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LICEO MAZZINI LA SPEZIA
Roberto Antiga
Tutor Piano ISS – Miur –Regione Liguria
Docente classe di concorso A28
Geologo - Ordine dei Geologi della Toscana n. 580
antiga.roberto@libero.it
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coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile
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In sociologia indica l'insieme dei comportamenti e dei legami di
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economiche, culturali, etniche.
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COESIONE SOCIALE
soddisfazione di alcune necessità materiali:
occupazione,
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salute,
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sicurezza sociale
relazioni sociali attive rete di scambi di informazioni, supporto, solidarietà e credito
coinvolgimento di tutti nella gestione delle istituzioni, che consolida il senso di identità e di
appartenenza a una collettività.
LA SCUOLA RUOLO STRATEGICO
DISAGIO SCOLASTICO
Petruccelli, “il disagio scolastico è uno stato emotivo non correlato
significativamente a disturbi di tipo psicopatologico, linguistico o
cognitivo, ma che si manifesta attraverso una serie di comportamenti
di rifiuto delle attività scolastiche, tali da impedire l’utilizzo delle
proprie capacità cognitive, affettive relazionali”.
F. Petruccelli, Psicologia del disagio scolastico, Franco Angeli, Milano, 2005, p. 17.
“DISAGIO NON GRAVE”: consiste in stati di malessere scaturite da varie
esperienze di insuccesso (scolastico, sportivo, relazionale) e si manifesta in
comportamenti di chiusura, di aggressività e di autosvalutazione;
“DISAGIO INTERMEDIO”: si manifesta in comportamenti trasgressivi spesso
attuati nel gruppo (uso di sostanze stupefacenti, appartenenza a bande,
intimidazioni a soggetti più deboli);
“DISAGIO GRAVE”: si esplicita con una condotta autolesiva (fuga,
tossicodipendenza) e/o trasgressivo-illegale, trasformando il comportamento
antisociale in veri e propri reati.
D. Izzo, A. Mannucci, M.R. Mancaniello, Manuale di pedagogia della
marginalità e della devianza, ETS, Pisa, 2003, pp. 233-259.
TIPI DI DISAGIO
CAUSE DEL DISAGIO
Il disagio scolastico è un aspetto del disagio giovanile, che può
manifestarsi con varie modalità, tra cui comportamenti di disturbo in
classe, irrequietezza, iperattività, difficoltà di apprendimento, di
attenzione, difficoltà di inserimento nel gruppo, scarsa motivazione,
basso rendimento, abbandono, dispersione scolastica.
Dipende da:
VARIABILI PERSONALI (ad es. l’autostima, l’autoefficacia,
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vita, l’ambiente scolastico, il rapporto tra l’alunno e l’insegnante, tra
la famiglia e l’insegnante).
ANALISI DI PARTENZA
• contesto sociale, economico, culturale in cui è inserita la
scuola (vedi RAV),
• Risorse del territorio (impianti sportivi, associazionismo,
musei, cinema teatri, ….)
• Istituti scolastici: - offerta formativa (curriculare e
extracurriculare)
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• Formazione docenti
• Bisogni formativi degli studenti
DATI SULLA POPOLAZIONE SPEZZINA
SPEZZINA
LA MIA SCUOLA È:
 Inserita nella zona/quartiere ?
 Livello culturale della popolazione (alunni e famiglie) ?
 Contesto socio –economico ?
 Risorse del territorio ?
 Proposte formative dell’istituto e del territorio ?
 …………………………
I MIEI ALUNNI:
 Che bisogni formativi hanno?
 Cosa mi chiedono?
 Cosa chiedono alla scuola?
 Quale è la loro visione/idea della scuola
 Che interessi hanno?
 Che punti di debolezza hanno?
 Che potenzialità (inespresse) hanno?
 Che meccanismi che regolano i rapporti fra di loro.
 ……………………………………….. ?
Un progetto educativo che deve creare le condizioni affinché
ogni soggetto possa esprimere la propria singolarità ed
autonomia e possa attribuire significatività al proprio
apprendimento.
STRATEGIE
• strategie motivazionali
• stimolare le aspettative di autoefficacia
• tecnologie e strumenti digitali
• “personalizzare il curriculum” cercando di stimolare nei ragazzi con
difficoltà l’indicazione di argomenti che rispondano ad un loro reale
interesse
• applicare delle metodologie valutative che, accanto alla rilevazione
dell’errore, valorizzino anche gli elementi positivi.
STRATEGIE MOTIVAZIONALI
 Fare intuire allo studente, che abbiamo una considerazione positiva
verso la sua persona, nonostante la criticità di certi suoi
atteggiamenti.
 Predisporre le esperienze in classe/laboratorio in modo tale che gli
alunni possano raggiungere un certo livello di autostima, necessario
per far sviluppare loro delle aspirazioni conoscitive e formative.
 Progettare attività (laboratoriali) condivise che interessano gli
studenti partendo dalle loro conoscenze / interessi.
 Fornire agli studenti le finalità del percorso e dare loro dei traguardi
in chiave di sfida.
 Promuovere il benessere.
INDAGINE CONOSCITIVA (esempio di questionario)
 analisi della struttura dei contenuti;
 cogliere gli aspetti per una trattazione interdisciplinare
 analisi dei libri di testo;
 individuazione dei nuclei concettuali;
 sviluppo storico delle idee;
 ricognizione delle conoscenze ed eventuali misconcetti dei ragazzi;
 progettazione di attività didattiche (materiali e strategie);
 monitoraggio (test in/out, interviste, ..)
 attività di ricerca sui percorsi di insegnamento apprendimento.
FASI DELLA PROGETTAZIONE
SCHEDA S1
STRATEGIE
STRUMENTI
 LIM: utilizzata per i momenti di sintesi delle attività mediante
la proiezione di tabelle, grafici, immagini, relazioni finali dei
gruppi.
 risorse dal web (simulazioni, tutorial, ……)
 lavagna: utilizzata per annotare i contributi degli studenti
durante le discussioni e per costruire schemi di lavoro
(mappe).
 schemi e mappe, immagini.
 libro di testo.
 racconti /esperienze dei ragazzi
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STIMOLARE LE ASPETTATIVE
DI AUTOEFFICACIA /AUTOSTIMA
LAVORO DI GRUPPO finalizzato a:
 migliorare i rapporti fra studenti,
 rafforzare il senso d'appartenenza;
 stimolare la discussione e la collaborazione fra pari per facilitare
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 responsabilizzare gli alunni, attribuendo ad ognuno compiti
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Lab. Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.

  • 1. LICEO MAZZINI LA SPEZIA Roberto Antiga Tutor Piano ISS – Miur –Regione Liguria Docente classe di concorso A28 Geologo - Ordine dei Geologi della Toscana n. 580 antiga.roberto@libero.it LABORATORIO 6: coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile
  • 2. COESIONE SOCIALE In sociologia indica l'insieme dei comportamenti e dei legami di affinità e solidarietà tra individui o comunità, tesi ad attenuare in senso costruttivo disparità legate a situazioni sociali, economiche, culturali, etniche.
  • 3. REQUISITI NECESSARI PER UNA SOLIDA COESIONE SOCIALE soddisfazione di alcune necessità materiali: occupazione, casa, reddito, salute, educazione sicurezza sociale relazioni sociali attive rete di scambi di informazioni, supporto, solidarietà e credito coinvolgimento di tutti nella gestione delle istituzioni, che consolida il senso di identità e di appartenenza a una collettività. LA SCUOLA RUOLO STRATEGICO
  • 4. DISAGIO SCOLASTICO Petruccelli, “il disagio scolastico è uno stato emotivo non correlato significativamente a disturbi di tipo psicopatologico, linguistico o cognitivo, ma che si manifesta attraverso una serie di comportamenti di rifiuto delle attività scolastiche, tali da impedire l’utilizzo delle proprie capacità cognitive, affettive relazionali”. F. Petruccelli, Psicologia del disagio scolastico, Franco Angeli, Milano, 2005, p. 17.
  • 5. “DISAGIO NON GRAVE”: consiste in stati di malessere scaturite da varie esperienze di insuccesso (scolastico, sportivo, relazionale) e si manifesta in comportamenti di chiusura, di aggressività e di autosvalutazione; “DISAGIO INTERMEDIO”: si manifesta in comportamenti trasgressivi spesso attuati nel gruppo (uso di sostanze stupefacenti, appartenenza a bande, intimidazioni a soggetti più deboli); “DISAGIO GRAVE”: si esplicita con una condotta autolesiva (fuga, tossicodipendenza) e/o trasgressivo-illegale, trasformando il comportamento antisociale in veri e propri reati. D. Izzo, A. Mannucci, M.R. Mancaniello, Manuale di pedagogia della marginalità e della devianza, ETS, Pisa, 2003, pp. 233-259. TIPI DI DISAGIO
  • 6. CAUSE DEL DISAGIO Il disagio scolastico è un aspetto del disagio giovanile, che può manifestarsi con varie modalità, tra cui comportamenti di disturbo in classe, irrequietezza, iperattività, difficoltà di apprendimento, di attenzione, difficoltà di inserimento nel gruppo, scarsa motivazione, basso rendimento, abbandono, dispersione scolastica. Dipende da: VARIABILI PERSONALI (ad es. l’autostima, l’autoefficacia, componenti cognitive) VARIABILI CONTESTUALI E RELAZIONALI (ad es. l’ambiente di vita, l’ambiente scolastico, il rapporto tra l’alunno e l’insegnante, tra la famiglia e l’insegnante).
  • 7. ANALISI DI PARTENZA • contesto sociale, economico, culturale in cui è inserita la scuola (vedi RAV), • Risorse del territorio (impianti sportivi, associazionismo, musei, cinema teatri, ….) • Istituti scolastici: - offerta formativa (curriculare e extracurriculare) - progettualità in verticale • Formazione docenti • Bisogni formativi degli studenti
  • 8. DATI SULLA POPOLAZIONE SPEZZINA SPEZZINA
  • 9.
  • 10. LA MIA SCUOLA È:  Inserita nella zona/quartiere ?  Livello culturale della popolazione (alunni e famiglie) ?  Contesto socio –economico ?  Risorse del territorio ?  Proposte formative dell’istituto e del territorio ?  …………………………
  • 11. I MIEI ALUNNI:  Che bisogni formativi hanno?  Cosa mi chiedono?  Cosa chiedono alla scuola?  Quale è la loro visione/idea della scuola  Che interessi hanno?  Che punti di debolezza hanno?  Che potenzialità (inespresse) hanno?  Che meccanismi che regolano i rapporti fra di loro.  ……………………………………….. ?
  • 12.
  • 13. Un progetto educativo che deve creare le condizioni affinché ogni soggetto possa esprimere la propria singolarità ed autonomia e possa attribuire significatività al proprio apprendimento. STRATEGIE • strategie motivazionali • stimolare le aspettative di autoefficacia • tecnologie e strumenti digitali • “personalizzare il curriculum” cercando di stimolare nei ragazzi con difficoltà l’indicazione di argomenti che rispondano ad un loro reale interesse • applicare delle metodologie valutative che, accanto alla rilevazione dell’errore, valorizzino anche gli elementi positivi.
  • 14. STRATEGIE MOTIVAZIONALI  Fare intuire allo studente, che abbiamo una considerazione positiva verso la sua persona, nonostante la criticità di certi suoi atteggiamenti.  Predisporre le esperienze in classe/laboratorio in modo tale che gli alunni possano raggiungere un certo livello di autostima, necessario per far sviluppare loro delle aspirazioni conoscitive e formative.  Progettare attività (laboratoriali) condivise che interessano gli studenti partendo dalle loro conoscenze / interessi.  Fornire agli studenti le finalità del percorso e dare loro dei traguardi in chiave di sfida.  Promuovere il benessere.
  • 15. INDAGINE CONOSCITIVA (esempio di questionario)
  • 16.
  • 17.
  • 18.
  • 19.
  • 20.
  • 21.
  • 22.
  • 23.  analisi della struttura dei contenuti;  cogliere gli aspetti per una trattazione interdisciplinare  analisi dei libri di testo;  individuazione dei nuclei concettuali;  sviluppo storico delle idee;  ricognizione delle conoscenze ed eventuali misconcetti dei ragazzi;  progettazione di attività didattiche (materiali e strategie);  monitoraggio (test in/out, interviste, ..)  attività di ricerca sui percorsi di insegnamento apprendimento. FASI DELLA PROGETTAZIONE
  • 25.
  • 26.
  • 28.
  • 29. STRUMENTI  LIM: utilizzata per i momenti di sintesi delle attività mediante la proiezione di tabelle, grafici, immagini, relazioni finali dei gruppi.  risorse dal web (simulazioni, tutorial, ……)  lavagna: utilizzata per annotare i contributi degli studenti durante le discussioni e per costruire schemi di lavoro (mappe).  schemi e mappe, immagini.  libro di testo.  racconti /esperienze dei ragazzi  …………………………………….
  • 30. STIMOLARE LE ASPETTATIVE DI AUTOEFFICACIA /AUTOSTIMA LAVORO DI GRUPPO finalizzato a:  migliorare i rapporti fra studenti,  rafforzare il senso d'appartenenza;  stimolare la discussione e la collaborazione fra pari per facilitare l'apprendimento e l'autostima  responsabilizzare gli alunni, attribuendo ad ognuno compiti precisi.  valorizzare le abilità/capacità/potenzialità/attitudini di ognuno (informatiche, grafiche, comunicative, ..)
  • 32.
  • 33.
  • 34. TUTORIAL per le attività laboratoriali
  • 35.
  • 36.
  • 37.
  • 38. RICERCA DIDATTICA PER RILEVARE/VALORIZZARE I PROCESSI DI APPRENDIMENTO
  • 39.
  • 40.
  • 41. RAPPRESENTA LE VARIE FASI SUL GRAFICO
  • 42.
  • 43.
  • 45.
  • 46.
  • 47.
  • 48.
  • 49.
  • 50.
  • 51.
  • 55.
  • 56. favorire un “agio” invece che un “disagio”, lavorando per creare un clima favorevole all’apprendimento, ampliando il repertorio di azione didattica e fornendo agli studenti la possibilità di interagire in modi strutturati in classe con l’obiettivo di favorire l’apprendimento significativo in relazione alle capacità, interessi, potenzialità di ogni singolo individuo. LA SFIDA CHE CI ATTENDE