1. Aspetti della Psicologia clinica
L’arte del cambiamento
La prospettiva della terapia strategica breve
2. L’arte del cambiamento
L’arte del cambiamento consiste nella capacità di intervenire
sui problemi come se si trattasse di difficoltà senza per questo
incorrere negli errori che si commettono usualmente quando
incontriamo dei problemi nelle strategie di azione e risoluzione
delle difficoltà.
stanismiragli
a
3. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi
difficoltà:
Una condizione o stato indesiderabile che può essere risolto con
qualche azione dettata dal senso comune (una tipica azione di
cambiamento)
• Grado variabile
• Durata limitata
4. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi
problemi:
Una condizione o stato indesiderabile che non si riesce a risolvere
con le semplici azioni che usualmente adottiamo di fronte alle
difficoltà
• Grado elevato
• Durata variabile
5. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi
Aspetti dinamici
• Effetti combinati tra grado di difficoltà e durata
• Tolleranza personale ai disagi connessi alla persistenza delle
difficoltà (suscettibilità)
• Stili personali di approccio e risoluzione dei problemi
6. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi: aspetti dinamici
Effetti combinati
• Un basso grado di difficoltà se si prolunga nel tempo produce
un problema
• L’incremento anche in un periodo breve del grado di difficoltà
delinea un problema
7. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi : aspetti dinamici
Tolleranza personale
• Individui diversi evidenziano una diversa suscettibilità nei
confronti delle difficoltà e dei problemi
• In questo senso, a determinati gradi di difficoltà non
corrispondono gradienti di pari difficoltà percepita
• La suscettibilità individuale può variare nel tempo;
generalmente tende ad elevarsi in relazione all’aumento del
grado di difficoltà percepito o al suo prolungarsi nel tempo
8. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi : aspetti dinamici
Stili personali di approccio ai problemi
• Gli individui elaborano diversamente il significato delle
difficoltà e dei problemi
• Le persone si diversificano per il sentimento di efficacia
personale
• Le persone manifestano stili differenti di comunicazione,
intervento e risoluzione delle difficoltà e dei problemi.
9. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi : assunti di base
L’ambiente sociale….
• in relazione al tempo storico ed al contesto culturale, produce
sistemi variabili di rappresentazione e significazione delle
difficoltà e dei problemi
Le persone….
• Generalmente tentano di superare le difficoltà e risolvere i
problemi
• Vivono in relazione ad altre persone che influenzano e da cui
sono influenzate in termini percettivi, cognitivi e
comportamentali
10. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi : assunti di base
In sintesi….
•
Le difficoltà ed i problemi sono inscritti nell’ambito
relazionale e comunicativo di appartenenza/riferimento
•
Le tentate soluzioni sono parte della costruzione sociale
relativa ai problemi mediata dalla comunicazione
interpersonale
•
Se una difficoltà diventa un problema le tentate soluzioni
sicuramente hanno a che fare con il problema
11. L’arte del cambiamento
Difficoltà e problemi : assunti di base
Ad integrazione….
•
Le persone possono comunicare le difficoltà ed i problemi e
comunicare attraverso difficoltà e problemi
•
Ecc.
Possiamo ampliare enormemente le notazioni sul ruolo della
comunicazione, delle influenze ambientali, e sulle dinamiche che
generano problemi e sofferenze del comportamento…
12. Difficoltà e problemi
Bisogno di controllo: le attribuzioni
Attraverso le attribuzioni tendiamo a mantenere e ad incrementare
il nostro controllo sull’ambiente, in base al presupposto
dell’individuazione dei nessi causali tra eventi sia personali sia
interpersonali. Siamo infatti motivati al controllo e dunque a
sviluppare attribuzioni in termini di relazioni causali.
Tuttavia proprio l’elevata motivazione al controllo aumenta il
bisogno inferenziale che può assumere caratteristiche compulsive
se la causa identificata impone, a sua volta, l’incremento dei
comportamenti di controllo.
13. Difficoltà e problemi
Bisogno di controllo: le attribuzioni
In caso di ambiguità e dubbio, “i fattori che l’individuo ritiene
possano fornirgli il controllo degli eventi, acquisteranno un’alta
rilevanza e diventeranno i plausibili candidati per le spiegazioni
causali”
H.Kelley, 1971
•
Le motivazioni al controllo incrementano la salienza di questi
fattori attribuzionali che così sono ancora più potenti
nell’influenzare e distorcere il modo in cui le persone spiegano i
fatti.
•
Più aumenta la motivazione al controllo, maggiore è l’intolleranza
per l’ambiguità e l’incertezza e più aumenta il bisogno di
controllo..
14. L’arte del cambiamento
La persistenza dei problemi
• Spesso il problema si identifica con le tentate soluzioni
• Tra le tentate soluzioni che sostengono la persistenza di un
problema, particolare rilievo assumono i tentativi di cambiamento
basati sulla “logica ed il buon senso”
• La tentata soluzione si delinea come il veicolo principale per le
strategie non convenzionali di intervento poiché da una parte
permette di conoscere il funzionamento di uno specifico
problema, dall'altra parte diviene la via di accesso alla risoluzione
del problema
Watzlawick, Nardone, 1990
15. L’arte del cambiamento
Le forme di intervento errato sono sostanzialmente tre:
• si sceglie la soluzione di negare che il problema sia un problema; bisognerebbe agire
ma non si agisce
• si tenta di cambiare la situazione che, a tutti i fini pratici, è immutabile (il divario
generazionale, ad es., o una certa percentuale di alcolisti incurabili in tutta la
popolazione) o inesistente; si agisce quando non si dovrebbe;
• si commette un errore di tipizzazione logica e si stabilisce un gioco senza fine,
tentando un cambiamento, in una situazione che potrebbe cambiarsi soltanto agendo
al livello logico immediatamente superiore (ad es., il problema dei nove punti o gli
errori compiuti in ossequio al buonsenso come nel caso della depressione, insonnia e
gelosia) oppure, al contrario, si tenta un cambiamento2 quando basterebbe un
cambiamento1 (per es. quando la gente richiede cambiamenti di atteggiamento e
non si accontenta di cambiamenti di comportamento), si agisce al livello sbagliato.
P. Watzlawick, J.Weakland, R. Fisch; Change, sulla formazione e la soluzione dei problemi, 1973
16. L’arte del cambiamento
Approccio psicosociale alla terapia
L’approccio psicosociale alla terapia si incentra su alcuni nuclei di
riflessione teorica che hanno riscontro nell’impostazione della
terapia strategica breve
I processi attribuzionali
L’incidenza delle euristiche e degli schemi
I processi dell’influenza sociale e le strategie della persuasione
17. La terapia strategica
La terapia strategica…… Giorgio Nardone
• è un intervento terapeutico solitamente breve orientato
all'eliminazione dei sintomi e alla risoluzione del problema
presentato dal paziente;
• non si esprime in una terapia comportamentista, né in una
terapia sintomatica, ma nella ristrutturazione modificata dei
modi di percezione della realtà e delle conseguenti reazioni
del paziente.
le slides che seguono riprendono i passaggi cruciali del testo di Nardone G., Watzlawick P., 1990 - L'Arte del
Cambiamento - Ponte alle Grazie, Firenze
18. La terapia strategica
La terapia strategica……
Paul Watzlawick
La concezione di base è che la risoluzione del disturbo richieda
la rottura di quel sistema circolare di retroazioni tra soggetto e
realtà che alimenta la problematicità della situazione, e una sua
ridefinizione, con la conseguente modifica delle percezioni e
delle concezioni del mondo che inducono le risposte
disfunzionali.
Watzlawick, Nardone, 1990
19. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
Un protocollo terapeutico di intervento specifico può essere
visto come una sequenza di quattro fasi:
la fase, azioni:
•cattura suggestiva
•rilevazione della tipologia di persistenza del problema
•rilevazione della tipologia di resistenza al cambiamento
20. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
Per la prospettiva strategica….
il ricorso a notizie o informazioni sul passato o sulla
cosiddetta quot;storia clinicaquot; del soggetto rappresenta solo un
mezzo per mettere a punto le migliori strategie di
risoluzione dei problemi in corso, e non una procedura
terapeutica come nelle forme tradizionali di psicoterapia.
21. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
Il terapeuta, fin dal primo incontro con il paziente, invece di
studiare il suo passato focalizza:
• quello che avviene all'interno dei tre tipi di relazioni
interdipendenti che il soggetto vive con se stesso, con gli altri
e con il mondo;
• il modo in cui il problema presentato funziona all'interno di
tale sistema relazionale;
• come il soggetto ha cercato fino ad allora di combattere o
risolvere il problema (le quot;tentate soluzioniquot;);
• come è possibile cambiare tale situazione problematica quot;nella
maniera più rapida ed efficacequot;.
22. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
2a fase, articolata nei momenti di:
• individuazione della strategia specifica,
• applicazione delle prime tattiche e manovre,
• rottura, mediante manovre specifiche, del circolo vizioso
di tentate soluzioni che mantengono il problema, ovvero
produzione della prima quot;esperienza emozionale
correttivaquot;.
23. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
Il terapeuta mette in atto l'intervento strategico specifico adattandolo,
a livello di comunicazione, alle necessità del caso. L'obiettivo di
questa fase della terapia è quello di fare in modo che il soggetto viva
per la prima volta un'esperienza concretamente diversa nei confronti
della sua patologia. Tale esperienza emozionale correttiva lo
condurrà a una diversa percezione della realtà, fino ad allora vissuta
come incontrollabile e ingestibile e adesso sperimentata come
controllabile e gestibile. Ovviamente, non si tratterà ancora di una
completa guarigione ma dell'apertura di una finestra su una nuova
realtà da costruire in modo libero dalla patologia.
24. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
3a fase, composta da:
• ridefinizione dei cambiamenti,
• consolidamento dei risultati e ulteriori progressive
esperienze di cambiamento mediante prescrizioni dirette.
25. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
La terza fase è quella che richiede più tempo, poiché rappresenta
lo stadio nel quale il paziente, dopo il rapido cambiamento
avvenuto, procede a ulteriori cambiamenti guidati fino alla
risoluzione definitiva del problema presentato. Tutto ciò prevede
che il terapeuta, mediante prescrizioni progressive e ridefinizioni
dei cambiamenti, somministrati in maniera sempre meno
suggestiva al fine di facilitare un'indiretta acquisizione di
autonomia, conduca il soggetto a costruire un nuovo equilibrio
basato su percezioni e reazioni alternative nei confronti della
realtà fondato sulle sue personali risorse.
26. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
4a fase:
• ridefinizione del nuovo equilibrio costruito,
• incentivazione dell'autonomia personale e chiusura
della terapia.
27. La terapia strategica
Articolazione del protocollo terapeutico
L'ultima fase della terapia, rappresenta dall'ultima seduta, è
dedicata alla spiegazione di tutto ciò che è stato fatto durante la
terapia, compresa la spiegazione degli stratagemmi terapeutici
utilizzati, in modo tale da evidenziare il fatto che non è stata
operata alcuna quot;magiaquot;, ma che sono state utilizzate tecniche
specifiche per mobilitare le risorse del paziente, fino ad allora
bloccate. Un terapeuta strategico attribuisce sempre il merito del
successo terapeutico al paziente, mentre si assume personalmente
la responsabilità dell'eventuale insuccesso, lasciando così alla
persona la possibilità di affrontare il problema con un'altra
terapia.
28. La terapia strategica
Strategie e tattiche
Strategie e tattiche ricorrenti per la risoluzione dei problemi in
tempi brevi.
Possono essere suddivise in due grandi categorie:
•
azioni e linguaggio del terapeuta
•
prescrizioni di comportamento.
29. La terapia strategica
Strategie e tattiche
Osservare, imparare ed usare il linguaggio del cliente: ricalco.
Evitare le forme linguistiche negative:
• l'utilizzo di affermazioni negative nei confronti del
comportamento o delle idee del paziente tende a colpevolizzarlo e
a promuovere reazioni di irrigidimento e rifiuto.
Uso della resistenza, uso di paradossi.
• La resistenza stessa viene prescritta e manipolata (double bind
terapeutico), mettendo il paziente in una situazione paradossale
nella quale la sua resistenza o il suo irrigidimento verso il
terapeuta diventa una prescrizione ed una regola della terapia.
30. La terapia strategica
Strategie e tattiche
Le prescrizioni.
Hanno la funzione basilare di indirizzare il paziente verso
l'esecuzione di azioni concrete. Le prescrizioni, perché siano
effettuate e siano efficaci, abbisognano di essere presentate
come se fossero veri e propri comandi ipnotici.
Possono essere di tre tipi:
• dirette,
• indirette,
• paradossali.
31. La terapia strategica
Strategie e tattiche
• Le prescrizioni indirette e paradossali: utili nella prima parte del
trattamento per infrangere il sistema disfunzionale.
• Le prescrizioni indirette utilizzano la tecnica dello spostamento
del sintomo: si devia l'attenzione del paziente su qualche altra
cosa onde ridurre l’intensità del problema presentato.
• Le prescrizioni paradossali: l’esecuzione volontaria del sintomo
annulla il sintomo stesso (si controlla l’incontrollabile).
• Le prescrizioni dirette: efficaci nella seconda fase della cura quando
il paziente deve consolidare, attraverso azioni concrete, il suo
successo nel risolvere i problemi.
32. La terapia strategica
Strategie e tattiche
Valorizzazione dell’efficacia.
Alla prescrizione si deve aggiungere sempre la ridefinizione
del risultato e la gratificazione del paziente.
Egli va reso consapevole del fatto che i problemi che a lui
sembravano invincibili possono essere superati in modo
agevole e che lui stesso lo ha dimostrato con le azioni
eseguite.
33. La terapia strategica
Strategie e tattiche
Uso di aneddoti, metafore.
Aneddoti e storie consentono di comunicare messaggi sfruttando
meccanismi di proiezione ed identificazione, «disseminando»
suggestioni all'interno di un racconto che non coinvolge
direttamente il paziente.
Il linguaggio del cambiamento è un linguaggio per immagini.
34. La terapia strategica
Strategie e tattiche
La ristrutturazione (reframing).
Ristrutturare significa ricodificare le immagini e percezioni della
realtà del paziente.
L'uso di metafore e di un linguaggio evocativo mira ad indurre uno
stato di profonda suggestionabilità, utile ad aumentare il potere di
modificazione del sistema percettivo e quindi cognitivo del
paziente.
Nell'eseguire ristrutturazioni non si cambia il significato di quello
che il paziente riferisce, ma si cambiano le cornici interpretative:
cambiando in modo indiretto il significato stesso dell'evento.
35. La terapia strategica
Strategie e tattiche
Autonomizzazione.
Al termine dell’intervento si procede alla valutazione del lavoro
svolto insieme al paziente mettendo in evidenza:
• tratti e caratteristiche del paziente che hanno consentito di
pervenire al risultato
•
la sua acquisita capacità di superare adesso da solo altri problemi
e difficoltà
36. L’arte del cambiamento
Pragmatica della comunicazione
E’ una impostazione teorica e metodologica che tenta
una elaborazione esaustiva dei fenomeni che
scaturiscono in una interazione interpersonale
(Watzlawick et al., 1967).
L'individuo è visto come interprete di uno o più sistemi
relazionali collegato con altri sistemi relazionali
(posseduti da altri individui) che sono in diretto contatto
l'uno con l'altro e che mutano col mutare o col
diversificarsi di uno di essi (Parsons e Bales, 1952).
Paul Watzlawick)
Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione
umana, Astrolabio, 1971
37. L’arte del cambiamento
Pragmatica della comunicazione
L'individuo formerebbe quindi, insieme a tutti gli altri individui
con i quali entra in contatto, un sistema di reti in collegamento
che hanno la possibilità di dare e ricevere informazioni.
Viene definita comunicazione proprio questo passaggio di
informazioni, indipendentemente dal mezzo usato, vocale o
gestuale, ecc., e indipendentemente dal fatto che gli individui ne
abbiano o no coscienza.
38. L’arte del cambiamento
Pragmatica della comunicazione
Analizza gli effetti pratici, comportamentali della
comunicazione in conseguenza dell’uso di certi segni,
tra certi attori, in certi contesti.
La pragmatica della comunicazione si occupa, in
ultima analisi, degli effetti della comunicazione sul
comportamento.
39. L’arte del cambiamento
Gli assiomi della pragmatica della comunicazione
Alla base della teoria
vi sono cinque assiomi:
40. L’arte del cambiamento
La resistenza al cambiamento
•
qualunque cambiamento venga introdotto all'interno di un
sistema (vivente o non vivente) si scontra, sempre e
comunque, con la resistenza al cambiamento propria del
sistema
•
ogni sistema resiste al cambiamento del suo equilibrio anche
quando in realtà questo equilibrio è disfunzionale
•
omeostasi: ogni equilibrio tende a mantenere se stesso
41. L’arte del cambiamento
Profezie che si autoadempiono
“una profezia che si autoadempie è un assunto o una predizione che,
per la semplice ragione che è stata formulata, produce l’evento atteso
o predetto cosicchè ne giunge a confermare la accuratezza”
Paul Watzlawick
questo vuol dire:
•
ciò che crediamo sia reale è più importante di ciò che è
fattualmente corretto
•
noi rispondiamo alla nostra interpretazione della realtà e non alla
realtà stessa
•
noi creiamo la nostra stessa realtà
42. L’arte del cambiamento
Profezie che si autoadempiono
spiegazioni tradizionali del tipo causa ed effetto: un evento attuale
produce un esito o effetto futuro
causa/azione presente effetto/reazione futura
profezie che si autoadempiono: un evento futuro che è predetto
causa un evento/azione attuale che causa l’evento o esito futuro
causa/azione effetto/reazione effetto/reazione
futura presente futura
“la profezia dell’evento causa l’evento della profezia”
43. Stile interpretativo depressivo
Questo problema è….
Stabile?
Sì, mi porta alla fine! No, è una stasi temporanea
Stile attri- Globale? Stile attri-
buzionale Sì, va tutto in rovina No, tutto il resto funziona buzionale
pessimista ottimista
Interno?
Sì, sono un disastro! No, non è colpa mia!
D.G:Myers, 1999
44. L’arte del cambiamento
Il doppio legame
Si contrappone alla visione tradizionale della schizofrenia una
visione della stessa come disturbo o distorsione permanente dello
schema di relazioni tra un individuo e le altre persone (Laing 1959)
Tale distorsione (Bateson e al., 1956) si verificherebbe ogni qualvolta
gli individui si comportano in modo tale che:
• sono sottoposti a richieste che si escludono a vicenda, per cui
obbedire ad una significa disobbedire all'altra;
• questa disobbedienza viene punita;
• la natura paradossale di queste richieste non può essere né
ammessa né discussa;
• gli individui non possono evitare di avere a che fare tra loro.