4. Per avere testimonianze archeologiche su
Gerusalemme bisogna risalire fino al terzo
millennio, mentre il primo riferimento esplicito lo
si trova in un testo egiziano del XX secolo.
Attorno al mille quella che era la roccaforte dei
Gebusei, venne conquistata da Re Davide, fu così
che Gerusalemme, mai fino allora posseduta dal
popolo d’Israele, nonostante fosse nel territorio
abitato dalle sue tribù, divenne la capitale del
nuovo regno. Qui fu trasportata dal re l’Arca
dell’Alleanza – il segno della presenza del Dio
degli eserciti in mezzo al suo popolo – e
Gerusalemme divenne il centro della religiosità
ebraica.
5.
6. La città raggiunse il suo splendore con il figlio e
successore di Davide re Salomone, giudicato molto
severamente dall’autore del libro dei Re perché
“commise quanto è male agli occhi del Signore e
non fu fedele al Signore come lo era stato Davide
suo padre” (1Re 11,6.) ma celebrato dai posteri
perché fece edificare a Gerusalemme il primo
grande tempio elevato all’unico e vero Dio.
7.
8. Dopo la morte di Salomone la città conobbe un rapido
declino per lo scisma politico religioso verificatosi nel
Regno di Israele dopo la morte del re.
Il libro dei Re ricorda che “nessuno seguì la casa di
Davide, se non la tribù di Giuda”. Fu così che
Gerusalemme da capitale di Israele rimase solo centro
politico religioso per la tribù di Giuda.
9.
10. Solo durante il regno di Ozia e più tardi con il re
Ezechia, Gerusalemme ritornò ad essere la capitale
della nazione e conquistò fra il popolo la fama di città
inespugnabile. Ma appena cento anni dopo nel 586
a.C., dopo la morte del re buono Giosia, che aveva di
nuovo esteso il regno fino ai confini raggiunti da
Davide e contribuito a dare grande impulso alla
riforma religiosa iniziata con la predicazione del
profeta Isaia, Nabucodonosor distruggerà la città e
deporterà tutti i suoi abitanti.
11.
12. L’esilio babilonese durò 50 anni fino al 538 a.C.
quando, Ciro re di Persia, occupò Babilonia e
promulgò l’editto che permetteva agli ebrei di
ritornare in patria in Israele. Questo periodo segna
un passaggio decisivo verso una nuova concezione
della religione: la promessa di Jahvé non appare più
legata al possesso della terra, ma al legame più
personale che si esprime nel vincolo dell’alleanza
codificato dalla Legge.
13.
14. Israele è ormai ridotta alla sola tribù di Giuda e si
stringe intorno alla legge sacra, al sacerdozio ed al
tempio di Gerusalemme e prende sempre più la
fisionomia di una comunità religiosa dispersa.
Fin dai primi decenni successivi al ritorno dall’esilio
la preoccupazione principale degli ebrei fu la
ricostruzione di Gerusalemme e del tempio, e fino
all’occupazione della città compiuta dalle truppe
comandate da Pompeo intorno al 63 a.C. non
risultano notizie scritte sulla storia della città.
Nel 37 a.C. Erode eletto dal Senato romano re dei
Giudei, occupa Gerusalemme edificando il suo
palazzo, la fortezza Antonia ed altri edifici di stile
ellenistico, quindi per ingraziarsi la popolazione
inizia la ricostruzione del tempio.
15.
16. Lo storico Giuseppe Flavio racconta che per
l’occasione Erode fece assumere diecimila operai e
più di mille sacerdoti addestrati al mestiere di
muratore perché i laici non potevano accedere ai
luoghi più sacri del tempio.
Occorsero più di 50 anni perché i lavori fossero
ultimati, ma l’opera risulterà imponente, le cui
fondamenta erano costituite da enormi blocchi di
pietra la cui lunghezza variava dai 9 ai 12 metri.
17.
18. Nel tempo in cui l’amministrazione della città era
nelle mani del Procuratore Ponzio Pilato, Gesù
venne a Gerusalemme e qui pianse sul tragico
destino che si preparava alla città:” Giorni verranno
per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti
circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;
abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non
lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai
conosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (Lc
19,43-44)
19.
20. I segni della profezia di Gesù dovevano avverarsi
non molti anni dopo. Nel 70 d.C. a causa della
grande rivolta giudaica il tempio costruito da Erode
venne raso al suolo dalle milizie di Tito. Da allora
non venne più ricostruito.
21. DOVE E’ COMINCIATA LA GRANDE STORIA CHE E’ ARRIVATA
FINO A NOI:
Giovanni e Andrea sulla
riva del Giordano
22.
23. Il giorno dopo Giovanni stava ancora là (sul fiume
Giordano) con due dei suoi discepoli e, fissando lo
sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco
l’agnello di Dio!”. E i due discepoli, sentendolo
parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò
e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che
cercate?”. Gli risposero: “Rabbi (che significa
maestro), dove abiti?”. Disse loro:”Venite e
vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava
e quel giorno si fermarono presso di lui; erano
circa le quattro del pomeriggio.
27. Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per
la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme,
prese dei rami di palma e uscì incontro a lui
gridando:”Osanna! Benedetto colui che viene nel
nome del Signore, il re d’Israele!”.
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta
scritto:”Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re
viene, seduto sopra un puledro d’asina.”
31. Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli
con lui, e disse:”Ho desiderato ardentemente di
mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia
passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché
essa non si compia nel regno di Dio”.
Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede
loro dicendo:”Questo è il mio corpo che è dato per
voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo
dopo aver cenato, prese il calice dicendo:”Questo
calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene
versato per voi”.
35. Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò
di là dal torrente Cèdron, dove c’era un giardino nel
quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il
traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si
ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque,
preso un distaccamento di soldati e delle guardie
fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là
con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo
tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi
e disse loro:”Chi cercate?” . Gli risposero:”Gesù, il
Nazareno”. Disse loro Gesù:”Sono io!”.
39. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il
mantello di porpora. E Pilato disse loro:”Ecco
l’uomo!”. Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie
gridarono:”Crocifiggilo, crocifiggilo!”.
40.
41. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce,si
avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico
Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno
da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo.
42.
43. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata
ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura:”Ho
sete”. Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò
una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna
e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto
l’aceto, Gesù disse:”Tutto è compiuto!”. E chinato il
capo, spirò.
47. Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatea, che era
discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei
giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù.
Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo
di Gesù….Ora, nel luogo dove era stato crocifisso,
vi era un giardino e nel giardino un sepolcro
nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto.
Là dunque deposero Gesù, a motivo della
Parasceve dei giudei, poiché quel sepolcro era
vicino.