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1  sur  9
Internet TV: trend a cui dare un senso
Il ruolo del Prosumer Content nei trend
emergenti del consumo video online
2
La creazione e il consumo di video online è una delle principali attività
in rete, e con il più alto tasso di crescita, a causa:
Del crollo dei costi di produzione e distribuzione
Del fatto che la fruizione/condivisione dei contenuti è ormai
parte della nostra vita quotidiana, diventando mainstream non
solo sul desktop, ma anche sul mobile e (presto) sullo schermo
del salotto)
La cattura e la pubblicazione di contenuti protetti da diritto d’autore
pubblicati su YouTube, e la condivisione in P2P delle serie TV è una
delle principali fonti di traffico e attenzione sul Web
Netflix (online video rentals) genera il 20% del traffico internet negli
USA
UGC and Prosumer content creators non sono motivati in via
principale dalla monetizzazione, dato che un business model è ancora
da consolidare. Piuttosto, la leva principale è la condivisione (per gli
UGC) e il self marketing (per i prosumer)
I broadcaster tradizionali vedono la distribuzione web come una
opportunità di diversificare la propria offerta e di estendere il
pubblico dei singoli programmi oltre il limite del palinsesto (catchup
tv) ma…
...la vedono anche come una minaccia per i loro usuali business model
(Pay e Adv).
3
L’assalto allo schermo del salotto
BB STB
Apple TV
Game console
Es: xBos 360, PS3
Lettori Blu-ray/
DVD
Broadcast:
Satellite, Cable
BroadBand
Network
Internet IP
(Unmanaged)
BB STB “Ibrido”
(DTT, Sat, Cable, IP)
Es: Tivo, CuboVision
Traditional Set Top Boxes:
Cable, Sat, DTT ,
hybrid,IPTV
BB STB Open
Es: Roku
TV set Internet-enabled
Es: Sony Bravia, Philips Net TVTV set DTT
Embedded
TELCO IPTV
OTT TV
BOXES
IP
(Managed)
Le soluzioni Over the Top TV e di Video
Sharing rubano eyeballs all’IPTV
4
Cost & Complexity of
distribution solution
AudiencexSingoloContenuto
Block
busters
Managed Distribution
Video Sharing Platforms
Mainstream Web TV
Best effort
Independent Content Providers
IPTV
OTT Video Streaming PlatformsUGC
Online Stores
5
Google TV ruberà tutto il divano?
*Source: The New York Times
L’ascesa della Middle Tail
6
2012?
Una soluzione distributiva per ogni contenuto
7
Broadcast
Peer-2-Peer
Client/Server
Hi-End CDN
Low-End CDN
Fattori di Successo:
un mix basato sui modelli di fruizione
8
Long Form/Short Form Lean Back/Lean Forward Discovery/Search Pay per View/Pay To Own
Audio/Video
La crescente interazione con il
contenuto e la conseguente
scarsità dell’attenzione
determinano una sofferenza dei
contenuti di lunga durata a
vantaggio dello “short form”
Il long form si “rifugia” in UX
coinvolgenti (Blu-Ray, Sale, 3D)
Per TV e Radio mainstream, la
conseguenza è una
frammentazione dei palinsesti
Per i Content Provider
Indipendenti, svincolati da
logiche di palinsesto, si offre
l’opportunità di sfruttare
segmenti della quotidianità che
precedentemente non erano
dedicati alla fruizione di media
Cresce la sfida di rendere appetibili
contenuti nati per una fruizione
desktop, ad alta interazione con
l’utente (Lean Forward) anche
sullo schermo del salotto (Lean
Back - interazione limitata)
(Yankee Group, 2010)
La soluzione non è ergonomica
(telecomando), ma in una migliore
UX complessiva (OVEC, 2009)
Dai palinsesti alle playlist
personalizzate o orientate dai
motori di recommendation
Il desktop rimane l’ambiente ideale
di configurazione dei connected
devices dedicati alla fruizione lean
back, ma cresce il ruolo del mobile
per le applicazioni social
Sullo schermo del salotto (TV), o
alla guida dell’auto (Radio) l’utente
preferisce ancora “imbattersi”
(stumble upon) in un contenuto,
secondo la modalità “Discovery”
per anni governata dai responsabili
dei palinsesti…
…ma non è più la televisione e la
radio lineare a decidere il
“Discovery”. Nella creazione delle
playlists è sempre maggiore il ruolo
dei “friends”, dei motori di
reccomendation
Il Search rimane ancora la modalità
di accesso al contenuto preferita
sui supporti Desktop e Mobile.
L’Italia è il paese dove il PTO è meno
preferito per i contenuti (OVUM)
In Italia vi è una willingness to pay più
elevata per la fruizione, quindi il PPV o
il noleggio (Yankee Group, 2010)
Gli italiani sono i meglio disposti verso
il pre-roll advertising , a causa della
lunga e prevalente abitudine alla
televisione commerciale (OVUM)
L’Italia è il paese con la migliore
opportunità di inserire le nuove
funzionalità OTT-TV in una offerta
“tiered”, in cui l’accesso all’application
store è condizionato al pagamento di
un premium. (Yankee Group)
Text/StillPics
La digitalizzazione trasferisce i
contenuti testuali su connected
devices
Tali device si specializzano per
tipologia: ebook (long) tablet
(short + medium) tutti gli altri
(short)
I tablet creano ulteriori “aree di
fruizione” nell’ambiente
domestico (quarto schermo)
Sia in mobilità che sul “quarto
schermo domestico” i contenuti
testuali long form rimangono
sostanzialmente lean back, non
richiedendo una frequente
interazione col fruitore
Gli short/medium form (giornali,
blog, e-magazine, pics) sono più
engaging, e si prestano meglio al
target/context based adv
Nel mondo dei testi, il search –
magari coadiuvato da un potente
motore di reccommendation
(Kindle Amazon, iTunes) governa
ancora la decisione d’acquisto
Gli editori di ebook non concedono
l’accesso agli stores con canone
I giornali e i magazine, invece, “sono
applicazioni “(Luca de Biase) a
premium mensile
Lo short form (blog, redazioni online,
ecc.) si regge su ADV o sul personal
branding dell’autore
Grazie!
9
Antonio Pavolini
antoniocontent@yahoo.it
www.conversational.it

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  • 2. Il ruolo del Prosumer Content nei trend emergenti del consumo video online 2 La creazione e il consumo di video online è una delle principali attività in rete, e con il più alto tasso di crescita, a causa: Del crollo dei costi di produzione e distribuzione Del fatto che la fruizione/condivisione dei contenuti è ormai parte della nostra vita quotidiana, diventando mainstream non solo sul desktop, ma anche sul mobile e (presto) sullo schermo del salotto) La cattura e la pubblicazione di contenuti protetti da diritto d’autore pubblicati su YouTube, e la condivisione in P2P delle serie TV è una delle principali fonti di traffico e attenzione sul Web Netflix (online video rentals) genera il 20% del traffico internet negli USA UGC and Prosumer content creators non sono motivati in via principale dalla monetizzazione, dato che un business model è ancora da consolidare. Piuttosto, la leva principale è la condivisione (per gli UGC) e il self marketing (per i prosumer) I broadcaster tradizionali vedono la distribuzione web come una opportunità di diversificare la propria offerta e di estendere il pubblico dei singoli programmi oltre il limite del palinsesto (catchup tv) ma… ...la vedono anche come una minaccia per i loro usuali business model (Pay e Adv).
  • 3. 3 L’assalto allo schermo del salotto BB STB Apple TV Game console Es: xBos 360, PS3 Lettori Blu-ray/ DVD Broadcast: Satellite, Cable BroadBand Network Internet IP (Unmanaged) BB STB “Ibrido” (DTT, Sat, Cable, IP) Es: Tivo, CuboVision Traditional Set Top Boxes: Cable, Sat, DTT , hybrid,IPTV BB STB Open Es: Roku TV set Internet-enabled Es: Sony Bravia, Philips Net TVTV set DTT Embedded TELCO IPTV OTT TV BOXES IP (Managed)
  • 4. Le soluzioni Over the Top TV e di Video Sharing rubano eyeballs all’IPTV 4 Cost & Complexity of distribution solution AudiencexSingoloContenuto Block busters Managed Distribution Video Sharing Platforms Mainstream Web TV Best effort Independent Content Providers IPTV OTT Video Streaming PlatformsUGC Online Stores
  • 5. 5 Google TV ruberà tutto il divano? *Source: The New York Times
  • 6. L’ascesa della Middle Tail 6 2012?
  • 7. Una soluzione distributiva per ogni contenuto 7 Broadcast Peer-2-Peer Client/Server Hi-End CDN Low-End CDN
  • 8. Fattori di Successo: un mix basato sui modelli di fruizione 8 Long Form/Short Form Lean Back/Lean Forward Discovery/Search Pay per View/Pay To Own Audio/Video La crescente interazione con il contenuto e la conseguente scarsità dell’attenzione determinano una sofferenza dei contenuti di lunga durata a vantaggio dello “short form” Il long form si “rifugia” in UX coinvolgenti (Blu-Ray, Sale, 3D) Per TV e Radio mainstream, la conseguenza è una frammentazione dei palinsesti Per i Content Provider Indipendenti, svincolati da logiche di palinsesto, si offre l’opportunità di sfruttare segmenti della quotidianità che precedentemente non erano dedicati alla fruizione di media Cresce la sfida di rendere appetibili contenuti nati per una fruizione desktop, ad alta interazione con l’utente (Lean Forward) anche sullo schermo del salotto (Lean Back - interazione limitata) (Yankee Group, 2010) La soluzione non è ergonomica (telecomando), ma in una migliore UX complessiva (OVEC, 2009) Dai palinsesti alle playlist personalizzate o orientate dai motori di recommendation Il desktop rimane l’ambiente ideale di configurazione dei connected devices dedicati alla fruizione lean back, ma cresce il ruolo del mobile per le applicazioni social Sullo schermo del salotto (TV), o alla guida dell’auto (Radio) l’utente preferisce ancora “imbattersi” (stumble upon) in un contenuto, secondo la modalità “Discovery” per anni governata dai responsabili dei palinsesti… …ma non è più la televisione e la radio lineare a decidere il “Discovery”. Nella creazione delle playlists è sempre maggiore il ruolo dei “friends”, dei motori di reccomendation Il Search rimane ancora la modalità di accesso al contenuto preferita sui supporti Desktop e Mobile. L’Italia è il paese dove il PTO è meno preferito per i contenuti (OVUM) In Italia vi è una willingness to pay più elevata per la fruizione, quindi il PPV o il noleggio (Yankee Group, 2010) Gli italiani sono i meglio disposti verso il pre-roll advertising , a causa della lunga e prevalente abitudine alla televisione commerciale (OVUM) L’Italia è il paese con la migliore opportunità di inserire le nuove funzionalità OTT-TV in una offerta “tiered”, in cui l’accesso all’application store è condizionato al pagamento di un premium. (Yankee Group) Text/StillPics La digitalizzazione trasferisce i contenuti testuali su connected devices Tali device si specializzano per tipologia: ebook (long) tablet (short + medium) tutti gli altri (short) I tablet creano ulteriori “aree di fruizione” nell’ambiente domestico (quarto schermo) Sia in mobilità che sul “quarto schermo domestico” i contenuti testuali long form rimangono sostanzialmente lean back, non richiedendo una frequente interazione col fruitore Gli short/medium form (giornali, blog, e-magazine, pics) sono più engaging, e si prestano meglio al target/context based adv Nel mondo dei testi, il search – magari coadiuvato da un potente motore di reccommendation (Kindle Amazon, iTunes) governa ancora la decisione d’acquisto Gli editori di ebook non concedono l’accesso agli stores con canone I giornali e i magazine, invece, “sono applicazioni “(Luca de Biase) a premium mensile Lo short form (blog, redazioni online, ecc.) si regge su ADV o sul personal branding dell’autore