3. Aspetti didattici
Il ruolo giocato dalla tipologia didattica per
l’insegnamento della seconda lingua è di
fondamentale importanza
esiste una stretta connessione tra metodo didattico
e modalità in cui la seconda lingua (o L2) verrà
«archiviata» nel cervello umano
4. Aspetti didattici
Il metodo tradizionale
La didattica tradizionale porta ad «archiviare» la
L2 nella memoria esplicita dove vengono
immagazzinate le conoscenze apprese in modo
consapevole e le sue informazioni sono accessibili
sulla base della volontà
apprendimento della L2
5. Aspetti didattici
Caratteristiche del metodo tradizionale:
• si impara la L2 attraverso regole, categorie elenchi,
in modo innaturale
• l’apprendimento avviene attraverso un processo
consapevole
• sottende un processo simbolico-ricostruttivo (lo
stesso con cui si apprendono le altre materie:
storia, geografia ecc…)
6. Aspetti didattici
Limiti del metodo tradizionale:
• non si addice ai bambini in età prescolare, ancora
meno ai bambini del nido (le età migliori per
apprendere una seconda lingua)
• porta ad una conoscenza poco naturale e non
spontanea della L2
• difficilmente e con molto sforzo si arriva a parlare,
formulando frasi intere
7. Aspetti didattici
Il metodo psicolinguistico
La didattica basata sui processi naturali di
apprendimento della lingua e sulla
psicolinguistica porta ad «archiviare» la L2 nella
memoria implicita dove vengono immagazzinate
le conoscenze acquisite inconsapevolmente il cui
accesso risulta automatico
acquisizione della L2
8. Aspetti didattici
Caratteristiche del metodo psicolinguistico:
• tiene conto di come i bambini imparano a parlare
in L1 (lingua madre) per replicarlo in L2
• una lingua, qualunque lingua, si impara attraverso
esperienze concrete e ripetute nel tempo
• l’acquisizione avviene attraverso un
processo percettivo-motorio in cui il sistema
dei neuroni specchio è pienamente coinvolto
9. Aspetti didattici
Come si attua il metodo psicolinguistico:
• avvalendosi della comunicazione mimico-gestuale
(come si fa con i bambini piccoli in L1)
• utilizzando immagini (libri illustrati)
• utilizzando la musica
• replicando la stessa esperienze/attività
finché le parole e le frasi ad essa connesse
sono acquisite
10. Aspetti didattici
Che cosa è fondamentale nell’approccio
didattico per massimizzare l’efficacia:
1. la narrazione: abbiamo una mente
narrativa, attraverso le narrazioni impariamo
a costruire frasi, parole nuove ecc… Le
narrazioni ci accompagnano e ci arricchiscono
per tutta la vita (quando siamo piccoli le
routine, le favole, quando siamo grandi libri e
film..)
11. Aspetti didattici
2. la ripetizione: volenti o nolenti nostro
cervello impara per ripetizione, quindi come
ci è voluto tempo ed esercizio per imparare
ad incastrare i mattoncini nel foro giusto o
per andare in bicicletta, ci vorrà tempo ed
esercizio ripetuto sullo stesso stimolo prima
di acquisire una lingua; i bambini in lingua
madre ci mettono più di 12 mesi...
12. Aspetti didattici
….ed ecco perché noi genitori abbiamo
raccontato la storia di Cappuccetto Rosso o dei
Tre Porcellini tante tante tante volte ai nostri
bambini….
13. Aspetti didattici
Due falsi miti sulla didattica:
1. si impara giocando: non è il gioco che veicola
l’apprendimento, ma riesco a giocare in L2 solo
quando la padroneggio
2. si impara a scrivere attraverso un metodo
linguistico solo dopo aver imparato a parlare,
esattamente come in lingua madre
14. Falsi miti sul bilinguismo infantile
Ce ne sono ancora molti nonostante la società
stia diventando sempre più multietnica ed il
pluirilinguismo dei cittadini sia una delle priorità
definite dell’Unione Europea.
Noi ci soffermeremo su quelli più comuni tra chi
decide comunque (ed è già un gran passo
avanti!) di inserire i figli in un contesto scolastico
bilingue
15. Falsi miti sul bilinguismo infantile
I bambini apprendono in fretta
la L2 al pari della L1
Trattandosi generalmente di bilinguismo
consecutivo, non è pensabile che nel giro di
poco tempo i bambini raggiungano lo stesso
livello di competenza nelle due lingue: ci vuole,
pazienza, metodo e….ripetizione delle stesse
esperienze pratico/didattiche cui si incardinano
le espressioni linguistiche corrispondenti
16. Falsi miti sul bilinguismo infantile
Non è un «affare di famiglia»
La motivazione è alla base di qualunque tipo di
apprendimento. Diventa fondamentale quando
si tratta di bambini e delle lingue, perché
attraverso la capacità espressiva passa il
contatto con il mondo.
Il sostegno psicologico da parte della famiglia,
estrinsecato in un atteggiamento positivo ed
incoraggiante fanno la differenza!
17. Falsi miti sul bilinguismo infantile
E se non capisce?
Ma se l’insegnante non capisce e non parla
italiano come farà a comprendere?
Esattamente come faceva da piccolo con i
familiari, benché non fosse ancora competente
nemmeno in lingua madre. Troppo spesso ci
dimentichiamo che la comunicazione non è solo
verbale e che molti «significati» si deducono dal
contesto, dalla mimica: i bambini sono esperti in
questo!
18. Falsi miti sul bilinguismo infantile
L’acquisizione di una lingua può
avvenire solo in condizioni di full
immersion
19. Falsi miti sul bilinguismo infantile
Errori comuni
Tradurre anche quasi
inconsapevolmente: «come si dice
«tavolo» in inglese?»
Il processo di apprendimento
totalmente innaturale e «per
traduzione» continua a perpetrare i
suoi danni!
20. Falsi miti sul bilinguismo infantile
Errori comuni
Parlare in L2 a casa improvvisamente,
senza dare giustificazioni e stupirsi del
possibile rifiuto che può suscitare nei confronti
dei figli
21. Falsi miti sul bilinguismo infantile
Per evitarli:
1. Sapere quali sono le competenze linguistiche
del bambino in L2 e utilizzare lo stesso tipo
di vocabulary acquisito
2. Rispettare che il bambino non accetti il
cambiamento del codice linguistico in casa;
cercare di introdurre delle motivazioni
psicologiche plausibili per fargli accettare il
cambio in momenti circostanziati
22. GRAZIE!
Alda Trifiletti
specialista in glottodidattica infantile
magic teacher e practical trainer Hocus&Lotus
LANGUAGES for YOUNG MINDS
cell: 339 1582678
e-mail: languagesfym@gmail.com