2. Il canale di comunicazione di ogni uomo è il LINGUAGGIO
3. • Il linguaggio è la capacità di distinguere maggiormente l‘uomo da
tutti gli esseri viventi e in questo senso è stato ampiamente studiato
da diverse discipline come sistema di comunicazione tra individui.
• La capacità di utilizzare il linguaggio prevede due funzioni
fondamentali: la possibilità di una comunicazione interpersonale,
grazie alla quale possiamo entrare in contatto con gli altri e la capacità
di astrazione attraverso la quale possiamo produrre e capire
significati simbolici.
4. • Il settore che si è occupato direttamente del linguaggio è la
Psicolinguistica di Chomsky, che si propose di studiare le regole che
governano il linguaggio.
• Secondo tale approccio gli individui hanno una predisposizione innata
all‘acquisizione di una lingua che permette loro di apprendere le
regole grammaticali e applicarle.
• Chomsky inoltre ipotizzava l‘esistenza di regole strutturali universali
ed innate che maturano secondo un ordine predeterminato e che il
bambino progressivamente scopre ed elabora per comprendere ed
usare il linguaggio correttamente.
5. Esistono 3 tipi di comunicazione:
• VERBALE
• PARAVERBALE
• NON VERBALE
6. La Comunicazione Verbale
• La comunicazione verbale è costituita dalle parole che usiamo quando
parliamo o scriviamo ed è il livello di cui siamo maggiormente
consapevoli.
• Scegliamo le parole con cura, cerchiamo di costruire il nostro discorso
in modo chiaro e comprensibile.
7. La Comunicazione Paraverbale
• Questa rappresenta il modo in cui diciamo le cose.
Nella comunicazione orale, gli indicatori sono il tono, la velocità, il
timbro, il volume della voce.
• Nel caso della comunicazione scritta gli indicatori sono rappresentati
dalla punteggiatura, dalla lunghezza dei periodi che conferiscono
ritmo e velocità al testo. Di questi aspetti, ovviamente, siamo meno
consapevoli, se infatti è normale preparare un discorso o scegliere
con cura alcune parole, è meno usuale decidere il tono o il timbro
della voce.
8. La Comunicazione Non Verbale
• La comunicazione non verbale rappresenta tutto quello che si
trasmette attraverso la postura, i movimenti, il modo di vestirsi, i gesti
e gli sguardi.
• Il linguaggio non verbale è presente anche quando comunichiamo per
iscritto, ad esempio è indicato dalla calligrafia, dal tipo di font
prescelto in una email, dal colore e dall’uso di immagini.
9. Espressione dei Linguaggi Alternativi
• Lo sviluppo di linguaggi alternativi come competenza è uno dei primi
passi verso la formazione di un operatore per l’infanzia.
• Il bambino comincia sin da piccolo a parlare spinto dal desiderio di
esprimersi e comunicare per mettersi in contatto sia con l’ambiente
che lo circonda, ma soprattutto con le persone a lui familiari.
• Esistono però persone che non sono in grado di utilizzare i canali
classici di apprendimento e necessitano, dunque, di canali o per
meglio dire di linguaggi alternativi.
10. Per linguaggio alternativo si indica un insieme di tecniche, strategie e
tecnologie che ci serviranno per semplificare e aumentare la
comunicazione in persone che hanno difficoltà a utilizzare i canali
comunicativi più classici.
11. Linguaggio delle Immagini
• Attraverso laboratori ed attività di gruppo, si possono organizzare
momenti di presentazione e analisi di elementi fondamentali per il
linguaggio visivo, come ad esempio segno, forme, colori, etc.
• Uno degli strumenti più utilizzati è il COLORE.
• Grazie all’utilizzo di strumenti come pennelli o altro, il bambino può
cercare di esprimersi, può condividere un’emozione, può usare colori
diversi per manifestare una molteplicità di emozioni, insomma riesce
a mostrare e comunicare il proprio mondo interiore.
12. Il Disegno
• Secondo molti autori, è il prodotto di un vero e proprio linguaggio,
quello grafico, da utilizzare come alternativa a quello verbale. Esso è
uno strumento facilmente accessibile all‘attività ludica del bambino.
• Un esempio di proiezione: “Attraverso il disegno il piccolo paziente
traccia un suo autoritratto completo, indispensabile al terapeuta”
• Ref: Stadi dello sviluppo grafico.
13. • Prima di richiedere un disegno particolare è necessario che, in una
stanza arredata in modo adeguato, con giochi, carta, colori, il
bambino, il bambino possa avere un momento di gioco libero. Anche
il primo disegno sarà libero, e la sua spontaneità fornirà indicazioni
preziose sui suoi interessi.
• Si può impostare un dialogo a partire dalla descrizione e dal
commento su tale disegno.
• Si può invitare il bambino a raccontare una storia a partire dal disegno
eseguito.
• Sia l‘atteggiamento (ansioso, aggressivo, calmo, etc.) sia le
verbalizzazioni vengono appuntate o registrate dal terapeuta.
14. Linguaggio dell’Educazione Tattile
• Fin da piccoli i bambini cominciano a conoscere il mondo toccando
vari oggetti, superfici, materiali e grazie a quest’azione imparano a
riconoscere anche le varie sensazioni che si legano a questi elementi.
• L’introduzione di un laboratorio di educazione tattile ha come scopo
quello di aiutare le persone con difficoltà a memorizzare queste
sensazioni per poi riuscire ad esprimerle.
• In questi laboratori, dunque, verranno utilizzati materiali, come la
stoffa, plastica, polveri, argilla, che si trasformeranno in azioni
creative.
15. Linguaggio del Suono e della Musica
• La musica può essere utilizzata come spunto di riflessione acquisendo
una valenza introspettiva e personale ma anche come evento
collettivo o comunitario.
• La musica viene utilizzata come mezzo per raggiungere un fine più
grande, un obiettivo più importante: il mondo interiore del soggetto.
• Il linguaggio musicale non è perfetto, in quanto è una comunicazione
molto personale, tuttavia in alcuni casi può essere molto d’aiuto.
16. Linguaggio dei Segni
• La Lingua dei Segni fu inventata da un presbitero educatore francese
nella seconda metà del ‘700, associando concetti a segni da lui creati.
• La lingua dei segni è una lingua che esprime i propri significati
attraverso un sistema specifico di segni delle mani, espressioni del
viso e movimenti del corpo. Sono, dunque, segni compiuti con una o
entrambi le mani che esprimono uno specifico significato.
• Oggi è molto diffuso il suo utilizzo, anche privatamente sono
tantissimi che ogni anno imparano attraverso i corsi LIS.
19. • Scienza che studia gli stati mentali e i suoi processi emotivi, cognitivi,
sociali e comportamentali nelle loro componenti consce e inconsce.
• È importante soffermarsi sulla parola “scienza” perché la psicologia si
appoggia a un metodo scientifico e il merito di aver conferito
scientificità alla psicologia è da destinare a Wundt, il quale nel 1879
fondò il primo laboratorio di ricerca psicologica; al suo interno
venivano condotti studi sull’attenzione, sulle associazioni mentali, sui
tempi di reazione ecc. ecc.
• Delle molteplici diramazioni, noi ci soffermiamo sulla Psicologia dello
sviluppo.
20. • Quando si parla di “sviluppo psicologico” ci si riferisce ai cambiamenti
che si verificano nel comportamento e nelle capacità dell‘individuo
durante l‘intero ciclo di vita, i più significativi però riguardano
l‘infanzia, la fanciullezza e l‘adolescenza.
• Questi periodi sono pertanto i più studiati dagli psicologi dello
sviluppo.
21. Natura e cause dello sviluppo
• Ogni teoria dello sviluppo cerca di rispondere a tre quesiti che
rappresentano la base da cui parte la psicologia dello sviluppo:
• qual è la natura del cambiamento che caratterizza lo sviluppo?
• quali processi causano questo cambiamento?
• si tratta di un cambiamento continuo e graduale o viceversa
discontinuo ed improvviso?
22. • Qual è la natura del cambiamento che caratterizza lo sviluppo?
• Alcuni considerano il cambiamento di natura quantitativa (graduale
accumulo di cambiamenti nel tempo),
Comportamentismo (bambino come organismo plasmato dalle
esperienze e dall‘apprendimento);
• altri di natura qualitativa Teorie Organismiche ( Piaget e Vygotskij)
secondo cui il bambino è un attivo costruttore delle proprie capacità:
influenze interne.
23. • Quali processi causano questo cambiamento?
• Le varie teorie attribuiscono un ruolo importante a fattori genetici e
ambientali.
• Secondo i comportamentisti il bambino subisce influenze ambientali
che modellano il suo comportamento, secondo Piaget invece, il
comportamento è influenzato sia da fattori ambientali che da
capacità innate.
24. • Si tratta di un cambiamento continuo e graduale o viceversa
discontinuo ed improvviso?
• Lo sviluppo secondo il comportamentismo è continuo e graduale;
secondo le teorie organismiche esso è discontinuo (per esempio
spesso la modificazione compare improvvisamente e porta alla
comparsa di nuove capacità: deambulare, parlare, ecc.).
25. I tre grandi approcci teorici allo studio dello sviluppo sono:
• L‘approccio comportamentistico
• L‘approccio organismico
• L‘approccio psicoanalitico
• L‘approccio si caratterizza da alcuni assunti di base, tra cui l‘oggetto di
indagine e i metodi più adeguati per studiarlo.
26. Psicologia dell’età evolutiva
• La psicologia dell’età evolutiva si occupa dello sviluppo, crescita,
dell’organizzazione delle persone, è legata quindi sia alla crescita
personale che psicologica, nel periodo che va dalla nascita fino ai 18
anni circa; infatti in questo periodo la personalità va acquistando una
maggiore autonomia e maturazione.
27. • Questo processo viene solitamente suddiviso in 5 fasi:
• - Prima infanzia (da 0 a 2 anni)
• - Seconda infanzia (da 2 a 6 anni)
• - Fanciullezza (da 6 ai 10 anni)
• - Preadolescenza (da 10 a 14 anni)
• - Adolescenza (da 14 a 18 anni)
28. • Uno dei maggiori esponenti della psicologia evolutiva è lo psicologo
svizzero Jean Piaget (1896-1980) che ha dimostrato per primo
l’esistenza di una differente modalità di pensiero tra il bambino e
l’adulto.
29. • Lo sviluppo cognitivo concepito da Piaget si suddivide in 4 periodi
fondamentali comuni a tutti gli individui:
• STADIO SENSO-MOTORIO (dalla nascita fino a 2 anni)
• STADIO PRE-OPERATORIO (dai 2 ai 6/7 anni)
• STADIO OPERATORIO-CONCRETO (dai 6/7 anni a 11 anni)
• STADIO OPERATORIO-FORMALE (dai 12 anni in poi)
30. Stadio Senso-Motorio
• In questa fase primaria il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie
per esplorare e relazionarsi con il mondo che lo circonda. Sperimenta
con tutto ciò che trova e lo reinventa.
31. Stadio Pre-Operatorio
• Il bambino è in grado di utilizzare i simboli per rappresentare
un’operazione concreta (Ad esempio: il bambino usa una scatola per
rappresentare un tavolo; pezzetti di carta per rappresentare i piatti
etc.). Quindi si fa sempre più presente il gioco simbolico; inoltre
riesce, anche se in modo non accurato, a riferirsi a esperienze passate
e anticipazioni sul futuro.
32. Stadio Operatorio-Concreto
• Nell’ultimo stadio evolutivo, il bambino riesce a formulare pensieri
astratti, per cui riesce a riferirsi anche ad oggetti non presenti ma solo
ipotetici e a ricavarne conseguenze logiche.
Stadio Operatorio-Formale
• È qui che si sviluppano operazioni logiche utilizzate nella soluzione di
problemi.
33. • Dopo l’ultimo stadio si arriva all’adolescenza, momento molto critico
per l’individuo. Iniziano le prime trasformazioni corporee come
l’altezza, il peso, il tono di voce ecc. tutte motivo di confronto tra
coetanei.
• Questo confronto provoca inevitabilmente sentimenti di inquietudine,
insicurezza, scarsa fiducia in sé stessi che se persistono e non
adeguatamente superati possono perpetuarsi fino in età adulta.