché consiste in un triplo getto che combina tre diversi materiali colorati ciano, magenta e giallo. Ciò permette di ottenere migliaia di combinazioni di colori e, grazie alla possibilità di scegliere il tipo di materiale, di ri- creare svariate proprietà e finiture della superficie. Cosa si può fare con le stampanti 3D I campi di utilizzo delle stampanti 3D sono estre- mamente variegati: architettura, edilizia, design industriale, industria meccanica, automobilistica e aerospaziale (anche per applicazioni in orbita), ingegnerie varie, industria biomedicale e biologica, farmaceutica, chimica, moda, calzature, gioielleria, occhiali, strumenti musicali, alimentare, arte e re- stauro e persino armi. In campo medico, la stampa 3D viene già utilizzata per la produzione di protesi e apparecchi acustici e dentali personalizzati, ma lo sviluppo ulteriore di questa tecnologia è destinato a rivoluzionare il mondo della medicina tradizionale, poiché esistono già i primi esemplari di ‘bio-stampanti’, in grado di riprodurre tessuti e organi umani. Oggi le stampanti 3D vengono utilizzate soprattut- to per la creazione di modelli e prototipi di nuovi prodotti, che poi vengono realizzati tramite i pro- cessi produttivi classici. Tuttavia l’evoluzione della tecnologia permette di creare anche prodotti finiti sempre più solidi e raffinati. Nel settore aerospaziale, alcune parti fabbricate con i processi di produzione classici sono state sostituite con quelle ottenute con la stampa 3D. Per esempio, con queste tecnologie si ottengono pale per turboreattori che pesano la metà di quel- le tradizionali, resistono a temperature più elevate, e permettono di realizzazione motori d’aereo più leggeri e affidabili e che consumano meno. Attualmente molti sviluppatori di varie università e centri di ricerca stanno lavorando su progetti open source per creare stampanti 3D per metalli a basso costo, non solo per la produzione industriale, ma anche per la fabbricazione di piccole produzioni. Esistono già a livello mondiale migliaia di centri di produzione additiva (centri servizi e FabLab) ac- cessibili a chiunque, che stanno crescendo a una velocità sorprendente. Un esempio di piccole produzioni è offerto dai ser- vizi di stampa 3D dedicati a designer e artisti. Sha- peways, imaterialise, Ponoko, offrono fra i servizi anche la stampa 3D di plastica, resine e metalli. Gio- ielli, miniature, sculture, possono essere facilmente create e messe in vendita direttamente aprendo un negozio e-commerce sul loro portale web. Molti analisti prevedono che, nel medio periodo, i costi di produzione tra Oriente e Occidente sa- ranno equiparabili a causa delle nuove tecnologie produttive (stampanti 3D e robot) e dell’aumento del costo del lavoro nei paesi emergenti. Le nuove tecnologie riporteranno molte attività produttive/ manifatturiere a una dimensione locale e non più globale, invertendo la tendenza alla delocalizzazio- ne (re-shoring), in quanto i costi di spedizione e di- stribuzione incideranno più di quelli di produzione.