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Laboratorio
Dott.ssa Daniela Putzu
Collabora Isabella
Parodo
METODI DI GESTIONE DEL
CONFLITTO NEI GRUPPI DI
LAVORO
IL CONFLITTO: lo scenario
Scuola ClassicaScuola Classica
Fenomeno negativo da
sopprimere in maniera
scientifica e razionale
Scuola delleScuola delle
relazioni umanerelazioni umane
Fenomeno indesiderabile da
controllare attraverso strumenti
sociali
ScuolaScuola
interazionista einterazionista e
sistemicasistemica
Fenomeno inevitabile, in certe
condizioni desiderabile, da
gestire in maniera efficace
• va gestito al fine di massimizzare i benefici organizzativi
• può avere anche conseguenzeconseguenze positive
• può, in certe condizioni, esserepuò, in certe condizioni, essere indotto
FONTI DEL
CONFLITTO
PERCEZIONE DELLE RISORSE IN GIOCO COME SCARSE
Il conflitto è generato dalla scarsità
non è sempre un dato oggettivo
spesso è frutto di una rappresentazione soggettiva
Divergenza
interessi
(futuro)
Rancore
(passato)
SONO PRODUTTIVI I CONFLITTI BASATI
SU QUESTIONI COGNITIVE
(ad es. risorse scarse, procedure, ruoli, ecc.)
stimolano strategie di gestione basate sul problem-solving
migliorano le performance e la soddisfazione
SONO DISFUNZIONALI I CONFLITTI BASATI
SU QUESTIONI EMOTIVE
(ad es. principi, valori, identità di gruppo, ecc.)
spingono a strategie di contesa e da esse sono alimentate
elicitano emozioni spesso negative
IL CONFLITTO ORGANIZZATIVO
MODELLO DI DE DREU
METODI PER RISOLVERE CONFLITTI
- LOTTA
- GIUDIZIO DELL’AUTORITÀ
- NORME
contrastano
l’ambiguità
ambiguità del dominioambiguità del dominio ambiguità della relazioneambiguità della relazione
assenza di norme chiare
e condivise
si ricorre alle norme implicite
- equità
- uguaglianza
- necessità
assenza di norme chiare
e condivise
si ricorre alle norme implicite
- equità
- uguaglianza
- necessità
necessità di individuare
quale delle parti
ha maggior autorità e potere
necessità di individuare
quale delle parti
ha maggior autorità e potere
È spesso il
solo mezzo che
consente la
manifestazione
dei problemi
È spesso il
solo mezzo che
consente la
manifestazione
dei problemi
Accresce,
nei casi di esito
positivo, il senso
di autoefficacia
individuale
e collettiva
Accresce,
nei casi di esito
positivo, il senso
di autoefficacia
individuale
e collettiva
Spinge ad una ricerca
più attenta delle
soluzioni alternative
Spinge ad una ricerca
più attenta delle
soluzioni alternative
Accresce la coesione
del gruppo nel confronto
con una forza esterna
Accresce la coesione
del gruppo nel confronto
con una forza esterna
È il mezzo
attraverso il quale è
possibile verificare, valutare,
individuare o
migliorare le relazioni
organizzative
È il mezzo
attraverso il quale è
possibile verificare, valutare,
individuare o
migliorare le relazioni
organizzative
Indica la presenza
nell’organizzazione di
risorse diversificate
determinanti per la sua
sopravvivenza sul
lungo periodo
Indica la presenza
nell’organizzazione di
risorse diversificate
determinanti per la sua
sopravvivenza sul
lungo periodo
I BENEFICI DEL
CONFLITTO
A un ritiro
dell’investimento
emotivo (motivazione
verso la relazione e i
risultati)
A burn-out
e mobbing
A relazioni
ulteriormente disagevoli
fra gli individui e le parti,
quali evitamento,
“ripicche”…
A un deterioramento
delle competenze
professionali sia sul piano
tecnico sia gestionale
A deterioramento del
clima e conseguente
riduzione della produttività
organizzativa nel suo
complesso
A rabbia, tensione,
frustrazione, paura di fallire,
demotivazione, senso di
inadeguatezza, stress …
CONSEGUENZE NEGATIVE DEL
CONFLITTO
La mancata gestione del conflitto può portare …
Intensità del conflitto
Prestazioni
TOTALE ASSENZA DI CONFLITTO
Abbattimento delle performance perché non induce stress positivo
(assopisce il senso di urgenza, il desiderio di miglioramento,
la necessità di cercare nuove opportunità di crescite, la flessibilità)
ELEVATA CONFLITTUALITÀ
Abbattimento delle performance perché produce stress distruttivo
(pressione emotiva ingestibile che spinge a distorsioni di giudizio,
rigidità cognitiva e comportamentale, atteggiamenti relazionali difensivi e aggressivi)
IL CONFLITTO ORGANIZZATIVO
MODELLO DI WALTON
Dovete prendere una decisione.
Da mesi state progettando di prendervi due settimane di vacanza
in una popolare località turistica balneare, ma il/la vostro/a partner
ha bruscamente infranto questo sogno; detesta infatti vivamente
questa località e vuole prendere in affitto una casetta in una
tranquilla località di montagna per fare lunghe escursioni, pescare
e godersi un magnifico panorama. 
Dovete prendere una decisione.
Da mesi state progettando di prendervi due settimane di vacanza
in una popolare località turistica balneare, ma il/la vostro/a partner
ha bruscamente infranto questo sogno; detesta infatti vivamente
questa località e vuole prendere in affitto una casetta in una
tranquilla località di montagna per fare lunghe escursioni, pescare
e godersi un magnifico panorama. 
Esercizio n. 1
AFFRONTARE IL CONFLITTO
Quale strategia potete impiegare per affrontare questa
divergenza di interessi originata da una risorsa scarsa (le
ferie)? 
ASTENSIONE
Il conflitto si risolve da sé o rimane irrisolto e può riemergere
IMPOSIZIONE
Rischio di perdita del senso di appartenenza all’organizzazione
MINIMIZZAZIONE
Relazioni amichevoli ed evitamento del conflitto. Conflitti irrisolti che possono
riemergere o trasformarsi in problemi per l’organizzazione
COMPROMESSO
Implica un processo di mediazione tra le parti. Non sempre questo stile
rappresenta la soluzione migliore
COLLABORAZIONE
Rappresenta una strategia negoziale aperta e fondata sulla fiducia.
Si ottengono risultati massimi per i singoli e per il gruppo
STILI DI GESTIONE DEL CONFLITTO
LA GESTIONE DEL
CONFLITTO
Intervento di terzi
MEDIAZIONE ARBITRATO
Controllo della fase del processo
del contenzioso
Controllo della fase decisionale
del contenzioso
Il mediatore controllerà il
comportamento delle parti al
momento dell’interazione
negoziale favorendo la ricerca
delle soluzioni (tempo, luogo,
obiettivi, formule, procedure …)
L’arbitrante raccoglierà
autonomamente le ragioni e le
problematiche di entrambe le
parti ed elaborerà una decisione
finale che sarà poi comunicata
alle parti
FENOMENOLOGIA DEL
CONFLITTO
INTELLETTO
RELAZIONE
EMOZIONE
COMPITO
VITTORIA COMPROMESSO
versus
versus
versus
(Pinkley, 1990)
IL CONFLITTO COME
PROCESSO
DEFINIZIONI
Due orientamenti generali
Conflitto come scambio
isolato di emozioni negative
fra persone
Conflitto non come evento
isolato, ma come processo
comprendente una serie di
eventi precedenti e successivi,
quindi diffuso nel tempo
Fenomeno quale l’interferenza
deliberata e contingente con gli
obiettivi di un’altra persona
5 fasi tra loro in interazione
dinamica
IL CONFLITTO COME
PROCESSO
DIFFUSO NEL TEMPO
LATENZA
RICONOSCIMENTO
PERCEZIONE
EMOZIONALE
MANIFESTAZIONE
APERTA
CONSEGUENZE
(Pondy,1970)
IL CONFLITTO COME
PROCESSO PSICOSOCIALE
Dimensioni
relazionali
Dimensioni
organizzative
Implica …
Stili comunicativi, di
problem solving,
attribuzionali
decisionali, negoziali …
Regole e procedure,
eterogeneità,
interdipendenza, cultura
e clima organizzativi …
Stai venendo a lezione con un/a tuo/a collega.
Un anziano signore, molto distinto, vi ferma e propone una questione
allettante, ma di non facile soluzione: costui vi offre 10.000 euro se
riuscirete a decidere come dividervi il denaro in meno di tre minuti…
Le istruzioni che vi da sono le seguenti: tu singolarmente dovrai
decidere in che proporzione dividere la somma e alla fine il/la tuo/a
collega dovrà semplicemente decidere se “prendere o lasciare”.
Solo se lui/lei decide di accettare, l’anziano signore vi
consegnerà i 10.000 euro nelle porzioni stabilite.  
Esercizio n. 2
L’ULTIMATUM
Soggetto A: decidi come dividere la somma
Soggetto B: “prendi o lasci?”  
nelle contrattazioni gli individui manifestano una tendenza molto distante
da un comportamento guidato da un criterio preciso di equità
 
ESEMPIO: dividere 10.000 euro in tre minuti…
SOLUZIONE: qualsiasi offerta fatta da una parte dovrebbe essere
accettata dall’altra
 
  
le condotte adottate in situazioni in cui viene imposto un ultimatum
sono legate alla percezione di equità da parte degli individui
 
distribuzione può essere basata su: uguaglianza - meriti – bisogni
  
 
Gli individui dimostrano:
una straordinaria resistenza all’ineguaglianza
una ingiustificata generosità
IL GIOCO DELL’ULTIMATUM:
PRENDERE O LASCIARE
… se si potesse applicare in maniera “sistematica”,
alle diverse situazioni conflittuali,
la teoria dei giochi formalizzata da Von Neumann e
Morgenstern,
i conflitti potrebbero essere risolti facilmente,
sicuramente con celerità … 
DECISIONI IN SITUAZIONI DI INCERTEZZA
IL “GIOCO A SOMMA ZERO”
IL “DILEMMA DEL PRIGIONIERO”
IL “GIOCO DEL POLLO”
L’ULTIMATUM
WINNER’S CURSE
… purtroppo, le teorie standard dei giochi
non possono essere considerate teorie
psicologicamente valide, ovvero in grado di
spiegare e di predire
il comportamento degli individui …
ESERCITAZIONE
 
GIOCO
A
SQUADRE
IL “DILEMMA DEL PRIGIONIERO”
 
le parti possono o competere o cooperare a distanza
 
impossibilità di comunicare direttamente
impossibilità di incontrarsi una seconda volta
i contendenti possono considerare solo ciò che è meglio per loro
sulla base della comparazione degli esiti delle mosse reciproche 
La strategia ottimale dovrebbe essere quella di
competere
ma se entrambi scegliessero di cooperare otterrebbero
un punteggio complessivo maggiore rispetto al caso in cui
competano
Paradosso:
conflitto tra razionalità individuale e razionalità
collettiva
 
A LIVELLO INDIVIDUALE
le strategie basate sulla competizione sono quelle dominanti
A LIVELLO COLLETTIVO
una strategia cooperativa assicura un esito preferibile per
entrambi 
Paradosso:
conflitto tra razionalità individuale e razionalità
collettiva
 
A LIVELLO INDIVIDUALE
le strategie basate sulla competizione sono quelle dominanti
A LIVELLO COLLETTIVO
una strategia cooperativa assicura un esito preferibile per
entrambi 
LA
NEGOZIAZIONE
È un processo di interazione tra due o più parti in cui si
cerca di stabilire cosa ognuna dovrebbe dare e ricevere
in una transizione reciproca finalizzata al raggiungimento
di un accordo mutuamente vantaggioso
(Rubin, Brown, 1975)
CONDIZIONI NECESSARIE PER L’AVVIO DI UNA
EFFICACE NEGOZIAZIONE
1) Le parti devono credere di avere obiettivi e posizioni
contrastanti
2) La comunicazione tra le parti deve essere possibile
3) Le parti devono possedere una anche minima
prospettiva motivazionale orientata alla ricerca delle
soluzioni
4) Vi deve essere la possibilità di formulare offerte e
controfferte provvisorie
LA NEGOZIAZIONE
… DI CONSEGUENZA I NEGOZIATORI SONO …
1) Soggetti che hanno riconosciuto l’esistenza del conflitto
2) Soggetti che esprimono la volontà di superare il
conflitto
3) Persone capaci di formulare alternative che possano
rappresentare un possibile punto di accordo tra le parti
4) Portatori di interessi
LA NEGOZIAZIONE
ELEMENTI DELLA NEGOZIAZIONE
LA PARTE NEGOZIALE
portatore di interessi circa la modalità di distribuzione di risorse scarse
oggetto del conflitto e che viene riconosciuto da tutte le parti come
avente diritto alla spartizione
CONCEDER
E
operare una riduzione delle proprie richieste
iniziali. Le parti dovrebbero esser disposte a fare
concessioni ma mai in modo facile e gratuito,
per ogni concessione data, ci deve essere una
concessione ricevuta
STRATEGIE EFFICACI NEL PROCESSO DI
NEGOZIAZIONE
ELEMENTI DELLA NEGOZIAZIONE
STRUTTURA DEI RENDIMENTI
utilità che si associano a tutti i possibili esiti negoziali. Acquisire
consapevolezza di ciò che si vuole ottenere e quindi aumentare
il proprio controllo sulla trattativa
LE QUESTIONI
risorse scarse
oggetto della
trattativa
LE
ALTERNATIVE
opzioni di accordo
LE UTILITÀ
valore soggettivo
attribuito a ciascuna
alternativa
soggetto “A” soggetto “B”
AREA DI “A” AREA DI “B”AREA
NEGOZIALE
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA
POSIZIONE DEI NEGOZIATORI
Richiesta di apertura di A
Punto di indifferenza di B Punto di indifferenza di A
Richiesta di apertura di B
ORIENTAMENTO
MOTIVAZIONALE DEI
NEGOZIATORI
 INDIVIDUALISTICO: interesse esclusivo per i propri risultati
ALTRUISTICO: interesse esclusivo per i risultati dell’altra parte
 COOPERATIVO: interesse per gli esiti di entrambi
 COMPETITIVO: desiderio di fare meglio dell’altro
ANTAGONISTI COOPERATIVI
si impegnano a ricercare un compromesso aspettandosi che ciascuna
parte cercherà di massimizzare esclusivamente i propri interessi
ANTAGONISTI STRIDENTI
appaiono indisponenti, inaffidabili malevoli, sfruttano al massimo il
loro potere facendo minacce e ricatti
TOTALMENTE COOPERATIVI
completamente aperti verso la controparte dalla quale si
aspettano un atteggiamento fiducioso, non manipolativo
STILE DEI
NEGOZIATORI
LA NEGOZIAZIONE
Compromesso e
imposizione
Collaborazione
È la situazione in cui vi è da
distribuire una risorsa scarsa
comune dove i negoziatori mirano al
minor svantaggio
È la situazione della ricerca del
massimo vantaggio reciproco.
Attraverso il negoziato si va alla
ricerca di un vantaggio comune
Negoziazione distributiva Negoziazione integrativa
LA NEGOZIAZIONE DISTRIBUTIVA
concedere - una riduzione delle proprie richieste iniziali
abbandonare il negoziato - se le parti non
soddisfano le richieste minime
non agire – per innervosire e indebolire la controparte
richiedere - per ottenere senza concedere nulla
concedere - una riduzione delle proprie richieste iniziali
abbandonare il negoziato - se le parti non
soddisfano le richieste minime
non agire – per innervosire e indebolire la controparte
richiedere - per ottenere senza concedere nulla
minacciare
esercitare
pressioni
posizione
irremovibile
persuadere
unico obiettivo è quello di spartire la risorsa cercando di
ottenere la fetta più grande a discapito della controparte
STRATEGIE DISTRIBUTIVESTRATEGIE DISTRIBUTIVE
Le tattiche che possono usarsi nella negoziazione
distributiva sono:
chiedere di piùchiedere di più
indugiare al sìindugiare al sì
argomentareargomentare
temporeggiaretemporeggiare
colpo bassocolpo basso
giocare al buone e al cattivogiocare al buone e al cattivo
strategia tattica obiettivo azione
dominio
coalizione/alleanza ottenere sostegno
agire
attraverso la
pressione
sociale
autorità/perentorietà imporre/obbligare posizioni
irrevocabili
gerarchia superiore far
arrendere/costringere
ricorso al
potere
formale
sanzioni/premi minacciare/promettere ventilare
conseguenze
negative o
positive
allettamento
premio/promessa allettare
alludere a favori e
identificare
conseguenze
future positive non
legati alla
negoziazione
baratto/scambio scambiare
rammentare
reciproci favori
non legati alla
negoziazione
persuasione
cordialità piacere/compiacere
atteggiamenti
amichevoli,
accattivanti,
disponibilità
ragione convincere
argomentazioni
logiche esclusione
delle emozioni
strategia tattica obiettivo azione
NEGOZIAZIONE
INTEGRATIVA
le parti esplorano la
possibilità di
accrescere
la dimensione
del capitale
da dividere:
è il meccanismo di coordinamento più
evoluto che gli esseri umani hanno
sviluppato per risolvere i problemi;
è l’unica modalità di coordinamento
in grado di generare risorse;
è un gioco a somma variabile in
cui il rendimento comune può
aumentare rispetto a quello che
si poteva prevedere prima del
negoziato
per avviare una negoziazione integrativa è indispensabile
un atteggiamento cooperativo fra le parti
LA COLLABORAZIONE È QUINDI:
un processo attraverso il quale le parti esplorano il problema sotto
ogni punto di vista al fine di giungere ad una soluzione costruttiva
che vada oltre la visione individuale.
ENERGIE INFORMAZIONI
CREATIVITÀ
RISORSE
È domenica mattina. Anna e Maria, due sorelle, si svegliano di
buon ora e si precipitano insieme in cucina. Entrambe hanno un
preciso desiderio: vogliono un'arancia. Con disappunto scoprono
presto che in casa ne è rimasta una soltanto. Come fare?
Il ricorso a strategie di lotta rovinerebbe la piacevole atmosfera
domenicale, mentre il ricorso all'autorità, la mamma, si rivela
improduttivo perché lei non vuole prendere posizione.
Non resta quindi che negoziare o fare appello all'autorità suprema
rappresentata dal "caso“. Le due sorelle optano per la prima
alternativa e dopo qualche minuto di discussione trovano una
semplice soluzione di compromesso: metà arancia a testa.
A questo punto Anna prende la sua mezza arancia, la strizza
nello spremiagrumi per farne una spremuta e butta via la buccia;
all'altro angolo della cucina Maria prende la sua mezza arancia,
ne grattugia la buccia per insaporire la torta che ha intenzione di
preparare e quindi butta via la polpa!
Un guerriero della luce non ripete sempre la stessa lotta:
soprattutto quando nota di non andare né avanti né
indietro.
Se il combattimento non progredisce, comprende che è
necessario sedersi con il nemico e discutere una tregua:
hanno praticato entrambi l’arte della spada, e adesso
hanno bisogno di capirsi …
Paulo Coelho “Manuale del guerriero della luce”
VANTAGGI DELLA NEGOZIAZIONE INTEGRATIVA
Produce soluzioni di
qualità superiore frutto
dell’analisi operata da più
attori portatori di diverse
prospettive
Assicura a ciascuna
parte la piena partecipazione
al processo negoziale
Consente la creazione
di soluzioni alternative
che il singolo non sarebbe
riuscito mai a realizzare
Migliora la
qualità della
relazione
SVANTAGGI DELLA NEGOZIAZIONE
INTEGRATIVA
Richiede
tempo
È richiesta a
priori una relazione di
fiducia fra le parti
Richiede un notevole
sforzo emotivo in quanto
le parti non lavorano in
maniera indipendente
PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE
la quantità di scambi comunicativi è fortemente correlata
con la qualità dell’accordo finale
Tattiche negoziali per acquisire informazioni e consolidare la
fiducia:
1) atteggiamento empatico
2) porre domande
3) ascolto attivo
4) aprirsi per primi
5) approfondire la posizione negoziale generale della controparte
6) atteggiamento esplorativo/creativo
7) proporre contemporaneamente varie soluzioni negoziali
8) invitare la controparte a preparare i documenti e l’agenda dei lavori
FASI DEL PROBLEM SOLVING NEGOZIALE
Arricchimento
del
tavolo negoziale
Arricchimento
del
tavolo negoziale
• bridging
• allargamento verticale
• allargamento orizzontale
• compensazioni specifiche
• compensazioni aspecifiche
FASI DEL PROBLEM SOLVING NEGOZIALE
approccio alle
questioni
negoziali
• item per item
• a testo unico
• per pacchetti
UNA BUONA PIANIFICAZIONE SI BASA SUL
prevedere le possibili reazioni della controparte alle proprie mosse
È IMPORTANTE
definire in modo preciso e chiaro l’obiettivo finale in modo da
averlo sempre a fuoco durante il percorso
È NECESSARIO
ad ogni tappa del processo, controllare i risultati ottenuti rispetto
all’obiettivo finale in modo da poter apporre eventuali correzioni
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Rumiati R., Pietroni D. (2001), La negoziazione, Raffaello Cortina
Gulotta G., Boi T., (1994), L’intelligenza sociale, Giuffrè
Spaltro E., De Vito Piscicelli P. (2002), Psicologia per le
Organizzazioni, Carocci
Lucarelli G. (1999), L’arte di rendere creativo un gruppo, Edizioni
Quattroventi
De Bono E. (2003), Essere creativi, Il Sole 24 Ore Pirola
Amadori A., Piepoli N. (1997), Creatività in azione, Sperling e Kupfer
Editori
Ciuffoli F. (2002), Problem solving con creatività, Franco Angeli
Raudsepp E., Hough G. Jr (2002), Giochi per sviluppare la creatività,
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Metodi di gestione del conflitto nei gruppi di lavoro

  • 1. Laboratorio Dott.ssa Daniela Putzu Collabora Isabella Parodo METODI DI GESTIONE DEL CONFLITTO NEI GRUPPI DI LAVORO
  • 2. IL CONFLITTO: lo scenario Scuola ClassicaScuola Classica Fenomeno negativo da sopprimere in maniera scientifica e razionale Scuola delleScuola delle relazioni umanerelazioni umane Fenomeno indesiderabile da controllare attraverso strumenti sociali ScuolaScuola interazionista einterazionista e sistemicasistemica Fenomeno inevitabile, in certe condizioni desiderabile, da gestire in maniera efficace • va gestito al fine di massimizzare i benefici organizzativi • può avere anche conseguenzeconseguenze positive • può, in certe condizioni, esserepuò, in certe condizioni, essere indotto
  • 3. FONTI DEL CONFLITTO PERCEZIONE DELLE RISORSE IN GIOCO COME SCARSE Il conflitto è generato dalla scarsità non è sempre un dato oggettivo spesso è frutto di una rappresentazione soggettiva Divergenza interessi (futuro) Rancore (passato)
  • 4. SONO PRODUTTIVI I CONFLITTI BASATI SU QUESTIONI COGNITIVE (ad es. risorse scarse, procedure, ruoli, ecc.) stimolano strategie di gestione basate sul problem-solving migliorano le performance e la soddisfazione SONO DISFUNZIONALI I CONFLITTI BASATI SU QUESTIONI EMOTIVE (ad es. principi, valori, identità di gruppo, ecc.) spingono a strategie di contesa e da esse sono alimentate elicitano emozioni spesso negative IL CONFLITTO ORGANIZZATIVO MODELLO DI DE DREU
  • 5. METODI PER RISOLVERE CONFLITTI - LOTTA - GIUDIZIO DELL’AUTORITÀ - NORME contrastano l’ambiguità ambiguità del dominioambiguità del dominio ambiguità della relazioneambiguità della relazione assenza di norme chiare e condivise si ricorre alle norme implicite - equità - uguaglianza - necessità assenza di norme chiare e condivise si ricorre alle norme implicite - equità - uguaglianza - necessità necessità di individuare quale delle parti ha maggior autorità e potere necessità di individuare quale delle parti ha maggior autorità e potere
  • 6. È spesso il solo mezzo che consente la manifestazione dei problemi È spesso il solo mezzo che consente la manifestazione dei problemi Accresce, nei casi di esito positivo, il senso di autoefficacia individuale e collettiva Accresce, nei casi di esito positivo, il senso di autoefficacia individuale e collettiva Spinge ad una ricerca più attenta delle soluzioni alternative Spinge ad una ricerca più attenta delle soluzioni alternative Accresce la coesione del gruppo nel confronto con una forza esterna Accresce la coesione del gruppo nel confronto con una forza esterna È il mezzo attraverso il quale è possibile verificare, valutare, individuare o migliorare le relazioni organizzative È il mezzo attraverso il quale è possibile verificare, valutare, individuare o migliorare le relazioni organizzative Indica la presenza nell’organizzazione di risorse diversificate determinanti per la sua sopravvivenza sul lungo periodo Indica la presenza nell’organizzazione di risorse diversificate determinanti per la sua sopravvivenza sul lungo periodo I BENEFICI DEL CONFLITTO
  • 7. A un ritiro dell’investimento emotivo (motivazione verso la relazione e i risultati) A burn-out e mobbing A relazioni ulteriormente disagevoli fra gli individui e le parti, quali evitamento, “ripicche”… A un deterioramento delle competenze professionali sia sul piano tecnico sia gestionale A deterioramento del clima e conseguente riduzione della produttività organizzativa nel suo complesso A rabbia, tensione, frustrazione, paura di fallire, demotivazione, senso di inadeguatezza, stress … CONSEGUENZE NEGATIVE DEL CONFLITTO La mancata gestione del conflitto può portare …
  • 8. Intensità del conflitto Prestazioni TOTALE ASSENZA DI CONFLITTO Abbattimento delle performance perché non induce stress positivo (assopisce il senso di urgenza, il desiderio di miglioramento, la necessità di cercare nuove opportunità di crescite, la flessibilità) ELEVATA CONFLITTUALITÀ Abbattimento delle performance perché produce stress distruttivo (pressione emotiva ingestibile che spinge a distorsioni di giudizio, rigidità cognitiva e comportamentale, atteggiamenti relazionali difensivi e aggressivi) IL CONFLITTO ORGANIZZATIVO MODELLO DI WALTON
  • 9. Dovete prendere una decisione. Da mesi state progettando di prendervi due settimane di vacanza in una popolare località turistica balneare, ma il/la vostro/a partner ha bruscamente infranto questo sogno; detesta infatti vivamente questa località e vuole prendere in affitto una casetta in una tranquilla località di montagna per fare lunghe escursioni, pescare e godersi un magnifico panorama.  Dovete prendere una decisione. Da mesi state progettando di prendervi due settimane di vacanza in una popolare località turistica balneare, ma il/la vostro/a partner ha bruscamente infranto questo sogno; detesta infatti vivamente questa località e vuole prendere in affitto una casetta in una tranquilla località di montagna per fare lunghe escursioni, pescare e godersi un magnifico panorama.  Esercizio n. 1 AFFRONTARE IL CONFLITTO Quale strategia potete impiegare per affrontare questa divergenza di interessi originata da una risorsa scarsa (le ferie)? 
  • 10. ASTENSIONE Il conflitto si risolve da sé o rimane irrisolto e può riemergere IMPOSIZIONE Rischio di perdita del senso di appartenenza all’organizzazione MINIMIZZAZIONE Relazioni amichevoli ed evitamento del conflitto. Conflitti irrisolti che possono riemergere o trasformarsi in problemi per l’organizzazione COMPROMESSO Implica un processo di mediazione tra le parti. Non sempre questo stile rappresenta la soluzione migliore COLLABORAZIONE Rappresenta una strategia negoziale aperta e fondata sulla fiducia. Si ottengono risultati massimi per i singoli e per il gruppo STILI DI GESTIONE DEL CONFLITTO
  • 11. LA GESTIONE DEL CONFLITTO Intervento di terzi MEDIAZIONE ARBITRATO Controllo della fase del processo del contenzioso Controllo della fase decisionale del contenzioso Il mediatore controllerà il comportamento delle parti al momento dell’interazione negoziale favorendo la ricerca delle soluzioni (tempo, luogo, obiettivi, formule, procedure …) L’arbitrante raccoglierà autonomamente le ragioni e le problematiche di entrambe le parti ed elaborerà una decisione finale che sarà poi comunicata alle parti
  • 13. IL CONFLITTO COME PROCESSO DEFINIZIONI Due orientamenti generali Conflitto come scambio isolato di emozioni negative fra persone Conflitto non come evento isolato, ma come processo comprendente una serie di eventi precedenti e successivi, quindi diffuso nel tempo Fenomeno quale l’interferenza deliberata e contingente con gli obiettivi di un’altra persona 5 fasi tra loro in interazione dinamica
  • 14. IL CONFLITTO COME PROCESSO DIFFUSO NEL TEMPO LATENZA RICONOSCIMENTO PERCEZIONE EMOZIONALE MANIFESTAZIONE APERTA CONSEGUENZE (Pondy,1970)
  • 15. IL CONFLITTO COME PROCESSO PSICOSOCIALE Dimensioni relazionali Dimensioni organizzative Implica … Stili comunicativi, di problem solving, attribuzionali decisionali, negoziali … Regole e procedure, eterogeneità, interdipendenza, cultura e clima organizzativi …
  • 16. Stai venendo a lezione con un/a tuo/a collega. Un anziano signore, molto distinto, vi ferma e propone una questione allettante, ma di non facile soluzione: costui vi offre 10.000 euro se riuscirete a decidere come dividervi il denaro in meno di tre minuti… Le istruzioni che vi da sono le seguenti: tu singolarmente dovrai decidere in che proporzione dividere la somma e alla fine il/la tuo/a collega dovrà semplicemente decidere se “prendere o lasciare”. Solo se lui/lei decide di accettare, l’anziano signore vi consegnerà i 10.000 euro nelle porzioni stabilite.   Esercizio n. 2 L’ULTIMATUM Soggetto A: decidi come dividere la somma Soggetto B: “prendi o lasci?”  
  • 17. nelle contrattazioni gli individui manifestano una tendenza molto distante da un comportamento guidato da un criterio preciso di equità   ESEMPIO: dividere 10.000 euro in tre minuti… SOLUZIONE: qualsiasi offerta fatta da una parte dovrebbe essere accettata dall’altra      le condotte adottate in situazioni in cui viene imposto un ultimatum sono legate alla percezione di equità da parte degli individui   distribuzione può essere basata su: uguaglianza - meriti – bisogni      Gli individui dimostrano: una straordinaria resistenza all’ineguaglianza una ingiustificata generosità IL GIOCO DELL’ULTIMATUM: PRENDERE O LASCIARE
  • 18. … se si potesse applicare in maniera “sistematica”, alle diverse situazioni conflittuali, la teoria dei giochi formalizzata da Von Neumann e Morgenstern, i conflitti potrebbero essere risolti facilmente, sicuramente con celerità …  DECISIONI IN SITUAZIONI DI INCERTEZZA IL “GIOCO A SOMMA ZERO” IL “DILEMMA DEL PRIGIONIERO” IL “GIOCO DEL POLLO” L’ULTIMATUM WINNER’S CURSE … purtroppo, le teorie standard dei giochi non possono essere considerate teorie psicologicamente valide, ovvero in grado di spiegare e di predire il comportamento degli individui …
  • 20. IL “DILEMMA DEL PRIGIONIERO”   le parti possono o competere o cooperare a distanza   impossibilità di comunicare direttamente impossibilità di incontrarsi una seconda volta i contendenti possono considerare solo ciò che è meglio per loro sulla base della comparazione degli esiti delle mosse reciproche 
  • 21. La strategia ottimale dovrebbe essere quella di competere ma se entrambi scegliessero di cooperare otterrebbero un punteggio complessivo maggiore rispetto al caso in cui competano Paradosso: conflitto tra razionalità individuale e razionalità collettiva   A LIVELLO INDIVIDUALE le strategie basate sulla competizione sono quelle dominanti A LIVELLO COLLETTIVO una strategia cooperativa assicura un esito preferibile per entrambi  Paradosso: conflitto tra razionalità individuale e razionalità collettiva   A LIVELLO INDIVIDUALE le strategie basate sulla competizione sono quelle dominanti A LIVELLO COLLETTIVO una strategia cooperativa assicura un esito preferibile per entrambi 
  • 22. LA NEGOZIAZIONE È un processo di interazione tra due o più parti in cui si cerca di stabilire cosa ognuna dovrebbe dare e ricevere in una transizione reciproca finalizzata al raggiungimento di un accordo mutuamente vantaggioso (Rubin, Brown, 1975)
  • 23. CONDIZIONI NECESSARIE PER L’AVVIO DI UNA EFFICACE NEGOZIAZIONE 1) Le parti devono credere di avere obiettivi e posizioni contrastanti 2) La comunicazione tra le parti deve essere possibile 3) Le parti devono possedere una anche minima prospettiva motivazionale orientata alla ricerca delle soluzioni 4) Vi deve essere la possibilità di formulare offerte e controfferte provvisorie LA NEGOZIAZIONE
  • 24. … DI CONSEGUENZA I NEGOZIATORI SONO … 1) Soggetti che hanno riconosciuto l’esistenza del conflitto 2) Soggetti che esprimono la volontà di superare il conflitto 3) Persone capaci di formulare alternative che possano rappresentare un possibile punto di accordo tra le parti 4) Portatori di interessi LA NEGOZIAZIONE
  • 25. ELEMENTI DELLA NEGOZIAZIONE LA PARTE NEGOZIALE portatore di interessi circa la modalità di distribuzione di risorse scarse oggetto del conflitto e che viene riconosciuto da tutte le parti come avente diritto alla spartizione CONCEDER E operare una riduzione delle proprie richieste iniziali. Le parti dovrebbero esser disposte a fare concessioni ma mai in modo facile e gratuito, per ogni concessione data, ci deve essere una concessione ricevuta STRATEGIE EFFICACI NEL PROCESSO DI NEGOZIAZIONE
  • 26. ELEMENTI DELLA NEGOZIAZIONE STRUTTURA DEI RENDIMENTI utilità che si associano a tutti i possibili esiti negoziali. Acquisire consapevolezza di ciò che si vuole ottenere e quindi aumentare il proprio controllo sulla trattativa LE QUESTIONI risorse scarse oggetto della trattativa LE ALTERNATIVE opzioni di accordo LE UTILITÀ valore soggettivo attribuito a ciascuna alternativa
  • 27. soggetto “A” soggetto “B” AREA DI “A” AREA DI “B”AREA NEGOZIALE RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA POSIZIONE DEI NEGOZIATORI Richiesta di apertura di A Punto di indifferenza di B Punto di indifferenza di A Richiesta di apertura di B
  • 28. ORIENTAMENTO MOTIVAZIONALE DEI NEGOZIATORI  INDIVIDUALISTICO: interesse esclusivo per i propri risultati ALTRUISTICO: interesse esclusivo per i risultati dell’altra parte  COOPERATIVO: interesse per gli esiti di entrambi  COMPETITIVO: desiderio di fare meglio dell’altro
  • 29. ANTAGONISTI COOPERATIVI si impegnano a ricercare un compromesso aspettandosi che ciascuna parte cercherà di massimizzare esclusivamente i propri interessi ANTAGONISTI STRIDENTI appaiono indisponenti, inaffidabili malevoli, sfruttano al massimo il loro potere facendo minacce e ricatti TOTALMENTE COOPERATIVI completamente aperti verso la controparte dalla quale si aspettano un atteggiamento fiducioso, non manipolativo STILE DEI NEGOZIATORI
  • 30. LA NEGOZIAZIONE Compromesso e imposizione Collaborazione È la situazione in cui vi è da distribuire una risorsa scarsa comune dove i negoziatori mirano al minor svantaggio È la situazione della ricerca del massimo vantaggio reciproco. Attraverso il negoziato si va alla ricerca di un vantaggio comune Negoziazione distributiva Negoziazione integrativa
  • 31. LA NEGOZIAZIONE DISTRIBUTIVA concedere - una riduzione delle proprie richieste iniziali abbandonare il negoziato - se le parti non soddisfano le richieste minime non agire – per innervosire e indebolire la controparte richiedere - per ottenere senza concedere nulla concedere - una riduzione delle proprie richieste iniziali abbandonare il negoziato - se le parti non soddisfano le richieste minime non agire – per innervosire e indebolire la controparte richiedere - per ottenere senza concedere nulla minacciare esercitare pressioni posizione irremovibile persuadere unico obiettivo è quello di spartire la risorsa cercando di ottenere la fetta più grande a discapito della controparte STRATEGIE DISTRIBUTIVESTRATEGIE DISTRIBUTIVE
  • 32. Le tattiche che possono usarsi nella negoziazione distributiva sono: chiedere di piùchiedere di più indugiare al sìindugiare al sì argomentareargomentare temporeggiaretemporeggiare colpo bassocolpo basso giocare al buone e al cattivogiocare al buone e al cattivo
  • 33. strategia tattica obiettivo azione dominio coalizione/alleanza ottenere sostegno agire attraverso la pressione sociale autorità/perentorietà imporre/obbligare posizioni irrevocabili gerarchia superiore far arrendere/costringere ricorso al potere formale sanzioni/premi minacciare/promettere ventilare conseguenze negative o positive
  • 34. allettamento premio/promessa allettare alludere a favori e identificare conseguenze future positive non legati alla negoziazione baratto/scambio scambiare rammentare reciproci favori non legati alla negoziazione persuasione cordialità piacere/compiacere atteggiamenti amichevoli, accattivanti, disponibilità ragione convincere argomentazioni logiche esclusione delle emozioni strategia tattica obiettivo azione
  • 35. NEGOZIAZIONE INTEGRATIVA le parti esplorano la possibilità di accrescere la dimensione del capitale da dividere: è il meccanismo di coordinamento più evoluto che gli esseri umani hanno sviluppato per risolvere i problemi; è l’unica modalità di coordinamento in grado di generare risorse; è un gioco a somma variabile in cui il rendimento comune può aumentare rispetto a quello che si poteva prevedere prima del negoziato
  • 36. per avviare una negoziazione integrativa è indispensabile un atteggiamento cooperativo fra le parti LA COLLABORAZIONE È QUINDI: un processo attraverso il quale le parti esplorano il problema sotto ogni punto di vista al fine di giungere ad una soluzione costruttiva che vada oltre la visione individuale. ENERGIE INFORMAZIONI CREATIVITÀ RISORSE
  • 37. È domenica mattina. Anna e Maria, due sorelle, si svegliano di buon ora e si precipitano insieme in cucina. Entrambe hanno un preciso desiderio: vogliono un'arancia. Con disappunto scoprono presto che in casa ne è rimasta una soltanto. Come fare? Il ricorso a strategie di lotta rovinerebbe la piacevole atmosfera domenicale, mentre il ricorso all'autorità, la mamma, si rivela improduttivo perché lei non vuole prendere posizione. Non resta quindi che negoziare o fare appello all'autorità suprema rappresentata dal "caso“. Le due sorelle optano per la prima alternativa e dopo qualche minuto di discussione trovano una semplice soluzione di compromesso: metà arancia a testa. A questo punto Anna prende la sua mezza arancia, la strizza nello spremiagrumi per farne una spremuta e butta via la buccia; all'altro angolo della cucina Maria prende la sua mezza arancia, ne grattugia la buccia per insaporire la torta che ha intenzione di preparare e quindi butta via la polpa!
  • 38. Un guerriero della luce non ripete sempre la stessa lotta: soprattutto quando nota di non andare né avanti né indietro. Se il combattimento non progredisce, comprende che è necessario sedersi con il nemico e discutere una tregua: hanno praticato entrambi l’arte della spada, e adesso hanno bisogno di capirsi … Paulo Coelho “Manuale del guerriero della luce”
  • 39. VANTAGGI DELLA NEGOZIAZIONE INTEGRATIVA Produce soluzioni di qualità superiore frutto dell’analisi operata da più attori portatori di diverse prospettive Assicura a ciascuna parte la piena partecipazione al processo negoziale Consente la creazione di soluzioni alternative che il singolo non sarebbe riuscito mai a realizzare Migliora la qualità della relazione
  • 40. SVANTAGGI DELLA NEGOZIAZIONE INTEGRATIVA Richiede tempo È richiesta a priori una relazione di fiducia fra le parti Richiede un notevole sforzo emotivo in quanto le parti non lavorano in maniera indipendente
  • 41. PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE la quantità di scambi comunicativi è fortemente correlata con la qualità dell’accordo finale Tattiche negoziali per acquisire informazioni e consolidare la fiducia: 1) atteggiamento empatico 2) porre domande 3) ascolto attivo 4) aprirsi per primi 5) approfondire la posizione negoziale generale della controparte 6) atteggiamento esplorativo/creativo 7) proporre contemporaneamente varie soluzioni negoziali 8) invitare la controparte a preparare i documenti e l’agenda dei lavori
  • 42. FASI DEL PROBLEM SOLVING NEGOZIALE Arricchimento del tavolo negoziale Arricchimento del tavolo negoziale • bridging • allargamento verticale • allargamento orizzontale • compensazioni specifiche • compensazioni aspecifiche
  • 43. FASI DEL PROBLEM SOLVING NEGOZIALE approccio alle questioni negoziali • item per item • a testo unico • per pacchetti
  • 44. UNA BUONA PIANIFICAZIONE SI BASA SUL prevedere le possibili reazioni della controparte alle proprie mosse È IMPORTANTE definire in modo preciso e chiaro l’obiettivo finale in modo da averlo sempre a fuoco durante il percorso È NECESSARIO ad ogni tappa del processo, controllare i risultati ottenuti rispetto all’obiettivo finale in modo da poter apporre eventuali correzioni
  • 45. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Rumiati R., Pietroni D. (2001), La negoziazione, Raffaello Cortina Gulotta G., Boi T., (1994), L’intelligenza sociale, Giuffrè Spaltro E., De Vito Piscicelli P. (2002), Psicologia per le Organizzazioni, Carocci Lucarelli G. (1999), L’arte di rendere creativo un gruppo, Edizioni Quattroventi De Bono E. (2003), Essere creativi, Il Sole 24 Ore Pirola Amadori A., Piepoli N. (1997), Creatività in azione, Sperling e Kupfer Editori Ciuffoli F. (2002), Problem solving con creatività, Franco Angeli Raudsepp E., Hough G. Jr (2002), Giochi per sviluppare la creatività, Franco Angeli