Abstract da: 1. R. Villano “Il profumo del tempo - cenni di arte e storia della farmacia” CD-ROM multimediale (1^ ediz. patrocinata dall’Accademia Italiana di Storia della Farmacia con presentazione del Presidente AISF Antonio Corvi, Ed. Eidos, 585 Mb - 139 file - 62 colonne sonore - 873 diapositive - 1093 pagine, Napoli, maggio 2002; 2^ Ediz.: patrocinata dall’Accademia Italiana di Storia Farmacia e dal Distretto 2100-Italia Rotary International; Presentazione del Presidente AISF A. Corvi, Ed. Eidos, 607 Mb - 146 file - 62 colonne sonore - 895 diapositive - 1248 pagine, Torre del Greco, novembre 2002; 2^ Ed., 1^ Rist.: Firenze, dicembre 2002; 3^ Ed.: patrocinato e realizzato da GioFil, distribuito da GioFil-Bayer SpA, (607 Mb - 146 file - 62 colonne sonore - 895 diapositive - 1248 pagine con grafica e presentazioni nuove; Roma, settembre 2003).
R. Villano - Thesaurus pharmacologicus: forme speziali
Raimondo Villano - Le antiche bilance in farmacia
1. BilanciaSul Conci (1934) leggiamo a proposito delle bilance di farmacia: "Antichissima è la
documentazione d'uno dei più tipici e indispensabili strumenti farmaceutici: la Bilancia (dal
lat. bis e lanx "piatto"). Secondo gli storici, la bilancia sarebbe stata conosciuta in Oriente
già nell'età neolitica in Europa però sarebbe giunta soltanto nell'età dei metalli,
probabilmente attraverso le isole di Cipro e di Creta. Fra i vari segni geroglifici di una
tavoletta iscritta del II Palazzo di Cnosso (prima metà del secondo millennio a. C) v'è
anche quello della bilancia (a bracci eguali, con un piede verticale di sostegno). Un'altra
documentazione è sulla lastra tombale di Kivik (Svezia), probabilmente della tarda età del
bronzo. Numerosa è pure la documentazione di bilance egiziane. Oltre alle bilance a
sostegno, le antichissime età conobbero anche le bilance appese. Di questo tipo esistono,
nel Museo Nazionale di Atene, due bilancette d'oro, trovate in una tomba di Micene: la leva
è formata da un'esile verghetta d'oro, con fili pure d'oro reggenti sottilissimi piattiní.Bilance
con pesi scorrevoli sui bracci erano probabilmente note anche ai Babilonesi. Gli Ebrei
usavano bilance a bracci eguali e disuguali, con pesi liberi e scorrevoli: ed anche le
bilancine tascabili. Nel Talmud sono ricordate bilance... addomesticate, col bilanciere
vuoto, contenente mercurio, il quale spostandosi dalla parte della merce, collaborava
egregiamente col mercante ad Imbrogliare il compratore. Nessun esemplare di bilance
2. greche di età storica ci è rimasto conservato. Non mancano invece i monumenti figurati, fra
cui uno dei più antichi è quello della coppa cirenaica di Arcesilao (Conservata nella
Biblioteca Nazionale di Parigi ove è rappresentato il re Arcesilao che sorveglia la pesatura
e la preparazione dei pacchi di sifio, la famosa droga che formava la ricchezza di Cirene e
di cui s'ignora tuttora la origine botanica, malgrado le ricerche di molti botanici moderni).La
bilancia etrusca corrisponde a quella greca, almeno per quanto si può arguire dai
monumenti figurati (cisti e vasi incisi).I Romani usavano bilance a bracci uguali, Bílanx
(trutina e libra indicano tanto la bilancia che la stadera), e a bracci disuguali, statera. Ai
Romani è dovuta l'introduzione dell'indice (examen), posto al di sopra della leva. Numerosi
sono i monumenti figurati di queste bilance e numerosi pure gli esemplari ricuperati dagli
scavi (Pompei). Si conservano anche esemplari di combinazione fra la bilancia a bracci
eguali e la stadera (Museo Nazionale di Napoli) con contrappeso cursore fusiforme,
scorrente su uno dei bracci A giudicare dal numero degli esemplari rimastici, la stadera.
venuta dalla Campania, deve esser stata maggiormente usata che non la bilancia a bracci
eguali. Le bilance greche e romane - libra e statera - rimasero in uso nelle farmacie fin
quasi ai nostri giorni".
18. Bilancia
In vetro soffiato, la
bilancetta idrostatica
abbina il principio
della spinta di
Archimede a quello
della bilancetta
galileiana. Consente
di misurare le diverse
densità dei fluidi per
mezzo del numero
dei frammenti di
cristallo aggiunti o
tolti per trovare
l'equilibrio del braccio
19. Pesi e misure
Nel parlare di bilance si devono anche ricordare le unità di misura di peso che sono state
utilizzate in passato. Dalle opere mediche di Celso, Dioscoride, Galeno e Plinio si rileva che la
libbra romana era divisa in 12 once 96 dramme 288 scrupoli. Sul testo "I discorsi" del Mattioli
(1573) che rappresenta il più importante commentario dell'opera "De materia medica" di Pedacio
Dioscoride (nato ad Anazarbe in Cilicia nel I sec. d.C) leggiamo i nomi e le quantità di peso
secondo Dioscoride ed anche come si debbano intendere le misure delle cose solide e liquide.
Prima dell'introduzione del sistema metrico decimale non esistevano criteri uniformi a riguardo
dei valori di peso, capacità e lunghezza. Il sistema di peso medicinale o farmaceutico in uso per
tutto il medioevo ed oltre si basava sul sistema romano ove la libbra con le sue sudddivisioni era
la misura usuale.
Il pavese Luigi Valentino Brugnatelli nella sua Farmacopea Generale del 1807 riporta i pesi di
uso farmaceutico che "sono usati in tutto il regno". Libbre, once, dramme, grani, con
l'introduzione del sistema metrico decimale furono convertiti in grammi, centigrammi e
milligrammi. Vi erano tuttavia notevoli oscillazioni di valori ponderali tra le varie città italiane. Dal
Codice Farmaceutico Militare del 1862 leggiamo che a Pavia 1 libbra corispondeva a 326,793 g.
Sempre il Brugnatelli ci riporta nella sua Farmacopea accanto ai segni medici usati nelle ricette i
pesi empirici che venivano utilizzati.
Da: Conci Giulio (1934) "Pagine di Storia della Farmacia" Edizioni Vittoria Milano. Ristampa Anastatica del 1994, Veneta Editrice, Conselve (PD).
Brugnatelli L.V. (1807). "Farmacopea Generale ad uso de' medici moderni ossia Dizionario delle preparazioni farmaceutico - Mediche semplici e
composte più usate ai tempi nostri e conformi alle nuove teorie Chimico Mediche". Pavia, Dalla tipografia di Giovanni Capelli.