Mastermeeting intervista Giovanni Fasciano, Amministratore Delegato di GWI - Global Watch Industries, il quale racconta la sua carriera di successo nel mondo degli orologi.
L’innovazione nel quotidiano - Giovanni Sordello - LUISS 22 marzo 2013
Giovanni Fasciano "Il signore del tempo"
1. LA PAROLA ALLE AZIENDE
Giovanni Fasciano, a.d. di GWI, racconta come è riuscito a
trasformare il suo ultimo orologio in un oggetto di culto
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Fulvio Sodano
Il signore
del tempo
prodotto di punta è l’orologio Ch-ronotech,
assoluto vincente nel-l’affollato
e competitivo mondo
dell’orologeria.
Abbiamo incontrato Giovanni Fa-sciano
a Milano, nella sede princi-pale
di Piazza Velasca. Ma avrem-mo
potuto farlo anche nelle altre
branch di Hong Kong o di Dubai.
Perchè la GWI è un’azienda “in sa-lute”
che si sta ampliando a livello
planetario. Prossimamente apriran-no
infatti nuove filiali in Spagna e
negli Stati Uniti.
Il Chronotech è uscito la prima
volta sul mercato quattro anni
fa. Non avete avuto, se non pau-
Intervistare Giovanni Fasciano
è, prima di tutto, una sorpre-sa
piacevole. Perché è prepa-rato,
parla con estrema chia-rezza
e ha un’innata capacità di far
sentire a proprio agio il suo inter-locutore.
Inoltre, avendo appena
35anni, può permettersi di non
portare la cravatta senza tuttavia
stonare con l’ambiente in cui lavo-ra
e con l’importante carica che ri-copre.
Infatti è l’Amministratore
Delegato della GWI, acronimo di
Global Watch Industries. Un’azien-da
con un fatturato di 70 milioni di
euro e quasi due milioni di pezzi
venduti in un anno. Oggi il loro
In alto (e a destra) Gio-vanni
Fasciano, a.d.
della azienda Global
Watch Industries, il
suo orologio più ven-duto
Chronotech è
sponsor del Team Re-nault.
Nell’altra pagina
in basso, da sinistra,
l’avvocato delle star
Marcello D’Onofrio, il
pilota di F1 Renault
Giancarlo Fisichella e
Giovanni Fasciano
2. LA PAROLA ALLE AZIENDE
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ra, almeno un momento di esi-tazione
ad entrare in un settore,
quello degli orologi-trendy, già
allora sovraffollato?
«No. Per due motivi. Il primo glielo
spiego ricorrendo a una metafora:
nel mondo del vino ci sono mi-gliaia
di etichette di cui centinaia
sono eccelse. È come se, dopo il
Barolo e il Montalcino, l’enologia
non avesse avuto più niente da di-re.
Se così fosse, oggi non avrem-mo
il Sassicaia, arrivato per ultimo
eppure già sublime. Il secondo
motivo è che eravamo convinti del
nostro orologio, un prodotto non
solo fashion ma anche di ottima
qualità, caratteristica che paga
sempre».
Dagli orologi agli occhiali e ai
gioielli... Giustamente vendete e
promuovete i vostri marchi, ma
anche quelli di altre aziende,
quindi siete licenziatari e licen-zianti.
Questa non è una con-traddizione
in termini? La con-correnza
non teme che voi pri-vilegiate
il vostro marchio?
«Assolutamente no. La Global Wat-ch
Industries, che è della mia fami-glia,
produce e distribuisce in li-cenza
mondiale la collezione oro-logi
Blumarine, pensati per
una donna, elegante e al
passo con i tempi, quelli del-la
GF Ferrè per un target
trandy e sportivo, poi ci so-no
l’Exté per quelli dell’ulti-mo
grido, Mila Schon e Lau-ra
Biagiotti, che interpretano
una moda senza tempo. E al-la
prossima Fiera di Basilea,
la più importante del settore
orafo-orologiaio, verranno
presentate le collezioni di
orologi di Romeo Gigli e di
Sweet Years. Per finire, tra
poco, ci sarà il lancio dell’o-rologio
Billionaire, per il
quale sono già stati identifi-cati
in Italia 250 punti vendi-ta
ideali per il posizionamen-to
di un prodotto ad alto
profilo qualitativo. Nessuno,
dico nessuno di questi orolo-gi,
lo si trova nel fustino del deter-sivo.
Sono le marche più famose
del mondo e noi, commercializzan-dole,
insieme al nostro Chronote-ch,
siamo in ottima compagnia,
molto orgogliosi di esserlo».
In quattro anni, le lancette di
Cronotech sono andate avanti
parecchio. L’ultimo modello, il
Bluevoice contiene addirittura il
ricevitore bluetooth per il te-lefonino...
«Centrare un prodotto, non è la fi- e
3. LA PAROLA ALLE AZIENDE
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motivi dell’incredibile successo so-no
due. Il primo riguarda il mate-riale
utilizzato: l’acciaio, un metallo
non solo eterno ma indistruttibile
per antonomasia, lucente e in gra-do
di comunicare forza; il secondo
è l’ottimo rapporto immagine/prez-zo:
molti, non potendo permettersi
un metallo nobile e quindi costo-so,
optano per un gioiello altret-tanto
bello ma meno caro».
Immaginando il futuro: deside-rio
e ambizioni della Global
Swatch Industries?
«Mi consenta una rettifica. Il futuro
non si immagina, si fa. Puntando
sulla qualità. La nostra famiglia ha
sempre creduto e investito, con
profitto, in uomini, tecnologie e
fantasia».
Dottor Fasciano, ci sono novità alla
Chronotech? Perché vede io, pur
non costruendo orologi, avrei l’i-dea
di...
Ebbene sì. Il vostro cronista ha da-to
un suggerimento all’industriale
che è rimasto piacevolmente inte-ressato.
Dice che ne parlerà all’uf-ficio
progetti. Ho rassicurato Gio-vanni
Fasciano che non voglio né
compensi né royalties. La mia cre-sciuta
autostima come idea-man
basta e avanza ed è un pagamento
più che sufficiente. Ma di che cosa
si tratta? Mi spiace, ho spento il re-gistratore
ed è andato tutto off-re-cords.
Ormai è un segreto azien-dale...
o
ne del lavoro, ma l’inizio. La nostra
filosofia è sempre stata quella di
rinnovarci, competere con noi stes-si
e con gli altri, tentando nuove
sfide. Appena uscito, il Bluetooth
ha avuto un successo clamoroso,
ma ci sono altre novità – e speria-mo
altrettanti successi – all’oriz-zonte
».
Essere sponsor della Renault,
campione del mondo in formu-la
Uno, è stata un ottima strate-gia
ma anche un bel colpo di
fortuna. Un abbraccio con le
persone giuste al momento giu-sto...
«Lo catechizza sempre Woody Al-len
ma lo sanno tutti: anche i bra-vi,
senza la fortuna, di strada ne
fanno poca. E non poteva essere
che così dal momento che, Briato-re
è un personaggio sicuramente
eccezionale ma anche molto fortu-nato
e i nostri articoli solo al al top
della classifica per quanta riguarda
il loro mercato».
Gli stilisti della sua azienda si
sono cimentati in una sfida che
al profano può apparire singo-lare:
la linea dei gioielli in ac-ciaio.
«Ha ragione, in effetti poteva esse-re
un salto nel buio e invece... Le
do solo una cifra: nel mese di otto-bre
abbiamo venduto ben 100.000
esemplari. A mio modesto parere i
Da sinistra Giovanni
Fasciano, il team ma-nager
Renault Flavio
Briatore e i piloti Gian-carlo
Fiscichella e Fer-nando
Alonso. A de-stra
ancora Giovanni
Fasciano