2. I Longobardi vivono al di fuori dei confini
dell’impero nella regione chiamata Pannonia,
l’odierna Ungheria.
3. Dalla Scandinavia alla Pannonia all’Italia
I Longobardi sono un
popolo scandinavo
che si sposta prima
nelle regioni
dell’Europa centro-
orientale
Visigoti
e poi scende fino
all’Italia nell’anno 568.
4. Le fonti storiche
La fonte scritta più importante è
La storia dei Longobardi, scritta
da Paolo Diacono, uno storico
longobardo che parla del suo
popolo usando la lingua latina
per farsi capire dai numerosi
romani.
Un’altra fonte importante sono le lettere di papa
Gregorio Magno che scrive ai vescovi d’Italia e
commenta le diverse fasi dell’occupazione
longobarda.
5. Il re Alboino
Dopo aver sconfitto la popolazione dei
Gepidi, il re Alboino porta i Longobardi fino
alle fertili pianure dell’Italia del nord.
6. I Longobardi non riescono a occupare tutta l’Italia:
all’inizio molte aree costiere restano bizantine.
Nel corso del VII secolo le conquiste si allargano, ma i Bizantini controllano
ancora il Lazio, l’esarcato di Ravenna, parti della Calabria e della Puglia e le
grandi isole.
8. Le fonti archeologiche
Come possiamo sapere dove e come vivevano i Longobardi in Italia?
Le fonti scritte sono poche, ma l’archeologia ci viene in soccorso.
I Longobardi che erano
arrivati da poco dalla
Pannonia e dell’Austria
seppelliscono i loro
defunti con gli oggetti
che avevano portato con
sé dai luoghi d’origine.
9. I Longobardi appena arrivati in Italia non si legano ai latini: i due
gruppi restano separati e anche gli oggetti usati dai Longobardi sono
quelli che provengono dalla Pannonia.
Le crocette d’oro erano cucite sul
sudario che avvolgeva la salma.
Gli uomini più importanti erano
seppelliti con le armi.Le donne più ricche sono sepolte con i gioielli.
10. Ma dopo circa cinquant’anni dall’arrivo dei Longobardi in
Italia la divisione fra i due popoli inizia a sparire e non è
più così facile distinguere gli oggetti longobardi da quelli
latini perché i due popoli si sono fusi.
Di chi saranno stati questi
orecchini? Di una donna
longobarda o di una
donna romana?
11. Organizzazione dello stato
I Longobardi erano un popolo nomade
di guerrieri.
Quando arrivarono in Italia andarono
ad abitare in località strategiche
(colline che si affacciano su fiumi
navigabili o importanti strade) dove
esistevano già insediamenti più
antichi.
Qui organizzarono le fare, costituite da
un gruppo di famiglie che controllava
militarmente il territorio appena
occupato.
Re
eletto dagli arimanni
|
Arimanni
uomini liberi che possedevano
le armi
|
Aldi
uomini liberi di svolgere
attività economiche, ma per il
resto quasi servi
|
Servi
12. La spatha, il sax e
il cavallo sono i
simboli degli
arimanni
13. I Longobardi avevano un re
che aveva la sua sede a Pavia,
vicino a Milano, ma nel resto
dell’Italia vi erano i duchi che
erano capi molto potenti e che
spesso erano anche molto
autonomi dalla corona.
All’interno del regno
longobardo vi era anche il
Ducato di Tuscia. Lucca era la
città più importante.
Anche Siena è stata una città
longobarda.
14. Editto di Rotari
Quando arrivano in Italia, i Longobardi non hanno leggi scritte.
Solo nell’anno 643 il re Rotari fa scrivere un Editto in cui
raccoglie le leggi longobarde.
Avere leggi scritte impone regole certe per tutti e un principio di
maggiore equità.
Il diritto longobardo è esercitato solo sui membri di quella
comunità e non sui popoli sottomessi (che seguirono le leggi
del diritto romano raccolto nel codice di Giustiniano).
Le regole più dure delle antiche leggi longobarde sono state
rese più giuste nell’editto di Rotari. Ad esempio, la faida, la
vendetta, viene sostituita dal guidrigildo, il risarcimento in
denaro per un torto subito, seguendo la tradizione del diritto
romano.
15. Economia
L’Editto di Rotari dedica solo una piccola parte all’agricoltura:
probabilmente questa attività era esercitata soprattutto dai latini,
mentre i Longobardi si occupavano dell’allevamento e della caccia.
In particolar modo dell’allevamento dei cavalli (ben cinque capitoli
dell’editto di Rotari): lo storico longobardo Paolo Diacono sostiene che i
Longobardi importarono in Italia i loro cavalli anche con lo scopo di
migliorare la razza italica.
I Longobardi, come molti altri popoli barbarici, erano anche degli artigiani
dei metalli molto abili.
16. Artigianato
Una delle attività produttive caratteristiche dei Longobardi era la lavorazione
dei metalli: non solo del ferro per le spade, ma anche l’oreficeria.
17. Religione
I Longobardi all’arrivo in Italia erano pagani o
ariani (gruppo di cristiani che non credeva alla
trinità).
Ma i Longobardi non perseguitarono i cristiani e i
cattolici.
La regina Teodolinda sotto l'influsso di papa
Gregorio Magno (590-604) si convertì al
cattolicesimo.
18. I rapporti con i Latini
All’inizio era vietata alcuna relazione fra Longobardi e latini.
Nel corso del VII secolo le due comunità si avvicinarono e si mescolarono, almeno in parte.
Le leggi di Rotari vietavano i matrimoni misti, ma la popolazione longobarda era troppo esigua e
quindi fu concesso loro di sposare donne latine.
Alla fine del VII secolo vi erano individui di origine latina perfino nell’esercito.
Quasi sempre, però, le diocesi erano affidate a vescovi longobardi, contrapposti al papa di Roma,
considerato amico dei Bizantini.
I Longobardi si adattarono agli usi e ai costumi della
maggioranza della popolazione del loro regno:
- non portavano più i vestiti a strisce colorate;
-smisero di tagliare i capelli corti sulla nuca;
- i latini, a loro volta, iniziarono a utilizzare calzoni e
gambali di panno caratteristici dei popoli germanici.
La lingua longobarda fu abbandonata anche nell'uso quotidiano, a favore di un latino con
numerose parole di origine germanica.
19. Debolezza del
regno
longobardo
I duchi longobardi erano molto
potenti e spesso non rispettavano
l’autorità del re.
Per questo lo stato longobardo era
molto debole.
L’imperatore bizantino e il papa
riuscirono a convincere i Franchi a
fare la guerra ai Longobardi.
Fu Carlo Magno, re dei Franchi a
sconfiggerli definitivamente nel
774.